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Home » Attualità » Scandalo ginnastica, Carlotta Ferlito: “Nessuna ragazzina dovrebbe essere chiamata maiale”

Scandalo ginnastica, Carlotta Ferlito: “Nessuna ragazzina dovrebbe essere chiamata maiale”

L'ex atleta Azzurra rompe il silenzio: "Questo sport non può e non deve essere fatto di violenze psicologiche e fisiche"

Barbara Berti
7 Dicembre 2022
Carlotta Ferlito a Le Iene (Mediaset)

Carlotta Ferlito a Le Iene (Mediaset)

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Lo scandalo della ginnastica arriva a “Le Iene” con il monologo di Carlotta Ferlito. La ginnasta 27enne, che ha partecipato a due Olimpiadi e ha all’attivo un argento nella specialità della trave e un bronzo di squadra europeo, ha raccontato le violenze fisiche e psicologiche subite durante i suoi anni da atleta.

Lo scandalo della ginnastica arriva a “Le Iene” con il monologo di Carlotta Ferlito (Mediaset)
Lo scandalo della ginnastica arriva a “Le Iene” con il monologo di Carlotta Ferlito (Mediaset)

“Vi assicuro che per un’atleta la cosa più difficile al mondo è essere allontanata dallo sport che hai praticato fin da piccola, lo sport per cui hai dato tutto. Ma io ho parlato con la convinzione che se provi a far sentire la tua voce, alla fine, qualcuno ti ascolta” racconta Ferlito durante il monologo a “Le Iene”, nella puntata in onda il 6 dicembre su Italia 1. E prosegue: “Questo sport non può e non deve più essere fatto anche di violenze psicologiche e fisiche. Nessuna ragazzina dovrebbe essere presa a sberle, umiliata se chiede di andare in bagno, costretta a fare esercizi dove rischia l’osso del collo solo per punizione”. L’ex Azzurra racconta il grande dolore per aver dovuto dire addio al suo sport, dopo tanti anni da ginnasta ai massimi livelli, ma anche le sofferenze per le umiliazioni ricevute. “Essere chiamata ‘maiale’ per aver osato mangiare un biscotto in più. Nessuna dovrebbe essere costretta a dimenticare dove sta il confine fra il giusto e lo sbagliato, fra normalità e malattia, come invece è successo a me, che, a un certo punto, ho accettato quasi tutto. Io ho reagito e, oggi, quel confine ce l’ho ben presente”. E incalza: “Per questo voglio scegliere con la mia testa, imparare a guardare al mio fisico con affetto anziché con paura, recuperare le cene saltate, stare lontana dalla violenza e imparare a perdonarmi. Voglio decidere quando e come inizia e finisce la mia carriera. Essere autonoma, anche scomoda se serve, non obbedire a nessuno”. Il monologo dell’atleta si conclude così: “Ogni giorno cerco di migliorare, proprio come facevo in passato, da atleta. Solo che oggi lo faccio da persona, da donna. E questa volta lo faccio da sola, senza che nessuno possa permettersi di dirmi che cosa è giusto e cosa è sbagliato per me”.

 

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Dopo le Olimpiadi di Rio del 2016, la campionessa di ginnastica artistica, aveva denunciato alla procura federale di aver subito in Nazionale abusi di potere, psicologici e fisici. Risultato? “Il giudice mi ha chiesto: ‘Perché dici queste cose?’. Perché sono vere, forse? Non è stata fatta alcuna indagine, anzi ho ricevuto io una procedura federale e una querela per diffamazione. E in più sono stata allontanata, non ho più gareggiato a livello internazionale. Tutti sanno tutto, anche il Coni”. Ferlito nel mese di luglio aveva pubblicato un video sui social su alcuni problemi legati al cibo, ma non aveva mai espresso il proprio pensiero dall’inizio dello scandalo che, da fine ottobre con le rivelazioni di Nina Corradini e Anna Basta ha travolto il mondo della ginnastica italiana.

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  • Nino Gennaro cresce in un paese complesso, difficile, famigerato per essere stato il regno del boss Liggio, impegnandosi attivamente in politica; nel 1975 è infatti responsabile dell’organizzazione della prima Festa della Donna, figura tra gli animatori del circolo Placido Rizzotto, presto chiuso e, sempre più emarginato dalla collettività, si trova poi coinvolto direttamente nel caso di una sua amica, percossa dal padre perché lo frequentava e che sporse denuncia contro il genitore, fatto che ebbe grande risonanza sui media. Con lei si trasferì poi a Palermo e qui comincia la sua attività pubblica come scrittore; si tratta di una creatività onnivora, che si confronta in diretta con la cronaca, lasciando però spazio alla definizione di mitologie del corpo e del desiderio, in una dimensione che vuole comunque sempre essere civile, di testimonianza.

Nel 1980 a Palermo si avviano le attività del suo gruppo teatrale “Teatro Madre”, che sceglie una dimensione urbana, andando in scena nei luoghi più diversi e spesso con attori non professionisti (i testi si intitolano “Bocca viziosa”, “La faccia è erotica”, “Il tardo mafioso Impero”), all’inseguimento di un cortocircuito scena/vita. Già il logo della compagnia colpisce l’attenzione: un cuore trafitto da una svastica, che vuole alludere alla pesantezza dei legami familiari, delle tradizioni vissute come gabbia. Le sue attività si inscrivono, quindi, in uno dei periodi più complessi della storia della città siciliana, quando una sequenza di delitti efferati ne sconvolge la quotidianità e Gennaro non è mai venuto meno al suo impegno, fondando nel 1986 il Comitato Cittadino di Informazione e Partecipazione e legandosi al gruppo che gestiva il centro sociale San Saverio, dedicandosi quindi a numerosi progetti sociali fino alla morte per Aids nel 1995.

La sua drammaturgia si alimenta di una poetica del frammento, del remix, con brani che spesso vengono montati in modo diverso rispetto alla loro prima stesura.

Luca Scarlini ✍

#lucenews #lucelanazione #ninogennaro #queer
  • -6 a Sanremo 2023!

Questo Festival ha però un sapore dolceamaro per l
  • Era il 1° febbraio 1945, quando la lotta per la conquista di questo diritto, partita tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, sulla scorta dei movimenti degli altri Paesi europei, raggiunse il suo obiettivo. Con un decreto legislativo, il Consiglio dei Ministri presieduto da Ivanoe Bonomi riconobbe il voto alle donne, su proposta di Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi. 

Durante la prima guerra mondiale le donne avevano sostituito al lavoro gli uomini che erano al fronte. La consapevolezza di aver assunto un ruolo ancora più centrale all’interno società oltre che della famiglia, crebbe e con essa la volontà di rivendicare i propri diritti. Già nel 1922 un deputato socialista, Emanuele Modigliani aveva presentato una proposta di legge per il diritto di voto femminile, che però non arrivò a essere discussa, per la Marcia su Roma. Mussolini ammise le donne al voto amministrativo nel 1924, ma per pura propaganda, poiché in seguito all’emanazione delle cosiddette “leggi fascistissime” tra il 1925 ed il 1926, le elezioni comunali vennero, di fatto, soppresse. Bisognerà aspettare la fine della guerra perché l’Italia affronti concretamente la questione.

Costituito il governo di liberazione nazionale, le donne si attivarono per entrare a far parte del corpo elettorale: la prima richiesta dell’ottobre 1944, venne avanzata dalla Commissione per il voto alle donne dell’Unione Donne Italiane (Udi), che si mobilitò per ottenere anche il diritto di eleggibilità (sancito da un successivo decreto datato 10 marzo 1946). Si arrivò così, dopo anni di battaglie per il suffragio universale, al primo febbraio 1945, data storica per l’Italia. Il decreto prevedeva la compilazione di liste elettorali femminili distinte da quelle maschili, ed escludeva però dal diritto le prostitute schedate che esercitavano “il meretricio fuori dei locali autorizzati”.

Le elezioni dell’esordio furono le amministrative tra marzo e aprile del 1946 e l’affluenza femminile superò l’89%. 

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  • La regina del pulito Marie Kondo ha dichiarato di aver “un po’ rinunciato” a riordinare casa dopo la nascita del suo terzo figlio. La 38enne giapponese, considerata una "Dea dell’ordine", con i suoi best seller sull’economia domestica negli ultimi anni ha incitato e sostenuto gli sforzi dei comuni mortali di rimettere in sesto case e armadi all’insegna del cosa “provoca dentro una scintilla di gioia”. Ma l’esperta di decluttering, famosa in tutto il mondo, ha ammesso che con tre figli da accudire, la sua casa è oggi “disordinata”, ma ora il riordino non è più una priorità. 

Da quando è diventata madre di tre bambini, ha dichiarato che il suo stile di vita è cambiato e che la sua attenzione si è spostata dall’organizzazione alla ricerca di modi semplici per rendere felici le abitudini di tutti i giorni: "Fino a oggi sono stata una organizzatrice di professione e ho dunque fatto il mio meglio per tenere in ordine la mia casa tutto il tempo”, e anche se adesso “ci ho rinunciato, il modo in cui trascorro il mio tempo è quello giusto per me in questo momento, in questa fase della mia vita”.

✍ Marianna Grazi 

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Lo scandalo della ginnastica arriva a “Le Iene” con il monologo di Carlotta Ferlito. La ginnasta 27enne, che ha partecipato a due Olimpiadi e ha all’attivo un argento nella specialità della trave e un bronzo di squadra europeo, ha raccontato le violenze fisiche e psicologiche subite durante i suoi anni da atleta.
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Dopo le Olimpiadi di Rio del 2016, la campionessa di ginnastica artistica, aveva denunciato alla procura federale di aver subito in Nazionale abusi di potere, psicologici e fisici. Risultato? “Il giudice mi ha chiesto: ‘Perché dici queste cose?’. Perché sono vere, forse? Non è stata fatta alcuna indagine, anzi ho ricevuto io una procedura federale e una querela per diffamazione. E in più sono stata allontanata, non ho più gareggiato a livello internazionale. Tutti sanno tutto, anche il Coni”. Ferlito nel mese di luglio aveva pubblicato un video sui social su alcuni problemi legati al cibo, ma non aveva mai espresso il proprio pensiero dall'inizio dello scandalo che, da fine ottobre con le rivelazioni di Nina Corradini e Anna Basta ha travolto il mondo della ginnastica italiana.
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