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Home » Attualità » “Quel vigile mi ha detto ‘ricchione sfigato’ gli ho risposto che così sarà lui e mi ha denunciato”

“Quel vigile mi ha detto ‘ricchione sfigato’ gli ho risposto che così sarà lui e mi ha denunciato”

Sfogo su instagram di un commerciante di Torino fermato in monopattino. La Municipale nella bufera

Federico Martini
19 Maggio 2021
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In un video su Facebook ha raccontato di essere stato chiamato “ricchione e sfigato” da un agente della polizia municipale di Torino, che poco prima, insieme a un collega, lo aveva fermato per un’infrazione commessa a bordo del suo monopattino. A denunciare l’accaduto sul social network è Alessio Cusumano, titolare di un negozio di videogames nel capoluigo piemontese. “Mentre andavo a lavoro – ha spiegato il giovane in un video postato su Instagram – la polizia municipale mi ha fermato perché uscendo dalla pista ciclabile con il monopattino ho attraversato un tratto di marciapiede. Uno degli agenti mi ha chiesto i documenti dicendomi che mi avrebbe fatto il verbale. Gli chiedo scusa e gli do i documenti, spiegandogli che non potevo fare
altrimenti perché la strada è in condizioni pietose”. Fra l’altro Cusumano in quel tratto di strada era caduto alcuni mesi fa sempre a bordo del monopattino ed aveva ottenuto un risarcimento del danno da parte del Comune di Torino.

“Il collega, che indossava un passamontagna – prosegue Cusumano – mi dice allora che sono uno sfigato. Intanto altre persone attraversavano lo stesso tratto, senza che gli agenti facessero nulla. Alla mia richiesta di spiegazioni, sempre il secondo agente mi rivolge la parola “queste scene da ricchione a me non vanno bene”. Alla fine mi hanno denunciato per aggressione a pubblico ufficiale e per violenza perché gli ho detto che ricchione e sfigato c’era lui. La vedo grigia, ho sempre meno fiducia nel genere umano”.

Intanto, Cusumano sarà ricevuto martedì prossimo, 25 maggio, dal comandante dei vigili torinesi Emiliano Bezzon, mentre l’assessore alla polizia municipale Marco Giusta ha annunciato che la giunta approfondirà le indagini sul caso.

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  • "È passato un mese dall’incidente, e ogni giorno, penso costantemente a come le cose possano cambiare rapidamente e drasticamente, in un batter d’occhio, e in modi che non avrei mai potuto immaginare.”

Il protagonista di questa vicenda è Leonardo Lotto, studente aostano, che la mattina del 23 febbraio è rimasto vittima di un incidente in mare. Il ragazzo era a Melbourne con un gruppo di amici quando dopo un tuffo tra le onde sul bagnasciuga ha picchiato violentemente la testa contro il fondale di sabbia. In quel momento è iniziato l’incubo: prima gli amici lo hanno aiutato a uscire dall’acqua, poi la corsa disperata in ospedale. Dopo l’intervento d’urgenza, è arrivato il duro responso: “Frattura delle vertebre C3 e C5, spina dorsale danneggiata". Leonardo Lotto è paralizzato dalla testa in giù e non potrà più camminare.

"Continuerò a lottare e farò tutto il necessario. A volte cadrò, ma alla fine mi rialzerò, vivendo sempre giorno per giorno, superando i momenti più bui”.

Dopo il ricovero all’Alfred Hospital di Melbourne, in Australia, “le sue condizioni sono stabili, e ora è pronto per iniziare il suo lungo percorso riabilitativo a Milano con tutte le energie e la positività che hanno sempre caratterizzato la sua personalità”. E gli amici, proprio per sostenere le cure, hanno organizzato una raccolta fondi online.

✍ Barbara Berti 

#lucenews #lucelanazione #australia #leonardolotto
  • È quanto emerge da uno studio su 1.700 ragazzi toscani realizzato dal Meyer center for health and happiness, di cui è responsabile Manila Bonciani, insieme all’Università di Firenze, e presentato in occasione della Giornata internazionale della felicità nel corso di un evento organizzato al Meyer health campus di Firenze.

Cosa gli adolescenti pensano della felicità? Come la definiscono? Cosa li rende felici? Queste alcune domande dello studio. Dai risultati emerge che i ragazzi spesso non riescono a dare neanche una definizione della felicità. Tuttavia ne sottolineano la rilevanza e la transitorietà. 

Dalla ricerca emerge così che la manifestazione della felicità si declina in sei dimensioni:
➡ La più rilevante che emerge è quella dell’interesse sociale, data dall’importanza che viene attribuita dai ragazzi alle relazioni interpersonali.
➡ La seconda è l’espressione della soddisfazione verso la propria vita, del fare le cose che piacciono loro.
➡ La terza è vivere emozioni positive, rilevanza che si riscontra anche nelle parole dei ragazzi che esprimono in maniera importante l’idea di essere felici quando sono senza preoccupazioni o pressioni che avvertono frequentemente, come anche quella scolastica.
➡ La quarta è il senso di autorealizzazione insieme a quello di padronanza delle varie situazioni che si trovano ad affrontare.
➡ Infine in misura minore la loro felicità è legata all’ottimismo, cui gli stessi adolescenti non attribuiscono grande rilevanza, sebbene rappresenti la sesta dimensione della felicità identificata.

Gli adolescenti che risultano più felici si caratterizzano per essere più empatici, esprimere un atteggiamento cooperativo, avere maggiore autoconsapevolezza, saper gestire meglio le emozioni e risolvere le situazioni problematiche, avere una buona immagine di sé. 

Ancora i maschi risultano essere più felici delle femmine a eccezione della dimensione relazionale e sociale della felicità che non si differenzia in maniera significativa tra i due gruppi, e le fasce di età più piccole, fino ai 15 anni, esprimono maggiormente di essere felici rispetto ai ragazzi di 16-17 o maggiorenni.

#felicità #ospedalemeyer #adolescenza
In un video su Facebook ha raccontato di essere stato chiamato “ricchione e sfigato” da un agente della polizia municipale di Torino, che poco prima, insieme a un collega, lo aveva fermato per un’infrazione commessa a bordo del suo monopattino. A denunciare l’accaduto sul social network è Alessio Cusumano, titolare di un negozio di videogames nel capoluigo piemontese. “Mentre andavo a lavoro - ha spiegato il giovane in un video postato su Instagram - la polizia municipale mi ha fermato perché uscendo dalla pista ciclabile con il monopattino ho attraversato un tratto di marciapiede. Uno degli agenti mi ha chiesto i documenti dicendomi che mi avrebbe fatto il verbale. Gli chiedo scusa e gli do i documenti, spiegandogli che non potevo fare altrimenti perché la strada è in condizioni pietose". Fra l'altro Cusumano in quel tratto di strada era caduto alcuni mesi fa sempre a bordo del monopattino ed aveva ottenuto un risarcimento del danno da parte del Comune di Torino. "Il collega, che indossava un passamontagna - prosegue Cusumano - mi dice allora che sono uno sfigato. Intanto altre persone attraversavano lo stesso tratto, senza che gli agenti facessero nulla. Alla mia richiesta di spiegazioni, sempre il secondo agente mi rivolge la parola “queste scene da ricchione a me non vanno bene”. Alla fine mi hanno denunciato per aggressione a pubblico ufficiale e per violenza perché gli ho detto che ricchione e sfigato c’era lui. La vedo grigia, ho sempre meno fiducia nel genere umano”. Intanto, Cusumano sarà ricevuto martedì prossimo, 25 maggio, dal comandante dei vigili torinesi Emiliano Bezzon, mentre l'assessore alla polizia municipale Marco Giusta ha annunciato che la giunta approfondirà le indagini sul caso.
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