La Regione Emilia Romagna avvia la campagna di
“eradicazione” dello
scoiattolo grigio, considerata specie invasiva, ma gli
animalisti insorgono: “no all’inutile e crudele
soppressione col gas, si opti per la
sterilizzazione”, tuona
Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente. “E’ una decisione crudele e insensata che, più che risolvere il problema, produrrà
enormi sofferenze a tanti esseri viventi innocenti. Gli amministratori dell’Emilia-Romagna farebbero bene a
vergognarsi e ritirare subito il provvedimento”. Con la delibera numero 1562 dal titolo “modalità attuative di intervento per il rilevamento precoce e l’eradicazione rapida dello scoiattolo grigio -
sciurus carolinensis - la Regione Emilia-Romagna prevede una
massiccia campagna di cattura e
uccisione. Il personale lascerà trappole e gli esemplari catturati verranno
catalogati (peso, sesso, dimensione del piede posteriore etc.) “e poi - dice Brambilla - come cita la delibera ‘
sottoposti a eutanasia in loco, attraverso l’utilizzo di
CO2 (
anidride carbonica), somministrata agli animali trasferiti in
contenitori ermetici di plastica rigida di volume pari a 10 litri’.
"Fermate la morte burocratica"
Michela Brambilla
“Si tratta - prosegue Brambilla, ex ministra del Turismo - di una decisione barbara, che
standardizza la morte di questi animali in una grigia e inflessibile
prassi burocratica. Si tratta di creature innocenti, che sono state
importate dall’uomo in passato per “
abbellire” parchi e altri aree verdi cittadine, senza pensare alle drammatiche conseguenze sugli equilibri ecosistemici e alla
minaccia rappresentata per la specie autoctona, lo
scoiattolo rosso (
sciurus vulgaris). Tanto più che, come dimostra l’esperienza, i metodi di eradicazione non funzionano quasi mai e ci sono
strade più efficaci e non cruente per ridurre, in modo naturale, il numero di esemplari di una specie considerata “invasiva”: basti pensare che, nel Regno Unito, è stata sperimentata con successo, proprio sugli scoiattoli grigi, una campagna di
sterilizzazione attraverso un
farmaco orale somministrato con una gustosa
crema alle nocciole. A volte, basterebbe un po’ più di testa, oltre che di cuore”.
Uno scoiattolo grigio si ciba di una pera fermentata in un parco Usa
Il "cugino" rosso e i noccioleti in pericolo
L’Italia è l’unico paese dell’Europa continentale a ospitare
popolazioni stabili e in espansione di scoiattolo grigio (Sciurus carolinensis). Le altre si trovano in
Gran Bretagna e
Irlanda. Di origine
americana, lo scoiattolo grigio è stato introdotto in Europa e in Italia ripetutamente dal 1948 ad oggi ed è presente soprattutto nel nordovest (
Piemonte, Lombardia e
Liguria), ma anche in
Veneto, Emilia-Romagna, Umbria, Toscana e
Lazio. Due i principali impatti dell’introduzione di questa specie: il
declino e l’
estinzione dello
scoiattolo rosso autoctono e i
danni ai noccioleti del
Piemonte e (potenzialmente) dell’
Umbria.
Contraccettivi e sterilizzazione
Il metodo raccomandato dall’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) è la
cattura con trappole e l’eutanasia con anidride carbonica che prima addormenta e poi uccide l’animale. “Tuttavia esistono alternative - è il parare degli animalisti -
farmaci contraccettivi mescolati al cibo (usati in Gran Bretagna) o somministrati per via
intramuscolare o
sterilizzazione chirurgica (praticata a Genova Nervi con successo)”.
Un delizioso esemplare di scoiattolo si ciba sotto la neve di nocciole ricevute dai visitatori in un parco di Minsk, in Bielorussia
Legame affettivo coi visitatori
“Gli scoiattoli grigi - commentano i sostenitori di un impatto meno aggressivo verso gli scoiattoli - hanno un
forte ‘appeal’ sul pubblico e in parchi urbani si instaura facilmente un
legame ‘affettivo’ tra i frequentatori abituali dei parchi e gli animali. Questo potrebbe determinare l’impossibilità di procedere alla
cattura e soppressione degli scoiattoli senza generare
fortissime opposizioni che potrebbero bloccare il progetto o comunque rendere assai pesanti le fasi operative. Per questo motivo la proposizione di tecniche di eradicazione che non prevedono la soppressione degli animali può rappresentare un’alternativa piu’ facilmente accettabile dalla cittadinanza”.