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Home » Attualità » “Questa mascherina è prodotta da schiavi”: il misterioso bigliettino in una confezione di Ffp2

“Questa mascherina è prodotta da schiavi”: il misterioso bigliettino in una confezione di Ffp2

Il misterioso biglietto è stato ritrovato in una busta sigillata contenente la mascherina, acquistata in una farmacia all'Eur, Roma. Spunta però anche l'ipotesi del falso: lo stesso messaggio è apparso in una foto su Reddit circa una settimana fa

Marianna Grazi
15 Febbraio 2022
Messaggio mascherina LaPresse

La mascherina Ffp2 conteneva un messaggio al suo interno (LaPresse)

Share on FacebookShare on Twitter

“Non usate questa mascherina. È stata prodotta da schiavi africani nella prigione di Yingde, nella provincia del Guangdong, in Cina. Per favore, aiuto. Contattate un’organizzazione internazionale“. Un gesto semplice, ormai quotidiano, abituale, come aprire il sacchetto della mascherina Ffp2 nuova. Al suo interno però, non c’era solo il dispositivo di protezione personale diventato, da oltre 2 anni, un accessorio indispensabile, ma anche un messaggio. Poche parole scritte a mano, in inglese, su un pezzetto di carta, erano nascoste all’interno della confezione sigillata, acquistata in una farmacia del quartiere Eur di Roma.

Messaggio Mascherina Ffp2
Il messaggio ritrovato nella confezione della mascherina (LaPresse)

Lo strano ritrovamento è stato comunicato all’agenzia stampa LaPresse dall’ignaro acquirente, che ha trovato il biglietto nascosto nella confezione e ha avvertito la redazione. Il fogliettino, secondo la ricostruzione ipotizzata, sarebbe stato inserito nella busta – all’acquisto correttamente sigillata – soltanto al momento del confezionamento della mascherina nello stabilimento di produzione. Il suo autore resta però ignoto, non avendo lasciato traccia delle proprie generalità.

I precedenti: abiti e biglietti di auguri

Le etichette con la richiesta di aiuto o di denuncia di sfruttamento nei vestiti a marchio Zara

Il caso non può non richiamare alla mente altri episodi simili, come gli strani messaggi ritrovati sulle etichette o nelle tasche dei vestiti del marchio spagnolo Zara (“Ho fatto io questo capo d’abbigliamento che stai comprando, ma non sono stato pagato per farlo” vi si leggeva) nei negozi di Istanbul, o il paio di jeans acquistati in uno shop della catena Primark, nella cui tasca un giovane di Belfast ha trovato un cartoncino con scritto: “SOS! SOS! SOS!”, e sotto, in caratteri cinesi, la frase inquietante “Ci trattano come schiavi, salvateci“. E ancora, fuori dall’ambito vestiario, il caso della bambina inglese che, a Natale 2019, si è trovata fra le mani uno strano biglietto di auguri: “Siamo prigionieri stranieri nella prigione di Qingpu in China. Obbligati a lavorare contro la nostra volontà. Per favore aiutateci e avvertite le organizzazioni per i diritti umani”. È successo a Londra: la cartolina faceva parte di una confezione acquistata in un negozio Tesco, la maggiore catena di supermercati britannici, che ha subito interrotto il contratto con l’azienda cinese che le forniva i bigliettini natalizi. Insomma dal lontano oriente, nel corso degli anni, sono state molte le richieste di aiuto camuffate e nascoste che sono riuscite a trapelare attraverso le maglie del governo.

L’ipotesi del falso

I messaggi apparsi in foto su Reddit (Fanpage)

In merito al biglietto ritrovato a Roma, all’interno della confezione della mascherina, secondo quanto riportato da Fanpage, spunta l’ipotesi del falso. La stessa frase, scritta in inglese, che recita: “Non usate questa mascherina. È stata prodotta da schiavi africani nella prigione di Yingde, nella provincia del Guangdong, in Cina. Per favore, aiuto. Contattate un’organizzazione internazionale” la si ritrova nella foto di un (altro?) foglio apparsa per la prima volta su Reddit sei giorni fa. L’utente che l’aveva postata aveva anche scritto: “Questi appunti sono stati trovati in un pacco di FFP2 acquistato in un drugstore a Roma da un nostro amico. Apparentemente non sono stampati, ma scritti a mano in fretta, cosa dovremmo fare?”. Il post è stato però rimosso dai moderatori, ma molte persone sostengono che fosse privo di fondamento, in quanto non si poteva verificare se fosse vero o meno che il bigliettino era stato confezionato con le mascherine.

Sempre secondo il sito Fanpage un altro dato da valutare sarebbe il fatto che esistono più versioni dello stesso biglietto: due sono state fotografate dall’utente su Reddit e un’altra è quella pubblicata da LaPresse. Stesse parole, stessa scrittura, ma non ci sono prove che siano state scritte dalla stessa mano, così come del contrario. Basta fare poi una veloce ricerca sul web per scoprire che la prigione cinese citata, quella di Yingde, nella provincia del Guangdong, esiste davvero dal 1952. Ma al suo interno non dovrebbe esserci alcuna fabbrica di mascherine, o comunque non vi è alcuna prova che vi sia. Il misterioso messaggio ritrovato a Roma (o i messaggi, se avvalorata la tesi che siano più di uno i biglietti) è quindi una vera richiesta di aiuto oppure di tratta di una bravata per attirare l’attenzione? Il mistero resta, nascosto tra le pieghe di una mascherina.

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Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
"Non usate questa mascherina. È stata prodotta da schiavi africani nella prigione di Yingde, nella provincia del Guangdong, in Cina. Per favore, aiuto. Contattate un'organizzazione internazionale". Un gesto semplice, ormai quotidiano, abituale, come aprire il sacchetto della mascherina Ffp2 nuova. Al suo interno però, non c'era solo il dispositivo di protezione personale diventato, da oltre 2 anni, un accessorio indispensabile, ma anche un messaggio. Poche parole scritte a mano, in inglese, su un pezzetto di carta, erano nascoste all'interno della confezione sigillata, acquistata in una farmacia del quartiere Eur di Roma.
Messaggio Mascherina Ffp2
Il messaggio ritrovato nella confezione della mascherina (LaPresse)
Lo strano ritrovamento è stato comunicato all'agenzia stampa LaPresse dall'ignaro acquirente, che ha trovato il biglietto nascosto nella confezione e ha avvertito la redazione. Il fogliettino, secondo la ricostruzione ipotizzata, sarebbe stato inserito nella busta – all'acquisto correttamente sigillata – soltanto al momento del confezionamento della mascherina nello stabilimento di produzione. Il suo autore resta però ignoto, non avendo lasciato traccia delle proprie generalità.

I precedenti: abiti e biglietti di auguri

Le etichette con la richiesta di aiuto o di denuncia di sfruttamento nei vestiti a marchio Zara
Il caso non può non richiamare alla mente altri episodi simili, come gli strani messaggi ritrovati sulle etichette o nelle tasche dei vestiti del marchio spagnolo Zara ("Ho fatto io questo capo d'abbigliamento che stai comprando, ma non sono stato pagato per farlo" vi si leggeva) nei negozi di Istanbul, o il paio di jeans acquistati in uno shop della catena Primark, nella cui tasca un giovane di Belfast ha trovato un cartoncino con scritto: "SOS! SOS! SOS!", e sotto, in caratteri cinesi, la frase inquietante "Ci trattano come schiavi, salvateci". E ancora, fuori dall'ambito vestiario, il caso della bambina inglese che, a Natale 2019, si è trovata fra le mani uno strano biglietto di auguri: "Siamo prigionieri stranieri nella prigione di Qingpu in China. Obbligati a lavorare contro la nostra volontà. Per favore aiutateci e avvertite le organizzazioni per i diritti umani”. È successo a Londra: la cartolina faceva parte di una confezione acquistata in un negozio Tesco, la maggiore catena di supermercati britannici, che ha subito interrotto il contratto con l’azienda cinese che le forniva i bigliettini natalizi. Insomma dal lontano oriente, nel corso degli anni, sono state molte le richieste di aiuto camuffate e nascoste che sono riuscite a trapelare attraverso le maglie del governo.

L'ipotesi del falso

I messaggi apparsi in foto su Reddit (Fanpage)
In merito al biglietto ritrovato a Roma, all'interno della confezione della mascherina, secondo quanto riportato da Fanpage, spunta l'ipotesi del falso. La stessa frase, scritta in inglese, che recita: “Non usate questa mascherina. È stata prodotta da schiavi africani nella prigione di Yingde, nella provincia del Guangdong, in Cina. Per favore, aiuto. Contattate un’organizzazione internazionale" la si ritrova nella foto di un (altro?) foglio apparsa per la prima volta su Reddit sei giorni fa. L'utente che l'aveva postata aveva anche scritto: "Questi appunti sono stati trovati in un pacco di FFP2 acquistato in un drugstore a Roma da un nostro amico. Apparentemente non sono stampati, ma scritti a mano in fretta, cosa dovremmo fare?". Il post è stato però rimosso dai moderatori, ma molte persone sostengono che fosse privo di fondamento, in quanto non si poteva verificare se fosse vero o meno che il bigliettino era stato confezionato con le mascherine. Sempre secondo il sito Fanpage un altro dato da valutare sarebbe il fatto che esistono più versioni dello stesso biglietto: due sono state fotografate dall'utente su Reddit e un'altra è quella pubblicata da LaPresse. Stesse parole, stessa scrittura, ma non ci sono prove che siano state scritte dalla stessa mano, così come del contrario. Basta fare poi una veloce ricerca sul web per scoprire che la prigione cinese citata, quella di Yingde, nella provincia del Guangdong, esiste davvero dal 1952. Ma al suo interno non dovrebbe esserci alcuna fabbrica di mascherine, o comunque non vi è alcuna prova che vi sia. Il misterioso messaggio ritrovato a Roma (o i messaggi, se avvalorata la tesi che siano più di uno i biglietti) è quindi una vera richiesta di aiuto oppure di tratta di una bravata per attirare l'attenzione? Il mistero resta, nascosto tra le pieghe di una mascherina.
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