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Home » Attualità » San Paolo, incendiato il monumento a Borba Gato: fu tra i protagonisti della tratta degli schiavi in Brasile

San Paolo, incendiato il monumento a Borba Gato: fu tra i protagonisti della tratta degli schiavi in Brasile

Il gesto, compiuto dai manifestanti, sull'onda degli analoghi episodi accaduti negli Usa e in Europa, è stato stigmatizzato dal sindaco della metropoli: "No ai gesti vandalici, occorrono rispetto di democrazia e tolleranza"

Federico Martini
26 Luglio 2021
(DIRE) San Paolo (Brasile), 26 lug. - Manifestanti nel fine-settimana hanno dato fuoco a una statua dedicata a Borba Gato, a San Paolo del Brasile. L'episodio ha riacceso il dibattito sulle celebrazioni rese ai personaggi storici legati alla tratta degli schiavi. Borba Gato fu uno dei "bandeirantes" che esplorarono l'interno del Brasile e del Sud America alla ricerca di ricchezze minerarie e degli indigeni, per trovare schiavi e distruggere i "quilombos" (rifugi degli schiavi africani). Ci sono altri tributi a queste figure a San Paolo, come il Monumento alle bandiere, di fronte al Parco Ibirapuera, e l'autostrada Bandeirantes. Davanti al monumento in fiamme, il gruppo responsabile dell'azione ha affisso uno striscione con su scritto "Rivoluzione periferica - La favela sta arrivando e non sar

(DIRE) San Paolo (Brasile), 26 lug. - Manifestanti nel fine-settimana hanno dato fuoco a una statua dedicata a Borba Gato, a San Paolo del Brasile. L'episodio ha riacceso il dibattito sulle celebrazioni rese ai personaggi storici legati alla tratta degli schiavi. Borba Gato fu uno dei "bandeirantes" che esplorarono l'interno del Brasile e del Sud America alla ricerca di ricchezze minerarie e degli indigeni, per trovare schiavi e distruggere i "quilombos" (rifugi degli schiavi africani). Ci sono altri tributi a queste figure a San Paolo, come il Monumento alle bandiere, di fronte al Parco Ibirapuera, e l'autostrada Bandeirantes. Davanti al monumento in fiamme, il gruppo responsabile dell'azione ha affisso uno striscione con su scritto "Rivoluzione periferica - La favela sta arrivando e non sar

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Manifestanti nel fine-settimana hanno dato fuoco a una statua dedicata a Borba Gato, a San Paolo del Brasile. L’episodio ha riacceso il dibattito sulle celebrazioni rese ai personaggi storici legati alla tratta degli schiavi. Borba Gato fu uno dei “bandeirantes” che esplorarono l’interno del Brasile e del Sud America alla ricerca di ricchezze minerarie e degli indigeni, per trovare schiavi e distruggere i “quilombos” (rifugi degli schiavi africani).

Ci sono altri tributi a queste figure a San Paolo, come il Monumento alle bandiere, di fronte al Parco Ibirapuera, e l’autostrada Bandeirantes. Davanti al monumento in fiamme, il gruppo responsabile dell’azione ha affisso uno striscione con su scritto “Rivoluzione periferica – La favela sta arrivando e non sarà carnevale”.

 

I progetti di legge

L’azione sfida il razzismo denunciando il ruolo svolto da diversi personaggi storici nella schiavitù. Il dibattito ha raggiunto anche il Parlamento di San Paolo, dove almeno due progetti di legge in corso propongono la rimozione dei monumenti che rendono omaggio agli schiavisti negli spazi pubblici. Alla Camera dei deputati, un disegno di legge vorrebbe vietare “l’uso di espressioni, personalità, immagini o qualsiasi altro elemento legato alla schiavitù” su beni pubblici come strade, monumenti o edifici.

 

Il sindaco: “I vandalismi non servono”

Il sindaco di San Paolo ha condannato in una nota il rogo della statua di Borba Gato: “Non è con un atto di vandalismo che si potrà discutere di certe questioni”. Secondo il sindaco, “anche se si tratta di un debito del passato è necessario restare calmi, avere rispetto della democrazia e tolleranza”.

 

I precedenti nel mondo

Nel 2020, questo tipo di dibattito ha avuto luogo negli Stati Uniti e in altri paesi europei in risposta all’omicidio di George Floyd. Negli Usa, i manifestanti hanno abbattuto le statue di Cristoforo Colombo, mentre nella città britannica di Bristol è toccato alla statua del commerciante di schiavi Edward Colston. In Belgio sono stati presi di mira i monumenti dedicati a re Leopoldo II, che durante il  regno contribuì alla morte di milioni di persone in Africa.

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  • «Era terribile durante il fascismo essere transessuale. Mi picchiavano e mi facevano fare delle cose schifose. Mi imbrattavano con il catrame e mi hanno rasato. Ho preso le botte dai fascisti perché mi ero atteggiato a donna e per loro questo era inconcepibile».

È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l’unica persona trans italiana sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti.

#lucenews #lucysalani #dachau
  • È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l
  • Elaheh Tavakolian, l’iraniana diventata uno dei simboli della lotta nel suo Paese, è arrivata in Italia. Nella puntata del 21 marzo de “Le Iene”, tra i servizi del programma di Italia 1, c’è anche la storia della giovane donna, ferita a un occhio dalla polizia durante le proteste in Iran. Nella puntata andata in onda la scorsa settimana, l’inviata de “Le Iene” aveva incontrato la donna in Turchia, durante la sua fuga disperata dall’Iran, dove ormai era troppo pericoloso vivere. 

“Ho molta paura. Vi prego, qui potrebbero uccidermi” raccontava l’attivista a Roberta Rei. Già in quell’occasione, Elaheh Tavakolian era apparsa con una benda sull’occhio, a causa di una grave ferita causatale da un proiettile sparato dalle forze dell’ordine iraniane durante le manifestazioni a cui ha preso parte dopo la morte di Mahsa Amini.

Elaheh Tavakolian fa parte di quelle centinaia di iraniani che hanno subito gravi ferite agli occhi dopo essere stati colpiti da pallottole, lacrimogeni, proiettili di gomma o altri proiettili usati dalle forze di sicurezza durante le dure repressioni che vanno avanti ormai da oltre sei mesi. La ragazza, che ha conseguito un master in commercio internazionale e ora lavora come contabile, ha usato la sua pagina Instagram per rivelare che le forze di sicurezza della Repubblica islamica stavano deliberatamente prendendo di mira gli occhi dei manifestanti. 

✍ Barbara Berti

#lucenews #lucelanazione #ElahehTavakolian #iran #leiene
  • Ha 19 anni e vorrebbe solo sostenere la Maturità. Eppure alla richiesta della ragazza la scuola dice di no. Nina Rosa Sorrentino è nata con la sindrome di Down, e quel diritto che per tutte le altre studentesse e studenti è inviolabile per lei è invece un’utopia.

Il liceo a indirizzo Scienze Umane di Bologna non le darà la possibilità di diplomarsi con i suoi compagni e compagne, svolgendo le prove che inizieranno il prossimo 21 giugno. La giustificazione – o la scusa ridicola, come quelle denunciate da CoorDown nella giornata mondiale sulla sindrome di Down – dell’istituto per negarle questa possibilità è stata che “per lei sarebbe troppo stressante“.

Così Nina si è ritirata da scuola a meno di tre mesi dalla fine della quinta. Malgrado la sua famiglia, fin dall’inizio del triennio, avesse chiesto agli insegnanti di cambiare il Pei (piano educativo individualizzato) della figlia, passando dal programma differenziato per gli alunni certificati a quello personalizzato per obiettivi minimi o equipollenti, che prevede l’ammissione al vero e proprio esame di Maturità. Ma il liceo Sabin non ha assecondato la loro richiesta.

Francesca e Alessandro Sorrentino avevano trovato una sponda di supporto nel Ceps di Bologna (Centro emiliano problemi sociali per la Trisomia 21), in CoorDown e nei docenti di Scienze della Formazione dell’Alma Mater, che si sono detti tutti disponibili per realizzare un progetto-pilota per la giovane studentessa e la sua classe. Poi, all’inizio di marzo, la doccia fredda: è arrivato il no definitivo da parte del consiglio di classe, preoccupato che per la ragazza la Maturità fosse un obiettivo troppo impegnativo e stressante, tanto da generare “senso di frustrazione“, come ha scritto la dirigente del liceo nella lettera che sancisce l’epilogo di questa storia tutt’altro che inclusiva.

“Il perché è quello che ci tormenta – aggiungono i genitori –. Anche la neuropsichiatra concordava: Nina poteva e voleva provarci a fare l’esame. Non abbiamo mai chiesto le venisse regalato il diploma, ma che le fosse data la possibilità di provarci”.

#lucenews #lucelanazione #disabilityinclusion #giornatamondialedellasindromedidown
Manifestanti nel fine-settimana hanno dato fuoco a una statua dedicata a Borba Gato, a San Paolo del Brasile. L’episodio ha riacceso il dibattito sulle celebrazioni rese ai personaggi storici legati alla tratta degli schiavi. Borba Gato fu uno dei “bandeirantes” che esplorarono l’interno del Brasile e del Sud America alla ricerca di ricchezze minerarie e degli indigeni, per trovare schiavi e distruggere i “quilombos” (rifugi degli schiavi africani). Ci sono altri tributi a queste figure a San Paolo, come il Monumento alle bandiere, di fronte al Parco Ibirapuera, e l’autostrada Bandeirantes. Davanti al monumento in fiamme, il gruppo responsabile dell’azione ha affisso uno striscione con su scritto “Rivoluzione periferica - La favela sta arrivando e non sarà carnevale”.  

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