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Peng Shuai è riapparsa e ha ribadito: "Mai detto di essere stata aggredita sessualmente"

di MARIANNA GRAZI -
8 febbraio 2022
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peng-shuai.

Sembra una partita di tennis, con la pallina che rimbalza da un campo all'altro senza mai essere quella che mette fine al match. Da una parte c'è Peng Shuai, la cinese 36enne che di questo sport se ne intende, essendo stata in passato la numero uno al mondo nel doppio. Scomparsa, poi riapparsa poi di nuovo uscita dai radar, riappare nelle scorse ore per ritrattare le precedenti dichiarazioni. E non dichiarazioni da poco, bensì un post sul social network cinese Weibo in cui, a novembre, aveva accusato l'ex vicepremier Zhang Gaoli di abusi sessuali nei suoi confronti per 10 anni, sotto gli occhi della moglie. Post oscurato e di lei nessuna traccia per settimane. Dall'altra parte del campo, in questa partita atipica, l'opinione pubblica internazionale, le associazioni sportive e molti atleti e atlete, che fin dall'inizio hanno preso le parti di Peng, attraverso appelli, boicottaggi (come la WTA che ha bloccato tutti i tornei in Cina come ritorsione), messaggi pubblici e anche maglie e striscioni durante i recenti Australian Open.

Peng Shuai, tennista cinese di 36 anni

L'intervista a L'Equipe

Tornata a mostrarsi in pubblico, l'ex tennista cinese ha rilasciato un'intervista all'Equipe da una stanza d'albergo a Pechino, scortata da Wang Kan, capo del Comitato olimpico cinese, e da una interprete indipendente. Ma anche in questa occasione, come quando, durante un torneo di tennis a Shangai aveva ritrattato completamente le sue precedenti dichiarazioni, dicendo di non aver “mai detto o scritto che qualcuno aveva abusato di lei sessualmente” e aggiungendo poi che il suo post iniziale era stato “frainteso”, Pens Shuai ha minimizzato quanto accaduto a novembre, tornando a ribadire al quotidiano francese: “Non ho mai detto di essere stata violentata”.

Accuse ritrattate

Mostrando gratitudine a quanti hanno espresso preoccupazione per il suo benessere negli ultimi tre mesi, pur non comprendendone le ragioni, la 36enne ha detto: "Prima di tutto vorrei ringraziare i giocatori ATP e WTA, tutti gli atleti e le personalità in gran numero che si sono preoccupate per me". Poi però ha aggiunto: "Ma non pensavo ci sarebbe stata una tale preoccupazione e vorrei sapere: perché tale preoccupazione?". E poi ha ribadito, ritrattado ancora una volta quanto scritto a novembre, di non aver mai subito violenza né accusato qualcuno di aver abusato di lei: “Mai parlato di aggressione sessuale e non sono mai sparita dalla circolazione. Semplicemente ho ricevuto moltissimi messaggi a cui non ho potuto rispondere – ribadisce la tennista –. Ma sono sempre rimasta in contatto con amici e familiari. E ho pure parlato con la Wta. Poi però il sistema informatico di comunicazione del loro sito è stato aggiornato a fine anno e in tanti abbiamo avuto difficoltà a connetterci. Ma sono rimasta in contatto con i colleghi. Quindi non so perché si è detto che ero sparita”.

Due tifosi durante una partita degli Australian Open, con delle t-shirt con la scritta "Where is Peng Shuai?"

Il post di Weibo cancellato

Tuttavia, e ci sono prove che lo dimostrano, il messaggio su Weibo a novembre era stato postato. E prima che venisse velocemente cancellato vi si leggeva, tra le altre cose: "Non riesco a descrivere quanto fossi disgustata, e quante volte mi sono chiesta se sono ancora un’umana? Mi sento un cadavere che cammina. Ogni giorno recitavo, quale persona è la vera me?”, e poi “Perché sei dovuto tornare da me, portarmi a casa tua per costringermi a fare sesso con te?". Durante l'intervista, durata circa un'ora, ai giornalisti de L'Equipe ha voluto spiegarne le 'vere' ragioni. “Il messaggio ha dato vita a un enorme malinteso. Voglio solo che non se ne deformi più il senso, e che non se ne parli più - ha dichiarato Peng Shuai -. Ho cancellato io il messaggio, perché ho voluto così. Sentimenti, sport e politica sono cose ben distinte. E i miei problemi sentimentali non vanno mescolati a sport e politica. Lo sport non può mescolarsi alla politica perché quando accade tradisce lo spirito olimpico, contro la volontà del mondo dello sport e degli sportivi. La mia vita è sempre la stessa. Sono una ragazza normale, a volte serena e contenta, altre triste o stressata e sotto pressione. Sono emozioni normali”.

Le reazioni internazionali

Peng Shuai ha smentito le accuse che aveva mosso a novembre conto un importante funzionario politico

Il presidente del Comitato olimpico Thomas Bach, insieme all'altra componente del Comitato Kirsty Coventry, ha incontrato Peng Shuai durante una cena all'Olympic Club di Pechino. Il Cio ha riferito in una nota che Peng ha condiviso con Bach e Coventry "la sua intenzione di viaggiare in Europa quando la pandemia di COVID-19 sarà finita. Tutti e tre hanno convenuto che qualsiasi ulteriore comunicazione sul contenuto della riunione sarebbe stata lasciata alla sua discrezione". Durante il colloquio col quotidiano francese, Shuai ha anche sottolineato di non aver capito l'impatto internazionale del suo post: “Non guardo molto le informazioni dall'estero, non leggo l'inglese. Ringrazio tutti ma non pensavo che ci sarebbe stata tanta preoccupazione, non capisco tanta inquietudine nei miei confronti”. Insomma la palla ora ripassa all'opinione pubblica, se vorrà approfondire ulteriormente una vicenda che appare però chiusa, viste le dichiarazioni della protagonista. Una vicenda che ha tanti punti oscuri che non verranno, forse, mai chiariti. Intanto anche la carriera della 36enne appare agli sgoccioli, per via degli infortuni e dei problemi al ginocchio. Game set match.