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Home » Attualità » Siani: “Polemiche a Sanremo? Sempre state. Sul palco una riflessione su amicizia e solitudine”

Siani: “Polemiche a Sanremo? Sempre state. Sul palco una riflessione su amicizia e solitudine”

L'attore napoletano sulla partecipazione del presidente Zelensky e sulle critiche agli sketch in passato. Intanto al Teatro del Cremlino di Mosca il 25 maggio si terrà il Festival alternativo

Marianna Grazi
3 Febbraio 2023
Alessandro Siani sarà ospite a Sanremo giovedì 9 febbraio

Alessandro Siani sarà ospite a Sanremo giovedì 9 febbraio

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“Le polemiche a Sanremo sono un colpo di tosse che diventa broncopolmonite”. A dirlo è Alessandro Siani, a margine dell’incontro di oggi, 3 febbraio, per la presentazione di “Tramite Amicizia”, il suo ultimo film che sarà in sala dal 14 febbraio in 500 copie distribuite da 01. Il riferimento, com’è ovvio, è allo spazio dedicato durante la serata finale del Festival ad un video messaggio del presidente ucraino. “Storicamente ci sono sempre state, delle volte si creano, delle volte hanno un senso. Capita a tutte le cose che hanno successo. Ora per quanto riguarda Zelensky, al di là della sua apparizione, sta passando del tempo e c’è ancora una guerra che sembra non finire mai. Bisogna fare una riflessione su questo”.

Le critiche ai comici: “Sui social però si può dire tutto”

L’attore napoletano, che sarà ospite al l’Ariston giovedì sera, ha dichiarato: “A Sanremo parlerò in chiave comica, ma farò anche una riflessione su amicizia e solitudine. Comunque – sottolinea – viviamo in un periodo in cui è più facile non sentire cose belle, ma il problema resta quello che fai e avere la coscienza pulita. Lo dico perché voglio affrontare quel palco dando il giusto peso alle parole“. A chi gli ricorda che qualche anno fa una sua battuta (su un bambino sovrappeso, ndr) scatenò una polemica, replica: “Zalone è stato criticato perché ha fatto una battuta sulla Calabria. Pio e Amedeo perché fecero Emigratis, Fiorello per una battuta su una ragazza magra. Il fatto è che i comici devono parlare meno, mentre sui social si può dire invece tutto“.

Il Festival alternativo di Mosca: “Felicità – Sanremo, le hit d’oro”

La locandina di “Felicità – Sanremo, le hit d’oro” il Festival alternativo organizzato dal Teatro del Cremlino di Mosca per il prossimo 25 maggio

E se in Italia, nonostante il direttore artistico Amadeus tiri dritto, le critiche per la partecipazione di Volodymyr Zelensky non si placano, al Teatro del Cremlino di Mosca si organizza un Festival alternativo, per il 25 maggio, dal titolo: “Felicità – Sanremo, le hit d’oro“. Insomma il Nostro Paese si schiera apertamente per l’Ucraina e in tutta risposta la Russia si ‘appropria’ dell’evento creandone un’alternativa. La compagnia Moscow Show ha annunciato infatti in un comunicato intercettato da Askanews: “Nuova vita dei mega successi delle star di Sanremo: Adriano Celentano, Al Bano e Romina Power, Ricchi e Poveri, Andrea Bocelli, Gianni Morandi, Toto Cutugno, Pupo ed Eros Ramazzotti”. Un amore che arriva da lontano, quello dei russi per la canzone italiana: il 20 luglio 1984 la tv sovietica mandò in onda praticamente tutto il Festival di Sanremo di quell’anno. La decisione fu presa personalmente dal presidente della Radiotelevisione di Stato Sergey Lapin, addirittura in contrasto con Suslov, l’ideologo numero uno del Pcus. Ad assistervi furono milioni di cittadini sovietici e il successo fu immediato, oltre a porsi come primo afflato di libertà in vista della caduta della Cortina di Ferro. Ovviamente tutte le canzoni “scomode” erano state eliminate, ma il trionfo fu tale che una valanga di lettere entusiaste arrivò a Ostankino, la sede della tv a Mosca, imponendo un’inevitabile la replica che fu trasmessa il 20 settembre, in seconda serata.

Sul sito della Moscow Show sono quindi già in vendita i biglietti del concerto di maggio, ad un prezzo che varia da duemila a 20mila rubli (da 20 a 250 euro equivalenti). A eseguire i brani l’Orchestra Sinfonica di Mosca “Filarmonica Russa” diretta da Roberto Molinelli ma non sarà l’unico connazionale presente: in cartellone compaiono infatti anche voci “dall’Italia”, “Clarissa Vichi, Roberto Cardillo, Antonello Ferri” oltre a “Marianna Savon, Liliya Veltman, ed Edward Khacharyan”.

 

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  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

Torna anche quest’anno l
  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
"Le polemiche a Sanremo sono un colpo di tosse che diventa broncopolmonite". A dirlo è Alessandro Siani, a margine dell'incontro di oggi, 3 febbraio, per la presentazione di "Tramite Amicizia", il suo ultimo film che sarà in sala dal 14 febbraio in 500 copie distribuite da 01. Il riferimento, com'è ovvio, è allo spazio dedicato durante la serata finale del Festival ad un video messaggio del presidente ucraino. "Storicamente ci sono sempre state, delle volte si creano, delle volte hanno un senso. Capita a tutte le cose che hanno successo. Ora per quanto riguarda Zelensky, al di là della sua apparizione, sta passando del tempo e c'è ancora una guerra che sembra non finire mai. Bisogna fare una riflessione su questo".

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E se in Italia, nonostante il direttore artistico Amadeus tiri dritto, le critiche per la partecipazione di Volodymyr Zelensky non si placano, al Teatro del Cremlino di Mosca si organizza un Festival alternativo, per il 25 maggio, dal titolo: "Felicità – Sanremo, le hit d’oro". Insomma il Nostro Paese si schiera apertamente per l'Ucraina e in tutta risposta la Russia si 'appropria' dell'evento creandone un'alternativa. La compagnia Moscow Show ha annunciato infatti in un comunicato intercettato da Askanews: “Nuova vita dei mega successi delle star di Sanremo: Adriano Celentano, Al Bano e Romina Power, Ricchi e Poveri, Andrea Bocelli, Gianni Morandi, Toto Cutugno, Pupo ed Eros Ramazzotti”. Un amore che arriva da lontano, quello dei russi per la canzone italiana: il 20 luglio 1984 la tv sovietica mandò in onda praticamente tutto il Festival di Sanremo di quell'anno. La decisione fu presa personalmente dal presidente della Radiotelevisione di Stato Sergey Lapin, addirittura in contrasto con Suslov, l’ideologo numero uno del Pcus. Ad assistervi furono milioni di cittadini sovietici e il successo fu immediato, oltre a porsi come primo afflato di libertà in vista della caduta della Cortina di Ferro. Ovviamente tutte le canzoni "scomode" erano state eliminate, ma il trionfo fu tale che una valanga di lettere entusiaste arrivò a Ostankino, la sede della tv a Mosca, imponendo un'inevitabile la replica che fu trasmessa il 20 settembre, in seconda serata. Sul sito della Moscow Show sono quindi già in vendita i biglietti del concerto di maggio, ad un prezzo che varia da duemila a 20mila rubli (da 20 a 250 euro equivalenti). A eseguire i brani l’Orchestra Sinfonica di Mosca "Filarmonica Russa" diretta da Roberto Molinelli ma non sarà l'unico connazionale presente: in cartellone compaiono infatti anche voci "dall’Italia", "Clarissa Vichi, Roberto Cardillo, Antonello Ferri" oltre a “Marianna Savon, Liliya Veltman, ed Edward Khacharyan".  
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