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Home » Attualità » Renaioli sull’Arno esempio di accessibilità. Katiuscia: “Grazie a loro ho provato un senso di libertà”

Renaioli sull’Arno esempio di accessibilità. Katiuscia: “Grazie a loro ho provato un senso di libertà”

Nella lettera inviata alla redazione de La Nazione Breschi sottolinea come la società dovrebbe intervenire per abbattere le barriere architettoniche, invece di "riempirsi solo la bocca di tante belle parole"

Edoardo Martini
8 Settembre 2022
Katiuscia Breschi insieme alle sue amiche e alla futura sposa Sonia

Katiuscia Breschi insieme alle sue amiche e alla futura sposa Sonia

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Qualche giorno fa è arrivata in redazione una lettera di ringraziamento di una lettrice, Katiuscia Breschi, rivolta in particolare ai renaioli dell’Arno. Per chi non lo sapesse questi erano quegli operai che, nella prima metà del ‘900, prelevavano sabbia o ghiaia dal fiume adoperando appositi barchini. Dal 1995 propongono ogni anno, nella stagione estiva, la navigazione tradizionale sui navicelli, per mantenere accessibile a fiorentini e turisti quest’esperienza dimenticata e per restituire i barchetti storici al panorama della città. Ed è propria questa l’esperienza che Katiuscia ha potuto sperimentare. Già, potuto, perché essendo la donna disabile dalla nascita i problemi e gli ostacoli che si potevano presentare non erano pochi. Eventualità che però non si è verificata, per merito proprio di questi antichi/moderni renai.

La lettera della lettrice

“Mi chiamo Katiuscia Breschi, attraverso questa lettera voglio esprimere tutta la mia gratitudine e stima ai renaioli dell’Arno. Sono disabile dalla nascita e ieri, insieme ad altre ragazze, siamo andate per un addio al nubilato dai renaioli, e sono rimasta piacevolmente sorpresa nell’apprendere come ogni dettaglio fosse stato pensato anche per chi, come me, può avere difficoltà motorie, in quanto l’accesso alle gondole è semplice e pratico anche per noi “figli di un Dio Minore“. Ed è stata proprio in un’occasione come quella di ieri in cui mi sono soffermata a pensare e adesso sono ancora più consapevole che volere è potere…. L’organizzazione dei renaioli ha pensato e permesso che un’esperienza così piacevole e bella fosse possibile e accessibile e questo non è scontato. E pur un attimo il tempo si è fermato e ho potuto vivere un momento senza fatica, senza pensare, senza preoccupazione, ed ho toccato con mano quel senso di libertà.

Il vialetto è facilmente percorribile e circoscritto da due passamano stabili e sicuri, che conducono all’accesso alle gondole, dove ci sono gli operatori molto caratteristici, professionali e simpatici che ti aiutano, ma non ce ne sarebbe stato bisogno perché l’accesso è davvero tanto agevolato e semplice, molto più che in strutture fondamentali, nelle strade o quant’altro.

Si riempiono tutti la bocca di belle parole ma poi i fatti purtroppo son ben altri, non si trovano facilmente strutture per il tempo libero accessibili come dire in maniera “normale”( passatemi il termine) a tutti. Pertanto voglio esprimere tutta la mia gratitudine stima e affetto a tutta la struttura dei renaioli e a tutti coloro che l’hanno resa possibile così….

grazie Ragazze per la giornata di ieri,

grazie Leopoldo per averci sopportato ieri… e ancora auguri alla futura sposa Sonia!”

Il giro in gondola con i renaioli sull’Arno

Abbiamo quindi contattato la donna, che ci ha spiegato come la pensa sull’accessibilità cittadina.

Nella lettera ha ringraziato i renaioli dell’Arno. Ha mai trovato un’organizzazione simile, accessibile per le persone disabili?
“No purtroppo non ho mai trovato una struttura organizzata come questa”.

E invece ha avuto occasione di fare reclamo a qualche struttura? Se sì, cosa le hanno risposto?
“Si certo che l’ho fatto, purtroppo senza mai avere una risposta”.

Secondo lei quale potrebbe essere una soluzione per rendere le strutture per il tempo libero accessibili a tutti?
“Gli spazi dovrebbero essere visionati e progettati direttamente da persone con disabilità, in maniera tale da poter rendere la struttura accessibile davvero a tutti. Mi spiego meglio con un esempio: i parcheggi per disabili, la posizione e la struttura stessa dovrebbero essere stabiliti da un disabile che conosce le proprie difficoltà. Pur con tutta la più buona volontà una persona normodotata non potrà mai capirlo, non vivendolo”.

“Si riempiono tutti la bocca di belle parole ma poi i fatti purtroppo sono ben altri”: è un messaggio per qualcuno nello specifico?
“No, sono solo le esperienze di vita e la poca collaborazione riscontrata in una società che dovrebbe aiutarci”.

Ha subito bullismo o prese in giro per il fatto di essere “figlia di un Dio Minore”, come si è definita?
“Sì, non voglio entrare nello specifico, ma il primo anno alle scuole superiore è stato orribile”.

Come riassume la sua richiesta di accessibilità per le persone disabili?
“Meno parole e più fatti”.

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Arianna Del Giaccio mostra la timidezza della debuttante. E che lei sia una "nuova persona" portata a cadere nei "soliti vecchi errori" lo racconta parlando del debutto davanti al popolo del Festival con Mare di guai, ballata in cui racconta la fine della relazione con la sua ex.

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 Intervista a cura di Andrea Spinelli ✍

#lucenews #qn #ariete #sanremo2023
  • Più luce, meno stelle. Un paradosso, se ci pensate. Più illuminiamo le nostre città, più lampioni, fari, led, laser puntiamo sulla terra, meno stelle e porzioni di cielo vediamo. 

Accade perché, quasi senza accorgercene, di anno in anno, cancelliamo dalla nostra vista qualche decina di quei 4.500 puntini luminosi che in condizioni ottimali dovremmo riuscire a vedere la notte, considerato che il cielo risulta popolato da circa 9.000 stelle, di cui ciascuno di noi può osservare solo la metà per volta, ovvero quelle del proprio emisfero. 

In realtà, già oggi, proprio per colpa dell’inquinamento luminoso, ne vediamo solo poche centinaia. E tutto lascia pensare che questa cifra si ridurrà ulteriormente, con un ritmo molto rapido. Al punto tale che, in pochi anni, la costellazione di Orione, potrebbe perdere la sua caratteristica ‘cintura’.

Secondo quanto risulta da uno studio pubblicato su “Science”, basato sulle osservazioni di oltre 50mila citizen scientist, solo tra il 2011 e il 2022, ogni anno il cielo in tutto il Pianeta è diventato in media il 9,6% più luminoso, con una forchetta di valori che non supera il 10% ma non scende mai sotto il 7%. Più di quanto percepito finora dai satelliti preposti a monitorare la quantità di luce nel cielo notturno. Secondo le misurazioni effettuate da questi ultimi infatti, tra 1992 e 2017 il cielo notturno è diventato più luminoso di meno dell’1,6% annuo.

“In un periodo di 18 anni, questo tasso di cambiamento aumenterebbe la luminosità del cielo di oltre un fattore 4”, scrivono i ricercatori del Deutsches GeoForschungs Zentrum di Potsdam, in Germania, e del National Optical-Infrared Astronomy Research Laboratory di Tucson, negli Stati Uniti. Una località con 250 stelle visibili, quindi, vedrebbe ridursi il numero a 100 stelle visibili. 

Il pericolo più che fondato, a questo punto, è che di questo passo inizieranno a scomparire dalla nostra vista anche le costellazioni più luminose, comprese quelle che tuti sono in grado di individuare con estrema facilità.

L
  • Per la prima volta nella storia del calcio, un arbitro ha estratto il cartellino bianco. No, non si tratta di un errore: se il giallo e il rosso fanno ormai parte di tantissimi anni delle regole del gioco ed evidenziano un comportamento scorretto, quello bianco vuole invece "premiare", in maniera simbolica, un gesto di fair play. Il tutto è avvenuto in Portogallo, durante un match di coppa nazionale tra il Benfica e lo Sporting Lisbona femminile.

Benfica-Sporting Lisbona femminile, quarti di finale della Coppa del Portogallo. I padroni di casa si trovano in vantaggio per 3-0 e vinceranno la sfida con un netto 5-0, ma un episodio interrompe il gioco: un tifoso sugli spalti accusa un malore, tanto che gli staff medici delle due squadre corrono verso le tribune per soccorrerlo. Dopo qualche minuto di paura, non solo per le giocatrici in campo ma anche per gli oltre quindicimila spettatori presenti allo stadio, il supporter viene stabilizzato e il gioco può riprendere. Prima, però, la direttrice di gara Catarina Campos effettua un gesto che è destinato a rimanere nella storia del calcio: estrae il cartellino bianco nei confronti dei medici delle due squadre.

Il cartellino bianco non influenza in alcun modo il match, né il risultato o il referto arbitrale; chissà che, da oggi in poi, gli arbitri non cominceranno ad agire più spesso, per esaltare un certo tipo di condotta eticamente corretta portata avanti anche dai calciatori.

#lucenews #cartellinobianco #calcio #fairplay
  • Son tutte belle le mamme del mondo. Soprattutto… quando un bambino si stringono al cuor… I versi di un vecchio brano ricordano lo scatto che sta facendo il giro del web. Quella di una madre che allatta il proprio piccino sul posto di lavoro. In questo caso la protagonista è una supermodella –  Maggie Maurer – che ha postato uno degli scatti più teneri e glamour di sempre. La super top si è fatta immortalare mentre nutre al seno la figlia Nora-Jones nel backstage dello show couture di Schiaparelli, tenutosi a Parigi.

La top model americana 32enne, che della maison è già musa, tanto da aver ispirato una clutch – non proprio una pochette ma una borsa che si indossa a mano che riproduce il suo volto –  nell’iconico scatto ha ancora il viso coperto dal make-up dorato realizzato dalla truccatrice-star Path McGrath, ed è coperta solo sulle spalle da un asciugamano e un telo protettivo trasparente. 

L’immagine è forte, intensa, accentuata dalla vernice dorata che fa apparire mamma Maurer come una divinità dell’Olimpo, una creatura divina ma squisitamente terrena, colta nel gesto di nutrire il proprio piccolo.

Ed è un’immagine importante, perché contribuisce a scardinare lo stigma dell’allattamento al seno in pubblico, sul luogo di lavoro e in questo caso anche sui social, su cui esistono ancora molti tabù. L’intera gravidanza di Maggie Maurer è stata vissuta in chiave di empowerment, e decisamente glamour. Incinta di circa sei mesi, ha sfilato per Nensi Dojaka sfoggiando un capo completamente trasparente della collezione autunno inverno 2022, e con il pancione.

Nell’intimo post su Instagram, Maggie Maurer ha deciso quindi condividere con i propri follower la sua immagine che la ritrae sul luogo di lavoro con il volto dipinta d’oro, una parte del suo look, pocoprima di sfilare per la casa di moda italiana, Schiaparelli. In grembo, ha sua figlia, che sta allattando dietro le quinte della sfilata. Le parole scritte a finco della foto, la modella ha scritto “#BTS #mommy”, evidenziando il lavoro senza fine della maternità, nonostante i suoi successi.

di Letizia Cini ✍🏻

#lucenews #maggiemaurer #materintà #mommy
Qualche giorno fa è arrivata in redazione una lettera di ringraziamento di una lettrice, Katiuscia Breschi, rivolta in particolare ai renaioli dell'Arno. Per chi non lo sapesse questi erano quegli operai che, nella prima metà del '900, prelevavano sabbia o ghiaia dal fiume adoperando appositi barchini. Dal 1995 propongono ogni anno, nella stagione estiva, la navigazione tradizionale sui navicelli, per mantenere accessibile a fiorentini e turisti quest’esperienza dimenticata e per restituire i barchetti storici al panorama della città. Ed è propria questa l'esperienza che Katiuscia ha potuto sperimentare. Già, potuto, perché essendo la donna disabile dalla nascita i problemi e gli ostacoli che si potevano presentare non erano pochi. Eventualità che però non si è verificata, per merito proprio di questi antichi/moderni renai.

La lettera della lettrice

"Mi chiamo Katiuscia Breschi, attraverso questa lettera voglio esprimere tutta la mia gratitudine e stima ai renaioli dell'Arno. Sono disabile dalla nascita e ieri, insieme ad altre ragazze, siamo andate per un addio al nubilato dai renaioli, e sono rimasta piacevolmente sorpresa nell'apprendere come ogni dettaglio fosse stato pensato anche per chi, come me, può avere difficoltà motorie, in quanto l'accesso alle gondole è semplice e pratico anche per noi "figli di un Dio Minore". Ed è stata proprio in un'occasione come quella di ieri in cui mi sono soffermata a pensare e adesso sono ancora più consapevole che volere è potere.... L'organizzazione dei renaioli ha pensato e permesso che un'esperienza così piacevole e bella fosse possibile e accessibile e questo non è scontato. E pur un attimo il tempo si è fermato e ho potuto vivere un momento senza fatica, senza pensare, senza preoccupazione, ed ho toccato con mano quel senso di libertà. Il vialetto è facilmente percorribile e circoscritto da due passamano stabili e sicuri, che conducono all'accesso alle gondole, dove ci sono gli operatori molto caratteristici, professionali e simpatici che ti aiutano, ma non ce ne sarebbe stato bisogno perché l'accesso è davvero tanto agevolato e semplice, molto più che in strutture fondamentali, nelle strade o quant'altro. Si riempiono tutti la bocca di belle parole ma poi i fatti purtroppo son ben altri, non si trovano facilmente strutture per il tempo libero accessibili come dire in maniera "normale"( passatemi il termine) a tutti. Pertanto voglio esprimere tutta la mia gratitudine stima e affetto a tutta la struttura dei renaioli e a tutti coloro che l'hanno resa possibile così.... grazie Ragazze per la giornata di ieri, grazie Leopoldo per averci sopportato ieri... e ancora auguri alla futura sposa Sonia!"
Il giro in gondola con i renaioli sull'Arno
Abbiamo quindi contattato la donna, che ci ha spiegato come la pensa sull'accessibilità cittadina. Nella lettera ha ringraziato i renaioli dell’Arno. Ha mai trovato un'organizzazione simile, accessibile per le persone disabili? "No purtroppo non ho mai trovato una struttura organizzata come questa". E invece ha avuto occasione di fare reclamo a qualche struttura? Se sì, cosa le hanno risposto? "Si certo che l'ho fatto, purtroppo senza mai avere una risposta". Secondo lei quale potrebbe essere una soluzione per rendere le strutture per il tempo libero accessibili a tutti? "Gli spazi dovrebbero essere visionati e progettati direttamente da persone con disabilità, in maniera tale da poter rendere la struttura accessibile davvero a tutti. Mi spiego meglio con un esempio: i parcheggi per disabili, la posizione e la struttura stessa dovrebbero essere stabiliti da un disabile che conosce le proprie difficoltà. Pur con tutta la più buona volontà una persona normodotata non potrà mai capirlo, non vivendolo". "Si riempiono tutti la bocca di belle parole ma poi i fatti purtroppo sono ben altri": è un messaggio per qualcuno nello specifico? "No, sono solo le esperienze di vita e la poca collaborazione riscontrata in una società che dovrebbe aiutarci". Ha subito bullismo o prese in giro per il fatto di essere "figlia di un Dio Minore", come si è definita? "Sì, non voglio entrare nello specifico, ma il primo anno alle scuole superiore è stato orribile". Come riassume la sua richiesta di accessibilità per le persone disabili? "Meno parole e più fatti".
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