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Uccisa con sei proiettili Hadis Najafi, la "ragazza con la coda" simbolo delle proteste in Iran

Dilagano le manifestazioni e salgono le vittime. Intanto l'Unione europea chiede un'indagine sulla morte di Masha Amini

di BARBARA BERTI -
26 settembre 2022
Hadis Najafi, 20 anni, uccisa con sei colpi di proiettile (Instagram)

Hadis Najafi, 20 anni, uccisa con sei colpi di proiettile (Instagram)

Capelli biondi, senza velo, raccolti in uno chignon, pronta ad affrontare la repressione della polizia. E’ il ritratto, immortalato in un video (diventato virale) girato nel corso delle proteste in Iran scoppiate dopo l’uccisione della 22enne Mahsa Amini, ragazza curdo-iraniana morta in custodia dopo essere stata arrestata dalla “polizia morale”, di Hadis Najafi, 20 anni, diventata il simbolo delle manifestazioni contro il regime degli ayatollah. Come denuncia via Twitter la giornalista iraniana Masih Alinejad, la ragazza è morta: “Sua sorella mi ha detto che aveva solo 20 anni ed è stata uccisa da 6 proiettili nella città di Karaj”. La giovane è stata uccisa a Karaj, città a 20 km a ovest di Teheran, e secondo le denunce apparse sui social, l’assassinio è avvenuto la sera del 24 settembre: sei proiettili che l’hanno colpita al viso, al petto e al collo.
Hadith Najafi era diventata il simbolo delle proteste per Mahsa Amini (Ansa)

Hadith Najafi era diventata il simbolo delle proteste per Mahsa Amini (Ansa)

Continua, quindi, a salire paurosamente il bilancio delle vittime della repressione delle proteste: 41 morti, tra cui dimostranti e forze dell'ordine, secondo il regime; almeno 54 per la Ong “Iran Human Rights” che ha sede a Oslo. La repressione ha preso anche la forma degli arresti, oltre 700, mentre sono 1.200 le persone identificate, riporta l’agenzia semi-ufficiale Tasmin. In manette sono finiti anche i reporter: secondo il Comitato per la protezione dei giornalisti (Cpj), almeno 17 sono stati fermati dall'inizio dei moti di protesta. Una situazione di allerta che il regime teocratico intende contenere. Per questo il capo del potere giudiziario iraniano ha sottolineato “l'urgenza di una risposta che sia decisa e senza indulgenza” contro gli istigatori dei “disordini” che, comunque, non si placano anche fuori dai confini. Domenica 25 settembre, infatti, c’è stata una manifestazione vicino all'ambasciata iraniana nel Kurdistan iracheno che è stata repressa, ad Atene una bomba molotov è stata lanciata contro l’ambasciata della Repubblica Islamica.
Virale il video nel quale la bionda Hadith, senza velo, si legava i capelli prima di una manifestazione (Ansa)

Virale il video nel quale la bionda Hadith, senza velo, si legava i capelli prima di una manifestazione (Ansa)

Nei giorni scorsi il presidente ultraconservatore Ebrahim Raisi – che a New York si è rifiutato di farsi intervistare dalla giornalista della Cnn Christiane Amanpour perché non indossava il velo – aveva espressamente chiesto alle forze dell’ordine di agire “con fermezza” contro i dimostranti, aizzati a suo dire dagli occidentali. Ciò spiega anche la mossa del ministero degli Esteri di Teheran che ha convocato gli ambasciatori di Regno Unito e Norvegia per denunciare le “interferenze” da parte di questi Paesi negli affari interni della Repubblica islamica. Le autorità sperano inoltre che limitando l’accesso a Internet si riescano a controllare o prevenire le azioni dei dimostranti in rivolta contro decenni di oppressione. Dall’Europa, intanto, arrivano solidarietà ai manifestanti e forti condanne all’Iran. L’Alto Rappresentante per la Politica Estera, Josep Borrell, ha dichiarato che “per l’Ue e i suoi Stati membri, l’uso diffuso e sproporzionato della forza contro manifestanti non violenti è ingiustificabile e inaccettabile. I cittadini in Iran, come in qualsiasi altro Paese, hanno il diritto di protestare pacificamente. Tale diritto deve essere garantito in ogni circostanza”. E ha aggiunto: “L’Unione europea valuterà tutte le opzioni a sua disposizione in vista del prossimo Consiglio Affari esteri, per affrontare l’uccisione di Mahsa Amini e il modo in cui le forze di sicurezza iraniane hanno risposto alle manifestazioni che ne sono seguite”. Condanne all’Iran anche dagli Usa. Il consigliere nazionale per la Casa Bianca, Jake Sullivan, alla “Nbc News” ha dichiarato che gli Stati Uniti "sono accanto agli iraniani che chiedono un futuro migliore”. Vicinanza ai rivoltosi anche dalle principali piazze mondiali e virtuali. In questo caso un'empatia che si è espressa anche e soprattutto nei simboli, come il canto in persiano di “Bella ciao'” intonato da una giovane iraniana e diventato virale sui social.