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Home » Attualità » Quali sono i Paesi più accoglienti per la comunità Lgbtq+? Lo studio su 50 Stati

Quali sono i Paesi più accoglienti per la comunità Lgbtq+? Lo studio su 50 Stati

Dall'indagine di Preply emerge che gli Stati che si sono dimostrati più queer-friendly sono la Norvegia, i Paesi Bassi e la Spagna, mentre l’Italia si trova solo al 27° posto

Edoardo Martini
9 Giugno 2022
Comunità Queer

Comunità Queer

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Negli ultimi anni è stato possibile assistere a una grande apertura nei confronti della comunità LGBTQ+: tante persone hanno iniziato a lasciarsi alle spalle le tradizionali aspettative di genere, iniziando a vivere in maniera libera la propria identità e il proprio orientamento sessuale.

I festeggiamenti a Berlino del Pride Month

I dieci paesi più queer-friendly del mondo

La diversità e la tolleranza sono state le pietre miliari di Preply e della sua comunità internazionale fin dal primo giorno. Con l’LGBTQ+ Rights Index, l’obiettivo è quello di stilare la classifica dei paesi che offrono il miglior ambiente per le persone queer. A questo scopo, sono andati a selezionare 50 paesi e li hanno valutati in base all’uguaglianza legale tra la popolazione LGBTQ+ e la popolazione eterosessuale e cisgender, tenendo di conto di quando i Paesi hanno inserito nell’ordinamento giuridico determinati diritti.

  • I Paesi Bassi sono – storicamente – il Paese più queer-friendly al mondo. La tutela contro la discriminazione esiste dal 1993 e il matrimonio tra persone dello stesso sesso è stato introdotto nel 2001.
  • Diritti LGBTQ+: l’Italia indietro rispetto al resto d’Europa
  • Dal 1791 l’omosessualità in Francia non è più illegale

I risultati più importanti: la Norvegia batte tutti

Paesi Queer Friendly (1)
La classifica dei Paesi Queer Friendly stilata da Preply nell’LGBTQ+ Rights Index

A differenza della maggior parte dei paesi europei i diritti e le tutele garantite alle persone LGBTQ+ italiane sono molto ridotti. Mentre in quasi tutta l’Unione Europea le persone queer vengono espressamente tutelate e protette, proprio a causa della loro minoranza e stigmatizzazione, in Italia è stata affossata la proposta di inserire all’interno dell’ordinamento giuridico una legge di questo tipo. Tuttavia, rispetto a molti Paesi, l’Italia è molto avanti per quanto riguarda la riassegnazione del genere anagrafico, diritto soggetto a determinate condizioni in diversi Stati. Già ampiamente noto è invece il fatto che i Paesi Bassi e la Norvegia sono stati pionieri dell’uguaglianza per le persone gay in generale. Nel 2001, gli Orange sono stati la prima Nazione al mondo a permettere il matrimonio per le coppie dello stesso sesso. Attualmente invece nel Belpaese le coppie omosessuali possono unirsi solo attraverso l’unione civile, ma il matrimonio non è ancora previsto. Per quanto riguarda la tutela contro le discriminazioni di genere e orientamento sessuale la Norvegia ha introdotto una legge specifica per le persone queer nel 1981, mentre sappiamo bene come è andata a finire con la proposta del Ddl Zan in Italia.

Tra gli altri dati di cui tenere conto c’è quello della Francia, che sin dal 1791 ha abolito il reato di omosessualità. Hanno seguito poi l’esempio francese la Turchia nel 1858 e il Giappone nel 1881, due paesi dove però il riconoscimento pubblico delle persone Lgbtq+ è attualmente piuttosto difficile e rappresenta ancora un tabù. L’ultimo Paese ad aver decriminalizzato l’omosessualità è stata l’India nel 2018. Dal 1996 poi, anche le coppie omosessuali in Canada possono adottare bambini. Ad oggi, 23 dei 50 paesi esaminati hanno implementato l’uguaglianza nell’adozione: a Taiwan e in Estonia, solo i figli biologici del partner possono essere adottati (stepchild adoption), mentre in Grecia, nelle Filippine, in Lettonia, in Bosnia ed Erzegovina, in Venezuela, a città del Vaticano, in Turchia e in Russia i bambini possono essere adottati solo da uno dei due coniugi, non da entrambi. La comunità queer, infine, non ha alcuna protezione in Afghanistan, Qatar ed Emirati Arabi Uniti e l’omosessualità è punibile fino a dieci anni di reclusione a Dubai, attualmente una destinazione turistica molto popolare.

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  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
  • Paese che vai inquinamento che trovi. O, se volete, un mal comune che non diventa affatto un mezzo gaudio. Secondo uno studio pubblicato su “The Lancet Planetary Health”, primo autore il professore Yuming Guo, sono infatti a appena 8 milioni le persone che possono dire di respirare aria pulita: lo 0,001% della popolazione mondiale, che vive su una percentuale irrisoria del globo terraqueo, lo 0,18%.

Per i rimanenti 7 miliardi e passa la situazione è grama, se non critica, con la concentrazione annuale di polveri sottili che è costantemente al di sopra della soglia di sicurezza indicata dall’Oms, Organizzazione mondiale della sanità (PM2.5 inferiori a 5 µg/m3), un limite oltre il quale il rischio per la salute diventa considerevole. E come se non bastasse la concentrazione media giornaliera globale è di 32,8 µg/m3, più del doppio della soglia Oms.

Lo studio pubblicato su “Lancet” è il primo al mondo ad aver ricostruito i valori giornalieri di polveri sottili, ovvero smog, su tutto il Pianeta, attraverso un metodo complesso e multifattoriale che ha permesso di ottenere dei valori anche nelle regioni non monitorate, grazie a un mix fatto di osservazioni tradizionali di monitoraggio della qualità dell’aria, rilevatori meteorologici e di inquinamento atmosferico via satellite, metodi statistici e di apprendimento automatico (machine learning).

Dati allarmanti, dunque. Per quanto qualche segnale di miglioramento comincia a intravvedersi, con il totale dei giorni con concentrazioni eccessive che sta diminuendo nel complesso. I dati degli ultimi 20 anni rivelano delle tendenze positive in Europa e Nord America, dove l’inquinamento da PM2.5 è sceso, ma non in Asia meridionale, Australia e Nuova Zelanda, America Latina e Caraibi, dove il trend è invece di crescita. Le concentrazioni più elevate di PM2.5 sono state rilevate nelle regioni dell’Asia orientale (50 µg/m3) e meridionale (37,2 µg/m3), seguite dall’Africa settentrionale (30,1 µg/m3). Poco da gioire, dunque e molto da lavorare.

#lucenews #inquinamento
  • L’arrivo della bella stagione ha il sapore del gelato 🍦

Golosi ma di qualità. È il rapporto degli italiani con il gelato artigianale secondo un’indagine di Glovo. Piattaforma di consegne, e Gusto17, brand gourmet, in vista del Gelato Day del prossimo 24 marzo.

Nel 2022 solo sull’app di Glovo gli italiani hanno ordinato più di 2 milioni di gelati, il 16% in più rispetto al 2021, con una media di 5.500 gelati al giorno, principalmente dalle gelaterie di quartiere, facendo aumentare le vendite del 138% per i piccoli esercenti. In particolare, il picco di ordini si registra alle 21.

Tra i gusti più amati dagli italiani ci sono: crema, pistacchio, nocciola e Nutella. Questa la Top 10 delle città più golose di gelato: Roma, Milano, Torino, Palermo, Napoli, Firenze, Catania, Bologna, Bari e Verona.

🍨E voi, amanti del gelato, qual è il vostro gusto preferito? 

📸 Credits: @netflixit 

#lucenews #lucelanazione #gelatoday
  • 🗣«Persi undici chili in poco tempo. Per cercare di rialzarmi iniziai un percorso con uno psicologo, ma ho capito presto qual era il motivo per cui ero caduta dentro quel tunnel. E ho iniziato presto a lavorare su di me, da sola.

Nel 2014 avevo ripreso ad allenarmi da pochissimo tempo, quando ho incontrato una donna, Luana Angeletti. Ho scoperto dopo che era la mamma di un amico, ma la cosa importante è quello che lei mi disse quella volta.

Che avevo una struttura fisica adatta a competere nella categoria bikini, nel body-building. Mi è scattato dentro qualcosa, ho iniziato a lavorare perché volevo migliorare e finalmente farmi vedere dagli altri, dopo che per otto anni non ero andata neanche al mare perché mi vergognavo del mio fisico e della mia scoliosi. Grazie a Luana sono passata dal nascondermi allo stare su un palco guardata da tante persone. È stata decisiva.

Imparate a volervi bene, e se non ci riuscite con le vostre forze, non abbiate paura di farvi aiutare e seguire da altri. È importantissimo».

Dai disturbi alimentari al body building, l
Negli ultimi anni è stato possibile assistere a una grande apertura nei confronti della comunità LGBTQ+: tante persone hanno iniziato a lasciarsi alle spalle le tradizionali aspettative di genere, iniziando a vivere in maniera libera la propria identità e il proprio orientamento sessuale.
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La diversità e la tolleranza sono state le pietre miliari di Preply e della sua comunità internazionale fin dal primo giorno. Con l’LGBTQ+ Rights Index, l'obiettivo è quello di stilare la classifica dei paesi che offrono il miglior ambiente per le persone queer. A questo scopo, sono andati a selezionare 50 paesi e li hanno valutati in base all’uguaglianza legale tra la popolazione LGBTQ+ e la popolazione eterosessuale e cisgender, tenendo di conto di quando i Paesi hanno inserito nell'ordinamento giuridico determinati diritti.

  • I Paesi Bassi sono – storicamente – il Paese più queer-friendly al mondo. La tutela contro la discriminazione esiste dal 1993 e il matrimonio tra persone dello stesso sesso è stato introdotto nel 2001.
  • Diritti LGBTQ+: l’Italia indietro rispetto al resto d’Europa
  • Dal 1791 l’omosessualità in Francia non è più illegale

I risultati più importanti: la Norvegia batte tutti

Paesi Queer Friendly (1)
La classifica dei Paesi Queer Friendly stilata da Preply nell'LGBTQ+ Rights Index

A differenza della maggior parte dei paesi europei i diritti e le tutele garantite alle persone LGBTQ+ italiane sono molto ridotti. Mentre in quasi tutta l’Unione Europea le persone queer vengono espressamente tutelate e protette, proprio a causa della loro minoranza e stigmatizzazione, in Italia è stata affossata la proposta di inserire all’interno dell’ordinamento giuridico una legge di questo tipo. Tuttavia, rispetto a molti Paesi, l’Italia è molto avanti per quanto riguarda la riassegnazione del genere anagrafico, diritto soggetto a determinate condizioni in diversi Stati. Già ampiamente noto è invece il fatto che i Paesi Bassi e la Norvegia sono stati pionieri dell'uguaglianza per le persone gay in generale. Nel 2001, gli Orange sono stati la prima Nazione al mondo a permettere il matrimonio per le coppie dello stesso sesso. Attualmente invece nel Belpaese le coppie omosessuali possono unirsi solo attraverso l’unione civile, ma il matrimonio non è ancora previsto. Per quanto riguarda la tutela contro le discriminazioni di genere e orientamento sessuale la Norvegia ha introdotto una legge specifica per le persone queer nel 1981, mentre sappiamo bene come è andata a finire con la proposta del Ddl Zan in Italia.

Tra gli altri dati di cui tenere conto c'è quello della Francia, che sin dal 1791 ha abolito il reato di omosessualità. Hanno seguito poi l’esempio francese la Turchia nel 1858 e il Giappone nel 1881, due paesi dove però il riconoscimento pubblico delle persone Lgbtq+ è attualmente piuttosto difficile e rappresenta ancora un tabù. L'ultimo Paese ad aver decriminalizzato l'omosessualità è stata l'India nel 2018. Dal 1996 poi, anche le coppie omosessuali in Canada possono adottare bambini. Ad oggi, 23 dei 50 paesi esaminati hanno implementato l'uguaglianza nell'adozione: a Taiwan e in Estonia, solo i figli biologici del partner possono essere adottati (stepchild adoption), mentre in Grecia, nelle Filippine, in Lettonia, in Bosnia ed Erzegovina, in Venezuela, a città del Vaticano, in Turchia e in Russia i bambini possono essere adottati solo da uno dei due coniugi, non da entrambi. La comunità queer, infine, non ha alcuna protezione in Afghanistan, Qatar ed Emirati Arabi Uniti e l'omosessualità è punibile fino a dieci anni di reclusione a Dubai, attualmente una destinazione turistica molto popolare.

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