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Il pranzo della Comunità di Sant'Egidio compie 40 anni. "A Natale ci deve essere posto per tutti"

L'iniziativa è destinata alle persone senza fissa dimora, povere, anziane e rifugiate: 80mila le persone sedute a tavola il 25 dicembre in Italia, 250mila in tutti i continenti

di EDOARDO MARTINI -
25 dicembre 2022
La Comunità di Sant'Egidio impegnata nella distribuzione dei regali

La Comunità di Sant'Egidio impegnata nella distribuzione dei regali

Un pranzo di Natale per persone senza fissa dimora, povere, anziane e rifugiati. È quello organizzato ormai da tradizione, dalla Comunità di Sant’Egidio, giunto al suo 40esimo anno, nella basilica di Santa Maria in Trastevere a Roma. Un messaggio di solidarietà e di pace è salito dalla basilica di Santa Maria in Trastevere, vestita a festa per il quarantesimo anniversario del primo pranzo di Natale con i poveri della Comunità di Sant’Egidio. Una grande tavolata che da Roma si è estesa al mondo intero con migliaia di banchetti: dalle 47 persone sedute a tavola nel 1982 agli 80mila che hanno partecipato oggi in Italia e ai 250 mila in tutti i continenti. C’erano, anche nella basilica trasteverina come in molti altri pranzi, alcuni ucraini fuggiti dalla guerra e accolti in Italia, insieme a senza fissa dimora, anziani, rifugiati venuti con i corridoi umanitari realizzati dalla Comunità.

Un senzatetto che ha ricevuto l'invito per partecipare al pranzo di Natale

La storia della comunità e la campagna solidale "Aggiungi un posto a tavola"

La Comunità di Sant’Egidio, nata il 25 dicembre 1982, quando alcuni poveri furono accolti nella basilica di Santa Maria in Trastevere a Roma, è ormai un punto di riferimento per le persone che vivono un disagio sociale o economico. Anche a Natale. Dalla fondazione, ogni anno la Comunità raduna intorno al tavolo delle feste i poveri che aiuta e sostiene durante l’anno, come senza fissa dimora, migranti, anziani soli e famiglie in difficoltà. In quarant’anni il banchetto si è allargato raggiungendo un numero crescente di persone in oltre 70 Paesi in tutto il mondo. A causa della pandemia, il Natale 2021 è stato diverso ma, nel rispetto delle norme di protezione sanitaria, anche in quell’occasione sono state raggiunte, con modalità diverse dalla tradizionale tavolata, circa 80mila persone in tutta Italia e 240mila nel mondo. La Comunità cristiana di Sant’Egidio, invece, nasce nel 1968, all’indomani del Concilio Vaticano II, per iniziativa dell’allora studente Andrea Riccardi, in un liceo del centro di Roma. Oggi è una rete di comunità, presente in più di 70 Paesi del mondo con oltre 60 mila aderenti e una più vasta cerchia di simpatizzanti e amici che collaborano attivamente in diverse iniziative. Oltre al tradizionale appuntamento di Trastevere, tra il 24 e il 26 dicembre la Comunità di Sant’Egidio organizzerà molte iniziative, che raccoglieranno idealmente attorno alla stessa tavola 80mila persone in Italia e 240mila nel mondo. In numerose città di 16 regioni italiane si svolgeranno "feste del dono", distribuzioni di pasti, regali e pacchi alimentari. A renderlo possibile, anche la campagna sms solidale "Aggiungi un posto a tavola", attiva fino al 27 dicembre. L’obiettivo è quello di regalare alle persone più fragili un pranzo degno del 25 dicembre, con un pasto abbondante, un dono e il calore di una casa. In che modo si può contribuire? Chiunque può farlo basterà inviare un sms o chiamare da rete fissa il numero 45586.

"Il Natale nella comunità è il Natale di tutti dove nessuno è escluso"

Il presidente della Comunità, Marco Impagliazzo, direttamente dalla chiesa di Sant'Egidio, ha deciso di fare gli auguri a tutti ripercorrendo la storia dell'organizzazione religiosa:
"Cari amici, vi parlo dalla chiesa di Sant’Egidio, dove è stato allestito un presepe che rappresenta il Natale nella Comunità. È il Natale per tutti, è il Natale di tutti, è il Natale dove nessuno è escluso. Fra le tante statuine del presepe vediamo persone senza dimora, persone malate, immigrati venuti con i corridoi umanitari, persone che vivono in carcere e tante altre situazioni di difficoltà e di esclusione, spesso anche di dolore nella nostra città. A Natale non c’era posto per Gesù nell’albergo, dice il Vangelo. Non c’era un posto degno dove Gesù potesse nascere. Ebbene, questo Natale vuole essere una risposta al fatto che ci deve essere a Natale posto per tutti. Nessuno deve essere escluso dal Natale, dalla festa del Natale. Sono 40 anni da quando fu organizzato il pranzo di Natale nella magnifica basilica di Santa Maria in Trastevere. Allora eravamo solo 47 intorno a quel tavolo, oggi migliaia e migliaia di persone siedono alla tavola dei pranzi di Natale, proprio perché nessuno deve essere escluso. E tra queste abbiamo la gioia di accogliere quest’anno tanti ucraini e ucraine, che vivono nel dolore, nella lontananza dal loro Paese, che soffrono come tutti noi per il grave conflitto che ha colpito l’Ucraina, che oggi vive nell’oscurità, nel buio, nel freddo. Tutti insieme e con loro viviamo questa gioia di far festa a Gesù. Che cosa significa il Natale se si esclude Gesù, che è il povero, lo scartato, l’ultimo! Ebbene, nel Natale di Sant’Egidio, a cui chiederemo a tanti di partecipare, di aiutare, di dare una mano nei tanti modi in cui è possibile a ciascuno, ecco, che in questo Natale ci sia posto veramente per tutti! Questo è l’augurio che viene da Sant’Egidio, è l’augurio che la nostra Comunità fa, soprattutto è un augurio di pace a chi soffre per la guerra. Ed è un augurio di bene, di buona salute per tutti quanti. Buon Natale!"