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Home » Attualità » Fondazione Ronald McDonald in udienza privata dal Papa: un dono speciale per il 20° compleanno

Fondazione Ronald McDonald in udienza privata dal Papa: un dono speciale per il 20° compleanno

Oltre 280 persone tra soci e partner di Assifero, tra cui delegati dell'associazione per l'infanzia e due famiglie ospiti presso Casa Ronald McDonald Roma Bellosguardo e Palidoro, sono stati ricevuti dal Santo Padre

Camilla Prato
2 Febbraio 2023
La delegazione della Fondazione Ronald McDonald in udienza privata dal Papa

La delegazione della Fondazione Ronald McDonald in udienza privata dal Papa

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Un’occasione importante celebrata in un modo speciale: Fondazione per l’infanzia Ronald McDonald, per festeggiare i vent’anni di attività, ha partecipato all’udienza privata con Papa Francesco. Oltre 280 persone, soci e partner di Assifero – Associazione italiana fondazioni e enti filantropici -, sono state accolte nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano. Tra di loro, anche una delegazione della fondazione, rappresentata da alcuni operatori sociali insieme a due famiglie ospiti presso Casa Ronald McDonald Roma Bellosguardo e Palidoro, i cui bambini sono in cura all’ospedale pediatrico Bambino Gesù, l’ospedale del Santo Padre.

Papa Francesco accoglie tra le braccia la piccola Roberta, ospite insieme alla sua famiglia di Casa Ronald Roma Bellosguardo

“Sono onorato e grato ad Assifero per la straordinaria esperienza vissuta con il Santo Padre insieme ai nostri operatori e alle famiglie. Questo momento ha avuto per noi un grande significato perché ci ha permesso, ancora una volta, di ricordare i sentimenti che animano la nostra missione”, ha detto Nicola Antonacci, presidente di Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald. Per l’occasione la delegazione ha offerto al pontefice un dono speciale: la chiave originale della stanza 20 di casa Ronald Palidoro, struttura che si trova sul mare a Fiumicino e dal 2008 ha ospitato oltre 900 famiglie, ma soprattutto dove – nella camera specifica – soggiornò Papa Giovanni Paolo II. Un dono simbolico, in quanto la chiave rappresenta l’apertura della propria porta al prossimo, a chi è fragile, a chi viene da lontano, a coloro che soffrono. “Donare la chiave della stanza 20 non è solo un rimando alle gesta di Papa Giovanni Paolo II ma anche un simbolo di apertura verso il prossimo, di accoglienza, cura e attenzione verso chi – famiglie e bambini – ha bisogno di ascolto e conforto”.

Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald, da oltre vent’anni al fianco delle realtà ospedaliere pediatriche d’eccellenza in Italia e nel mondo, si impegna affinché bambini e adolescenti gravemente malati e in condizioni di disagio possano affrontare nel migliore dei modi il periodo di terapia, e affinché le relative famiglie possano essere supportate e coinvolte attivamente nella cura e nell’assistenza dei propri piccoli. “Il tracciato dell’operato di Assifero riconduce sempre a quanto auspicato e invocato dal Santo Padre: mettere al centro di ognuna delle proprie azioni la dignità umana; ripercorrere, con responsabilità, processi partecipativi che attivino la coscienza umana, e insieme la coscienza politica di coloro che possono cambiare il corso delle cose; donare speranza, verso una società giusta ed inclusiva”, afferma Stefania Mancini, Presidente di Assifero. “Ogni fondazione ed ente filantropico è diverso per origine e missione ma all’interno dell’associazione camminiamo tutti insieme, condividendo i valori di Giustizia e Pace, in un percorso basato sull’ascolto dei territori e delle comunità”.

la sala dove si è svolta l’udienza privata tra Papa Francesco e la delegazione di Assifero

“Voi raggruppate numerose fondazioni private che, in Italia e all’estero, si adoperano in svariati ambiti, per la promozione della persona e per lo sviluppo di modelli sociali ed economici sani e solidali, mettendo in sinergia competenze e risorse diverse. […] Siete di provenienze, estrazioni e confessioni cristiane diverse, portate con voi il patrimonio di sfere di attività, competenze e modalità operative di vario tipo, rivolgete la vostra attenzione e il vostro aiuto a realtà e contesti di ogni genere. La vostra è una carità ‘a tutto campo’, che richiede apertura mentale e capacità di coordinamento; per usare un’immagine paolina, come membra di un corpo (cfr 1 Cor 12,1-13). Per questo vorrei raccomandarvi di curare particolarmente, nei vostri programmi, tre valori importanti che, del resto, avete già ben presenti: primo, la promozione del bene integrale della persona, secondo, l’ascolto delle comunità locali, terzo, la vicinanza agli ultimi. Sulla vicinanza non dimenticatevi che è una delle qualità di Dio: vicinanza, compassione e tenerezza. Dio è così: vicino, compassionevole e tenero. Sono i tre ‘atteggiamenti’ per dire così, di Dio. Questa vicinanza ti porta alla compassione e alla tenerezza” ha affermato il Santo Padre nel suo saluto rivolto ai presenti.

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  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

Torna anche quest’anno l
  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
Un'occasione importante celebrata in un modo speciale: Fondazione per l’infanzia Ronald McDonald, per festeggiare i vent'anni di attività, ha partecipato all’udienza privata con Papa Francesco. Oltre 280 persone, soci e partner di Assifero - Associazione italiana fondazioni e enti filantropici -, sono state accolte nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano. Tra di loro, anche una delegazione della fondazione, rappresentata da alcuni operatori sociali insieme a due famiglie ospiti presso Casa Ronald McDonald Roma Bellosguardo e Palidoro, i cui bambini sono in cura all’ospedale pediatrico Bambino Gesù, l’ospedale del Santo Padre.
Papa Francesco accoglie tra le braccia la piccola Roberta, ospite insieme alla sua famiglia di Casa Ronald Roma Bellosguardo
"Sono onorato e grato ad Assifero per la straordinaria esperienza vissuta con il Santo Padre insieme ai nostri operatori e alle famiglie. Questo momento ha avuto per noi un grande significato perché ci ha permesso, ancora una volta, di ricordare i sentimenti che animano la nostra missione", ha detto Nicola Antonacci, presidente di Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald. Per l'occasione la delegazione ha offerto al pontefice un dono speciale: la chiave originale della stanza 20 di casa Ronald Palidoro, struttura che si trova sul mare a Fiumicino e dal 2008 ha ospitato oltre 900 famiglie, ma soprattutto dove - nella camera specifica - soggiornò Papa Giovanni Paolo II. Un dono simbolico, in quanto la chiave rappresenta l'apertura della propria porta al prossimo, a chi è fragile, a chi viene da lontano, a coloro che soffrono. "Donare la chiave della stanza 20 non è solo un rimando alle gesta di Papa Giovanni Paolo II ma anche un simbolo di apertura verso il prossimo, di accoglienza, cura e attenzione verso chi – famiglie e bambini – ha bisogno di ascolto e conforto". Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald, da oltre vent’anni al fianco delle realtà ospedaliere pediatriche d’eccellenza in Italia e nel mondo, si impegna affinché bambini e adolescenti gravemente malati e in condizioni di disagio possano affrontare nel migliore dei modi il periodo di terapia, e affinché le relative famiglie possano essere supportate e coinvolte attivamente nella cura e nell’assistenza dei propri piccoli. "Il tracciato dell’operato di Assifero riconduce sempre a quanto auspicato e invocato dal Santo Padre: mettere al centro di ognuna delle proprie azioni la dignità umana; ripercorrere, con responsabilità, processi partecipativi che attivino la coscienza umana, e insieme la coscienza politica di coloro che possono cambiare il corso delle cose; donare speranza, verso una società giusta ed inclusiva", afferma Stefania Mancini, Presidente di Assifero. "Ogni fondazione ed ente filantropico è diverso per origine e missione ma all’interno dell’associazione camminiamo tutti insieme, condividendo i valori di Giustizia e Pace, in un percorso basato sull’ascolto dei territori e delle comunità".
la sala dove si è svolta l'udienza privata tra Papa Francesco e la delegazione di Assifero
"Voi raggruppate numerose fondazioni private che, in Italia e all’estero, si adoperano in svariati ambiti, per la promozione della persona e per lo sviluppo di modelli sociali ed economici sani e solidali, mettendo in sinergia competenze e risorse diverse. [...] Siete di provenienze, estrazioni e confessioni cristiane diverse, portate con voi il patrimonio di sfere di attività, competenze e modalità operative di vario tipo, rivolgete la vostra attenzione e il vostro aiuto a realtà e contesti di ogni genere. La vostra è una carità 'a tutto campo', che richiede apertura mentale e capacità di coordinamento; per usare un’immagine paolina, come membra di un corpo (cfr 1 Cor 12,1-13). Per questo vorrei raccomandarvi di curare particolarmente, nei vostri programmi, tre valori importanti che, del resto, avete già ben presenti: primo, la promozione del bene integrale della persona, secondo, l’ascolto delle comunità locali, terzo, la vicinanza agli ultimi. Sulla vicinanza non dimenticatevi che è una delle qualità di Dio: vicinanza, compassione e tenerezza. Dio è così: vicino, compassionevole e tenero. Sono i tre 'atteggiamenti' per dire così, di Dio. Questa vicinanza ti porta alla compassione e alla tenerezza" ha affermato il Santo Padre nel suo saluto rivolto ai presenti.
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