“Putin uccide civili in Ucraina“. Così l’altoparlante della stazione ferroviaria di Vilnius accoglie i russi che arrivano in treno nella capitale della Lituania. Ad attenderli, oltre al messaggio della metallica voce degli altoparlanti, anche 24 cartelloni affissi e sparsi per tutta la stazione, che mostrano le foto e le immagini della guerra in Ucraina. Come riporta il quotidiano The Guardian, ad aver ideato questa particolare protesta contro l’invasione russa in Ucraina non sono stati attivisti o manifestanti anti-Putin, bensì la compagnia ferroviaria LTG, che collega i treni dalla Russia in tutta la Lituania e in parte dell’Unione europea.
Nella stazione ferroviaria di Vilnius, in particolare, passa il treno Mosca-Kaliningrad, città russa che si può raggiungere via treno solo attraversando la Lituania e appunto, la capitale Vilnius. L’obiettivo di quei messaggi e di quelle immagini della guerra è raggiungere proprio i passeggeri russi che sono su quel treno e che costretti ad attendere la salita e la discesa di altri passeggeri nello scalo di Vilnius, sono obbligati ad ascoltare gli altoparlanti e a guardare quei cartelloni affissi all’esterno dei binari.
At the railway station in Vilnius, when the Moscow-Kaliningrad train stops, an announcement about the war in Ukraine sounds over the loudspeaker:
“Dear passengers of train No. 29 “Moscow – Kaliningrad”! Today, Putin is killing civilians in Ukraine. Do you agree with this? pic.twitter.com/OaMFDksPex
— Anonymous Operations (@AnonOpsSE) March 25, 2022
Appena il treno Mosca-Kaliningrad entra nella stazione di Vilnius, l’altoparlante pronuncia queste parole: “Cari passeggeri del treno n.29 Mosca-Kaliningrad, oggi Putin sta uccidendo civili in Ucraina. Siete d’accordo con questo?”. E anche nei 24 cartelloni con le immagini della guerra sono state scritte le stesse parole: “Oggi Putin sta uccidendo civili in Ucraina. Siete d’accordo con questo?”.
“Le persone in Russia non hanno molto accesso a informazioni imparziali – ha dichiarato alla Reuters Mantas Dubauskas, un portavoce della compagnia ferroviaria lituana LTG -. Qui alla stazione di Vilnius abbiamo la possibilità di mostrare loro almeno una piccola parte di ciò che sta succedendo in Ucraina. È il minimo che possiamo fare, forse così possiamo far cambiare idea a qualche passeggero”.
In Lituania, che è diventata una repubblica indipendente nel 1990 ed è entrata nella Nato nel 2004, nei primi giorni dopo l’arrivo delle truppe russe in Ucraina, lo scorso 24 febbraio, l’ansia tra la popolazione è cresciuta moltissimo. “Ha sollevato molte paure storiche nel mio Paese – ha affermato al Guardian Linas Kojala, direttore del think tank dell’Eastern Europe Studies Centre -. Ho ricevuto dozzine di messaggi da parte di amici che mi chiedevano cosa sarebbe successo dopo. Alcuni mi hanno chiesto se avrebbero dovuto lasciare il Paese, per raggiungere magari la Spagna o il Portogallo. Basta guardare una mappa della regione per sentirsi a disagio”.
La Lituania è stato il primo Paese dell’Unione europea ad annunciare di aver abbandonato il gas russo, lo scorso primo aprile. È stato anche uno dei primi Paesi dell’Ue ad aver ridimensionato i legami diplomatici con il Cremlino, in particolare dopo che sono emerse le notizie sui crimini di guerra a Bucha. I funzionari dell’ambasciata lituana a Mosca sono stati richiamati in patria mentre il governo ha chiesto all’ambasciatore russo di lasciare la capitale lituana.
Pochi giorni fa sempre a Vilnius, una ex campionessa olimpica di nuoto, Rūta Meilutytė, ha percorso a nuoto uno stagno colorato di rosso sangue davanti all’ambasciata russa nella capitale della Lituania. L’atleta ha motivato così la sua protesta, scrivendo su Twitter: “È importante non diventare insensibili alle orribili immagini delle uccisioni di massa degli ucraini e al loro dolore. Gli orrori, apparentemente senza fine, imposti dalla Russia alla terra ucraina non devono diventare la norma”.