Paragonò
il Pride alla pedofilia.
Letizia Rosati, l'allora consigliera comunale di Rieti, oggi
è stata nominata assessora alla Cultura e Scuola del Comune di Rieti dal neosindaco Fdl,
Daniele Sinibaldi. La polemica è esplosa subito: "Riteniamo inaccettabile la sua nomina a qualsiasi incarico istituzionale - dichiara
Fabrizio Marrazzo, portavoce del
partito Gay Lgbt+, Solidale, Ambientalista, Liberale - è come se oggi per la comunità nera o ebraica nominassero un assessore antisemita o razzista. Peraltro è assurdo che una candidata non eletta che ha preso 200 voti contro i 330 di
Domenico di Cesare, nostro referente di Partito Gay Lgbt+ , capolista di SiAmo Rieti, Ambiente, Diritti, Solidarietà, che è stato il più votato del polo progressista, possa imporre nelle istituzioni le sue idee medievali". "
Invito gli eletti della coalizione progressista, presente in consiglio comunale
a chiedere in massa le dimissioni della assessora Rosati - aggiunge nella stessa nota anche
Domenico di Cesare, referente di
Partito Gay Lgbt+ e capolista SiAmo Rieti, Ambiente, Diritti, Solidarietà- purtroppo la sua nomina dimostra che una coalizione con FdI e Lega è in antitesi con i diritti delle persone Lgbt+".
L'assessore Letizia Rosati
Comitato Lazio Pride: "Politica dalla memoria corta, ma la società civile non dimentica"
Anche il
Comitato Lazio Pride critica la nomina dell'
assessora alla Cultura di Rieti, perché la considera
omofoba. "
Se la politica ha la memoria corta, la società civile non deve e non può dimenticare", si legge in una nota. Le sue furono "
parole intrise di omofobia - prosegue il Comitato - ci si chiede come sia possibile nominare assessora alla cultura una persona che - con un ruolo istituzionale - ha calpestato la dignità di tutte quelle persone che rivendicano la possibilità di avere un posto in questa società. Ci si deve domandare: cosa accadrà nelle scuole nei prossimi 5 anni? L'amministrazione reatina si presterà alla celebrazione di una sottocultura omofoba? La giunta condivide o prende le distanze dalle affermazioni dell'ex consigliera? Si è scelto di lasciare inascoltata la volontà espressa da quelle cittadine e cittadini che hanno manifestato per i diritti della comunità Lgbt+ nel 2021. Il sindaco - conclude il Comitato - dimostri di essere distante dalle posizioni dell'assessora e di voler rappresentare tutte e tutti.
La cultura non può essere propaganda omofoba".
Lucarelli: "Un clima culturale a cui bisogna dire no dal primo vagito"
L'indignazione passa dal
mondo Lgbt+ ai professionisti dell'informazione. E' proprio la giornalista
Selvaggia Lucarelli a commentare la nomina di
Letizia Rosati sul suo profilo Instagram. "
Questo è il clima culturale che vuole Fratelli d'Italia e a cui bisogna dire no dal primo vagito". E conclude: "Non anni dopo, quando per una
Cloe è troppo tardi", riferendosi alla recente vicenda di Cloe Bianco, la professoressa transgender che si è tolta la vita dandosi fuoco
. La nota giornalista ha postato il messaggio pubblicato nel 2019 dall'allora consigliera comunale, dove sosteneva il diniego al Pride ed equiparava il mondo lgbt+ allo sdoganamento della pedofilia. "
Il mondo Lgbt è contro i miei valori perché nega il dato biologico da cui deriva l'identità delle persone e soprattutto i diritti dei bambini che vengono strumentalizzati a scopi di cui non si parla mai a sufficienza. Utero in affitto, sdoganamento della pedofilia, poliamore sono gli obiettivi da raggiungere. Rassicuro pertanto che tale candidatura non è stata promossa dal Comune".
Il commento di Selvaggia Lucarelli sui social