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Il Papa apre la Chiesa ai cattolici Lgbt. Partito Gay: "A queste parole seguano azioni concrete"

di MARIANNA GRAZI -
10 maggio 2022
james-martin-papa-francesco

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La Chiesa apra le sue porte ai cattolici Lgbt: a chiederlo è nientemeno che Papa Francesco, in una breve intervista con il gesuita James Martin pubblicata lunedì 9 maggio. Una dichiarazione importante e rivoluzionaria, accolta con piacere da Fabrizio Marrazzo, portavoce del Partito Gay per i Diritti LGBT+, che però ci tiene a sottolineare: "Ci auguriamo che a queste parole seguano delle azioni concrete che facciano realmente cambiare la chiesa e tutte le migliaia di associazioni, strutture sanitarie, scuole, strutture sportive e strutture per anziani gestite dalla chiesa cattolica. Questa sarebbe una rivoluzione!". Insomma buoni gli intenti ma che non si dimostrino solo promesse e si concretizzino invece in una reale apertura.
Papa Francesco

Papa Francesco sui cattolici Lgbt: "La Santa Madre Chiesa non sia una setta" (Ansa)

L'intervista del Papa

"Una Chiesa 'selettiva', di 'sangue puro', non è la Santa Madre Chiesa, ma piuttosto una setta". Il Pontefice sembra avere le idee ben chiare in materia di cattolici Lgbt, almeno dalle risposte date a padre James Martin nella mini-intervista rivoltagli dal gesuita. "Il 5 maggio, a nome di Outreach, ho chiesto a papa Francesco se fosse disposto a rispondere ad alcune delle domande più comuni che mi vengono poste dai cattolici Lgbtq e dalle loro famiglie", racconta padre Martin sul sito Outreach. "Nella mia nota, scritta in spagnolo, ho fatto tre domande e ho detto al Papa che poteva essere breve quanto desiderava [...] Tre giorni dopo, ho ricevuto una nota scritta a mano con le sue risposte", spiega il sacerdote, da sempre difensore dei diritti dei fedeli della comunità arcobaleno. Il primo quesito posto a Bergoglio chiedeva: "Quale diresti che sia la cosa più importante che le persone Lgbt devono saper su Dio?" e il Papa ha risposto: "Dio è Padre e non rinnega nessuno dei suoi figli. E 'lo stile' di Dio è 'vicinanza, misericordia e tenerezza'. Lungo questa strada troverete Dio". Alla seconda questione, "Cosa vorresti che le persone Lgbt sapessero della Chiesa?", il Pontefice ha replicato: "Vorrei che leggessero il libro degli Atti degli Apostoli. Là troveranno l'immagine della Chiesa vivente". Infine alla terza domanda, "Cosa dici a un cattolico Lgbt che ha subito un rifiuto dalla Chiesa?", Francesco ribatte: "Vorrei che lo riconoscessero non come 'il rifiuto della Chiesa', ma piuttosto di 'persone nella Chiesa'. La Chiesa è madre e chiama insieme tutti i suoi figli. Prendiamo ad esempio la parabola degli invitati alla festa: 'I giusti, i peccatori, i ricchi e i poveri, ecc'. (Matteo 22:1-15; Luca 14:15-24). Una Chiesa 'selettiva', di 'sangue puro', non è la Santa Madre Chiesa, ma piuttosto una setta".
Il Papa ai cattolici Lgbt, 'la Chiesa non vi rifiuta'

La risposta scritta da Papa Francesco a tre domande del padre gesuita James Martin riguardanti i cattolici Lgbt (Ansa)

Una dichiarazione forte e chiara, quella del Papa, che fin dai primi mesi di Pontificato, nell'estate del 2013 durante il viaggio di ritorno dal Brasile, pronunciando il celebre "chi sono io per giudicare?", rivolto agli omosessuali che "cercano Dio" e "hanno buona volontà", si è sempre dimostrato propenso all'accogliere piuttosto che al cacciare, al comprendere che la Fede possa abitare anche in coloro che non rientrano nei 'dogmi' tradizionali, all'abbracciare all'interno della Chiesa cattolica le persone omosessuali anche quando il resto dell'istituzione stessa li discrimina.

La lettera dello scorso anno: "Dio è Padre di tutti e tutte"

Lettera Papa al gesuita James Martin

Lettera Papa al gesuita James Martin: "Dio ama tutti e tutte"

Infatti questa non è nemmeno la prima volta che il Pontefice si confronta con padre James Martin, un gesuita, tra gli esponenti del cattolicesimo più impegnati in favore della causa Lgbtq. Già circa un anno fa, a giugno 2021, Francesco aveva inviato una lettera in spagnolo in cui ringraziava il prelato, redattore della rivista America e consultore del Dicastero vaticano per la Comunicazione, per il suo lavoro con la comunità. Nel testo si ritrova quella prima risposta data al sacerdote nelle più recente intervista: "Lo stile di Dio ha tre tratti: vicinanza, compassione e tenerezza. Questo è il modo in cui si avvicina a ciascuno di noi – si leggeva infatti nella missiva –. Pensando al tuo lavoro pastorale, vedo che cerchi continuamente di imitare questo stile di Dio. Tu sei un sacerdote per tutti e tutte, come Dio è Padre di tutti e tutte". Lo scorso anno la lettera raggiunse il sacerdote in occasione del webinar Outreach Lgbtq Catholic Ministry, a segnare quasi una correzione di rotta rispetto alle prese di posizione (assolutamente contrarie all'apertura) del Vaticano in merito al Ddl Zan allora ancora al vaglio del Parlamento italiano.

La reazione del Partito gay: "Alle parole corrispondano azioni"

"Apprendiamo con piacere la notizia della dichiarazione di Papa Francesco durante l'intervista pubblicata oggi (lunedì 9 maggio, ndr) con il gesuita James Martin, nella quale ha affermato che la chiesa non deve rifiutare le persone LGBT. L'affermazione di Papa Francesco è sicuramente molto importante perché condanna le persone che in nome della chiesa allontanano le persone LGBT", commenta a caldo Fabrizio Marrazzo, portavoce Partito Gay per i Diritti LGBT+, Solidale, Ambientalista e Liberale. Tuttavia, aggiunge in un comunicato ufficiale diffuso sul sito del partito, "Purtroppo a queste sue parole devono riscontrare delle azioni concrete, in quanto ad oggi ci sono molti regolamenti che escludono le persone LGBT dalla vita della chiesa e in particolare dalle scuole; basti pensare ad esempio al recente regolamento delle scuole del Vaticano che proibisce gli insegnanti LGBT". Il riferimento è al documento della Congregazione per l’Educazione cattolica, pubblicato a fine marzo, in cui si farebbe divieto agli istituti di assumere docenti che non possano dimostrare la propria eterosessualità. "Pertanto – conclude Marrazzo – ci auguriamo che a queste parole seguano delle azioni concrete che facciano realmente cambiare la chiesa e tutte le migliaia di associazioni, strutture sanitarie, scuole, strutture sportive e strutture per anziani gestite dalla chiesa cattolica. Questa sarebbe una rivoluzione!".