Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Attualità » Pillola dei cinque giorni dopo anche alle minorenni senza ricetta: non è un farmaco abortivo

Pillola dei cinque giorni dopo anche alle minorenni senza ricetta: non è un farmaco abortivo

Il Consiglio di Stato conferma la sentenza del Tar che permette alle giovani con meno di 18 anni di acquistare EllaOne in farmacia senza prescrizione medica. A stabilirlo era stata l'Aifa nel 2020 contro cui avevano fatto ricorso le associazioni pro vita

Marianna Grazi
22 Aprile 2022
pillola-cinque-giorni-dopo

Pillola cinque giorni dopo

Share on FacebookShare on Twitter

Le ragazze sotto i 18 anni possono continuare ad acquistare la pillola dei cinque giorni dopo senza ricetta. A stabilirlo è il Consiglio di Stato, che ha confermato la sentenza del Tar del Lazio di giugno 2021 e ha respinto i ricorsi di alcune associazioni “pro vita”. Una decisione che conferma anche le indicazioni dell’Agenzia italiana per il farmaco (Aifa), che fin dall’ottobre del 2020 si era espressa a favore della vendita del farmaco contraccettivo EllaOne senza prescrizione medica anche alle minorenni.

Un farmaco contraccettivo e non abortivo

EllaOne-pillola-cinque-giorni-dopo
EllaOne, o pillola dei cinque giorni dopo, è un farmaco “anticovulatorio”, ovvero che previene l’impianto dell’embrione

La motivazione data dai giudici è che la contraccezione d’emergenza “non va confusa con l’interruzione volontaria di gravidanza”. La pillola, infatti, “non è un farmaco abortivo” ma la si può considerare un “farmaco da banco” il cui meccanismo d’azione è “antiovulatorio“. La differenza fondamentale alla base, insomma, è tra medicinale abortivo e contraccettivo. EllaOne contiene ulipristal acetato, una sostanza che agisce prima dell’impianto dell’embrione e “Dagli studi scientifici che sono alla base della determina – scrivono i giudici – risulta che il farmaco ‘ElleOne’ non deve essere confuso con il regime farmacologico usato per l’interruzione volontaria della gravidanza”. In sostanza “Nessuna violazione della normativa sull’interruzione volontaria di gravidanza è quindi configurabile” perché “non viene in rilievo un atto medico somministrato ad un paziente” bensì la volontaria assunzione di un medicinale d’emergenza.

Un farmaco da banco senza prescrizione

Il Consiglio di Stato convalida così la decisione di Aifa di modificare il regime di fornitura della pillola, rendendola accessibile alle giovani ragazze senza necessità di ricetta, che ritiene “legittimo, non ponendosi l’eliminazione della prescrizione medica in contrasto da un lato con il diritto del minore ad una corretta informazione e dall’altra con il diritto dei genitori o di chi ne fa le veci a sostituirsi al minore”. I medicinali da banco sono infatti esclusi “dal novero dei trattamenti sanitari in senso stretto che coinvolgono tutta una serie di questioni specifiche – si legge ancora nella motivazione dei giudici – tra cui quella del consenso e più in generale della relazione tra medico e paziente”.

La pillola contraccettiva femminile è stata approvata negli anni ’60. Il Consiglio di Stato ha sottolineato la differenza tra EllaOne e i farmaci abortivi

Le proteste delle associazioni pro vita

Il nuovo regime stabilito per la pillola dei cinque giorni dopo (come, in precedenza, per quella del giorno successivo al rapporto sessuale Norlevo) dall’Agenzia italiana per il farmaco nel 2020 aveva scatenato le proteste delle associazioni pro vita, tra cuiMedici Cattolici Italiani, Family Day, Associazione Pro Vita e Famiglia, Movimento per la Vita Italiano. Queste contestavano la decisione di aprire anche alle under 18 la possibilità di acquistare il farmaco senza ricetta medica; tra le motivazioni portate avanti in tribunale c’era appunto quella riguardante una possibile violazione del diritto del minore ad una corretta informazione e del diritto di chi esercita la responsabilità genitoriale a sostituirsi ad esso. “Col venir meno della prescrizione viene venuto meno anche il consenso informato, nei confronti delle pazienti, con il pericolo di somministrare una pillola così importante (e con gravi effetti collaterali) come fosse una normale aspirina”, sostenevano le associazioni.

Per il Consiglio di Stato, invece, al pari degli altri farmaci da banco, per EllaOne è necessario solo decidere la volontaria assunzione perché facendo “diversamente, opinando ogni farmaco da banco richiederebbe l’attivazione del meccanismo di tutela del minore con la contestuale prestazione di consenso da parte dei genitori o di chi ne fa le veci”. Secondo i giudici dunque, il consenso dei genitori o di che ne fa le veci frustrerebbe la libertà sessuale della minore e per questo non può essere richiesto obbligatoriamente.

Potrebbe interessarti anche

Lifestyle

Paola Turci e Francesca Pascale: sabato a Montalcino, in Toscana, le due donne si uniranno civilmente

30 Giugno 2022
Alberto Matano ha sposato Riccardo Mannino a Labico: a officiare le nozze, l’amica Mara Venier
Spettacolo

Alberto Matano ha sposato Riccardo Mannino a Lobiaco: a officiare le nozze, l’amica Mara Venier

12 Giugno 2022
I tanti volti delle donne uccise in Italia
Seconda fila da sinistra: Daniela Cadeddu, Anna Borse, Flora Mattucci, Alessandra Frati, Vincenza Ribecco, Anastasia Bondarenko.

Terza fila da sinistra: Naima Zahir, Tiziana Gatti, Maria Gancedo Begona, Viviana Micheluzzi, Olga Aimar, Inirida Roa Sierra.

Quarta fila da sinistra: Antonia Volpe, Romina Vento, Maria Fabiola Colnaghi, Angela Avitabile, Viviana Farolfi, Sonia Solinas.

Quinta fila da sinistra: Eiko Sakamoto, Romina De Cesare, Scagni Alice, Stefania Pivetta, Lauretta Toffoli, Brunilda Halla.

Sesta fila da sinistrax: Antonella Castelvedere, Lorena Puppo, Nevila Pjetri, Carla Bertolotti, Lidia Miljkovic, Gabriela Serrano.
ANSA
Attualità

Femminicidi in Italia, ogni tre giorni una donna viene uccisa: 57 vittime nel 2022

26 Giugno 2022

Instagram

  • Un’onda multiforme, dalle mille voci diverse. 🌈

Il Pride Month, il mese dell’orgoglio Lgbtqia+ che tradizionalmente si celebra a giugno, porta ogni anno una vera e propria marea multicolore in tutto il mondo. 

Migliaia di persone che manifestano identità di genere, espressioni di genere o orientamenti sessuali diversi scendono in strada, nelle piazze, portando avanti le istanze della comunità, rivendicando tra cui, forse il più importante, quello di essere e amare chi si vuole. 
Tutti, tutte e tutt* riunit* convenzionalmente sotto un’unica bandiera, quella arcobaleno, simbolo di riconoscimento anche politico per le persone Lgbtqia+. 

Ma se anche la Pride Flag cambia colore, diventando sempre più inclusiva, ogni soggettività ha adottato col tempo dei simboli per potersi identificare e dimostrare unità, orgoglio e i propri valori, oltre che riconoscersi. 

Scorri la gallery per scoprire tutte (o quasi) le bandire del Pride ✨

E tu? In quale ti riconosci? 🏳️‍🌈

#lucenews #lucelanazione #pridemonth #lgbtqiaplus #prideflag #proudtobepride
  • La notizia del matrimonio, giovedì 30 giugno, ha destato scalpore, diventando immediatamente virale, rimbalzando sui siti web e sui social, fino ai quotidiani.

Paola Turci e Francesca Pascale si sposeranno domani, sabato 2 luglio, nella splendida cornice di Montalcino. Ma se i bagliori dello scoop non si sono ancora spenti, quello che si è acceso dopo che l’informazione è diventata di dominio pubblico è anche il fuoco dell’omofobia. Ancora e ancora.
E meno male che il mese del Pride, dell’orgoglio e delle rivendicazioni della comunità Lgbtq+ si è appena concluso (anche se manca ancora Milano tra gli eventi in calendario).

La cantautrice ha infatti ricevuto e denunciato insulti omofobi che le sono stati rivoluti dopo l’annuncio del matrimonio. Stanotte, nella sue storie di Instagram, l’artista ha pubblicato un messaggio ricevuto da un profilo di una guest house piemontese: “Lesbicona che schifo!!“, recita lo squallido post, che la cantante ha mostrato, commentando: “Ignoranza, omofobia, cattiveria e infelicità in una sola frase“.

Immediati i commenti di condanna per il gesto che hanno sommerso il profilo social da cui risulta partito l’insulto. L’indignazione generale non basta però a cancellare il fatto: due donne, anche famose, che scelgono l’amore non sono ancora tollerate. Assurdo? Certo.

È inammissibile che l’odio prevalga ancora sulla gioia, che una persona, un gruppo di individui, una comunità perfino non accettino che due donne celebrino la loro felicità. Cosa, queste nozze, toglierebbero loro?

Per fortuna sul web si moltiplicano invece i messaggi di felicitazioni per la coppia, che avrebbe voluto tenere riservata la notizia dell’unione civile, mantenendo sull’evento la stessa privacy con cui finora ha protetto la relazione, rivelata nell’estate del 2020 dal settimanale “Oggi" che pubblicò lo scatto di un bacio tra le due donne durante una vacanza in barca.

Perché l’amore, in effetti, andrebbe sempre celebrato e non insultato. Che sia quello tra un uomo e una donna, due donne, due uomini, due persone…
L’amore è amore, chiama felicità, non odio.

Di Marianna Grazi ✍

#lucenews #lucelanazione #paolaturci #pridemonth #matrimonio #unionecivile
  • È la storia di Carson Pickett che non è solo una favola sportiva, ma un esempio di forza volontà e voglia di superare limiti fisici e pregiudizi. ⚽️

Nell’amichevole contro la Colombia, la Nazionale femminile degli Stati Uniti ha dimostrato ancora una volta quanto è all’avanguardia e ha fatto esordire Carson Pickett, giocatrice nata senza una parte del braccio sinistro. 

"La sensazione di essere diverso e l’ansia di non adattarsi è qualcosa che ho passato. Spero di incoraggiare altri a non vergognarsi di quello che sono.”

Questa volta la Nazionale statunitense ha mostrato, ancora una volta, quanto sia avanti nell’inclusione sociale e nelle pari opportunità. I diritti umani e sociali sono sempre in primo piano nella testa delle ragazze e della Federazione, che non di rado si sono esposte su tematiche importanti come il razzismo, l’omofobia e più in generale su questioni spinose.

Dopo il raggiungimento dell’obiettivo della parità salariale con i colleghi uomini, lo sdoganamento dell’omosessualità e altro ancora, ora i riflettori si puntano verso la disabilità e come nonostante essa si possa diventare giocatrici professioniste.

Di Edoardo Martini ✍

#lucenews #lucelanazione #carsonpickett #football #colombie #womensoccer #uswomensoccer #inspiretheworld
  • Il suo desiderio, più che legittimo, è semplicemente quello di partecipare al Jova Beach party di Viareggio, a settembre, insieme ai suoi amici. Eppure Enrico, classe 1965, padre di due meravigliosi figli adottivi e costretto su una sedia a rotelle dal 1988, non è riuscito a fare quello che tutto il resto della sua comitiva ha fatto con pochi semplici click sul sito di Ticketone: acquistare il suo biglietto. 

“Per noi disabili cose come questa sarebbero troppo semplici. Forse non tutti sanno che la realtà è che, se una persona nelle mie condizioni desidera partecipare a un qualsiasi evento, solitamente gli viene richiesto di individuare per conto proprio gli organizzatori, cercare sul rispettivo sito le indicazioni sulla modalità di richiesta dei biglietti (che variano da organizzatore ad organizzatore) e in fine allegare alla domanda di partecipazione il certificato di invalidità e un documento d’identità. Mai ci è permesso di usare le piattaforme online ad acquisto diretto come Ticketone.

Mi sono sentito ulteriormente discriminato: oltre ai miei limiti fisici mi sono dovuto scontrare con ulteriori ostacoli rappresentati da procedure imposte da persone che non hanno la minima idea di cosa significhi la parola ‘inclusione‘. E quello che più mi ha sorpreso è che questi limiti siano arrivati in abbinamento ad un evento di Jovanotti, che ritengo un paladino dell’inclusione. Mi chiedo se lui sia a conoscenza di tutto questo e cosa ne pensi in tal caso”.

Il racconto di Enrico nell’intervista a cura di Caterina Ceccuti ✍

#lucenews #lucelanazione #enrico #jovabeachparty #disabilityinclusion
Le ragazze sotto i 18 anni possono continuare ad acquistare la pillola dei cinque giorni dopo senza ricetta. A stabilirlo è il Consiglio di Stato, che ha confermato la sentenza del Tar del Lazio di giugno 2021 e ha respinto i ricorsi di alcune associazioni "pro vita". Una decisione che conferma anche le indicazioni dell'Agenzia italiana per il farmaco (Aifa), che fin dall'ottobre del 2020 si era espressa a favore della vendita del farmaco contraccettivo EllaOne senza prescrizione medica anche alle minorenni.

Un farmaco contraccettivo e non abortivo

EllaOne-pillola-cinque-giorni-dopo
EllaOne, o pillola dei cinque giorni dopo, è un farmaco "anticovulatorio", ovvero che previene l'impianto dell'embrione
La motivazione data dai giudici è che la contraccezione d’emergenza "non va confusa con l’interruzione volontaria di gravidanza". La pillola, infatti, "non è un farmaco abortivo" ma la si può considerare un "farmaco da banco" il cui meccanismo d’azione è "antiovulatorio". La differenza fondamentale alla base, insomma, è tra medicinale abortivo e contraccettivo. EllaOne contiene ulipristal acetato, una sostanza che agisce prima dell'impianto dell’embrione e "Dagli studi scientifici che sono alla base della determina – scrivono i giudici – risulta che il farmaco 'ElleOne' non deve essere confuso con il regime farmacologico usato per l’interruzione volontaria della gravidanza". In sostanza "Nessuna violazione della normativa sull’interruzione volontaria di gravidanza è quindi configurabile" perché "non viene in rilievo un atto medico somministrato ad un paziente" bensì la volontaria assunzione di un medicinale d'emergenza.

Un farmaco da banco senza prescrizione

Il Consiglio di Stato convalida così la decisione di Aifa di modificare il regime di fornitura della pillola, rendendola accessibile alle giovani ragazze senza necessità di ricetta, che ritiene "legittimo, non ponendosi l’eliminazione della prescrizione medica in contrasto da un lato con il diritto del minore ad una corretta informazione e dall’altra con il diritto dei genitori o di chi ne fa le veci a sostituirsi al minore". I medicinali da banco sono infatti esclusi "dal novero dei trattamenti sanitari in senso stretto che coinvolgono tutta una serie di questioni specifiche – si legge ancora nella motivazione dei giudici – tra cui quella del consenso e più in generale della relazione tra medico e paziente".
La pillola contraccettiva femminile è stata approvata negli anni '60. Il Consiglio di Stato ha sottolineato la differenza tra EllaOne e i farmaci abortivi

Le proteste delle associazioni pro vita

Il nuovo regime stabilito per la pillola dei cinque giorni dopo (come, in precedenza, per quella del giorno successivo al rapporto sessuale Norlevo) dall'Agenzia italiana per il farmaco nel 2020 aveva scatenato le proteste delle associazioni pro vita, tra cuiMedici Cattolici Italiani, Family Day, Associazione Pro Vita e Famiglia, Movimento per la Vita Italiano. Queste contestavano la decisione di aprire anche alle under 18 la possibilità di acquistare il farmaco senza ricetta medica; tra le motivazioni portate avanti in tribunale c'era appunto quella riguardante una possibile violazione del diritto del minore ad una corretta informazione e del diritto di chi esercita la responsabilità genitoriale a sostituirsi ad esso. "Col venir meno della prescrizione viene venuto meno anche il consenso informato, nei confronti delle pazienti, con il pericolo di somministrare una pillola così importante (e con gravi effetti collaterali) come fosse una normale aspirina", sostenevano le associazioni. Per il Consiglio di Stato, invece, al pari degli altri farmaci da banco, per EllaOne è necessario solo decidere la volontaria assunzione perché facendo "diversamente, opinando ogni farmaco da banco richiederebbe l'attivazione del meccanismo di tutela del minore con la contestuale prestazione di consenso da parte dei genitori o di chi ne fa le veci". Secondo i giudici dunque, il consenso dei genitori o di che ne fa le veci frustrerebbe la libertà sessuale della minore e per questo non può essere richiesto obbligatoriamente.
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2021 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto