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Rossella Schettino: “Il mio dolore è forte come quello che provano i familiari delle vittime“

di LETIZIA CINI -
4 gennaio 2022
concordia 2

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Sono parole piene di dolore quelle di Rossella, figlia di Francesco Schettino, il Comandante della Costa Concordia, condannato a 16 anni dopo il naufragio al Giglio di 10 anni fa. “Il 13 gennaio non è un evento da celebrare ma una triste ricorrenza che non dovrebbe lasciare spazio ad autocelebrazioni né generare onde emotive che potrebbero essere dannose per il sereno prosieguo degli iter giudiziari previsti dalla legge italiana ed europea”. Lo scrive in una lunga nota Rossella Schettino, figlia dell'ex comandante della Costa Concordia che, alla vigilia del decimo anniversario del tragico naufragio all’Isola del Giglio, tiene a sottolineare come il padre stia “espiando la sentenza in religioso silenzio” e ad invitare gli altri “nel rispetto delle vittime, a fare altrettanto”.
La Costa Concordia naufragata davanti alla costa dell'Isola del Giglio 10 anni fa

La Costa Concordia naufragata davanti alla costa dell'Isola del Giglio 10 anni fa

In particolare, Rossella, 25 anni, che ricorda come all’epoca dell’incidente fosse appena quindicenne e quanto dolore gli procurò l’accaduto, fa riferimento a un recente articolo e spiega: “Ritengo doveroso precisare che mio padre non ha mai più avuto contatti con l’avvocato Laino Donato, revocato da anni. Rimango pertanto perplessa nel leggere che ha contribuito alla stesura della revisione, così come riportato nell’articolo pubblicato sul quotidiano La Stampa in data 3 gennaio 2022, che tra l’altro riporta virgolettati attribuiti a mio padre che non ha mai pronunciato”.
Rossella Schettino e il padre Francesco

Rossella Schettino (25 anni) e il padre Francesco

“Per quanto riguarda le dichiarazioni riportate nell’articolo dall’ex comandante De Falco è incomprensibile che, nell’immediato dell’incidente, sia stata divulgata la sola telefonata delle ore 01.46, tralasciando la diffusione degli audio delle ore 00.17 e delle 00.30. Gli audio, rispettivamente, proverebbero sia l’improvviso abbattimento della nave che le richieste di mio padre di spostare i soccorsi sul lato dove, proprio a causa dell’abbattimento, erano cadute le persone in mare, al fine di pattugliare l’area". "Se esiste una scala di misurazione del dolore per quanto accaduto credo che il mio sia il più prossimo di coloro che sono colpiti negli affetti più vari. Rinnovo la mia più sincera e sentita vicinanza alle vittime espressa da mio padre al processo”.