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Home » Attualità » Quando la pedofila è lei: sesso con minorenni e filmati sui social, arrestata “zia Martina”

Quando la pedofila è lei: sesso con minorenni e filmati sui social, arrestata “zia Martina”

Gli abusi perpetrati da un'insegnante di 41 anni a Bari richiamano il caso di Prato, dove - nel 2019 - un'infermiera di 31 anni rimase incinta di un 15enne, il figlio di un'amica a cui dava ripetizioni d'inglese da due anni. Secondo il report di Mater Onlus gli abusi sessuali da parte delle donne durante la pandemia sarebbero diventati un trend nel dark web

Camilla Prato
27 Dicembre 2021
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Avrebbe adescato bambini o poco più che ragazzini sui social, facendosi chiamare zia Martina, per avere con loro rapporti sessuali. La presunta pedofila è un’insegnante di 45 anni arrestata dai carabinieri, in una città del Nord dove stava lavorando, con l’accusa di corruzione di minorenni e pornografia minorile. Secondo le indagini, in un b&b di Bari la donna avrebbe avuto rapporti sessuali con un 15enne, mentre un altro ragazzo più giovane li filmava. Avrebbe inoltre trasmesso scene di sesso, sempre con lei stessa protagonista, in diretta su Instagram, nel corso di un’affollata videochat alla quale era presente anche un ragazzo appena 12enne. E, secondo quanto emerso dall’analisi dei tabulati telefonici, due fratellini di 11 e otto anni sarebbero stati una volta nel b&b occupato dalla donna: con loro la 45enne avrebbe anche avuto un intenso scambio di telefonate notturne. L’insegnante, che aveva due profili Instagram seguiti da oltre quattromila utenti, in gran parte minorenni, è ora ai domiciliari. Nella descrizione di uno dei due profili social aveva scritto “per giocare e per scherzare“. L’attenzione degli investigatori si concentra anche su altre due dirette Instagram, avviate da un ragazzino disabile, in cui si vedono alcuni giovanissimi nudi in una stanza, con una donna ripresa di spalle.

Per adescare i minorenni si sarebbe servita dei social e del passaparola

I fatti contestati all’insegnante risalgono alla scorsa estate, nel periodo compreso tra giugno e agosto, quando la 45enne, originaria della provincia di Bari, si sarebbe spostata nel capoluogo pugliese per incontrare i ragazzini. Secondo quanto accertato dagli inquirenti, i video delle scene di sesso erano diventati virali in particolare tra i giovanissimi di due quartieri popolari della città. Il passaparola derivato dalla diffusione delle immagini sarebbe servito alla donna – secondo gli investigatori – per adescare altri minorenni. Le indagini sono partite a luglio, dopo l’intervento dei carabinieri nel b&b in cui la 45enne avrebbe incontrato alcuni ragazzini. Al loro arrivo i militari hanno trovato due mamme che urlavano e cercavano la 45enne che in quel momento non c’era, anche se risultava una prenotazione a suo nome. Per motivare l’arresto e il divieto di utilizzare qualsiasi mezzo di comunicazione, il gip e la Procura evidenziano che la professione di insegnante le consentirebbe di intrecciare rapporti con altre potenziali vittime e che i reati potrebbero essere commessi ancora, data la fitta rete di contatti di cui dispone sui social network.

Il caso di Prato: quando la pedofila è una mamma di 31 anni

L’orribile vicenda di zia Martina non può che riportarci al caso di Prato, dove – nel 2019 – un’infermiera di 31 anni, offrendosi di dare ripetizioni d’inglese al figlio di un’amica, fece sesso con il minore di appena 13 anni per due anni consecutivi, finché rimase incinta dello stesso. Ma il marito della donna, già mamma, decise di riconoscere il figlio come suo. La pedofilia femminile è meno conosciuta, ma in tanti la considerano anche meno attenzionata. Secondo un rapporto dell’associazione Meter Onlus durante la pandemia gli abusi sessuali femminili perpetrati da madri ai danni dei propri figli minori, fenomeno conosciuto come “Pedomama”, nel dark web sono diventato un trend. La Meter ha rilevato al primo posto la Nuova Zelanda con 453 segnalazioni, a seguire Grenada con 353 segnalazioni e l’Italia al decimo posto con 70 casi. “Questo mostra – si legge nel report – una violazione delle aspettative sociali che fanno da cornice alla figura femminile e materna. Pensare che le donne, che tradizionalmente ricoprono un ruolo di cura, di protezione, di assistenza e di educazione, possano abusare provoca malessere e disagio, ma purtroppo oggi ci troviamo di fronte ad un fenomeno in crescita”.

 

 

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Instagram

  • Stando alle ultime stime, in Italia vivono almeno 88mila donne vittima di mutilazioni genitali femminili, con tutti i gravi problemi fisici, funzionali, psicologici che ne derivano. In base ai dati diffusi dal Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (Unfpa) e dall’Unicef, nel mondo ammonterebbero ad almeno 200 milioni donne e ragazze che hanno subito mutilazioni genitali. Nel 2023, circa 4,2 milioni di bambine e ragazze nel mondo sono a rischio di subire queste pratiche.

Attraverso la testimonianza di Ayaan Hirsi Ali, autrice de “L’infedele", proviamo a spiegare con le giuste parole in tutta la sua cruda realtà cosa racchiuda veramente:

“Mi afferrò e mi bloccò la parte superiore del corpo… Altre due donne mi tennero le gambe divaricate. L’uomo che era un cinconcisore tradizionale appartenente al clan dei fabbri, prese un paio di forbici. Con l’altra mano afferrò quel punto misterioso e cominciò a tirare… Sentii il rumore, come un macellaio che rifila il grasso da un pezzo di carne.”

Nella Giornata Internazionale contro le mutilazioni genitali femminili il presidente della Società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva-rigenerativa ed estetica Sicpre, il professor Francesco Stagno d’Alcontres, dichiara: 

“Spesso l’evento della mutilazione viene rimosso dai ricordi, mentre restano i dolori nei rapporti sessuali, le difficoltà nella minzione e durante il parto. La mutilazione genitale è un evento che modifica il corso della vita e noi lo dobbiamo contrastare sul piano della cultura e affrontare sul piano medico e scientifico”.

L’edizione 2023 del Summit Itinerante contro la mutilazioni genitali femminili, l’evento che si svolge in data odierna a Roma, presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustininani, sede della Presidenza del Senato della Repubblica, vede il saluto di esponenti del Governo, la testimonianza di una vittima e la partecipazione di importanti personalità, tra cui gli esperti della chirurgia plastica italiana chiamati a raccolta dalla Sicpre.

Letizia Cini ✨

#lucenews #lucelanazione #giornatamutilazionigenitalifemminili #linfedele
  • "Vorrei ringraziare la comunità queer per il vostro amore e per aver inventato un genere". 👑

Con queste parole di ringraziamento, Queen Bay riscrive la storia dei Grammy Awards. Beyoncé ier sera ha battuto tutti i record: con la 32esima vittoria incassata, è la star più premiata della storia degli Oscar della musica.

Con altri quattro grammofoni d’oro, la star americana, icona mondiale e paladina dei diritti civili e della body positivity, ha così superato il primato del direttore d’orchestra Georg Solti scomparso nel ‘97 e che, fino a stanotte, era rimasto imbattuto per due decenni con 31 vittorie. Queen Bay ha voluto dedicare la vittoria alla comunità Lgbtq+.

#lucenews #lucelanazione #qn #beyoncé #grammyawards2023
  • Stava regalando libri alle ragazze quando è stato arrestato a Kabul, giovedì 3 febbraio. Ismail Mashal, un professore universitario afghano, 37 anni, in aperta critica con il bando posto dai Talebani all’istruzione femminile, andava in giro con un carretto pieno di volumi gratuiti che distribuiva a donne e bambine, quando le forze di sicurezza lo hanno accusato di “azioni provocatorie” dalle autorità che lo hanno portato in carcere. Lo riferisce la Bbc.

Alcuni testimoni hanno riferito che il professore è stato schiaffeggiato, preso a pugni e a calci dalle forze di sicurezza locali durante l’arresto. Tuttavia Abdul Haq Hammad, un funzionario del ministero dell’Informazione e della Cultura talebani, ha dichiarato che il docente è stato trattato bene mentre era in custodia. 

Mashal è salito alla ribalta dopo aver strappato i documenti accademici in diretta tv per protestare contro il divieto dei talebani all’istruzione universitaria e secondaria per le donne. Il video in diretta televisiva è diventato virale. 

Ex giornalista, il 37enne dirigeva un’università privata a Kabul, frequentata da 450 studentesse che seguivano i corsi di giornalismo, ingegneria e informatica, tutte discipline che il ministro dell’Istruzione afghano sosteneva non dovessero essere insegnate alle ragazze in quanto contrarie all’islam e la cultura afghana. Quando a dicembre i Talebani hanno annunciato che alle studentesse universitarie non sarebbe più stato permesso di tornare a studiare fino a nuovo ordine, il professor Mashal ha chiuso definitivamente la sua scuola, affermando che “l’istruzione o si offre a tutti o a nessuno“.

“L’unico potere che ho è la mia penna, anche se mi uccidono, anche se mi fanno a pezzi, non resterò in silenzio“, ha dichiarato il mese scorso il professore. Ha anche affermato che un maggior numero di uomini deve insorgere per protestare contro le restrizioni imposte alle donne. Durante il loro incontro a Kabul, Mahsal, padre di due figli, ha precisato che non temeva di essere arrestato o ucciso. Si è detto invece certo che alla fine i Talebani avrebbero cercato di metterlo a tacere, ma è rimasto convinto che fosse un prezzo onesto da pagare.

#lucenews #kabul
  • ✨"Sento ancora la vertigine". Si intitola così il primo documentario dedicato a Elodie, la bellissima e talentuosa cantante romana, che la prossima settimana sarà in gara al Festival di Sanremo. Affascinante e ironica, sensuale e pungente, ma anche fragile e con i piedi per terra: la 32enne si mostra a 360 gradi e senza filtri in un documento reale di quello che l
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