Lezione di prova di "
ginnastica dinamica militare"
a scuola? No grazie. Il comune di
Pisa, dopo la proposta di un ente privato a cimentarsi nella disciplina, aveva deciso di concedere la palestra di una scuola cittadina. Subito dopo la proposta dell'iniziativa, il
collegio dei docenti dell'Istituto comprensivo Renato Fucini ha espresso "all'unanimità il
proprio dissenso e la propria
contrarietà" all'appuntamento previsto per il 19 settembre.
L'istituto comprensivo Renato Fucini, teatro della vicenda
"Imparare le dinamiche militari è lontano dai valori scolastici della scuola italiana"
Il documento dei docenti della scuola, primaria e secondaria di primo grado, afferma che la disciplina "Sulle proprie pagine social e su ogni materiale facilmente reperibile in rete, dichiara di basare la propria attività sull'utilizzo di
spirito e corpo delle dinamiche di appartenenza militare mettendo in campo un metodo atto a forzare con la
dovuta aggressività le barriere resistenti psico-culturali attraverso un impegno che serve a creare coesione
come nelle caserme militari". I docenti, prendendo come riferimento il testo unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione, aggiungono: "Lo scritto prevede che le
attrezzature scolastiche siano utilizzate, al di fuori dell'orario del servizio scolastico, solo per attività che realizzino la
funzione della istituzione scolastica di centro di promozione culturale, sociale, sportiva e civile" e quindi "Una ginnastica a corpo libero programmaticamente dura e
vocata all'aggressività in cui vi è una conduzione dell'allenamento da parte dell'istruttore con
comandi in stile militare sia antitetica, nelle forme e nella sostanza, alle finalità scolastiche (in special modo quelle di un comprensivo che accoglie bambini dai 3 ai 14 anni)". Tutti gli insegnanti, infine, hanno deciso di dissociarsi da questa pratica: "Imparare le dinamiche di appartenenza militare è quanto più
lontano dai valori scolastici della scuola italiana e da quanto noi stessi docenti mettiamo quotidianamente nel nostro lavoro in classe".