Il Tar del Lazio ha fissato al
4 ottobre prossimo la trattazione del caso riguardante la
Sfattoria degli Ultimi. Il 19 agosto il tribunale ha pubblicato un nuovo decreto, dopo il ricorso di molte associazioni animaliste, contro il provvedimento dell’Asl di Roma di
abbattere i 130 maiali con l’elettroshock nell’ottica del contrasto alla
peste suina africana. Nel testo dei giudici è stato ribadito che l’ordinanza dell’Asl sarebbe stata sospesa fino al 12 settembre, chiedendo all’Azienda sanitaria di "fissare un tavolo con i rappresentanti della Sfattoria per adottare
ogni misura precauzionale che eviti l’abbattimento". Incontro fissato appunto per il 4 ottobre.
Dopo la notifica di abbattimento di circa 130 suini sono stati numerosi gli appelli a sostegno della Sfattoria
"La prima e unica preoccupazione è il benessere degli animali"
"Il
Tar ha sostanzialmente confermato l’impianto del decreto del 19 agosto, che sospende gli abbattimenti e affida all’
Asl Roma 1 il compito di monitorare la situazione nella Sfattoria degli Ultimi. Le associazioni, la cui prima e unica preoccupazione è il
benessere degli animali, chiedono l’apertura di un tavolo di confronto con le autorità prima del 4 ottobre. Nel frattempo, parteciperanno a qualsiasi tipo di esame, valutazione o accesso siano ritenuti necessari". Lo ha comunicato l’
avvocato Giuseppe Calamo che, con i colleghi Aurora Loprete e Michele Pezone, assiste
Enpa, Leal, Leidaa, Lndc, Oipa, Tda e
Lac, le associazioni animaliste intervenute ad adiuvandum nella controversia tra l’Asl Roma 1 e la titolare della “Sfattoria degli ultimi”. L’8 agosto scorso la titolare aveva ricevuto la notifica del provvedimento di abbattimento dei circa 130 suidi ospitati nel rifugio. Da quella comunicazione sono cominciati numerosi
appelli a sostegno della Sfattoria a cominciare dalla
petizione su change.org. Ma anche quelle di altre associazioni come Enpa, Leidaa, Lndc e Oipa che avevan annunciato una dura
battaglia legale. E gli appelli di supporto misti allo sdegno si sono diffusi anche via social dove centinaia di utenti hanno ‘urlato’ contro la decisione dell’azienda sanitaria. Nel frattempo i volontari della Sfattoria avevano anche iniziato lo
sciopero della fame.