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Home » Attualità » Rebecca Miscioscia nel Guinness dei primati: più giovane medico a capo di una clinica

Rebecca Miscioscia nel Guinness dei primati: più giovane medico a capo di una clinica

Dopo essersi laureata in medicina a Milano e specializzata in ginecologia e ostetricia a Brescia, la 33enne genovese è stata scelta per realizzare e dirigere un centro di fertilità in Danimarca

Marianna Grazi
20 Febbraio 2023
Rebecca Miscioscia guinness medico

Rebecca Angelica Miscioscia, 33 anni, di Quarto, è entrata nel Guinness dei primati

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Un record mondiale che parla italiano, anzi genovese. E che per di più appartiene a una donna: Rebecca Angelica Miscioscia è la più giovane medico a capo di una struttura sanitaria. La ragazza di Quarto, come un’odierna Garibaldina (dalla cittadina ligure partirono i Mille nel Risorgimento), è partita alla conquista di un ruolo di prestigio che l’ha portata a diventare oggi Medical Director e Clinic Manager di una Clinica di Fertilità in Danimarca. Un risultato da Guinness World Record per la chirurga, specializzata in ginecologia e ostetricia, che ribalta lo stereotipo che vede ancora le donne relegate a ruoli marginali (se non per le poche eccezionali eccezioni), vittime di un gender gap ancora radicato profondamente nella nostra società.

Una nuova sfida personale

“Ho scelto medicina perché volevo fare la differenza nella vita delle persone” dichiara Rebecca. Certo, “il ruolo di Direttore Medico è complesso”, spiega in un’intervista a Babboleo, perché nel percorso che l’ha portata fino alla guida della clinica danese ha dovuto affrontare sfide difficili. Non è stato semplice affiancare al suo ruolo di medico quello di gestione e organizzazione di “un progetto nuovo con grandissime responsabilità nei confronti dei pazienti ma anche degli investitori” spiega, “in un Paese straniero con leggi molto diverse rispetto all’Italia ed all’Europa mediterranea per quanto riguarda la salute riproduttiva“. Ma la genovese ha accettato la sfida personale e oggi si dice “molto orgogliosa di essere stata premiata per aver raggiunto questo traguardo così precocemente nella mia carriera”.

Ma entrare nel Guinness dei primati non è certo l’ultimo traguardo per la 33enne di Quarto, che invece proprio grazie a questo riconoscimento può ripartire con slancio verso nuovi progetti. Che mettano sempre al centro il benessere (inteso non solo come salute) delle persone. Tra i nuovi, ambiziosi, obiettivi c’è quello di rendere “i trattamenti di fertilità più accessibili ed empatici“. Partendo dalla promozione di una corretta informazione, che tuteli “già in età adolescenziale la fertilità dei futuri aspiranti genitori” ma anche che guidi “i pazienti infertili nelle decisioni che dovranno fare durante il loro percorso”. Ovviamente secondo lei è necessario anche un dialogo più stretto e attento tra ambito medico e politica. E mai come oggi appare in effetti una necessità, alla luce di quello che accade negli Stati Uniti ma anche in alcune nazioni europee e persino in Italia, in tema di diritti riproduttivi.

Rebecca Miscioscia oggi è Medical Director e Clinic Manager di una Clinica di Fertilità in Danimarca (@thegentlelady_ginecologa)

Il gender gap da colmare

E se la strada in Italia appare ancora piena di ostacoli, in salita, in Danimarca Rebecca Miscioscia è già una star. Ma conosce bene le difficoltà che si trovano davanti le adolescenti di oggi, che sognano di diventare medico, ingegnere o ricercatrici e si trovano invece in una condizione di forte disparità rispetto agli uomini nel settore scientifico. “Sento che è importante dimostrare alle nuove generazioni di bambine e bambini che, a prescindere dal sesso, sia possibile intraprendere una carriera di successo negli ambiti Stem– continua la dottoressa – raggiungendo grandi traguardi anche ad una giovane età”. La chiave per cambiare le cose, il vero motore di cambiamento, per lei risiede nella “determinazione di ognuno di noi per la creazione di un futuro più equo e inclusivo per tutti”.

Chi è Rebecca Angelica Miscioscia

“Sono un medico chirurgo, specialista in ginecologia ed ostetricia e dirigo una Clinica di Fertilità, ma prima di tutto sono una donna… proprio come te!” scrive sul suo blog (qui il link al sito) e basta andare a visitare le sua pagine Instagram (@thegentlelady_ginecologa) e TikTok per scoprire quanta passione mette questa giovane professionista nel suo lavoro, che, come scrive nella bio, è quello di aiutare le donne ad avere figli, allo stesso tempo promuovendo i diritti riproduttivi e l’empowerment femminile. La 33enne di Quarto, Liguria, si è laureata col massimo dei voti in Medicina e Chirurgia all’università San Raffaele di Milano, specializzandosi poi in Ginecologia ed Ostetricia all’università degli studi di Brescia. In quegli anni si è concentrata sull’oncologia e sull’oncofertilità, cioè la preservazione della capacità riproduttiva nei pazienti affetti da malattie tumorali. La sua passione per la riproduzione umana l’ha spinta a fare diverse esperienze formative all’estero, diventando un punto di riferimento in questo settore,  tanto da essere scelta per essere a capo del progetto di creazione e successiva direzione di un centro di fertilità in Danimarca.
La sua dedizione verso la ‘causa’ l’ha portata anche a voler condividere il suo sapere sui social: “Voglio darti gli strumenti per fare scelte consapevoli riguardo la tua salute senza dover studiare migliaia di testi scritti fitti fitti in ‘medichese’!”.

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  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

Torna anche quest’anno l
  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
Un record mondiale che parla italiano, anzi genovese. E che per di più appartiene a una donna: Rebecca Angelica Miscioscia è la più giovane medico a capo di una struttura sanitaria. La ragazza di Quarto, come un'odierna Garibaldina (dalla cittadina ligure partirono i Mille nel Risorgimento), è partita alla conquista di un ruolo di prestigio che l'ha portata a diventare oggi Medical Director e Clinic Manager di una Clinica di Fertilità in Danimarca. Un risultato da Guinness World Record per la chirurga, specializzata in ginecologia e ostetricia, che ribalta lo stereotipo che vede ancora le donne relegate a ruoli marginali (se non per le poche eccezionali eccezioni), vittime di un gender gap ancora radicato profondamente nella nostra società.

Una nuova sfida personale

"Ho scelto medicina perché volevo fare la differenza nella vita delle persone" dichiara Rebecca. Certo, "il ruolo di Direttore Medico è complesso", spiega in un'intervista a Babboleo, perché nel percorso che l'ha portata fino alla guida della clinica danese ha dovuto affrontare sfide difficili. Non è stato semplice affiancare al suo ruolo di medico quello di gestione e organizzazione di "un progetto nuovo con grandissime responsabilità nei confronti dei pazienti ma anche degli investitori" spiega, "in un Paese straniero con leggi molto diverse rispetto all’Italia ed all’Europa mediterranea per quanto riguarda la salute riproduttiva". Ma la genovese ha accettato la sfida personale e oggi si dice "molto orgogliosa di essere stata premiata per aver raggiunto questo traguardo così precocemente nella mia carriera". Ma entrare nel Guinness dei primati non è certo l'ultimo traguardo per la 33enne di Quarto, che invece proprio grazie a questo riconoscimento può ripartire con slancio verso nuovi progetti. Che mettano sempre al centro il benessere (inteso non solo come salute) delle persone. Tra i nuovi, ambiziosi, obiettivi c'è quello di rendere "i trattamenti di fertilità più accessibili ed empatici". Partendo dalla promozione di una corretta informazione, che tuteli "già in età adolescenziale la fertilità dei futuri aspiranti genitori" ma anche che guidi "i pazienti infertili nelle decisioni che dovranno fare durante il loro percorso". Ovviamente secondo lei è necessario anche un dialogo più stretto e attento tra ambito medico e politica. E mai come oggi appare in effetti una necessità, alla luce di quello che accade negli Stati Uniti ma anche in alcune nazioni europee e persino in Italia, in tema di diritti riproduttivi.
Rebecca Miscioscia oggi è Medical Director e Clinic Manager di una Clinica di Fertilità in Danimarca (@thegentlelady_ginecologa)

Il gender gap da colmare

E se la strada in Italia appare ancora piena di ostacoli, in salita, in Danimarca Rebecca Miscioscia è già una star. Ma conosce bene le difficoltà che si trovano davanti le adolescenti di oggi, che sognano di diventare medico, ingegnere o ricercatrici e si trovano invece in una condizione di forte disparità rispetto agli uomini nel settore scientifico. "Sento che è importante dimostrare alle nuove generazioni di bambine e bambini che, a prescindere dal sesso, sia possibile intraprendere una carriera di successo negli ambiti Stem- continua la dottoressa - raggiungendo grandi traguardi anche ad una giovane età". La chiave per cambiare le cose, il vero motore di cambiamento, per lei risiede nella "determinazione di ognuno di noi per la creazione di un futuro più equo e inclusivo per tutti".

Chi è Rebecca Angelica Miscioscia

"Sono un medico chirurgo, specialista in ginecologia ed ostetricia e dirigo una Clinica di Fertilità, ma prima di tutto sono una donna… proprio come te!" scrive sul suo blog (qui il link al sito) e basta andare a visitare le sua pagine Instagram (@thegentlelady_ginecologa) e TikTok per scoprire quanta passione mette questa giovane professionista nel suo lavoro, che, come scrive nella bio, è quello di aiutare le donne ad avere figli, allo stesso tempo promuovendo i diritti riproduttivi e l’empowerment femminile. La 33enne di Quarto, Liguria, si è laureata col massimo dei voti in Medicina e Chirurgia all’università San Raffaele di Milano, specializzandosi poi in Ginecologia ed Ostetricia all’università degli studi di Brescia. In quegli anni si è concentrata sull’oncologia e sull’oncofertilità, cioè la preservazione della capacità riproduttiva nei pazienti affetti da malattie tumorali. La sua passione per la riproduzione umana l'ha spinta a fare diverse esperienze formative all’estero, diventando un punto di riferimento in questo settore,  tanto da essere scelta per essere a capo del progetto di creazione e successiva direzione di un centro di fertilità in Danimarca. La sua dedizione verso la 'causa' l'ha portata anche a voler condividere il suo sapere sui social: "Voglio darti gli strumenti per fare scelte consapevoli riguardo la tua salute senza dover studiare migliaia di testi scritti fitti fitti in 'medichese'!".
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