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Home » Attualità » Mamma segreta, nuove procedure per partorire in anonimato

Mamma segreta, nuove procedure per partorire in anonimato

Dal 2012 a oggi in Toscana sono state 184 le donne (metà italiane) che hanno seguito questo percorso. Come cambia l'iter giuridico: addio all'oblio, ora il figlio naturale può chiedere chi sia sua madre

Lucia Lapi
17 Marzo 2023
Il progetto “Mamma segreta” è nato nel 1999

Il progetto “Mamma segreta” è nato nel 1999

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Mamma segreta, il progetto toscano per i parti in anonimato e il sostegno a madri e nascituri, compie 24 anni e si ripropone nel 2023 con alcune novità. La giunta regionale ha aggiornato infatti di recente le linee di indirizzo del percorso rivolto a tutte le donne che abbiano manifestato incertezza rispetto al riconoscimento del proprio bambino o la volontà di non procedere al riconoscimento.

Ci sarà una semplificazione nell’accesso: l’obiettivo è migliorare l’organizzazione e la qualità dei servizi sanitari territoriali ed ospedalieri, sociali e socio-sanitari integrati, con modalità condivise ed omogenee.

Adeguamento giuridico, cosa cambia: il diritto all’oblio

Ma c’è anche l’adeguamento a nuovi indirizzi giurisprudenziali: se infatti nell’ordinamento giuridico italiano fino ad oggi il diritto all’oblio assicurato alla donna che optava per il parto in anonimato prevaleva su ogni altra considerazione o richiesta del figlio ultra-venticinquenne, che desiderava avere accesso alle informazioni sulle proprie origini, adesso non è più così. Alla luce di recenti sentenze della Corte Costituzionale e Cassazione sezioni unite il figlio naturale non riconosciuto alla nascita può presentare istanza al Tribunale dei minorenni per ricercare informazioni sulle proprie origini e la madre biologica può essere convocata davanti al tribunale per essere informata della richiesta avanzata dal figlio e della sua facoltà di acconsentire che venga svelata o meno, a seguito dell’interpello, la propria identità. Una richiesta legata a volte alla necessità di acquisire anche un’anamnesi familiare, per un’opportuna profilassi o per indagini su malattie ereditarie ed accertamenti diagnostici.

Mamma segreta, nuove procedure per partorire in anonimato
“Mamma segreta”, nuove procedure per partorire in anonimato

Così la Regione Toscana si riorganizza e riorganizza Mamma segreta: con una mano tesa a tutte le donne da un lato, per la necessaria assistenza sociosanitaria per loro e i bambini e il sostegno alla donna che non riconosce il neonato anche nel suo percorso di reinserimento sociale laddove necessario, e dall’altro garantendo il diritto degli adottati a ricevere informazioni sulle proprie origini, tramite la redazione e la conservazione di una documentazione corretta e adeguata.

Procedure ospedaliere e protocolli per la conservazione di dati anamnestici non identificativi della madre e della famiglia biologica, che consentirebbero, già ai genitori adottivi, di programmare interventi di profilassi o accertamenti, saranno definiti attraverso gruppi di lavoro dedicati. Ai nuovi protocolli seguirà anche un corso di formazione del Formas, il laboratorio regionale per la formazione sanitaria. Nella definizione delle nuove procedure saranno coinvolti pure il Centro regionale di documentazione per l’infanzia e l’adolescenza dell’Istituto degli Innocenti di Firenze, che con la Regione ha firmato un’intesa nel 2022, e il Tribunale per i minorenni di Firenze e Genova, che ha collaborato alla condivisione delle nuove linee di indirizzo.

I parti in anonimato degli ultimi undici anni

Il progetto Mamma segreta è nato nel 1999, in collaborazione con l’Istituto degli Innocenti di Firenze, la Asl e il Comune di Prato. Dal 2012 al 2022, negli ultimi undici anni (ma i numeri sul 2022 sono provvisori), su quasi 289 mila parti in Toscana sono stati 184 quelli in anonimato: tra questi 98 di donne italiane e gli altri di madri di cui non è specificata la cittadinanza. I più numerosi sono stati nel 2013, quando furono 35; nel 2020 sono stati otto e dieci l’anno nel 2021 e 2022.

Una mano tesa a tutte

L’Italia è destinata a diventare sempre più vecchia. Se il crollo delle nascite non verrà arrestato, in meno di trent’anni il Paese perderà 5 milioni di abitanti
Dal 2012 a oggi in Toscana sono state 184 le donne (metà italiane) che hanno seguito il percorso “Mamma segreta”. Cambia l’iter giuridico: addio all’oblio, ora il figlio naturale può chiedere chi sia sua madre

La nascita di un bambino è un evento straordinario che incide profondamente nella vita concreta, emotiva e relazionale di una donna Non tutte le donne possono essere pronte però ad accogliere la propria maternità. Ciò può essere riconducibile a motivazioni diverse, che devono in ogni caso essere anzitutto ascoltate, comprese e riconosciute.
Mamma segreta è un progetto di carattere universale che tende una mano alle donne (e ai nascituri) per evitare decisioni drammatiche e spesso affrettate al momento del parto, come anche infanticidi o interruzioni di gravidanza realizzate con metodi illeciti.
“Lo scopo è sostenere, accompagnare e informare le donne, affinché le loro scelte sia libere e consapevolmente responsabili – ricorda il presidente della Toscana, Eugenio Giani – Partorire in anonimato in ospedale, anziché in situazioni poco protette, garantisce maggiori tutele medico-sanitarie e protezione per entrambi, madri e figli. In Toscana lo si può fare in tutti gli ospedali del territorio e nella nuova delibera si ribadisce, in modo ancora più esplicito, che il percorso è destinato a tutte le donne, indipendentemente dalla provenienza, la nazionalità, lo stato giuridico e la residenza”.
“Si tratta di un accesso universale che supera tutte le categorie – ribadisce l’assessore al diritto alla salute, Simone Bezzini – E’ stata inoltre conferita maggiore importanza ai servizi sociosanitari dei consultori, con compiti specifici sugli interventi di prevenzione per intercettare precocemente situazioni di grave difficoltà psicologica e sociale delle gestanti ed accompagnarle verso i percorsi di assistenza più appropriati. Abbiamo pensato anche ad una specifica azione di formazione per il personale”.
Per far conoscere percorso e progetto la Regione ha realizzato anche un opuscolo informativo e una locandina in sette lingue. Sul sito della Regione c’è una pagina dedicata, www.regione.toscana.it/mammasegreta, e pure un numero telefonico – 055.4383001 – accessibile da lunedì al venerdì dalle 9 alle 15.

Relazione più stretta con i servizi sanitari e sociali del territorio

“L’aggiornamento delle linee d’indirizzo – sottolinea l’assessora alle politiche sociali, Serena Spinelli – è un passaggio importante per definire in maniera più puntuale il percorso di Mamma Segreta e in particolare per rafforzare gli aspetti destinati a una presa in carico integrata e precoce delle donne, grazie a una relazione più stretta con i servizi sanitari e sociali del territorio”.

“Lo facciamo adesso – aggiunge l’assessora alle politiche sociali toscana – per dare nuovo impulso a un servizio così prezioso e inserendoci nel contesto più ampio di riorganizzazione dei servizi territoriali, che la Regione ha avviato sulla base di quanto previsto a livello nazionale dal Dm 77 e con i fondi del Pnrr.” “E’ importante – conclude – rafforzare il servizio nella sua capacità di attivarsi non solo nel momento del parto, ma anche in termini di prevenzione e di continuità assistenziale, per dare un maggiore supporto alle donne in difficoltà. Così come è da sottolineare la collaborazione tra i diversi settori regionali, con l’Istituto degli Innocenti e il Centro regionale di documentazione sull’infanzia e l’adolescenza, e l’apporto fornito dal Tribunale per i minorenni, in particolare per quanto riguarda il progetto legato al riconoscimento delle origini”.

La presentazione a Firenze

La presentaziome del percorso "Mamma Segreta" (a destra il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani)
La presentaziome del percorso “Mamma Segreta” (a destra il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani)

Alla conferenza stampa organizzata per spiegare le novità del progetto hanno partecipato anche Luciano Trovato e Silvia Chiarantini, rispettivamente già presidente e presidente facente funzioni del Tribunale dei minori, e Maria Grazia Giuffrida, presidente dell’Istituto degli innocenti di Firenze. Chiarantini e Trovato hanno sottolineato come “Mamma Segreta” sia un progetto non presente ovunque in Italia, ma solo in regioni virtuose, sottolineando l’importanza della presenza di assistenti sociali ad affiancare madre e nascituro fin dall’ospedale. Trovato ha poi aggiunto un auspicio ed una proposta, quello di poter regalare ai bambini di “Mamma segreta” la possibilità futura di cure genetiche, conservando alla nascita le staminali della mamma. Giuffrida ha espresso la delicità dell’istituto di partecipare a questo progetto fin dalla sua nascita, aggiungendo come le nuove linee di indirizzo potranno essere uno strumento di grande aiuto a disposizione degli operatori.

Dalla “ruota” degli Innocenti alla culla termica

In Toscana ci sono anche le culle per la vita, culle termiche in cui è possibile lasciare un neonato che pochi minuti dopo, grazie a un sistema di allarme automatico, viene recuperato e soccorso garantendo l'anonimato alla madre
In Toscana contro l’abbandono dei neonati  ci sono anche le culle per la vita, culle termiche in cui è possibile lasciare  i bambini che pochi minuti dopo, grazie a un sistema di allarme automatico, viene recuperato e soccorso garantendo l’anonimato alla madre

C’è da capire ora cosa cambierà anche sul fronte delle iniziative anti abbandono. In Toscana – sulla scia della “ruota” dell’Istituto degli Innocenti di Firenze –  ci sono infatti le culle per la vita, culle termiche in cui è possibile lasciare un neonato che pochi minuti dopo, grazie a un sistema di allarme automatico, viene recuperato e soccorso garantendo l’anonimato alla madre. Due di queste si trovano a Firenze, una in prossimità del padiglione maternità dell’ospedale di Careggi e un’altra in piazza San Remigio, presso la parrocchia. Altre due culle termiche in cui è possibile lasciare un piccolo si trovano a Massa, presso la fraternità della Misericordia, in viale Roma 35, e a Empoli, all’ingresso del centro servizi della Misericordia, in via Cavour 43/B.

Cos’è la “ruota” per i neonati abbandonati e dove si trova

La "ruota" dell'istituto degli Innocenti di Firenze
La “ruota” dell’istituto degli Innocenti di Firenze

Nel porticato orientale dell’Ospedale degli Innocenti, in Piazza Santissima Annunziata, a Firenze, si trova la “ruota” su cui in passato erano abbandonati i bambini indesiderati o che erano nati da famiglie troppo povere perché potessero allevarli, in modo che l’Ospedale potesse prenderne cura ed i genitori potessero rimanere anonimi. La ruota era un cilindro di legno, collegato ad una cordicella con campana, che avvertiva così dell’abbandono del piccolo evitandogli di rimanere troppo tempo all’aperto. La ruota si trovava alla sinistra dell’ingresso dell’Ospedale, oggi è stata rimossa, ma una targa qui collocata ricorda il suo prolungato servizio.

Fu infatti installata il 5 febbraio 1445, data in cui fu accolto il primo “innocente” (il cognome “Innocenti” deriverebbe dai nomi propiziatori dati ai trovatelli), una bambina a cui fu dato il nome di Agata, santa di quel giorno, e fu attiva fino al 1875. L’orfanotrofio degli Innocenti non era la destinazione finale dei trovatelli. Infatti, dopo essere stati lasciati sulla ruota, erano, successivamente esposti (ecco da qui anche la derivazione dei cognomi “Esposti” e simili) nella Loggia del Bigallo, in piazza del Duomo per essere adottati dai fiorentini oppure per essere ripresi dai genitori che si fossero ricreduti.

Oggi l’Ospedale degli Innocenti è anche sede del Centro di Studi Internazionale sui problemi dell’infanzia dell’Unicef. La ruota fu attiva fino al 30 giugno 1875, e tra le 22 e mezzanotte di quella sera furono depositati sulla “ferrata” (la ruota era chiamata anche così perché vi si accedeva da una grata di ferro, oppure detta anche “presepe”) due bimbi, una femmina ed un maschio a cui vennero dati i nomi, rispettivamente, di Laudata Chiusuri e, appunto, Ultimo Lasciati. Lo Spedale degli Innocenti fu fondato nella prima metà del Quattrocento quale ente laico sostenuto da donazioni private, in particolare delle ricco mercante pratese Francesco Datini. Ma un grande contributo economico fu dato anche dalla Corporazione della Seta e dalla Repubblica fiorentina che incaricarono Brunelleschi a realizzare architettonicamente l’ospizio per i trovatelli.

In circa 600 anni, dall’Istituto degli Innocenti passano circa 500.000 bambini, circa 500 neonati sono depositati sulla ruota ogni anno per secoli, ma dal Settecento in poi gli abbandoni aumentano, tanto che nel primo Ottocento si arriva a circa mille bambini abbandonati sulla ruota e duemila ricoveri nel 1850. I bambini accolti, dopo un certo periodo erano assegnati ad una balia e poi mandato in campagna, affidato ad una famiglia di contadini. Il 30 giugno 1875 la finestra ferrata fu chiusa, ma lo Spedale continuò il suo servizio, infatti, finì l’abbandono anonimo rimpiazzato da uno sportello di consegna, qui i neonati erano accettati solo se nati da madri nubili o se presentavano gravi situazioni familiari. Nel 2015 l’Istituto degli Innocenti, dopo un restauro di alcuni anni, sarà riaperto completamente al pubblico come spazio museale e sarà sede documentale (grazie anche al suo esteso archivio storico) per testimoniare nei secoli la condizione del fanciullo.

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  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

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  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
Mamma segreta, il progetto toscano per i parti in anonimato e il sostegno a madri e nascituri, compie 24 anni e si ripropone nel 2023 con alcune novità. La giunta regionale ha aggiornato infatti di recente le linee di indirizzo del percorso rivolto a tutte le donne che abbiano manifestato incertezza rispetto al riconoscimento del proprio bambino o la volontà di non procedere al riconoscimento. Ci sarà una semplificazione nell’accesso: l’obiettivo è migliorare l’organizzazione e la qualità dei servizi sanitari territoriali ed ospedalieri, sociali e socio-sanitari integrati, con modalità condivise ed omogenee.

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Così la Regione Toscana si riorganizza e riorganizza Mamma segreta: con una mano tesa a tutte le donne da un lato, per la necessaria assistenza sociosanitaria per loro e i bambini e il sostegno alla donna che non riconosce il neonato anche nel suo percorso di reinserimento sociale laddove necessario, e dall’altro garantendo il diritto degli adottati a ricevere informazioni sulle proprie origini, tramite la redazione e la conservazione di una documentazione corretta e adeguata. Procedure ospedaliere e protocolli per la conservazione di dati anamnestici non identificativi della madre e della famiglia biologica, che consentirebbero, già ai genitori adottivi, di programmare interventi di profilassi o accertamenti, saranno definiti attraverso gruppi di lavoro dedicati. Ai nuovi protocolli seguirà anche un corso di formazione del Formas, il laboratorio regionale per la formazione sanitaria. Nella definizione delle nuove procedure saranno coinvolti pure il Centro regionale di documentazione per l’infanzia e l’adolescenza dell’Istituto degli Innocenti di Firenze, che con la Regione ha firmato un’intesa nel 2022, e il Tribunale per i minorenni di Firenze e Genova, che ha collaborato alla condivisione delle nuove linee di indirizzo.

I parti in anonimato degli ultimi undici anni

Il progetto Mamma segreta è nato nel 1999, in collaborazione con l’Istituto degli Innocenti di Firenze, la Asl e il Comune di Prato. Dal 2012 al 2022, negli ultimi undici anni (ma i numeri sul 2022 sono provvisori), su quasi 289 mila parti in Toscana sono stati 184 quelli in anonimato: tra questi 98 di donne italiane e gli altri di madri di cui non è specificata la cittadinanza. I più numerosi sono stati nel 2013, quando furono 35; nel 2020 sono stati otto e dieci l’anno nel 2021 e 2022.

Una mano tesa a tutte

L’Italia è destinata a diventare sempre più vecchia. Se il crollo delle nascite non verrà arrestato, in meno di trent’anni il Paese perderà 5 milioni di abitanti
Dal 2012 a oggi in Toscana sono state 184 le donne (metà italiane) che hanno seguito il percorso "Mamma segreta". Cambia l'iter giuridico: addio all'oblio, ora il figlio naturale può chiedere chi sia sua madre
La nascita di un bambino è un evento straordinario che incide profondamente nella vita concreta, emotiva e relazionale di una donna Non tutte le donne possono essere pronte però ad accogliere la propria maternità. Ciò può essere riconducibile a motivazioni diverse, che devono in ogni caso essere anzitutto ascoltate, comprese e riconosciute. Mamma segreta è un progetto di carattere universale che tende una mano alle donne (e ai nascituri) per evitare decisioni drammatiche e spesso affrettate al momento del parto, come anche infanticidi o interruzioni di gravidanza realizzate con metodi illeciti. “Lo scopo è sostenere, accompagnare e informare le donne, affinché le loro scelte sia libere e consapevolmente responsabili – ricorda il presidente della Toscana, Eugenio Giani - Partorire in anonimato in ospedale, anziché in situazioni poco protette, garantisce maggiori tutele medico-sanitarie e protezione per entrambi, madri e figli. In Toscana lo si può fare in tutti gli ospedali del territorio e nella nuova delibera si ribadisce, in modo ancora più esplicito, che il percorso è destinato a tutte le donne, indipendentemente dalla provenienza, la nazionalità, lo stato giuridico e la residenza”. “Si tratta di un accesso universale che supera tutte le categorie – ribadisce l’assessore al diritto alla salute, Simone Bezzini - E’ stata inoltre conferita maggiore importanza ai servizi sociosanitari dei consultori, con compiti specifici sugli interventi di prevenzione per intercettare precocemente situazioni di grave difficoltà psicologica e sociale delle gestanti ed accompagnarle verso i percorsi di assistenza più appropriati. Abbiamo pensato anche ad una specifica azione di formazione per il personale”. Per far conoscere percorso e progetto la Regione ha realizzato anche un opuscolo informativo e una locandina in sette lingue. Sul sito della Regione c’è una pagina dedicata, www.regione.toscana.it/mammasegreta, e pure un numero telefonico - 055.4383001 - accessibile da lunedì al venerdì dalle 9 alle 15.

Relazione più stretta con i servizi sanitari e sociali del territorio

“L’aggiornamento delle linee d’indirizzo – sottolinea l’assessora alle politiche sociali, Serena Spinelli - è un passaggio importante per definire in maniera più puntuale il percorso di Mamma Segreta e in particolare per rafforzare gli aspetti destinati a una presa in carico integrata e precoce delle donne, grazie a una relazione più stretta con i servizi sanitari e sociali del territorio”. “Lo facciamo adesso – aggiunge l’assessora alle politiche sociali toscana - per dare nuovo impulso a un servizio così prezioso e inserendoci nel contesto più ampio di riorganizzazione dei servizi territoriali, che la Regione ha avviato sulla base di quanto previsto a livello nazionale dal Dm 77 e con i fondi del Pnrr.” “E’ importante – conclude - rafforzare il servizio nella sua capacità di attivarsi non solo nel momento del parto, ma anche in termini di prevenzione e di continuità assistenziale, per dare un maggiore supporto alle donne in difficoltà. Così come è da sottolineare la collaborazione tra i diversi settori regionali, con l’Istituto degli Innocenti e il Centro regionale di documentazione sull’infanzia e l’adolescenza, e l’apporto fornito dal Tribunale per i minorenni, in particolare per quanto riguarda il progetto legato al riconoscimento delle origini”.

La presentazione a Firenze

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La presentaziome del percorso "Mamma Segreta" (a destra il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani)
Alla conferenza stampa organizzata per spiegare le novità del progetto hanno partecipato anche Luciano Trovato e Silvia Chiarantini, rispettivamente già presidente e presidente facente funzioni del Tribunale dei minori, e Maria Grazia Giuffrida, presidente dell’Istituto degli innocenti di Firenze. Chiarantini e Trovato hanno sottolineato come “Mamma Segreta” sia un progetto non presente ovunque in Italia, ma solo in regioni virtuose, sottolineando l’importanza della presenza di assistenti sociali ad affiancare madre e nascituro fin dall’ospedale. Trovato ha poi aggiunto un auspicio ed una proposta, quello di poter regalare ai bambini di “Mamma segreta” la possibilità futura di cure genetiche, conservando alla nascita le staminali della mamma. Giuffrida ha espresso la delicità dell’istituto di partecipare a questo progetto fin dalla sua nascita, aggiungendo come le nuove linee di indirizzo potranno essere uno strumento di grande aiuto a disposizione degli operatori.

Dalla "ruota" degli Innocenti alla culla termica

In Toscana ci sono anche le culle per la vita, culle termiche in cui è possibile lasciare un neonato che pochi minuti dopo, grazie a un sistema di allarme automatico, viene recuperato e soccorso garantendo l'anonimato alla madre
In Toscana contro l'abbandono dei neonati  ci sono anche le culle per la vita, culle termiche in cui è possibile lasciare  i bambini che pochi minuti dopo, grazie a un sistema di allarme automatico, viene recuperato e soccorso garantendo l'anonimato alla madre
C'è da capire ora cosa cambierà anche sul fronte delle iniziative anti abbandono. In Toscana - sulla scia della "ruota" dell'Istituto degli Innocenti di Firenze -  ci sono infatti le culle per la vita, culle termiche in cui è possibile lasciare un neonato che pochi minuti dopo, grazie a un sistema di allarme automatico, viene recuperato e soccorso garantendo l'anonimato alla madre. Due di queste si trovano a Firenze, una in prossimità del padiglione maternità dell’ospedale di Careggi e un’altra in piazza San Remigio, presso la parrocchia. Altre due culle termiche in cui è possibile lasciare un piccolo si trovano a Massa, presso la fraternità della Misericordia, in viale Roma 35, e a Empoli, all’ingresso del centro servizi della Misericordia, in via Cavour 43/B.

Cos'è la "ruota" per i neonati abbandonati e dove si trova

La "ruota" dell'istituto degli Innocenti di Firenze
La "ruota" dell'istituto degli Innocenti di Firenze
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