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Home » Attualità » La prima donna nativa a volare nello spazio: Nicole Aunapu Mann sogna di salvare l’umanità

La prima donna nativa a volare nello spazio: Nicole Aunapu Mann sogna di salvare l’umanità

Tenente colonnello dei Marines, 45 anni, californiana, sarà comandante della missione e per sei mesi nella Iss svolgerà esperimenti scientifici fondamentali

Marianna Grazi
12 Agosto 2022
Nicole Aunapu "Duck" Mann

Nicole Aunapu "Duck" Mann

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È stata selezionata nel dicembre 2020 come membro della missione Artemis, che vuole portare il prossimo uomo ma soprattutto la prima donna sulla Luna entro il 2024. Intanto però l’astronauta della NASA Nicole Aunapu “Duke” Mann sarà la prima donna nativa a viaggiare nello spazio il prossimo autunno.

La 45enne ha conseguito un master in ingegneria meccanica a Stanford dopo aver frequentato l’Accademia della Marina e aver preso servizio nel Corpo dei Marines degli Stati Uniti, dove ha pilotato un F/A-18 Hornet, un aereo da combattimento e da attacco. Nel 2013 Mann è stata selezionata come uno degli otto membri di un gruppo selettivo di astronauti noto come NASA Astronaut Group 21, ha completato il suo addestramento nel 2015 e attualmente è una pilota collaudatrice del Boeing CST-100 Starliner, un veicolo spaziale che trasporta gli astronauti alla Stazione Spaziale Internazionale.

A fine settembre 2022 Nicole salirà a bordo della missione SpaceX Crew-5 per andare alla Stazione Spaziale Internazionale. Al sito di informazione Indian country today (ICT) si è detta “molto emozionata” del suo primato: “Penso che sia importante darne notizia alla nostra comunità, in modo che altri ragazzi nativi, se pensano che questo (andare nello spazio) non sia possibile, si potranno rendere conto che alcune delle barriere che c’erano prima stanno iniziando ad essere abbattute“.

Nicole Aunapu "Duck" Mann
Nicole Aunapu Mann ha 45 anni ed è la prima donna nativa americana a volare nello spazio

La missione sulla Stazione spaziale internazionale

Questo è il quinto volo di rotazione dell’equipaggio della NASA nell’ambito del Commercial Crew Program dell’agenzia. In qualità di comandante della missione sulla navicella spaziale Dragon di SpaceX, la californiana guiderà tutte le fasi del volo, dal lancio al Kennedy Space Center in Florida al rientro nell’atmosfera terrestre. Sarà anche ingegnere di volo della Expedition 68. Alla missione Crew-5 parteciperanno anche altri tre astronauti: Josh Cassada della NASA, Koichi Wakata della JAXA, e Anna Kikina, cosmonauta della Roscosmos. L’equipaggio vivrà a bordo per sei mesi, per completare la missione di condurre circa 250 esperimenti scientifici nella stazione spaziale, che è “un laboratorio galleggiante”, ha dichiarato Nicole Mann, che è anche tenente colonnello dei Marines.

nasa-nicole-mann-space-suit-arm
Nicole Mann partirà il prossimo 29 agosto come comandante della missione sulla navicella spaziale Dragon di SpaceX

Il primo volto con la speranza per il futuro dell’umanità

Per la 45enne è il primo volo spaziale e, come nativa americana, sarà anche la prima donna a rappresentare un popolo autoctono in una missione. Ma oltre a farsi forte del ruolo nella sua comunità, come modello per le generazioni più giovani, l’interesse della Mann è rivolto soprattutto a scoprire la scienza a bordo della Stazione spaziale internazionale, e a come questa potrà portare benefici alla razza umana. Tra le cose che l’affascino c’è ad esempio “la struttura di biofabbricazione”. In pratica si tratta di stampare in 3D le cellule umane, “il che mi sembra molto futuristico, no?”, dichiara entusiasta a ICT. Sulla Terra è infatti impossibile stamparle e farle crescere, per la forza di gravità, mentre nello spazio “la struttura della cellula è molto più intatta”, spiega l’astronauta. Ma l’obiettivo finale è ambizioso, il che rende ancor più importante la missione di cui farà parte: stampare organi umani. “Non ci siamo ancora arrivati. Tuttavia, abbiamo stampato con successo alcune cellule cardiache e parte del menisco di un ginocchio”. Ma la speranza è grande e magari chissà, al prossimo volo della 45enne, se ci sarà, un cuore fatto di cellule realizzate in 3D potrà battere tra le sue mani.

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«Ho ricevuto un messaggio dalla scuola... hanno messo tutti i bambini in classe perché c’era dell’attività della polizia e il mio cuore è esploso di paura. Per fortuna non è successo niente perciò sto tornando a casa. Però l’idea che mia figlia di 7 anni, suona l’allarme a scuola e deve di corsa andare in classe e chiudersi a chiave... è assurdo.»

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È stata selezionata nel dicembre 2020 come membro della missione Artemis, che vuole portare il prossimo uomo ma soprattutto la prima donna sulla Luna entro il 2024. Intanto però l'astronauta della NASA Nicole Aunapu "Duke" Mann sarà la prima donna nativa a viaggiare nello spazio il prossimo autunno.

La 45enne ha conseguito un master in ingegneria meccanica a Stanford dopo aver frequentato l'Accademia della Marina e aver preso servizio nel Corpo dei Marines degli Stati Uniti, dove ha pilotato un F/A-18 Hornet, un aereo da combattimento e da attacco. Nel 2013 Mann è stata selezionata come uno degli otto membri di un gruppo selettivo di astronauti noto come NASA Astronaut Group 21, ha completato il suo addestramento nel 2015 e attualmente è una pilota collaudatrice del Boeing CST-100 Starliner, un veicolo spaziale che trasporta gli astronauti alla Stazione Spaziale Internazionale. A fine settembre 2022 Nicole salirà a bordo della missione SpaceX Crew-5 per andare alla Stazione Spaziale Internazionale. Al sito di informazione Indian country today (ICT) si è detta "molto emozionata" del suo primato: "Penso che sia importante darne notizia alla nostra comunità, in modo che altri ragazzi nativi, se pensano che questo (andare nello spazio) non sia possibile, si potranno rendere conto che alcune delle barriere che c'erano prima stanno iniziando ad essere abbattute".
Nicole Aunapu "Duck" Mann
Nicole Aunapu Mann ha 45 anni ed è la prima donna nativa americana a volare nello spazio

La missione sulla Stazione spaziale internazionale

Questo è il quinto volo di rotazione dell'equipaggio della NASA nell'ambito del Commercial Crew Program dell'agenzia. In qualità di comandante della missione sulla navicella spaziale Dragon di SpaceX, la californiana guiderà tutte le fasi del volo, dal lancio al Kennedy Space Center in Florida al rientro nell'atmosfera terrestre. Sarà anche ingegnere di volo della Expedition 68. Alla missione Crew-5 parteciperanno anche altri tre astronauti: Josh Cassada della NASA, Koichi Wakata della JAXA, e Anna Kikina, cosmonauta della Roscosmos. L'equipaggio vivrà a bordo per sei mesi, per completare la missione di condurre circa 250 esperimenti scientifici nella stazione spaziale, che è "un laboratorio galleggiante", ha dichiarato Nicole Mann, che è anche tenente colonnello dei Marines.
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Nicole Mann partirà il prossimo 29 agosto come comandante della missione sulla navicella spaziale Dragon di SpaceX

Il primo volto con la speranza per il futuro dell'umanità

Per la 45enne è il primo volo spaziale e, come nativa americana, sarà anche la prima donna a rappresentare un popolo autoctono in una missione. Ma oltre a farsi forte del ruolo nella sua comunità, come modello per le generazioni più giovani, l'interesse della Mann è rivolto soprattutto a scoprire la scienza a bordo della Stazione spaziale internazionale, e a come questa potrà portare benefici alla razza umana. Tra le cose che l'affascino c'è ad esempio "la struttura di biofabbricazione". In pratica si tratta di stampare in 3D le cellule umane, "il che mi sembra molto futuristico, no?", dichiara entusiasta a ICT. Sulla Terra è infatti impossibile stamparle e farle crescere, per la forza di gravità, mentre nello spazio "la struttura della cellula è molto più intatta", spiega l'astronauta. Ma l'obiettivo finale è ambizioso, il che rende ancor più importante la missione di cui farà parte: stampare organi umani. "Non ci siamo ancora arrivati. Tuttavia, abbiamo stampato con successo alcune cellule cardiache e parte del menisco di un ginocchio". Ma la speranza è grande e magari chissà, al prossimo volo della 45enne, se ci sarà, un cuore fatto di cellule realizzate in 3D potrà battere tra le sue mani.
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