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Home » Attualità » Papa Francesco per la prima volta nominerà due donne al Dicastero dei Vescovi

Papa Francesco per la prima volta nominerà due donne al Dicastero dei Vescovi

Il Santo Padre: "Io sono aperto a che si dia l’occasione". E per il futuro vede possibile la designazione di laici alla guida di alcuni dicasteri

Barbara Berti
6 Luglio 2022
Papa Francesco continua la "rivoluzione gentile" all'interno della Chiesa

Papa Francesco continua la "rivoluzione gentile" all'interno della Chiesa

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Papa Francesco sta per nominare due donne al Dicastero per i vescovi che saranno coinvolte nel processo per eleggere i nuovi pastori diocesani. E’ quanto annuncia lo stesso Bergoglio durante un’intervista all’agenzia Reuters nella quale, al vaticanista Philip Pulella, il Santo Padre ha trattato numerosi argomenti. In particolare ha smentito la sua intenzione di dimettersi, ma senza escluderla come possibilità futura, e ha negato di essere malato di tumore.

Il Pontefice ha risposto senza esitazione a una domanda sulla presenza femminile in Vaticano, su quanto stabilito dalla nuova costituzione apostolica Praedicate Evangelium che riforma la Curia e su quali dicasteri potranno in futuro essere affidati a un laico o a una laica. “Io sono aperto a che si dia l’occasione. Adesso il Governatorato ha una vice governatrice… Adesso, nella Congregazione dei Vescovi, nella commissione per eleggere i vescovi, andranno due donne per la prima volta. Un po’ si apre in questo modo” sono le parole del Papa che però non specifica quando la decisione sarà resa ufficiale né quando le due donne saranno nominate.

In realtà non esiste una “commissione” per nominare i vescovi. Ma certo il ministero vaticano prepara le istruttorie da sottoporre al Papa, cui spettano le nomine, come si legge nell’articolo 105 della Praedicate Evangelium, la Costituzione approvata quest’anno che ha riformato la Curia romana. Sua Santità ha, quindi, aggiunto che per il futuro vede possibile la designazione di laici alla guida di dicasteri quali “quello per i laici, la famiglia e la vita, quello per la cultura e l’educazione, o alla Biblioteca, che è quasi un dicastero”.

Papa Francesco in papamobile saluta i fedeli in piazza San Pietro
Papa Francesco in papamobile saluta i fedeli in piazza San Pietro

La questione femminile, l’esclusione millenaria delle donne dalle responsabilità ecclesiali di vertice, si fa sempre più urgente. E, seppur con i tempi della Chiesa, sotto il pontificato di Bergoglio le cose stanno cambiando. Papa Francesco, l’anno scorso, per la prima volta ha nominato una donna alla posizione numero due del Governatorato della Città del Vaticano, suor Raffaella Petrini (come segretario generale). Inoltre, Francesco ha voluto suor Nathalie Becquart, religiosa francese delle Suore Missionarie Xaviere, come sottosegretaria del Sinodo dei vescovi: è la prima rappresentante femminile nella storia dell’istituzione a poter votare e per il momento anche l’unica. Il Papa, infine, ha scelto suor Alessandra Smerilli delle Figlie di Maria Ausiliatrice come numero due del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale (uno dei Dicasteri vaticani più grandi).

Tra le donne laiche che già ricoprono incarichi di alto livello in Vaticano ci sono, inoltre, Francesca Di Giovanni, sottosegretaria per il Settore multilaterale della Sezione per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato; Barbara Jatta, la prima direttrice donna dei Musei vaticani; Nataša Govekar, direttrice della Direzione teologico-pastorale del Dicastero per la comunicazione; Cristiane Murray, vicedirettrice della Sala Stampa della Santa Sede. Le ultime due sono state nominate dall’attuale Pontefice.

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  • “Ho preso una pausa dai social media per la mia salute mentale, perché trovo che Instagram e Twitter siano eccessivamente stressanti e opprimenti”.

Addio social, anzi arrivederci. Tom Holland ha dichiarato di volersi allontanare dalle piattaforme per un po’ di tempo per concentrarsi sulla sua salute mentale. La star di Spider-Man, che nelle ultime settimane è stata assente dagli schermi digitali, ha fatto un fugace ritorno su Instagram domenica per annunciare di aver cancellato gli account Instagram e Twitter dai suoi dispositivi.

“Mi lascio prendere e entro in una sorta di spirale quando leggo cose su di me online e alla fine è molto dannoso per il mio stato mentale. Così ho deciso di fare un passo indietro. Chiedere e cercare aiuto non è qualcosa di cui dovremmo vergognarci. Vi amo tutti e ci sentiamo presto”.

Non è il primo a lanciare l’allarme sull’impatto che i social hanno sulla vita personale, la disintossicazione digitale sembra essere una necessità generazionale di cui in tanto hanno bisogno per evadere dal flusso di ansia da iperconnessione.

E a te è mai capitato di sentire il bisogno di una social detox? Raccontaci la tua esperienza ✍️

#lucenews #lucelanazione #tomholland #socialdetox #mentalhealth #tomhollandspiderman
  • La lotta per i diritti delle donne in Occidente è passata per anni di battaglie di emancipazione, in cui le conquiste sono state tante e fondamentali: il diritto al voto, allo studio, all’aborto, al divorzio, all’uso di anticoncezionali. Battaglie che non sono ancora finite e che tenacemente proseguono per arrivare a colmare il gender gap. Esiste però un posto nel mondo dove queste libertà non sono mai arrivate, dove le varie tappe di queste fondamentali conquiste al femminile non hanno mai varcato le porte della comunità, delle case, delle famiglie. Dove le donne vivono come nel Settecento. È il caso delle numerose comunità di Amish presenti in vari Stati d’America, ancorate a usi e costumi della società preindustriale.

Nelle comunità di Amish tutti si vestono come nel Settecento, uomini, donne e bambini. Ma all’interno di questa comunità religiosa fondamentalista isolata dal mondo, tenacemente ancorata a tradizioni che nulla hanno a che vedere con la modernità, a pagare il prezzo più alto è appunto la popolazione femminile, sottoposta a regole rigide e inflessibili. 

Per le donne è proibito tagliarsi i capelli, che devono invece portare raccolti sempre in cuffie che coprono il capo: possono toglierle solo in rarissimi momenti, per esempio in casa, quando fanno il bucato ma a patto non siano viste da nessuno. I vestiti, che devono essere lunghi fino alle caviglie, non devono prevedere bottoni: per evitare tentazioni e per rendere difficile spogliarsi, gli abiti femminili sono costituiti da un pezzo unico con tanto di maniche lunghe, anche in estate: le maniche corte sono considerate osé, dunque “pericolose”.

Per le ragazze non c’è possibilità di trovarsi un impiego o avere un’indipendenza economica: sono destinate a essere casalinghe. Poco più che bambine vengono educate al loro ruolo che non deve varcare i confini delle quattro mura di casa, dove sono chiamate a badare alla famiglia e occuparsi unicamente dei lavori domestici, pulire, cucinare, badare alla numerosa prole e ubbidire e servire il marito, su cui non hanno nessuna voce in capitolo. 

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  • L’esercito degli Stati Uniti pensando a una migliore vestibilità e a un maggior adattamento alla protezione fisica dei soldati, tra armi e giubbotti antiproiettili, ha pensato bene di mettere a punto un “reggiseno tattico” per le soldatesse.

Si chiama Army Tactical Brassiere, è ancora in fase di sviluppo presso il Devcom Solider Center, e come riferito dall’Army Times, ci stanno lavorando proprio in questi giorni a Natick, in Massachusetts. Se dovesse essere approvato dall’Army Uniform Board, cosa che, se tutto va bene, si prevede possa avvenire entro l’autunno, entrerà nella storia per essere il primo reggiseno dell’uniforme ufficiale.

Per sviluppare l’indumento intimo Devcom ha contattato centinaia di soldatesse impiegate in luoghi diversi e in diversi lavori, e questo per raccogliere informazioni esatte sulla “corretta vestibilità, funzione, supporto e prestazioni”. Dopo aver raccolto le loro interviste con varie preferenze, si è passato allo studio sulla funzionalità. Questo nuovo reggiseno va comunque considerato un capo tattico e non solo semplice un capo di abbigliamento sportivo, che dovrà essere pensato per integrare la perfetta vestibilità con l’uso di attrezzature militari e giubbotti antiproiettili.

#lucenews #lucelanazione #usarmy #armytacticalbrassiere #usa
  • 🐾 Risolvere il problema del sovraffollamento dei canili e dei gattili incentivando l’adozione, permettendo a cani e gatti randagi di avere una casa, una famiglia che si prenda cura di loro, ricevendo per sempre coccole a volontà. È questa l’idea dal nome speciale, “Bonus Felicità“, che spiega bene l’anima del progetto, che punta a donare felicità agli animali adottati e a chi adotta un amico a quattro zampe. 

In un periodo in cui il numero degli animali abbandonati è ancora troppo elevato, l’amministrazione comunale di Castel Mella, in provincia di Brescia, ha pensato di adottare quest’iniziativa che spera possa essere presa a modello anche da altri Comuni. In questo paese del bresciano di 11mila abitanti si è deciso di sovvenzionare l’adozione degli animali ospiti delle strutture del territorio, fornendo un contributo ai cittadini che varia a seconda dell’età dell’animale.

Si parte da 100 euro se si decide di adottare un cucciolo fino all’anno di età; il contributo sale a 150 euro per chi adotta un animale da uno a sette anni; per chi invece sceglie di accogliere un cane o un gatto ‘anziano’, ossia con oltre sette anni d’età oppure presente in una struttura da almeno tre anni, il contributo sale a 200 euro. Le regole sono chiare: ogni nucleo familiare può presentare una sola domanda per un solo animale. Ovviamente i richiedenti devono avere un ambiente idoneo per ospitare l’animale e  impegnarsi a prendersi cura di loro dedicandosi alle loro esigenze e al loro benessere. Il Comune ha inoltre specificato di riservarsi il diritto di controllare che gli animali adottati stiano bene, verificandone le condizioni e lo stato di salute anche attraverso le associazioni che operano sul territorio e avvalendosi del supporto della Guardia Nazionale Ambientale. Sono esclusi a priori, oltre agli allevamenti professionali, anche coloro che hanno riportato condanne penali in materia di maltrattamento degli animali.

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Papa Francesco sta per nominare due donne al Dicastero per i vescovi che saranno coinvolte nel processo per eleggere i nuovi pastori diocesani. E' quanto annuncia lo stesso Bergoglio durante un'intervista all'agenzia Reuters nella quale, al vaticanista Philip Pulella, il Santo Padre ha trattato numerosi argomenti. In particolare ha smentito la sua intenzione di dimettersi, ma senza escluderla come possibilità futura, e ha negato di essere malato di tumore. Il Pontefice ha risposto senza esitazione a una domanda sulla presenza femminile in Vaticano, su quanto stabilito dalla nuova costituzione apostolica Praedicate Evangelium che riforma la Curia e su quali dicasteri potranno in futuro essere affidati a un laico o a una laica. "Io sono aperto a che si dia l’occasione. Adesso il Governatorato ha una vice governatrice... Adesso, nella Congregazione dei Vescovi, nella commissione per eleggere i vescovi, andranno due donne per la prima volta. Un po’ si apre in questo modo" sono le parole del Papa che però non specifica quando la decisione sarà resa ufficiale né quando le due donne saranno nominate. In realtà non esiste una "commissione" per nominare i vescovi. Ma certo il ministero vaticano prepara le istruttorie da sottoporre al Papa, cui spettano le nomine, come si legge nell’articolo 105 della Praedicate Evangelium, la Costituzione approvata quest’anno che ha riformato la Curia romana. Sua Santità ha, quindi, aggiunto che per il futuro vede possibile la designazione di laici alla guida di dicasteri quali "quello per i laici, la famiglia e la vita, quello per la cultura e l’educazione, o alla Biblioteca, che è quasi un dicastero".
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