L'
omofobia non si ferma in
Russia.
Ramzan Kadyrov, il miglior interprete del pensiero di
Vladimir Putin, ha seguito il capo del Cremlino pubblicando sul suo account Telegram la foto di alcuni
soldati americani transgender accompagnati dalla frase: "Dateci un avversario normale e mascolino, non questi esseri
strani e colorati che sul campo di battaglia camminano sui tacchi a spillo tenendo in mano la borsetta di Louis Vuitton."
Il leader ceceno Ramzan Kadyrov
Pubblicizzare i rapporti sessuali non comuni: il pericolo per lo sviluppo della società russa
Queste dure parole sono soltanto le ultime di una lunga serie. Da qualche settima infatti, l'
Ucraina nella visione russa ha cambiato posizione. Non sarebbe più un '
covo di nazisti', ma di '
invertiti senza dignità'. Lo hanno stabilito gli ospiti del noto Vladimir Solovyov, lo ha detto Apti Alaudinov, il capo del battaglione ceceno Akhmat, precisando di combattere "una
guerra santa contro il mondo Lgbt e l’
Anticristo dei pervertiti". Come tutte le dichiarazioni anche questa non arriva per caso: lunedì scorso infatti è stato depositato alla Duma un progetto di
legge che proibisce 'qualunque informazione che nega i valori familiari e promuove le relazioni sessuali non tradizionali'. Anche il solo
nominare l’omosessualità diventa un reato punibile con il carcere. La nuova norma intende vietare qualunque riferimento all’omosessualità su Internet, al cinema e su qualunque genere di mass media. "Pubblicizzare i rapporti sessuali non comuni
rappresenta un pericolo per lo sviluppo della società russa", scrivono i deputati che hanno presentato la proposta. Se fino ad oggi la legislazione russa prevedeva il divieto di
propaganda gay solo tra i minorenni, secondo una legge che nel 2017 è stata riconosciuta come discriminatoria dalla Corte europea dei diritti umani, adesso si va ben oltre. "I tentativi di imporre
valori estranei alla nostra società sono falliti. Ora è giusto introdurre il divieto della propaganda di valori non tradizionali", disse il presidente della Duma Vyacheslav Volodin l’8 luglio durante la Giornata della famiglia, dell’amore e della fedeltà.
Il coraggio della tennista
Daria Kasatkina, la prima tennista russa a fare coming out
Se questa è la situazione in Russia possiamo soltanto applaudire il gesto di
Daria Kasatkina, la prima
tennista del Paese a
fare coming out. Alla domanda: "Pensi che sarà possibile essere
riconosciuta per quello che sei?" la risposta è scontata "
Mai. Per come stanno andando le cose in Russia, mai, purtroppo". Quando infatti le è stato chiesto se teme di non tornare più
in patria dopo quel che ha detto, si è commossa. Poco dopo, ha postato su Instagram una foto in cui abbraccia la
pattinatrice medaglia d’argento olimpica
Natalia Zabiiako, con un’emoji a forma di cuore.