
La Chiesa cattolica si prepara a eleggere la sua guida: oltre 1,3 miliardi di fedeli nel mondo sono in attesa di scoprire il nome del successore di Papa Francesco
Durante il Conclave – ebbe a dire Papa Ratzinger – “lo Spirito Santo non prende esattamente il controllo della questione, ma piuttosto da quel buon educatore che è, ci lascia molto spazio, molta libertà, senza pienamente abbandonarci”. L’aria che si respira in questi giorni in Vaticano, va detto, ha un sapore più politico che sacro. Le cronache che arrivano dallo Stato Pontificio sono piene di storie di colore, di palazzi apostolici indaffarati come alveari, di monsignori dal passo frettoloso, di sussurri e di alleanze.
Papa Francesco, l’uomo venuto “dalla fine del mondo” ha compiuto il suo cammino terreno e ora i cardinali si preparano a quel rituale antichissimo che è il Conclave. La Cappella Sistina è pronta ad osservare la nascita di un nuovo pontefice. Ma chi sarà? Sarà un riformatore o un conservatore? Un teologo o un pastore?
La geografia del Sacro Collegio è mutata profondamente negli ultimi anni. Francesco ha creato cardinali provenienti da paesi che mai avevano avuto un porporato. L’Europa, una volta arbitra indiscussa dei conclavi, oggi deve fare i conti con l’ascesa dell’America Latina, dell’Africa e dell’Asia. Un tempo si diceva: “Chi entra papa in conclave ne esce cardinale” per dire che raramente i favoriti salgono al soglio pontificio. Oggi qualcuno potrebbe dire: “Chi entra europeo, esce cardinale”.
Ma più dei nomi, in realtà contano le sfide. E queste sono enormi. Il nuovo Papa si troverà davanti a un mondo lacerato da conflitti sanguinosi. L’Ucraina e Gaza, certo, ma anche le guerre dimenticate dell’Africa e dell’Asia. Dovrà decidere se proseguire sulla strada dell’ecologia integrale tracciata dall’enciclica Laudato si’, in un pianeta che brucia tra incendi e alluvioni.
Soprattutto, dovrà sciogliere nodi che Francesco ha solamente iniziato a dipanare. Le donne nella Chiesa: diacone sì o no? Ministeri femminili: fino a dove? La comunità LGBTQ+: accoglienza pastorale o dottrinale? E ancora: aborto, gestazione per altri. Temi che dividono, che creano faglie profonde tra progressisti e conservatori. Temi che rappresentano le istanze di cui Luce! si occupa. Per questo abbiamo raccolto, e sono elencate di seguito, le posizioni su questi temi degli otto cardinali maggiormente favoriti al Conclave.
Pierbattista Pizzaballa

Ci sono preti che arrivano alla porpora cardinalizia dopo carriere trascorse nei corridoi vaticani o nelle nunziature di mezzo mondo. E poi ci sono uomini come Pierbattista Pizzaballa, che hanno imparato i segreti del potere ecclesiastico non nelle anticamere romane, ma camminando sui sentieri polverosi della Terra Santa, dove la religione non è teoria ma sangue, pietra e conflitto quotidiano. Non è un teorico da scrivania, né un oratore da aula magna, ma un frate abituato a camminare in luoghi dove la teologia segue le rigide linee geografiche che separano fedi spesso in conflitto. Clicca di seguito per saperne di più.
Peter Turkson

Poco aperto verso la comunità LGBTQ+, verso la diffusione del profilattico. Sicuro che gli abusi sessuali su minori da parte del clero cattolico in Africa siano pochi, perché “la mentalità tradizionale salva” da quel tipo di peccati. E poco incline al dialogo con chi vede la vita da un punto di vista laico. Però vicino ai poveri, agli emarginati, ai migranti, alle vittime di schiavitù e tortura. Questo, in sintesi, il suo profilo.Potrebbe essere lui il nuovo papa. Potrebbe essere Peter Kodwo Appiah Turkson, 76 anni, cardinale ghanese. Potrebbe essere il primo papa nero della storia. Clicca di seguito per saperne di più.
Péter Erdő

A Roma, dove i cardinali si contano ma non si pesano, ce n’è uno che vale più del suo silenzio: Péter Erdő, ungherese, classe 1952, il tipo di conservatore che non si agita, non urla, non si espone mai troppo — e per questo, paradossalmente, si fa notare. Il cardinale, 73 anni, è Arcivescovo di Esztergom-Budapest dal 2002 grazie a Giovanni Paolo II, che lo crea cardinale l’anno successivo. Considerato tra i candidati a guidare la Chiesa, rappresenta un modello molto lontano da Papa Francesco. Clicca di seguito per saperne di più.
Matteo Zuppi

Fra i possibili successori di papa Francesco, si parla molto di Matteo Maria Zuppi, attuale arcivescovo di Bologna. È considerato il “Bergoglio italiano”, il più vicino alle posizioni di papa Francesco. È stato ad Auschwitz con Francesco Guccini, è amico di Gianni Morandi in quale che ha dichiarato: “in caso di difficoltà mi rivolgerei al cardinale Zuppi, un prete illuminato”. Ha una voce che ricorda Renato Rascel nei panni del prete detective padre Brown, nato dalle pagine di Gilbert Keith Chesterton. E come padre Brown, gira spesso in bicicletta. Si chiama “Vangelo e bicicletta” la biografia che gli ha dedicato Angelo Galluppi. Clicca di seguito per saperne di più.
Pietro Parolin

Lo osservi e ti pare un professore universitario, uno di quelli che parlano poco e ascoltano molto. Ma Pietro Parolin è un cardinale, anzi, è il Segretario di Stato vaticano, braccio destro di Papa Francesco e nome che ricorre spesso nelle discussioni sul prossimo conclave. Nato a Schiavon, in provincia di Vicenza, nel 1955, Parolin ha una lunga carriera diplomatica alle spalle. Ordinato sacerdote nel 1980, ha servito nelle nunziature di Nigeria e Messico, è stato sottosegretario per i Rapporti con gli Stati e nunzio apostolico in Venezuela, prima di essere nominato Segretario di Stato nel 2013 da Papa Francesco. Clicca di seguito per saperne di più.
Fridolin Ambongo Besungu

Il cardinale congolese Fridolin Ambongo Besungo, 65 anni, è presidente del Simposio delle Conferenze Episcopali dell’Africa e del Madagascar e Arcivescovo di Kinshasa. Prende i primi voti come frate minore cappuccino e diventa poi sacerdote negli anni ‘80. Benedetto XVI lo nomina vescovo di Bokungu-Ikela nel 2004 e nel 2016 viene ordinato arcivescovo di Mbadanka-Bikoro da Papa Francesco. È cardinale dal 2019. Clicca di seguito per saperne di più.
Jean-Marc Aveline

Lo guardi e non vedi un principe della Chiesa, ma un pastore. Jean-Marc Aveline ha lo sguardo sereno e il sorriso pronto di chi è abituato a camminare tra la gente, di chi conosce sia le strade polverose della periferia che i marmi lucidi delle cattedrali. Un uomo di dialogo nato in Algeria che oggi, nell’inquieto panorama ecclesiastico, emerge come possibile successore di Francesco, capace di raccogliere consensi sia tra i cardinali progressisti che tra quelli conservatori. Clicca di seguito per saperne di più.
Luis Antonio Tagle

In un’epoca in cui la Chiesa cerca nuovi ponti e nuove parole, il cardinale Luis Antonio Tagle si staglia come una delle voci più calde e visionarie. Con il suo regolare sorriso e una voce che sembra parlare sempre intimamente, Tagle incarna l’immagine di una Chiesa umile e vicina agli ultimi, tanto da meritarsi il soprannome di “Francesco dell’Asia”. Già considerato papabile durante lo scorso Conclave, oggi è considerato tra i favoriti nell’elezione del prossimo pontefice. Clicca di seguito per saperne di più.