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Home » Attualità » Rebel Wilson annuncia la nascita della figlia, avuta tramite una madre surrogata

Rebel Wilson annuncia la nascita della figlia, avuta tramite una madre surrogata

L'attrice comica australiana, 42 anni, è diventata mamma per la prima volta e ha postato sui social un tenero scatto di Royce Lilly: "Il regalo più bello"

Marianna Grazi
9 Novembre 2022
L'attrice 42enne australiana Rebel Wilson

L'attrice 42enne australiana Rebel Wilson

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Rebel Wilson è diventata mamma. Grazie ad un altra donna. L’attrice comica australiana, 42 anni, ha annunciato la nascita della sua prima figlia, avuta da madre surrogata. La star di “Bridesmaids” e “Pitch Perfect” ha condiviso online la foto della sua bambina, Royce Lilly, descrivendola come un “il dono più bello”. Nel post ha anche ringraziato la “splendida” madre surrogata per averla portata in grembo. “Non riesco nemmeno a descrivere l’amore che provo per lei, è un bellissimo miracolo!“, ha scritto.

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Un post condiviso da Rebel Wilson (@rebelwilson)

“Sono eternamente grata a tutti coloro che sono stati coinvolti (sapete chi siete), ci sono voluti anni per questo progetto… ma in particolare volevo ringraziare la mia splendida madre surrogata, che l’ha portata in grembo e l’ha fatta nascere con tanta dolcezza e cura“. E ha aggiunto: “Grazie per avermi aiutato a creare la mia famiglia, è un dono incredibile. Il miglior regalo!”. La Wilson ha anche postato una serie di scatti nelle storie di Instagram che la ritraggono circondata da palloncini, decorazioni e amici, in occasione del suo baby shower di celebrazione per la sua bimba. Sempre sui social la 42enne ha detto che sta “imparando in fretta” a essere madre, esprimendo “grande rispetto per tutte le mamme là fuori”. Ma perché ricorrere a una madre surrogata?

La relazione con “una principessa Disney”

A giugno scorso la Wilson aveva rivelato di avere una relazione lesbica con la stilista Ramona Agruma. All’epoca aveva detto: “Pensavo di essere alla ricerca di un principe azzurro… ma forse quello di cui ho avuto bisogno per tutto questo tempo era una principessa Disney“. Prima ancora che l’attrice rendesse pubblica la sua relazione con una donna, il Sydney Morning Herald aveva cercato di far passare Wilson per lesbica per molto tempo. Il giornale ha negato l’accusa, ma poi ha rimosso una rubrica di gossip e il suo autore si è scusato dicendo di essere “sinceramente dispiaciuto che Rebel abbia trovato questa situazione spiacevole”.

 

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L’ironia sul palco

Rebel Wilson quest’anno ha presentato i Premi Bafta (che premiano l’eccellenza cinematografica, televisiva e multimediale) per la prima volta quest’anno, scherzando sulla sua drammatica perdita di peso, sulla Royal Family e sul suo film flop “Cats“, oltre a fare il dito medio al presidente russo Vladimir Putin. A settembre, l’attrice ha dichiarato all’agenzia di stampa PA che dopo il dimagrimento le sono stati offerti ruoli di attrice più seri. Parlando con Nomia Iqbal della BBC nel dicembre dello scorso anno, la comica aveva già fatto una lunga riflessione sulla sua decisione di perdere peso durante il suo “anno della salute”, dopo essere stata per anni la “ragazza grassa e divertente” di Hollywood. Ma aveva affrontato anche un altro importante argomento: “Sto ancora cercando di affrontare il percorso legato alla fertilità, anche se è un viaggio pieno di emozioni e di speranze che poi si infrangono, quindi mi sento vicina a tutte le donne che lo affrontano”, ha detto la Wilson, che ha deciso di congelare i suoi ovuli dopo aver scoperto di avere la sindrome dell’ovaio policistico. “Io ero il classico esempio di donna in carriera che si è affacciata al mondo, non ha mai pensato ai figli e poi all’improvviso, a metà dei 30 anni, si è chiesta: ‘Oh, aspetta, voglio considerare anche questa opzione? E se lo voglio, cosa devo fare?’ Sarebbe fantastico se avessi dei figli miei, ma non so se succederà”.

 

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  • Nicoletta Sipos, giornalista e scrittrice, ha vissuto in Ungheria, in Germania e negli Stati Uniti, prima di raggiungere Milano e lì restare. Il suo romanzo “La guerra di H”, un romanzo fortemente ispirato a fatti realmente accaduti.

L’autrice indaga in maniera del tutto nuova e appassionante un momento drammatico, decisivo della storia del nostro continente: la Seconda guerra mondiale. A raccontare l’ascesa e la disfatta del Nazismo è stavolta la voce di un bambino tedesco, che riporta con semplicità e veracità le molte sofferenze patite dal suo popolo durante il conflitto scatenato da Hitler, focalizzando l’attenzione del lettore sul drammatico paradigma che accomuna chiunque si trovi a vivere sulla propria pelle una guerra: la sofferenza. Pagine toccanti, le sue, tanto più intense perché impregnate di fatti reali, emozioni provate e sentite dai protagonisti e condivise da quanti, tuttora, si trovano coinvolti in un conflitto armato. La memoria collettiva è uno strumento potente per non commettere gli stessi errori. 

"Imparai poco alla volta – scrive il piccolo Heinrich Stein, protagonista del romanzo – che nel nostro strano Paese la verità aveva più volti con infinite sfumature”.

👉Perché una storia così e perché ora?
“Ho incontrato il protagonista di questa mia storia molto tempo fa, addirittura negli anni ’50, ossia in un’epoca che portava ancora gli strascichi della guerra. Diventammo amici, parlammo di Hitler e della miseria della Germania. Poco per volta, via via che ci incontravamo, lui aggiungeva ricordi, dettagli, confessioni. Per anni ho portato dentro di me la testimonianza di questa storia che si arricchiva sempre più di dettagli. Molte volte avrei voluto scriverla, magari a quattro mani con il mio amico, ma lui non se la sentiva. Io stessa esitavo ad affrontare questa storia che racconta una famiglia tedesca in forte sofferenza in una Germania ferita e umiliata. La gente ha etichettato tutto il popolo tedesco durante il nazismo come crudele per antonomasia. Non si pensa mai a quanto la gente comune abbia sofferto, alla fame e al freddo che anche il popolo tedesco ha patito”.

✍ Caterina Ceccuti

#lucenews #giornodellamemoria #27gennaio
  • È dalla sua camera con vista affacciata sull’Arno che Ornella Vanoni accetta di raccontare un po’ di sé ai lettori di Luce!, in attesa di esibirsi, sabato 28 gennaio sul palco della Tuscany Hall di Firenze, dov’è in programma una nuova tappa della nuova tournée Le Donne e la Musica. Un ritorno atteso per Ornella Vanoni, che in questo tour è accompagnata da un quintetto di sole donne.

Innanzitutto come sta, signora Vanoni?
“Stanca, sono partita due mesi dopo l’intervento al femore che mi sono rotto cadendo per una buca proprio davanti a casa mia. Ma l’incidente non mi ha impedito di intraprendere un progetto inaspettato che, sin da subito, mi è stato molto a cuore. Non ho perso la volontà di andare avanti. Anche se il tempo per prepararlo e provare è stato pochissimo. E poi sono molto dispiaciuta“.

Per cosa?
“La morte dell’orso Juan Carrito, travolto e ucciso da un’auto cercava bacche e miele: la mia carissima amica Dacia (Maraini, ndr) l’altro giorno ha scritto una cosa molto bella dedicata a lui. Dovrò scrollarmi di dosso la malinconia e ricaricarmi in vista del concerto“.

Con lei sul palco ci sarà una jazz band al femminile con Sade Mangiaracina al pianoforte, Eleonora Strino alla chitarra, Federica Michisanti al contrabbasso, Laura Klain alla batteria e Leila Shirvani. Perché questa scelta?
“Perché sono tutte bravissime, professioniste davvero eccezionali. Non è una decisione presa sulla spinta di tematiche legate al genere o alle quote rosa, ma nata grazie a Paolo Fresu, amico e trombettista fantastico del quale sono innamorata da sempre. Tempo fa, durante una chiacchierata, Paolo mi raccontò che al festival jazz di Berchidda erano andate in scena tante musiciste bravissime. E allora ho pensato: ’Se sono così brave perché non fare un gruppo di donne? Certo, non l’ha fatto mai nessuno. Bene, ora lo faccio io“.

Il fatto che siano tutte donne è un valore aggiunto?
“In realtà per me conta il talento, ma sono felice della scelta: è bellissimo sentire suonare queste artiste, vederle sul palco intorno a me mi emoziona“.

L
  • Devanshi Sanghvi è una bambina di otto anni che sarebbe potuta crescere e studiare per gestire l’attività di diamanti multimilionaria appartenente alla sua facoltosissima famiglia, con un patrimonio stimato di 60 milioni di dollari.

Ma la piccola ha scelto di farsi suora, vivendo così una vita spartana, vestita con sari bianchi, a piedi nudi e andando di porta in porta a chiedere l’elemosina. Si è unita ai “diksha” alla presenza di anziani monaci giainisti. La bimba è arrivata alla cerimonia ingioiellata e vestita di sete pregiate. Sulla sua testa poggiava una corona tempestata di diamanti. Dopo la cerimonia, a cui hanno partecipato migliaia di persone, è rimasta in piedi con altre suore, vestita con un sari bianco che le copriva anche la testa rasata. Nelle fotografie, la si vede con in mano una scopa che ora dovrà usare per spazzare via gli insetti dal suo cammino per evitare di calpestarli accidentalmente.

Di Barbara Berti ✍

#lucenews #lucelanazione #india #DevanshiSanghvi
  • Settanta giorni trascorsi in un mondo completamente bianco, la capitana dell’esercito britannico Harpreet Chandi, che già lo scorso anno si era distinta per un’impresa tra i ghiacci, è una fisioterapista che lavora in un’unità di riabilitazione regionale nel Buckinghamshire, fornendo supporto a soldati e ufficiali feriti. 

Ha dimostrato che i record sono fatti per essere battuti e, soprattutto, i limiti personali superabili grazie alla forza di volontà e alla preparazione. E ora è diventata una vera leggenda vivente, battendo il record del mondo femminile per la più lunga spedizione polare – sola e senza assistenza – della storia.

Il 9 gennaio scorso, 57esimo giorno del viaggio che era cominciato lo scorso 14 novembre, la 34enne inglese ha raggiunto il centro del Polo Sud dopo aver percorso circa 1100 chilometri. Quando è arrivata a destinazione nel bel mezzo della calotta polare era felice, pura e semplice gioia di aver raggiunto l’agognato traguardo: “Il Polo Sud è davvero un posto incredibile dove stare. Non mi sono fermata molto a lungo perché ho ancora un lungo viaggio da fare. È stato davvero difficile arrivare qui, sciando tra le 13 e le 15 ore al giorno con una media di 5 ore di sonno”.

Di Irene Carlotta Cicora ✍

#lucenews #lucelanazione #polosud #HarpreetChandi #polarpreet
Rebel Wilson è diventata mamma. Grazie ad un altra donna. L'attrice comica australiana, 42 anni, ha annunciato la nascita della sua prima figlia, avuta da madre surrogata. La star di "Bridesmaids" e "Pitch Perfect" ha condiviso online la foto della sua bambina, Royce Lilly, descrivendola come un "il dono più bello". Nel post ha anche ringraziato la "splendida" madre surrogata per averla portata in grembo. "Non riesco nemmeno a descrivere l'amore che provo per lei, è un bellissimo miracolo!", ha scritto.
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Un post condiviso da Rebel Wilson (@rebelwilson)

"Sono eternamente grata a tutti coloro che sono stati coinvolti (sapete chi siete), ci sono voluti anni per questo progetto... ma in particolare volevo ringraziare la mia splendida madre surrogata, che l'ha portata in grembo e l'ha fatta nascere con tanta dolcezza e cura". E ha aggiunto: "Grazie per avermi aiutato a creare la mia famiglia, è un dono incredibile. Il miglior regalo!". La Wilson ha anche postato una serie di scatti nelle storie di Instagram che la ritraggono circondata da palloncini, decorazioni e amici, in occasione del suo baby shower di celebrazione per la sua bimba. Sempre sui social la 42enne ha detto che sta "imparando in fretta" a essere madre, esprimendo "grande rispetto per tutte le mamme là fuori". Ma perché ricorrere a una madre surrogata?

La relazione con "una principessa Disney"

A giugno scorso la Wilson aveva rivelato di avere una relazione lesbica con la stilista Ramona Agruma. All'epoca aveva detto: "Pensavo di essere alla ricerca di un principe azzurro... ma forse quello di cui ho avuto bisogno per tutto questo tempo era una principessa Disney". Prima ancora che l'attrice rendesse pubblica la sua relazione con una donna, il Sydney Morning Herald aveva cercato di far passare Wilson per lesbica per molto tempo. Il giornale ha negato l'accusa, ma poi ha rimosso una rubrica di gossip e il suo autore si è scusato dicendo di essere "sinceramente dispiaciuto che Rebel abbia trovato questa situazione spiacevole".
 
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L'ironia sul palco

Rebel Wilson quest'anno ha presentato i Premi Bafta (che premiano l'eccellenza cinematografica, televisiva e multimediale) per la prima volta quest'anno, scherzando sulla sua drammatica perdita di peso, sulla Royal Family e sul suo film flop "Cats", oltre a fare il dito medio al presidente russo Vladimir Putin. A settembre, l'attrice ha dichiarato all'agenzia di stampa PA che dopo il dimagrimento le sono stati offerti ruoli di attrice più seri. Parlando con Nomia Iqbal della BBC nel dicembre dello scorso anno, la comica aveva già fatto una lunga riflessione sulla sua decisione di perdere peso durante il suo "anno della salute", dopo essere stata per anni la "ragazza grassa e divertente" di Hollywood. Ma aveva affrontato anche un altro importante argomento: "Sto ancora cercando di affrontare il percorso legato alla fertilità, anche se è un viaggio pieno di emozioni e di speranze che poi si infrangono, quindi mi sento vicina a tutte le donne che lo affrontano", ha detto la Wilson, che ha deciso di congelare i suoi ovuli dopo aver scoperto di avere la sindrome dell'ovaio policistico. "Io ero il classico esempio di donna in carriera che si è affacciata al mondo, non ha mai pensato ai figli e poi all'improvviso, a metà dei 30 anni, si è chiesta: 'Oh, aspetta, voglio considerare anche questa opzione? E se lo voglio, cosa devo fare?' Sarebbe fantastico se avessi dei figli miei, ma non so se succederà".  
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