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Home » Attualità » Salvate gli scoiattoli grigi: l’Emilia Romagna vuol sopprimerli con la Co2, animalisti in rivolta

Salvate gli scoiattoli grigi: l’Emilia Romagna vuol sopprimerli con la Co2, animalisti in rivolta

Rischio per l'esemplare rosso autoctono e per i noccioleti. Michela Brambilla guida la reazione alle autorità che hanno deciso l'eradicazione della specie originaria degli Usa, diffusa nelle isole britanniche e introdotta in Italia per ragioni ornamentali. "No all'uso del gas, meglio sterilizzare con farmaci o chirurgia"

Piero Ceccatelli
17 Ottobre 2021
(DIRE) Bologna, 15 ott. - "Siamo d'accordo che si debba prevenire l'espansione della specie. Ma l'intervento deve rispettare gli animali tutelando la loro vita e il loro benessere". Torna alla carica la Lega in Emilia-Romagna, per chiedere alla Regione un passo indietro rispetto al piano di eradicazione dello scoiattolo grigio nordamericano approvato dalla Giunta Bonaccini la settimana scorsa. Il piccolo roditore, considerato una delle 100 specie pi

(DIRE) Bologna, 15 ott. - "Siamo d'accordo che si debba prevenire l'espansione della specie. Ma l'intervento deve rispettare gli animali tutelando la loro vita e il loro benessere". Torna alla carica la Lega in Emilia-Romagna, per chiedere alla Regione un passo indietro rispetto al piano di eradicazione dello scoiattolo grigio nordamericano approvato dalla Giunta Bonaccini la settimana scorsa. Il piccolo roditore, considerato una delle 100 specie pi

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La Regione Emilia Romagna avvia la campagna di “eradicazione” dello scoiattolo grigio, considerata specie invasiva, ma gli animalisti insorgono: “no all’inutile e crudele soppressione col gas, si opti per la sterilizzazione”, tuona Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente. “E’ una decisione crudele e insensata che, più che risolvere il problema, produrrà enormi sofferenze a tanti esseri viventi innocenti. Gli amministratori dell’Emilia-Romagna farebbero bene a vergognarsi e ritirare subito il provvedimento”.

Con la delibera numero 1562 dal titolo “modalità attuative di intervento per il rilevamento precoce e l’eradicazione rapida dello scoiattolo grigio – sciurus carolinensis – la Regione Emilia-Romagna prevede una massiccia campagna di cattura e uccisione. Il personale lascerà trappole e gli esemplari catturati verranno catalogati (peso, sesso, dimensione del piede posteriore etc.) “e poi – dice Brambilla – come cita la delibera ‘sottoposti a eutanasia in loco, attraverso l’utilizzo di CO2 (anidride carbonica), somministrata agli animali trasferiti in contenitori ermetici di plastica rigida di volume pari a 10 litri’.

 

“Fermate la morte burocratica”

Michela Brambilla

“Si tratta – prosegue Brambilla, ex ministra del Turismo – di una decisione barbara, che standardizza la morte di questi animali in una grigia e inflessibile prassi burocratica. Si tratta di creature innocenti, che sono state importate dall’uomo in passato per “abbellire” parchi e altri aree verdi cittadine, senza pensare alle drammatiche conseguenze sugli equilibri ecosistemici e alla minaccia rappresentata per la specie autoctona, lo scoiattolo rosso (sciurus vulgaris). Tanto più che, come dimostra l’esperienza, i metodi di eradicazione non funzionano quasi mai e ci sono strade più efficaci e non cruente per ridurre, in modo naturale, il numero di esemplari di una specie considerata “invasiva”: basti pensare che, nel Regno Unito, è stata sperimentata con successo, proprio sugli scoiattoli grigi, una campagna di sterilizzazione attraverso un farmaco orale somministrato con una gustosa crema alle nocciole. A volte, basterebbe un po’ più di testa, oltre che di cuore”.

 

Uno scoiattolo grigio si ciba di una pera fermentata in un parco Usa

Il “cugino” rosso e i noccioleti in pericolo

 

L’Italia è l’unico paese dell’Europa continentale a ospitare popolazioni stabili e in espansione di scoiattolo grigio (Sciurus carolinensis). Le altre si trovano in Gran Bretagna e Irlanda. Di origine americana, lo scoiattolo grigio è stato introdotto in Europa e in Italia ripetutamente dal 1948 ad oggi ed è presente soprattutto nel nordovest (Piemonte, Lombardia e Liguria), ma anche in Veneto, Emilia-Romagna, Umbria, Toscana e Lazio.

Due i principali impatti dell’introduzione di questa specie: il declino e l’estinzione dello scoiattolo rosso autoctono e i danni ai noccioleti del Piemonte e (potenzialmente) dell’Umbria.

 

Contraccettivi e sterilizzazione

 

Il metodo raccomandato dall’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) è la cattura con trappole e l’eutanasia con anidride carbonica che prima addormenta e poi uccide l’animale. “Tuttavia esistono alternative – è il parare degli animalisti – farmaci contraccettivi mescolati al cibo (usati in Gran Bretagna) o somministrati per via intramuscolare o sterilizzazione chirurgica (praticata a Genova Nervi con successo)”.

 

Un delizioso esemplare di scoiattolo si ciba sotto la neve di nocciole ricevute dai visitatori in un parco di Minsk, in Bielorussia

Legame affettivo coi visitatori

 

“Gli scoiattoli grigi – commentano i sostenitori di un impatto meno aggressivo verso gli scoiattoli – hanno un forte ‘appeal’ sul pubblico e in parchi urbani si instaura facilmente un legame ‘affettivo’ tra i frequentatori abituali dei parchi e gli animali. Questo potrebbe determinare l’impossibilità di procedere alla cattura e soppressione degli scoiattoli senza generare fortissime opposizioni che potrebbero bloccare il progetto o comunque rendere assai pesanti le fasi operative. Per questo motivo la proposizione di tecniche di eradicazione che non prevedono la soppressione degli animali può rappresentare un’alternativa piu’ facilmente accettabile dalla cittadinanza”.

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I dolori di un’influencer, Camihawke e il male ai capelli: “Soffro di tricodinia”

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  • Aumentano, purtroppo, gli episodi di bullismo e cyberbullismo. 

I minori vittime di prepotenze nella vita reale, o che le abbiano subite qualche volta sono il 54%, contro il 44% del 2020. Un incremento significativo, di ben 10 punti, che deve spingerci a riflettere. 

Per quanto riguarda il cyber bullismo, il 31% dei minori ne è stato vittima almeno una volta, contro il 23% del 2020. Il fenomeno sembra interessare più i ragazzi delle ragazze sia nella vita reale (il 57% dei maschi è stato vittima di prepotenze, contro il 50% delle femmine) sia in quella virtuale (32% contro 29%). Nel 42% si tratta di offese verbali, ma sono frequenti anche violenze fisiche (26%) e psicologiche (26%).

Il 52% è pienamente consapevole dei reati che commette se intraprende un’azione di bullismo usando internet o lo smartphone, il 14% lo è abbastanza, ma questo non sembra un deterrente. Un 26%, invece, dichiara di non saperne nulla della gravità del reato. Intervistati, con risposte multiple, sui motivi che spingono ad avere comportamenti di prepotenza o di bullismo nei confronti degli altri, il 54% indica il body shaming. 

Mentre tra i motivi che spingono i bulli ad agire in questo modo, il 50% afferma che così dimostra di essere più forte degli altri, il 47% si diverte a mettere in ridicolo gli altri, per il 37% il bullo si comporta in questo modo perché gli piace che gli altri lo temano.

Ma come si comportano se assistono a episodi di bullismo? Alla domanda su come si comportano i compagni quando assistono a queste situazioni, solo il 34% risponde “aiutano la vittima”, un dato che nel 2020 era il 44%. 

Un calo drastico, che forse potrebbe essere spiegato con una minore empatia sociale dovuta al distanziamento sociale e al lockdown, che ha impedito ai minori di intessere relazioni profonde. Migliora, invece, la percentuale degli insegnanti che, rendendosi conto di quanto accaduto, intervengono prontamente (46% contro il 40% del 2020). Un 7%, però, dichiara che i docenti, sebbene si rendano conto di quanto succede, non fanno nulla per fermare le prepotenze.

I giovanissimi sono sempre più iperconessi, ma sono ancora in grado di legarsi?

#lucenews #giornatacontroilbullismo
  • “Non sono giorni facilissimi, il dolore va e viene: è molto difficile non pensare a qualcosa che ti fa male”. Camihawke, al secolo Camilla Boniardi, una delle influencer più amate del web si mette ancora una volta a nudo raccontando le sue insicurezze e fragilità. In un post su Instagram parla della tricodinia. 

“Se fosse tutto ok, per questa tricodinia rimarrebbe solo lo stress come unica causa e allora dovrò modificare qualcosa nella mia vita. Forse il mio corpo mi sta parlando e devo dargli ascolto."

La tricodinia è una sensazione dolorosa al cuoio capelluto, accompagnata da un bruciore o prurito profondo che, in termini medici, si chiama disestesia. Può essere transitoria o diventare cronica, a volte perfino un gesto quotidiano come pettinarsi o toccarsi i capelli può diventare molto doloroso. Molte persone – due pazienti su tre sono donne – lamentano formicolii avvertiti alla radice, tra i follicoli e il cuoio capelluto. Tra le complicazioni, la tricodinia può portare al diradamento e perfino alla caduta dei capelli. 

#lucenews #lucelanazione #camihawke #tricodinia
  • Dai record alle prime volte all’attualità, la 65esima edizione dei Grammy Awards non delude quanto a sorprese. 

Domenica 5 febbraio, in una serata sfavillante a Los Angeles, la cerimonia dell’Oscare della musica della Recording Academy ha fatto entusiasmare sia per i big presenti sia per i riconoscimenti assegnati. 

Intanto ad essere simbolicamente premiate sono state le donne e i manifestanti contro la dittatura della Repubblica Islamica: “Baraye“, l’inno delle proteste in Iran, ha vinto infatti il primo Grammy per la canzone che ispira cambiamenti sociali nel mondo. Ad annunciarlo dal palco è stata nientemeno che  la first lady americana Jill Biden.

L’autore, il 25enne Shervin Hajipour, era praticamente sconosciuto quando è stato eliminato dalla versione iraniana di American Idol, ma la sua canzone è diventata un simbolo delle proteste degli ultimi mesi in Iran evocando sentimenti di dolore, rabbia, speranza e desiderio di cambiamento. Hajipour vive nel Paese in rivolta ed è stato arrestato dopo che proprio questo brano, a settembre, è diventata virale generando oltre 40 milioni di click sul web in 48 ore.

#lucenews #grammyawards2023 #shervinhajipour #iran
La Regione Emilia Romagna avvia la campagna di “eradicazione” dello scoiattolo grigio, considerata specie invasiva, ma gli animalisti insorgono: “no all’inutile e crudele soppressione col gas, si opti per la sterilizzazione”, tuona Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente. “E’ una decisione crudele e insensata che, più che risolvere il problema, produrrà enormi sofferenze a tanti esseri viventi innocenti. Gli amministratori dell’Emilia-Romagna farebbero bene a vergognarsi e ritirare subito il provvedimento”. Con la delibera numero 1562 dal titolo “modalità attuative di intervento per il rilevamento precoce e l’eradicazione rapida dello scoiattolo grigio - sciurus carolinensis - la Regione Emilia-Romagna prevede una massiccia campagna di cattura e uccisione. Il personale lascerà trappole e gli esemplari catturati verranno catalogati (peso, sesso, dimensione del piede posteriore etc.) “e poi - dice Brambilla - come cita la delibera ‘sottoposti a eutanasia in loco, attraverso l’utilizzo di CO2 (anidride carbonica), somministrata agli animali trasferiti in contenitori ermetici di plastica rigida di volume pari a 10 litri’.  

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Michela Brambilla
“Si tratta - prosegue Brambilla, ex ministra del Turismo - di una decisione barbara, che standardizza la morte di questi animali in una grigia e inflessibile prassi burocratica. Si tratta di creature innocenti, che sono state importate dall’uomo in passato per “abbellire” parchi e altri aree verdi cittadine, senza pensare alle drammatiche conseguenze sugli equilibri ecosistemici e alla minaccia rappresentata per la specie autoctona, lo scoiattolo rosso (sciurus vulgaris). Tanto più che, come dimostra l’esperienza, i metodi di eradicazione non funzionano quasi mai e ci sono strade più efficaci e non cruente per ridurre, in modo naturale, il numero di esemplari di una specie considerata “invasiva”: basti pensare che, nel Regno Unito, è stata sperimentata con successo, proprio sugli scoiattoli grigi, una campagna di sterilizzazione attraverso un farmaco orale somministrato con una gustosa crema alle nocciole. A volte, basterebbe un po’ più di testa, oltre che di cuore”.  
Uno scoiattolo grigio si ciba di una pera fermentata in un parco Usa

Il "cugino" rosso e i noccioleti in pericolo

  L’Italia è l’unico paese dell’Europa continentale a ospitare popolazioni stabili e in espansione di scoiattolo grigio (Sciurus carolinensis). Le altre si trovano in Gran Bretagna e Irlanda. Di origine americana, lo scoiattolo grigio è stato introdotto in Europa e in Italia ripetutamente dal 1948 ad oggi ed è presente soprattutto nel nordovest (Piemonte, Lombardia e Liguria), ma anche in Veneto, Emilia-Romagna, Umbria, Toscana e Lazio. Due i principali impatti dell’introduzione di questa specie: il declino e l’estinzione dello scoiattolo rosso autoctono e i danni ai noccioleti del Piemonte e (potenzialmente) dell’Umbria.  

Contraccettivi e sterilizzazione

  Il metodo raccomandato dall’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) è la cattura con trappole e l’eutanasia con anidride carbonica che prima addormenta e poi uccide l’animale. “Tuttavia esistono alternative - è il parare degli animalisti - farmaci contraccettivi mescolati al cibo (usati in Gran Bretagna) o somministrati per via intramuscolare o sterilizzazione chirurgica (praticata a Genova Nervi con successo)”.  
Un delizioso esemplare di scoiattolo si ciba sotto la neve di nocciole ricevute dai visitatori in un parco di Minsk, in Bielorussia

Legame affettivo coi visitatori

  “Gli scoiattoli grigi - commentano i sostenitori di un impatto meno aggressivo verso gli scoiattoli - hanno un forte ‘appeal’ sul pubblico e in parchi urbani si instaura facilmente un legame ‘affettivo’ tra i frequentatori abituali dei parchi e gli animali. Questo potrebbe determinare l’impossibilità di procedere alla cattura e soppressione degli scoiattoli senza generare fortissime opposizioni che potrebbero bloccare il progetto o comunque rendere assai pesanti le fasi operative. Per questo motivo la proposizione di tecniche di eradicazione che non prevedono la soppressione degli animali può rappresentare un’alternativa piu’ facilmente accettabile dalla cittadinanza”.
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