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Home » Attualità » Avis Toscana, oltre il 50% dei dirigenti è donna under 35

Avis Toscana, oltre il 50% dei dirigenti è donna under 35

Dal Forum delle Donne 2023 emergono dati importanti in termini di parità di genere nell'associazione

Maurizio Costanzo
13 Marzo 2023
Avis toscana parità di genere

David Bussagli, Simona Carli, Veronica Bernardini e Claudia Firenze

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Una buona notizia, e un esempio virtuoso in tema di parità di genere, arriva dall’Avis Toscana: qui il soffitto di cristallo è caduto. Oltre la metà dei dirigenti è donna: il 55,2% di chi ha un ruolo di rilievo nell’associazione è una donna ed è giovane, tra 18 e i 35 anni. È uno dei dati emersi durante il Forum Donne 2023, che si è svolto al Teatro Politeama a Poggibonsi, in provincia di Siena.

I dati di Avis Toscana

Claudia Firenze, presidente di Avis Toscana

I dati parlano chiaro: nell’ultima indagine condotta all’interno dell’associazione, è stato rilevato che la presenza femminile per le cariche sociali è maggiore di quella maschile nella fascia di età 26-35 anni, grazie al 58% di dirigenti associativi. Ma il range di età in cui le donne si dedicano maggiormente all’attività di volontariato è quella tra i 36 anni e i 65 (65%). Sono in crescita anche le donne nel ruolo di presidente (+33%), passate da 36 a 48.

Conciliare vita privata, lavoro e volontariato ancora difficile

“In Avis – dichiara la numero uno toscana, Claudia Firenze – ci sono molte donne, che dimostrano ogni giorno una spiccata capacità di risoluzione dei problemi, una qualità di genere che rende l’universo femminile più performante di quello maschile, cioè l’esatto contrario di una certa vulgata dura a morire. Bisogna però riflettere sul valore dell’equilibrio dei tempi di vita, lavoro e impegno nel volontariato: una conciliazione difficile per tutti, ma per le donne un po’ di più. La vera parità passa anche, se non soprattutto, da qui”. “Conciliare vita, lavoro e volontariato – conclude – per le donne è più difficile, eppure sulla risoluzione dei problemi siamo più avanti”.

Gli altri presidenti al Forum delle Donne

Dirigenti Avis Forum delle Donne

“Dobbiamo lavorare tutti – dice il presidente di Avis provinciale di Siena, Francesco Biagini – per permettere un avvicendarsi di donne e uomini nei ruoli dirigenziali come conseguenza naturale del merito della persona. In Avis questo succede e mi auguro succeda sempre di più. Ogni uomo conosce bene quelle piccole omissioni o prevaricazioni giornaliere che passano inosservate ma sono la base purtroppo di tutto quello che ne consegue. Possiamo e dobbiamo iniziare ad educare proprio da lì: un’educazione sentimentale per creare valore e pari opportunità nei futuri cittadini delle nostre comunità”. “La Valdelsa, territorio ricco di associazioni e di volontarie e volontari, si conferma sensibile ed interessata alle tematiche sociali che affrontiamo – aggiunge la presidente Avis comunale di Poggibonsi Veronica Bernardini -. Sono molto orgogliosa di aver potuto ospitare il Forum Donne a Poggibonsi e spero che le nostre testimonianze siano uno stimolo per tante Donne a ricoprire ruoli di rilievo anche a livello associativo”.

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  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

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  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
Una buona notizia, e un esempio virtuoso in tema di parità di genere, arriva dall'Avis Toscana: qui il soffitto di cristallo è caduto. Oltre la metà dei dirigenti è donna: il 55,2% di chi ha un ruolo di rilievo nell’associazione è una donna ed è giovane, tra 18 e i 35 anni. È uno dei dati emersi durante il Forum Donne 2023, che si è svolto al Teatro Politeama a Poggibonsi, in provincia di Siena.

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