Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Evento 2022
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Evento 2022
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Attualità » Professoressa trans licenziata, scuola condannata a risarcirla. Giovanna Cristina Vivinetto: “Aperto il varco”

Professoressa trans licenziata, scuola condannata a risarcirla. Giovanna Cristina Vivinetto: “Aperto il varco”

Il tribunale ha “riconosciuto a tutti gli effetti la discriminazione di genere come causa scatenante il recesso del rapporto lavorativo stipulato"

Barbara Berti
16 Gennaio 2023
Giovanna Cristina Vivinetto, professoressa e poeta trans (Facebook)

Giovanna Cristina Vivinetto, professoressa e poeta trans (Facebook)

Share on FacebookShare on Twitter

Arriva il risarcimento per la professoressa trans licenziata. “Mi tremano le mani: per la prima volta in tribunale è stato riconosciuto il peso specifico della discriminazione di genere all’interno di un rapporto di lavoro”. Parola di Giovanna Cristina Vivinetto, docente e poetessa transessuale che nel 2019 era stata licenziata dall’istituto paritario Kennedy di Roma. Ora, a distanza di anni, è stato finalmente “aperto il varco”: la sentenza del tribunale di Roma condanna lo stesso istituto a risarcirla, come riferisce lei stessa su Facebook. Quella scuola l’aveva assunta e licenziata dopo tre settimane nel 2019, ma oggi il giudice ha “riconosciuto a tutti gli effetti la discriminazione di genere come causa scatenante il recesso del rapporto lavorativo stipulato”. Già nel 2019, sempre sui social, la professoressa sfogava il suo rammarico. “Mi hanno detto che spiego male e sono indietro col programma. Ma probabilmente c’entra il fatto che io sia una donna transessuale, e questo sarebbe già molto più triste e ingiusto” denunciava la professoressa riportando le motivazioni del licenziamento seguito “a tre giorni di malattia la scorsa settimana per una forte tonsillite batterica con febbre a 39”.

Giovanna Cristina Vivinetto (Ansa)
Giovanna Cristina Vivinetto (Ansa)

Per la trans, già vincitrice del Premio Viareggio nella sezione poesia (con il romanzo in versi “Dolore minimo” dove racconta la complessa condizione transessuale, libro che ha ispirato la serie tv “Prisma” di Amazon Prime), scattò subito una gara di solidarietà sul web. Ma ora è anche il tribunale a darle ragione: “in tutti i modi hanno provato a screditare la persona e la mia professionalità. La loro difesa sosteneva non fossi una buona insegnante, nonché persona sessualmente esplicita. Ci hanno provato ma non ci sono riusciti. Le loro testimonianze non sono state in grado di dimostrare il contrario, anzi si sono rivelate utili per rafforzare che non fosse la mia mancata professionalità il motivo del licenziamento” spiega la docente commentando la sentenza e ribadendo che “il giudice li ha smentiti su tutta la linea”.

Nel suo post la donna riporta anche uno stralcio delle motivazioni della sentenza, secondo cui “le dichiarazioni non appaiono significative di un’effettiva inadempienza della professoressa Vivinetto ai propri impegni didattici. […] Inoltre appare quantomeno prematuro un recesso esercitato in così breve tempo, per motivazioni attinenti la scarsa capacità didattica, senza dare alla professoressa la possibilità di ambientarsi e di acquisire piena nozione dei piani didattici personalizzati da applicare ai propri alunni. […] Sicché può ritenersi adeguatamente provato che le ragioni che hanno indotto la società resistente a risolvere il rapporto di lavoro con la Vivinetto siano ascrivibili proprio alla sua condizione di transessuale”.

Giovanna Cristina Vivinetto, docente e poetessa transessuale (Facebook)
Giovanna Cristina Vivinetto, docente e poetessa transessuale (Facebook)

Su Facebook, si moltiplicano i post entusiastici sull’esito della sua battaglia, che lei commenta senza mezzi termini: “Ho vinto. Abbiamo vinto. Un varco è stato aperto ed è da qui che possiamo fare entrare la luce. Sono una docente degna di rispetto. Sono una donna transgender degna di rispetto. Come dovrebbe essere in ogni caso. Sta a noi decidere in quale direzione cambiare la nostra società. Starò sempre dalla parte di chi lotta ogni giorno per i propri diritti, per non vederseli più calpestare”. Tra i tanti commenti, sulla vicende arrivano le parole della responsabile “Libertà & Diritti” di Sinistra Italiana, Marilena Grassadonia. “Un’altra battaglia vinta, un altro tassello che si incastra al posto giusto in un puzzle che rappresenta la dignità delle vite delle persone lgbt+ e in questo caso più specificatamente delle persone transgender” dice Grassadonia e aggiunge: “Un grazie a Giovanna per non essersi arresa e per aver regalato alla comunità lgbt+ un tassello prezioso di cui essere orgoglios*”.

Potrebbe interessarti anche

La presidente della Camera Penale di Pisa, Serena Caputo
Attualità

Camera Penale di Pisa: “Solidarietà agli avvocati minacciati in Afghanistan, i governi si mobilitino”

25 Gennaio 2023
Ornella Vanoni (88 anni): l a cantante milanese farà tappa a Firenze con il suo tour
Spettacolo

Ornella Vanoni, signora della musica fra le donne: “Niente quote rosa, per me conta il talento”

27 Gennaio 2023
Fernanda Maciel è nata a Bela Horizonte nel 1980 (Instagram)
Sport

Chi è Fernanda Maciel, la donna che ha scalato di corsa il Monte Vinson

21 Gennaio 2023

Instagram

  • Nicoletta Sipos, giornalista e scrittrice, ha vissuto in Ungheria, in Germania e negli Stati Uniti, prima di raggiungere Milano e lì restare. Il suo romanzo “La guerra di H”, un romanzo fortemente ispirato a fatti realmente accaduti.

L’autrice indaga in maniera del tutto nuova e appassionante un momento drammatico, decisivo della storia del nostro continente: la Seconda guerra mondiale. A raccontare l’ascesa e la disfatta del Nazismo è stavolta la voce di un bambino tedesco, che riporta con semplicità e veracità le molte sofferenze patite dal suo popolo durante il conflitto scatenato da Hitler, focalizzando l’attenzione del lettore sul drammatico paradigma che accomuna chiunque si trovi a vivere sulla propria pelle una guerra: la sofferenza. Pagine toccanti, le sue, tanto più intense perché impregnate di fatti reali, emozioni provate e sentite dai protagonisti e condivise da quanti, tuttora, si trovano coinvolti in un conflitto armato. La memoria collettiva è uno strumento potente per non commettere gli stessi errori. 

"Imparai poco alla volta – scrive il piccolo Heinrich Stein, protagonista del romanzo – che nel nostro strano Paese la verità aveva più volti con infinite sfumature”.

👉Perché una storia così e perché ora?
“Ho incontrato il protagonista di questa mia storia molto tempo fa, addirittura negli anni ’50, ossia in un’epoca che portava ancora gli strascichi della guerra. Diventammo amici, parlammo di Hitler e della miseria della Germania. Poco per volta, via via che ci incontravamo, lui aggiungeva ricordi, dettagli, confessioni. Per anni ho portato dentro di me la testimonianza di questa storia che si arricchiva sempre più di dettagli. Molte volte avrei voluto scriverla, magari a quattro mani con il mio amico, ma lui non se la sentiva. Io stessa esitavo ad affrontare questa storia che racconta una famiglia tedesca in forte sofferenza in una Germania ferita e umiliata. La gente ha etichettato tutto il popolo tedesco durante il nazismo come crudele per antonomasia. Non si pensa mai a quanto la gente comune abbia sofferto, alla fame e al freddo che anche il popolo tedesco ha patito”.

✍ Caterina Ceccuti

#lucenews #giornodellamemoria #27gennaio
  • È dalla sua camera con vista affacciata sull’Arno che Ornella Vanoni accetta di raccontare un po’ di sé ai lettori di Luce!, in attesa di esibirsi, sabato 28 gennaio sul palco della Tuscany Hall di Firenze, dov’è in programma una nuova tappa della nuova tournée Le Donne e la Musica. Un ritorno atteso per Ornella Vanoni, che in questo tour è accompagnata da un quintetto di sole donne.

Innanzitutto come sta, signora Vanoni?
“Stanca, sono partita due mesi dopo l’intervento al femore che mi sono rotto cadendo per una buca proprio davanti a casa mia. Ma l’incidente non mi ha impedito di intraprendere un progetto inaspettato che, sin da subito, mi è stato molto a cuore. Non ho perso la volontà di andare avanti. Anche se il tempo per prepararlo e provare è stato pochissimo. E poi sono molto dispiaciuta“.

Per cosa?
“La morte dell’orso Juan Carrito, travolto e ucciso da un’auto cercava bacche e miele: la mia carissima amica Dacia (Maraini, ndr) l’altro giorno ha scritto una cosa molto bella dedicata a lui. Dovrò scrollarmi di dosso la malinconia e ricaricarmi in vista del concerto“.

Con lei sul palco ci sarà una jazz band al femminile con Sade Mangiaracina al pianoforte, Eleonora Strino alla chitarra, Federica Michisanti al contrabbasso, Laura Klain alla batteria e Leila Shirvani. Perché questa scelta?
“Perché sono tutte bravissime, professioniste davvero eccezionali. Non è una decisione presa sulla spinta di tematiche legate al genere o alle quote rosa, ma nata grazie a Paolo Fresu, amico e trombettista fantastico del quale sono innamorata da sempre. Tempo fa, durante una chiacchierata, Paolo mi raccontò che al festival jazz di Berchidda erano andate in scena tante musiciste bravissime. E allora ho pensato: ’Se sono così brave perché non fare un gruppo di donne? Certo, non l’ha fatto mai nessuno. Bene, ora lo faccio io“.

Il fatto che siano tutte donne è un valore aggiunto?
“In realtà per me conta il talento, ma sono felice della scelta: è bellissimo sentire suonare queste artiste, vederle sul palco intorno a me mi emoziona“.

L
  • Devanshi Sanghvi è una bambina di otto anni che sarebbe potuta crescere e studiare per gestire l’attività di diamanti multimilionaria appartenente alla sua facoltosissima famiglia, con un patrimonio stimato di 60 milioni di dollari.

Ma la piccola ha scelto di farsi suora, vivendo così una vita spartana, vestita con sari bianchi, a piedi nudi e andando di porta in porta a chiedere l’elemosina. Si è unita ai “diksha” alla presenza di anziani monaci giainisti. La bimba è arrivata alla cerimonia ingioiellata e vestita di sete pregiate. Sulla sua testa poggiava una corona tempestata di diamanti. Dopo la cerimonia, a cui hanno partecipato migliaia di persone, è rimasta in piedi con altre suore, vestita con un sari bianco che le copriva anche la testa rasata. Nelle fotografie, la si vede con in mano una scopa che ora dovrà usare per spazzare via gli insetti dal suo cammino per evitare di calpestarli accidentalmente.

Di Barbara Berti ✍

#lucenews #lucelanazione #india #DevanshiSanghvi
  • Settanta giorni trascorsi in un mondo completamente bianco, la capitana dell’esercito britannico Harpreet Chandi, che già lo scorso anno si era distinta per un’impresa tra i ghiacci, è una fisioterapista che lavora in un’unità di riabilitazione regionale nel Buckinghamshire, fornendo supporto a soldati e ufficiali feriti. 

Ha dimostrato che i record sono fatti per essere battuti e, soprattutto, i limiti personali superabili grazie alla forza di volontà e alla preparazione. E ora è diventata una vera leggenda vivente, battendo il record del mondo femminile per la più lunga spedizione polare – sola e senza assistenza – della storia.

Il 9 gennaio scorso, 57esimo giorno del viaggio che era cominciato lo scorso 14 novembre, la 34enne inglese ha raggiunto il centro del Polo Sud dopo aver percorso circa 1100 chilometri. Quando è arrivata a destinazione nel bel mezzo della calotta polare era felice, pura e semplice gioia di aver raggiunto l’agognato traguardo: “Il Polo Sud è davvero un posto incredibile dove stare. Non mi sono fermata molto a lungo perché ho ancora un lungo viaggio da fare. È stato davvero difficile arrivare qui, sciando tra le 13 e le 15 ore al giorno con una media di 5 ore di sonno”.

Di Irene Carlotta Cicora ✍

#lucenews #lucelanazione #polosud #HarpreetChandi #polarpreet
Arriva il risarcimento per la professoressa trans licenziata. “Mi tremano le mani: per la prima volta in tribunale è stato riconosciuto il peso specifico della discriminazione di genere all'interno di un rapporto di lavoro”. Parola di Giovanna Cristina Vivinetto, docente e poetessa transessuale che nel 2019 era stata licenziata dall’istituto paritario Kennedy di Roma. Ora, a distanza di anni, è stato finalmente “aperto il varco”: la sentenza del tribunale di Roma condanna lo stesso istituto a risarcirla, come riferisce lei stessa su Facebook. Quella scuola l'aveva assunta e licenziata dopo tre settimane nel 2019, ma oggi il giudice ha “riconosciuto a tutti gli effetti la discriminazione di genere come causa scatenante il recesso del rapporto lavorativo stipulato”. Già nel 2019, sempre sui social, la professoressa sfogava il suo rammarico. “Mi hanno detto che spiego male e sono indietro col programma. Ma probabilmente c'entra il fatto che io sia una donna transessuale, e questo sarebbe già molto più triste e ingiusto” denunciava la professoressa riportando le motivazioni del licenziamento seguito “a tre giorni di malattia la scorsa settimana per una forte tonsillite batterica con febbre a 39”.
Giovanna Cristina Vivinetto (Ansa)
Giovanna Cristina Vivinetto (Ansa)
Per la trans, già vincitrice del Premio Viareggio nella sezione poesia (con il romanzo in versi "Dolore minimo" dove racconta la complessa condizione transessuale, libro che ha ispirato la serie tv "Prisma" di Amazon Prime), scattò subito una gara di solidarietà sul web. Ma ora è anche il tribunale a darle ragione: “in tutti i modi hanno provato a screditare la persona e la mia professionalità. La loro difesa sosteneva non fossi una buona insegnante, nonché persona sessualmente esplicita. Ci hanno provato ma non ci sono riusciti. Le loro testimonianze non sono state in grado di dimostrare il contrario, anzi si sono rivelate utili per rafforzare che non fosse la mia mancata professionalità il motivo del licenziamento” spiega la docente commentando la sentenza e ribadendo che “il giudice li ha smentiti su tutta la linea”. Nel suo post la donna riporta anche uno stralcio delle motivazioni della sentenza, secondo cui “le dichiarazioni non appaiono significative di un'effettiva inadempienza della professoressa Vivinetto ai propri impegni didattici. [...] Inoltre appare quantomeno prematuro un recesso esercitato in così breve tempo, per motivazioni attinenti la scarsa capacità didattica, senza dare alla professoressa la possibilità di ambientarsi e di acquisire piena nozione dei piani didattici personalizzati da applicare ai propri alunni. [...] Sicché può ritenersi adeguatamente provato che le ragioni che hanno indotto la società resistente a risolvere il rapporto di lavoro con la Vivinetto siano ascrivibili proprio alla sua condizione di transessuale”.
Giovanna Cristina Vivinetto, docente e poetessa transessuale (Facebook)
Giovanna Cristina Vivinetto, docente e poetessa transessuale (Facebook)
Su Facebook, si moltiplicano i post entusiastici sull'esito della sua battaglia, che lei commenta senza mezzi termini: “Ho vinto. Abbiamo vinto. Un varco è stato aperto ed è da qui che possiamo fare entrare la luce. Sono una docente degna di rispetto. Sono una donna transgender degna di rispetto. Come dovrebbe essere in ogni caso. Sta a noi decidere in quale direzione cambiare la nostra società. Starò sempre dalla parte di chi lotta ogni giorno per i propri diritti, per non vederseli più calpestare”. Tra i tanti commenti, sulla vicende arrivano le parole della responsabile “Libertà & Diritti” di Sinistra Italiana, Marilena Grassadonia. “Un’altra battaglia vinta, un altro tassello che si incastra al posto giusto in un puzzle che rappresenta la dignità delle vite delle persone lgbt+ e in questo caso più specificatamente delle persone transgender” dice Grassadonia e aggiunge: “Un grazie a Giovanna per non essersi arresa e per aver regalato alla comunità lgbt+ un tassello prezioso di cui essere orgoglios*”.
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • Evento 2022

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2021 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto