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Home » Attualità » “Pari e Dispari”: un dialogo su donne lavoratrici e congedi parentali: “Serve un passo in più”

“Pari e Dispari”: un dialogo su donne lavoratrici e congedi parentali: “Serve un passo in più”

Il 22 novembre a Pistoia il secondo appuntamento. Ospiti l'imprenditore Simone Terreni e la demografa Alessandra Minello

Linda Meoni
21 Novembre 2022
Festival "Pari e Dispari" (Acerboni/FotoCastellani)

Festival "Pari e Dispari" (Acerboni/FotoCastellani)

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Storie di donne lavoratrici che ce l’hanno fatta. E non perché un meccanismo di ripartizione di quote imponesse il loro ingresso in azienda. Semplicemente perché il loro bagaglio di competenze le ha premiate. Banalità? Non proprio a guardare gli ‘algoritmi’ che regolano il funzionamento del mondo del lavoro e neppure a guardare ciò che oggi, come si dice in gergo, ‘fa notizia’.

Federica Granai ha 27 anni. Ha superato brillantemente un periodo di prova e diversi test per entrare in azienda. Si presenta alla vigilia della firma del contratto di assunzione per far parte finalmente della squadra della VoipVoice, Montelupo Fiorentino, con una felicità che diventa però tormento: Federica infatti sta sì per cogliere una grossa opportunità lavorativa, ma ha da poco scoperto di essere incinta. Sceglie la strada della sincerità e riferisce al titolare della sua gravidanza. Sorpresa: il titolare in questione, Simone Terreni, non solo le porge i suoi migliori auguri, ma le conferma, grato, l’assunzione. Una storia questa che dal febbraio scorso continua ad esse raccontata come virtuosa ed eccezionale e che tornerà ad essere spunto di discussione nel secondo appuntamento del festival “Pari e dispari“ atteso alla libreria Lo Spazio di Pistoia (via Curtatone e Montanara 20-22) martedì 22 novembre in un dialogo tra l’imprenditore fiorentino e la demografa Alessandra Minello, introduzione dell’avvocata Chiara Mazzeo, consigliera provinciale di parità nonché ideatrice del festival e moderato dalla giornalista e responsabile di Luce! Letizia Cini.

La demografa Alessandra Minello

“Se l’imprenditore non assume donne perché poi non sa come fare a sostituirle per un periodo di nove mesi, allora quello è un cattivo imprenditore – chiosa Terreni -. Ma voglio dire che da noi l’attenzione è alta anche per i padri. Se c’è bisogno, anche loro stanno a casa a preoccuparsi dei figli. Senza una squadra che ti sostiene non si va avanti. A un figlio serve un villaggio, diceva un proverbio africano, oltre che un padre e una madre. Senza contare che il dipendente che sa di potersi fidare dell’azienda difficilmente lascerà quel posto di lavoro. E diventerà anche più produttivo”. Terreni sull’argomento è un fiume in piena e comprende l’importanza di proporre soluzioni a una questione non più tollerabile: “Se la legge non basta a superare questo enorme ostacolo, occorre un passo in più. Un’idea? Mettere a punto una sorta di manifesto, un codice etico o un patto che individui quelle aziende che non pongono paletti di genere nelle selezioni”.

La politica può e deve far qualcosa in più, in particolare, sostiene la Minello, in tema di congedi parentali: “Maternità a cinque mesi e paternità a dieci giorni, situazioni tutt’altro che paritarie. Spagna e Finlandia stanno andando verso un concetto di genitorialità condivisa. E questo è un segnale importante”. Ma, chiediamo alla demografa, quanto può essere decisiva nel cambiamento l’istituzione di un Ministero per la natalità e le pari opportunità? “Serve l’esaudirsi di diverse condizioni. Potrebbe essere efficace se venisse affrontata la questione indirizzandosi proprio verso quella genitorialità condivisa e se venissero valutati tutti gli elementi che contribuiscono a un calo della natalità che non sono soltanto elementi economici per quanto fondamentali. Occorre agire in maniera più ampia con politiche che vadano verso il riequilibrio dei ruoli di cura, verso i congedi parentali paritari, verso un innalzamento della quota retribuita nei congedi, verso una stabilizzazione di misure a sostegno dei servizi 0-3 o assegni unici, mettendo in moto delle politiche che siano estese anche alle parti di popolazioni più fragili e che vadano anche all’ampliamento di alcuni diritti, vedi diritti di adozione”.

L’imprenditore Simone Terreni

Su questa declinazione del tema della parità di genere insiste da tempo la stessa consigliera Mazzeo, che nell’incontro di martedì vede l’esprimersi di numerosi concetti e contraddizioni utili a sfondare un muro di tabù. “Se la questione occupazionale femminile in Toscana non è così drammatica, altrettanto non si può dire del gap retributivo uomo-donna – dice l’avvocata -. Altro tema da affrontare è il crollo della natalità. Occorre investire in servizi di assistenza e cura. Il sistema di tutele della maternità risale al 1971: non sarebbe il caso di rivederlo? Misure quali il congedo di paternità a quota 10 giorni o il voucher baby sitter non sono altro che palliativi incapaci di risolvere il problema alla base”.

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  • Sono tre, per il momento, gli istituti superiori che si sono candidati ad accogliere Nina Rosa Sorrentino, la studentessa disabile di 19 anni che non può sostenere la maturità al liceo Sabin di Bologna (indirizzo Scienze umane) e che i genitori hanno per questo motivo ritirato da scuola.

La storia è nota: la studentessa ha cominciato il suo percorso di studi nel liceo di via Matteotti seguendo il programma differenziato. Già al terzo anno i genitori avevano chiesto di passare al programma degli obiettivi minimi che si può concludere con l’Esame di Stato, mentre quello differenziato ha solo la "certificazione delle competenze".

Il Consiglio di classe aveva respinto la richiesta della famiglia, anche perché passare agli obiettivi minimi avrebbe implicato esami integrativi. Da qui la decisione della famiglia, avvenuta giusto una settimana fa, di ritirare Nina da scuola – esattamente un giorno prima che i giorni di frequenza potessero essere tali da farle comunque ottenere la "certificazione delle competenze" – in modo tale che possa provare a sostenere la Maturità in un altro istituto del capoluogo emiliano.

Sulla storia di Nina, ieri, è tornata anche la ministra per la Disabilità, Alessandra Locatelli, che alla Camera ha risposto, durante il question time, a una domanda sulle iniziative volte a garantire l’inclusione sociale e lavorativa delle persone con sindrome di Down presentata dal capogruppo di FdI, Tommaso Foti.

"C’è ancora un po’ di strada da fare se una ragazza con la sindrome di Down non viene ammessa all’esame di maturità – ha detto la ministra –. Se non si è stati in grado di usare tutte le strategie possibili e l’accomodamento ragionevole, come previsto dalla Convenzione Onu per i diritti delle persone disabili che in Italia è legge; se non si è stati in grado di valorizzare i punti di forza dei ragazzi che non chiedono di essere promossi automaticamente ma di avere un’occasione e un’opportunità."

#lucenews #lucelanazione #ninasorentino #disabilityinclusion #bologna
  • “Ho fatto la storia”. Con queste parole Alex Roca Campillo ha postato sul suo account Twitter il video degli ultimi, emozionanti, metri della maratona di Barcellona.

Ed effettivamente un record Alex l’ha scritto: è la prima persona al mondo con una disabilità al 76 per cento a riuscire a percorrere la distanza di 42 km e 195 metri.
Alex ha concluso la sua gara in 5 ore 50 minuti e 51 secondi, ma il cronometro in questa situazione è passato decisamente in secondo piano. “tutto questo è stato possibile grazie alle mia squadra. Grazie a tutti quelli che dal bordo della strada mi hanno spinto fino al traguardo. Non ho parole”.

#lucenews #alexrocacampillo #maratonadibarcellona #barcellona
  • In Uganda dirsi gay potrà costare l’ergastolo. Il Parlamento dell’Uganda ha appena approvato una legge che propone nuove e severe sanzioni per le relazioni tra persone dello stesso sesso. Al termine di una sessione molto movimentata e caotica, la speaker del Parlamento Annet Anita Among, dopo il voto finale ha detto: “È stata approvata a tempo record”. La legge, che passa ora nelle mani del presidente Yoweri Museveni, che potrà scegliere se porre il veto o firmarla, propone nuove e molto dure sanzioni per le relazioni omosessuali in un Paese in cui l’omosessualità è già illegale.

La versione finale non è ancora stata pubblicata ufficialmente, ma gli elementi discussi in Parlamento includono che una persona condannata per adescamento o traffico di bambini allo scopo di coinvolgerli in attività omosessuali, rischia l’ergastolo; individui o istituzioni che sostengono o finanziano attività o organizzazioni per i diritti Lgbt, oppure pubblicano, trasmettono e distribuiscono materiale mediatico e testuale a favore degli omosessuali, rischiano di essere perseguiti e incarcerati. 

“Questa proposta di legge – ha detto Asuman Basalirwa, membro del Parlamento che l’ha presentata – è stata concepita per proteggere la nostra cultura, i valori legali, religiosi e familiari tradizionali degli ugandesi e gli atti che possono promuovere la promiscuità sessuale in questo Paese”. Il parlamentare ha poi aggiunto: “Mira anche a proteggere i nostri bambini e giovani che sono resi vulnerabili agli abusi sessuali attraverso l’omosessualità e gli atti correlati”.

Secondo la legge amici, familiari e membri della comunità avrebbero il dovere di denunciare alle autorità le persone omosessuali. Nello stesso disegno di legge, tra l’altro, si introduce la pena di morte per chi abusa dei bambini o delle persone vulnerabili. 

#lucenews #lucelanazione #uganda #lgbtrights
  • Un’altra pagina di storia del calcio femminile è stata scritta. Non tanto per il risultato della partita ma per il record di spettatori presenti. All’Olimpico di Roma andava in scena il match di andata dei quarti di finale di Champions League tra Roma e Barcellona quando si è stabilito un nuovo record: sono state 39.454 infatti le persone che hanno incoraggiato le ragazze fin dal primo minuto superando il precedente di 39.027 stabilito in Juventus-Fiorentina del 24 marzo 2019.

Era l’andata dei quarti di finale che la Roma ha raggiunto alla sua prima partecipazione alla Champions League, ottenuta grazie al secondo posto nell’ultimo campionato. Il Barcellona, campione di Spagna e d’Europa due anni fa, era favorito e in campo lo ha dimostrato, soprattutto nel primo tempo, riuscendo a vincere 1-0. La squadra di casa è stata tenuta a galla dalle parate di Ceasar, migliore in campo, ma ha provato a impensierire la corazzata spagnola nella ripresa dove più a volte ha sfiorato la rete con le conclusioni di Haavi, Giacinti e Giugliano, il primo “numero 10” a giocare all’Olimpico per la Roma dopo il ritiro di Francesco Totti.

✍ Edoardo Martini

#lucenews #lucelanazione #calciofemminile #championsleague
Storie di donne lavoratrici che ce l’hanno fatta. E non perché un meccanismo di ripartizione di quote imponesse il loro ingresso in azienda. Semplicemente perché il loro bagaglio di competenze le ha premiate. Banalità? Non proprio a guardare gli ‘algoritmi’ che regolano il funzionamento del mondo del lavoro e neppure a guardare ciò che oggi, come si dice in gergo, ‘fa notizia’. Federica Granai ha 27 anni. Ha superato brillantemente un periodo di prova e diversi test per entrare in azienda. Si presenta alla vigilia della firma del contratto di assunzione per far parte finalmente della squadra della VoipVoice, Montelupo Fiorentino, con una felicità che diventa però tormento: Federica infatti sta sì per cogliere una grossa opportunità lavorativa, ma ha da poco scoperto di essere incinta. Sceglie la strada della sincerità e riferisce al titolare della sua gravidanza. Sorpresa: il titolare in questione, Simone Terreni, non solo le porge i suoi migliori auguri, ma le conferma, grato, l’assunzione. Una storia questa che dal febbraio scorso continua ad esse raccontata come virtuosa ed eccezionale e che tornerà ad essere spunto di discussione nel secondo appuntamento del festival "Pari e dispari" atteso alla libreria Lo Spazio di Pistoia (via Curtatone e Montanara 20-22) martedì 22 novembre in un dialogo tra l’imprenditore fiorentino e la demografa Alessandra Minello, introduzione dell’avvocata Chiara Mazzeo, consigliera provinciale di parità nonché ideatrice del festival e moderato dalla giornalista e responsabile di Luce! Letizia Cini.
La demografa Alessandra Minello
"Se l’imprenditore non assume donne perché poi non sa come fare a sostituirle per un periodo di nove mesi, allora quello è un cattivo imprenditore – chiosa Terreni -. Ma voglio dire che da noi l’attenzione è alta anche per i padri. Se c’è bisogno, anche loro stanno a casa a preoccuparsi dei figli. Senza una squadra che ti sostiene non si va avanti. A un figlio serve un villaggio, diceva un proverbio africano, oltre che un padre e una madre. Senza contare che il dipendente che sa di potersi fidare dell’azienda difficilmente lascerà quel posto di lavoro. E diventerà anche più produttivo". Terreni sull’argomento è un fiume in piena e comprende l’importanza di proporre soluzioni a una questione non più tollerabile: "Se la legge non basta a superare questo enorme ostacolo, occorre un passo in più. Un’idea? Mettere a punto una sorta di manifesto, un codice etico o un patto che individui quelle aziende che non pongono paletti di genere nelle selezioni". La politica può e deve far qualcosa in più, in particolare, sostiene la Minello, in tema di congedi parentali: "Maternità a cinque mesi e paternità a dieci giorni, situazioni tutt’altro che paritarie. Spagna e Finlandia stanno andando verso un concetto di genitorialità condivisa. E questo è un segnale importante". Ma, chiediamo alla demografa, quanto può essere decisiva nel cambiamento l’istituzione di un Ministero per la natalità e le pari opportunità? "Serve l’esaudirsi di diverse condizioni. Potrebbe essere efficace se venisse affrontata la questione indirizzandosi proprio verso quella genitorialità condivisa e se venissero valutati tutti gli elementi che contribuiscono a un calo della natalità che non sono soltanto elementi economici per quanto fondamentali. Occorre agire in maniera più ampia con politiche che vadano verso il riequilibrio dei ruoli di cura, verso i congedi parentali paritari, verso un innalzamento della quota retribuita nei congedi, verso una stabilizzazione di misure a sostegno dei servizi 0-3 o assegni unici, mettendo in moto delle politiche che siano estese anche alle parti di popolazioni più fragili e che vadano anche all’ampliamento di alcuni diritti, vedi diritti di adozione".
L'imprenditore Simone Terreni
Su questa declinazione del tema della parità di genere insiste da tempo la stessa consigliera Mazzeo, che nell’incontro di martedì vede l’esprimersi di numerosi concetti e contraddizioni utili a sfondare un muro di tabù. "Se la questione occupazionale femminile in Toscana non è così drammatica, altrettanto non si può dire del gap retributivo uomo-donna – dice l’avvocata -. Altro tema da affrontare è il crollo della natalità. Occorre investire in servizi di assistenza e cura. Il sistema di tutele della maternità risale al 1971: non sarebbe il caso di rivederlo? Misure quali il congedo di paternità a quota 10 giorni o il voucher baby sitter non sono altro che palliativi incapaci di risolvere il problema alla base".
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