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Home » Attualità » Paolo e Carlotta, due cuori senza capanna: “Siamo una coppia Down e nessuno ci affitta casa”

Paolo e Carlotta, due cuori senza capanna: “Siamo una coppia Down e nessuno ci affitta casa”

Milano. I due giovani stanno insieme da oltre 4 anni, ma nonostante la ricerca non sono ancora riusciti a trovare qualcuno disposta a dare loro un nido d'amore

Marianna Grazi
27 Settembre 2022
Paolo Sesana, 35 anni e Carlotta Sganga, 39, entrambi con sindrome di Down, non riescono a trovare una casa in affitto, nonostante entrambi abbiano un lavoro a tempo indeterminato e siano aiutati nella ricerca da un'associazione, Milano, 27 Settembre 2022. (FACEBOOK/CARLOTTA SGANGA)

Paolo Sesana, 35 anni e Carlotta Sganga, 39, entrambi con sindrome di Down, non riescono a trovare una casa in affitto, nonostante entrambi abbiano un lavoro a tempo indeterminato e siano aiutati nella ricerca da un'associazione, Milano, 27 Settembre 2022. (FACEBOOK/CARLOTTA SGANGA)

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Il proverbio dice: “Due cuori e una capanna”. Ma per Paolo Sesana, 35 anni e Carlotta Sganga, 39, la città di Milano sembra aver chiuso tutte le porte e al posto di un nido per il loro amore ha regalato invece tanti “no“.  La coppia da oltre un anno è in cerca di una casa in affitto, ma le risposte, finora, sono state sempre negative. Il motivo, purtroppo, sembra essere uno e uno solo: entrambi sono nati con sindrome di Down. “Non ho mai avuto un amore vero, così profondo, come Carlotta. La sera al telefono mi commuovo, perché siamo sempre lontani” ha raccontato Sesana al Corriere della Sera.

Paolo e Carlotta hanno un lavoro a tempo indeterminato e vorrebbero sposarsi, dopo essersi sistemati. È il momento giusto, anzi, lo è già da tempo: basta vedere le foto che pubblicano sui social, dove i loro sorrisi brillano più delle stelle, dove si vedono scambiarsi sguardi e baci appassionati, come qualsiasi coppia di innamorati. Sabato, intanto, festeggeranno “4 anni e 9 mesi di fidanzamento“. Ad aiutarli nella ricerca di un luogo dove poter finalmente creare la loro famiglia, dove vivere in autonomia, sono le loro stesse famiglie, ma anche l’associazione che da molti anni li segue, il Circolo Culturale giovanile di Porta Romana. Purtroppo, però, il loro sogno finora è rimasto inesaudito: i due spiegano che quando i proprietari di casa sentono la parola “Down” si tirano indietro.

Paolo Sesana, 35 anni e Carlotta Sganga, 39, stanno insieme da 4 anni e 9 mesi: sognano di sistemarsi in una casa insieme e di sposarsi

Non è un problema di soldi, spiega il quotidiano, vista la stabilità lavorativa. Carlotta è impiegata in una famosa agenzia per il lavoro, Paolo in un noto fast food. L’affitto, poi, sarebbe intestato all’organizzazione che li supporta. “Una volta le trattative stavano andando bene – racconta Renata Agosti, mamma di Sganga, al quotidiano -. Al momento di consegnare la caparra di 3.600 euro, ci hanno detto che non si poteva più procedere. Siamo tornati a casa con in borsa l’assegno e il morale a terra”. “Un’altra volta – aggiunge – la proprietaria di una casa al quarto piano ci ha detto: ‘Non posso rischiare che si buttino dalla finestra‘, mica siamo fessi”. Non solo il danno, ma anche la beffa della discriminazione basata su pregiudizi crudeli e assurdi.

Nonostante le batoste ricevute, comunque, Carlotta, Paolo, i genitori e il personale del Circolo Culturale Giovanile non si arrendono. I due si continuano a vedere quando possono, qualche giorno a settimana quando gli impegni lo permettono. “Il mercoledì sera andiamo a mangiare la pizza, ci vediamo a metà strada, a Porta Venezia. Invece a weekend alterni vado io e resto a dormire da lei o viceversa”, spiega il ragazzo. Paolo vive a Cinisello Balsamo con la mamma, vicino al locale dove lavora. La sua amata, invece, sta con altri ragazzi con sindrome di Down in un appartamento “palestra”, dove ha imparato, con l’aiuto di educatori, a diventare autonoma. Insomma un po’ come accade coi ragazzi fuorisede, che vanno a studiare o a lavorare lontani da casa, imparando pian piano a vivere in modo indipendente.

La coppia non ha trovato, finora, nessuno disposto ad affittarle un appartamento a Milano, solo perché i due ragazzi sono nati con Sindrome di Down

Lontani (ma non troppo), costretti ancora a stare separati, i due innamorati continuano a cercare qualcuno che voglia affittare loro un appartamento a Milano, magari con due camere nella zona di piazzale Lotto o vicino a corso Vercelli, o anche a Wagner, dove l’associazione ha un’altra casa. In questo modo potrebbero sì avere il loro nido d’amore, la loro autonomia, ma continuerebbero anche a frequentare i loro amici. E noi ci auguriamo che già il prossimo anniversario, quello dei 5 anni, possano festeggiarlo nella loro casa, insieme finalmente. (Chi avesse la possibilità di aiutarli può scrivere al Circolo Culturale Giovanile di Porta Romana, portaromana.circolo@gmail.com).

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Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

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  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

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  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

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Il proverbio dice: "Due cuori e una capanna". Ma per Paolo Sesana, 35 anni e Carlotta Sganga, 39, la città di Milano sembra aver chiuso tutte le porte e al posto di un nido per il loro amore ha regalato invece tanti "no".  La coppia da oltre un anno è in cerca di una casa in affitto, ma le risposte, finora, sono state sempre negative. Il motivo, purtroppo, sembra essere uno e uno solo: entrambi sono nati con sindrome di Down. "Non ho mai avuto un amore vero, così profondo, come Carlotta. La sera al telefono mi commuovo, perché siamo sempre lontani" ha raccontato Sesana al Corriere della Sera. Paolo e Carlotta hanno un lavoro a tempo indeterminato e vorrebbero sposarsi, dopo essersi sistemati. È il momento giusto, anzi, lo è già da tempo: basta vedere le foto che pubblicano sui social, dove i loro sorrisi brillano più delle stelle, dove si vedono scambiarsi sguardi e baci appassionati, come qualsiasi coppia di innamorati. Sabato, intanto, festeggeranno "4 anni e 9 mesi di fidanzamento". Ad aiutarli nella ricerca di un luogo dove poter finalmente creare la loro famiglia, dove vivere in autonomia, sono le loro stesse famiglie, ma anche l’associazione che da molti anni li segue, il Circolo Culturale giovanile di Porta Romana. Purtroppo, però, il loro sogno finora è rimasto inesaudito: i due spiegano che quando i proprietari di casa sentono la parola "Down" si tirano indietro.
Paolo Sesana, 35 anni e Carlotta Sganga, 39, stanno insieme da 4 anni e 9 mesi: sognano di sistemarsi in una casa insieme e di sposarsi
Non è un problema di soldi, spiega il quotidiano, vista la stabilità lavorativa. Carlotta è impiegata in una famosa agenzia per il lavoro, Paolo in un noto fast food. L'affitto, poi, sarebbe intestato all'organizzazione che li supporta. "Una volta le trattative stavano andando bene - racconta Renata Agosti, mamma di Sganga, al quotidiano -. Al momento di consegnare la caparra di 3.600 euro, ci hanno detto che non si poteva più procedere. Siamo tornati a casa con in borsa l'assegno e il morale a terra". "Un'altra volta - aggiunge - la proprietaria di una casa al quarto piano ci ha detto: 'Non posso rischiare che si buttino dalla finestra', mica siamo fessi". Non solo il danno, ma anche la beffa della discriminazione basata su pregiudizi crudeli e assurdi. Nonostante le batoste ricevute, comunque, Carlotta, Paolo, i genitori e il personale del Circolo Culturale Giovanile non si arrendono. I due si continuano a vedere quando possono, qualche giorno a settimana quando gli impegni lo permettono. "Il mercoledì sera andiamo a mangiare la pizza, ci vediamo a metà strada, a Porta Venezia. Invece a weekend alterni vado io e resto a dormire da lei o viceversa", spiega il ragazzo. Paolo vive a Cinisello Balsamo con la mamma, vicino al locale dove lavora. La sua amata, invece, sta con altri ragazzi con sindrome di Down in un appartamento "palestra", dove ha imparato, con l'aiuto di educatori, a diventare autonoma. Insomma un po' come accade coi ragazzi fuorisede, che vanno a studiare o a lavorare lontani da casa, imparando pian piano a vivere in modo indipendente.
La coppia non ha trovato, finora, nessuno disposto ad affittarle un appartamento a Milano, solo perché i due ragazzi sono nati con Sindrome di Down
Lontani (ma non troppo), costretti ancora a stare separati, i due innamorati continuano a cercare qualcuno che voglia affittare loro un appartamento a Milano, magari con due camere nella zona di piazzale Lotto o vicino a corso Vercelli, o anche a Wagner, dove l'associazione ha un'altra casa. In questo modo potrebbero sì avere il loro nido d'amore, la loro autonomia, ma continuerebbero anche a frequentare i loro amici. E noi ci auguriamo che già il prossimo anniversario, quello dei 5 anni, possano festeggiarlo nella loro casa, insieme finalmente. (Chi avesse la possibilità di aiutarli può scrivere al Circolo Culturale Giovanile di Porta Romana, portaromana.circolo@gmail.com).
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