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Home » Attualità » Se l’università è inaccessibile in carrozzina. La battaglia dello studente Silverio Miraglia

Se l’università è inaccessibile in carrozzina. La battaglia dello studente Silverio Miraglia

"Di 88 ascensori presenti nella struttura, posso utilizzarne soltanto nove" dice Silverio a Luce! "Io chiedo solo di essere autonomo. La mia università mi ha dato tanto ma è inaccettabile che ci siano ancora disparità tra i diritti degli studenti"

Sofia Francioni
27 Dicembre 2021
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Silverio Miraglia è un ragazzo di 22 anni che con la forza della sua denuncia, e prima di tutto della sua volontà, è riuscito a far luce su un problema: quello del libero accesso all’interno dell’università della Calabria per gli studenti che, come lui, “vivono delle condizioni particolari”. Affetto fin dalla nascita da osteogenesi imperfetta di tipo 3, una condizione genetica caratterizzata principalmente da ritardo nella crescita e fragilità ossea, a bordo della sua carrozzina trova solo ostacoli. “Di 88 ascensori presenti nella struttura, posso utilizzarne soltanto nove. Perché i restanti 79 o richiedono la chiave per essere messi in funzione o a non funzionano direttamente”, racconta in una video-intervista a Luce!, mostrando un videoreportage in cui si sposta dentro l’università per provare ad accedere a un ascensore alla volta, senza successo. “Il risultato è che per muovermi, andare a lezione, tornare a casa, devo spesso chiedere aiuto ai miei compagni, come quando ero un bambino”.

“Chiedo solo di essere indipendente. I diritti devono essere garantiti a tutti”

Silverio Missaglia

Silverio sa che cos’è l’indipendenza, a 22 anni vive già da solo “per farmi liberamente gli affari miei” dice ridendo. Ma la situazione che vive nel suo appartamento a Cosenza non è la stessa che gli si presenta all’interno della sua università. In quanto studente fuori sede, gli è stato assegnato un alloggio al piano terra, che però si trova alla fine di una gradinata. “Era stato messo in funzione un montascale, ma l’impianto è risultato pericoloso ed è attualmente inaccessibile”, dice. “Per rientrare a casa, quindi, devo percorrere la strada più lunga e ovviamente in discesa, perché se anche riuscissi a percorrere la rampa di cemento sottostante, mi ritroverei nuovamente davanti a una scalinata”. Ma i problemi non finiscono qui: muovendosi con la carrozina, anche l’asfalto diventa un ostacolo. Le ruote rimangono bloccate nelle buche, nel fango, le discese diventano dei pericoli, ma anche le porte con molla che si chiudono automaticamente non gli facilitano la vita. “Per avere accesso agli ascensori che richiedono la chiave, dovrei fare richiesta o in vigilanza o all’associazione che nel campus si occupa del trasporto con persone con disabilità. Ma”, dice Silverio che veste spesso le sue critiche di ironia, “per quanti sono, dovrei avere più chiavi di San Pietro”.

UniCal mette 1 milione e 800mila in bilancio per l’abbattimento delle barriere architettoniche

UniCal: l’università della Calabria

A quasi un mese dalla sua denuncia, l’università non ha ancora risposto, ci informa Silverio. In occasione della giornata internazionale delle persone con disabilità il 3 dicembre, gli studenti del direttivo “Rinnovamento è futuro” hanno pubblicato un video sulla loro pagina social in cui si vede Silverio attraversare il campus a bordo della sua carrozzina, mentre mostra i limiti e le barriere architettoniche del prestigioso ateneo, nel 2018-2019 la seconda università tra i grandi atenei italiani nella classifica Censis. “L’università mi ha dato tantissimo: da un punto di vista umano e scolastico. E mi fa male vederla così. Nei confronti dell’ateneo il mio spirito è di assoluta collaborazione”, dice Silverio, “ma non è accettabile che chi vive in carrozzina abbia il doppio, il triplo delle difficoltà a vivere il campus rispetto agli altri studenti. I nostri diritti sono legge, sono sanciti dalla Costituzione, ma non vengono applicati: perché?”. La denuncia via immagini di Silverio è stata rilanciata anche da Fanpage.it e adesso da Luce!. “Il supporto è stato enorme. E, nonostante non abbia saputo niente dalla direzione né in forma pubblica né privata, dopo l’ultimo Senato Accademico nelle voci di bilancio ci ritroviamo, per la prima volta, l’abbattimento delle barriere architettoniche per 1 milione e 800mila euro“. Un risultato che è difficile non imputare a Silverio che con la sua denuncia dà a tutti una lezione: “Non poter essere libero ti deprime, ma dall’altra parte c’è una forza che ti spinge a pretendere di avere gli stessi diritti degli altri. Io lo faccio per me, ma anche per rendere l’università inclusiva per tutti”.

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  • Stando alle ultime stime, in Italia vivono almeno 88mila donne vittima di mutilazioni genitali femminili, con tutti i gravi problemi fisici, funzionali, psicologici che ne derivano. In base ai dati diffusi dal Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (Unfpa) e dall’Unicef, nel mondo ammonterebbero ad almeno 200 milioni donne e ragazze che hanno subito mutilazioni genitali. Nel 2023, circa 4,2 milioni di bambine e ragazze nel mondo sono a rischio di subire queste pratiche.

Attraverso la testimonianza di Ayaan Hirsi Ali, autrice de “L’infedele", proviamo a spiegare con le giuste parole in tutta la sua cruda realtà cosa racchiuda veramente:

“Mi afferrò e mi bloccò la parte superiore del corpo… Altre due donne mi tennero le gambe divaricate. L’uomo che era un cinconcisore tradizionale appartenente al clan dei fabbri, prese un paio di forbici. Con l’altra mano afferrò quel punto misterioso e cominciò a tirare… Sentii il rumore, come un macellaio che rifila il grasso da un pezzo di carne.”

Nella Giornata Internazionale contro le mutilazioni genitali femminili il presidente della Società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva-rigenerativa ed estetica Sicpre, il professor Francesco Stagno d’Alcontres, dichiara: 

“Spesso l’evento della mutilazione viene rimosso dai ricordi, mentre restano i dolori nei rapporti sessuali, le difficoltà nella minzione e durante il parto. La mutilazione genitale è un evento che modifica il corso della vita e noi lo dobbiamo contrastare sul piano della cultura e affrontare sul piano medico e scientifico”.

L’edizione 2023 del Summit Itinerante contro la mutilazioni genitali femminili, l’evento che si svolge in data odierna a Roma, presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustininani, sede della Presidenza del Senato della Repubblica, vede il saluto di esponenti del Governo, la testimonianza di una vittima e la partecipazione di importanti personalità, tra cui gli esperti della chirurgia plastica italiana chiamati a raccolta dalla Sicpre.

Letizia Cini ✨

#lucenews #lucelanazione #giornatamutilazionigenitalifemminili #linfedele
  • "Vorrei ringraziare la comunità queer per il vostro amore e per aver inventato un genere". 👑

Con queste parole di ringraziamento, Queen Bay riscrive la storia dei Grammy Awards. Beyoncé ier sera ha battuto tutti i record: con la 32esima vittoria incassata, è la star più premiata della storia degli Oscar della musica.

Con altri quattro grammofoni d’oro, la star americana, icona mondiale e paladina dei diritti civili e della body positivity, ha così superato il primato del direttore d’orchestra Georg Solti scomparso nel ‘97 e che, fino a stanotte, era rimasto imbattuto per due decenni con 31 vittorie. Queen Bay ha voluto dedicare la vittoria alla comunità Lgbtq+.

#lucenews #lucelanazione #qn #beyoncé #grammyawards2023
  • Stava regalando libri alle ragazze quando è stato arrestato a Kabul, giovedì 3 febbraio. Ismail Mashal, un professore universitario afghano, 37 anni, in aperta critica con il bando posto dai Talebani all’istruzione femminile, andava in giro con un carretto pieno di volumi gratuiti che distribuiva a donne e bambine, quando le forze di sicurezza lo hanno accusato di “azioni provocatorie” dalle autorità che lo hanno portato in carcere. Lo riferisce la Bbc.

Alcuni testimoni hanno riferito che il professore è stato schiaffeggiato, preso a pugni e a calci dalle forze di sicurezza locali durante l’arresto. Tuttavia Abdul Haq Hammad, un funzionario del ministero dell’Informazione e della Cultura talebani, ha dichiarato che il docente è stato trattato bene mentre era in custodia. 

Mashal è salito alla ribalta dopo aver strappato i documenti accademici in diretta tv per protestare contro il divieto dei talebani all’istruzione universitaria e secondaria per le donne. Il video in diretta televisiva è diventato virale. 

Ex giornalista, il 37enne dirigeva un’università privata a Kabul, frequentata da 450 studentesse che seguivano i corsi di giornalismo, ingegneria e informatica, tutte discipline che il ministro dell’Istruzione afghano sosteneva non dovessero essere insegnate alle ragazze in quanto contrarie all’islam e la cultura afghana. Quando a dicembre i Talebani hanno annunciato che alle studentesse universitarie non sarebbe più stato permesso di tornare a studiare fino a nuovo ordine, il professor Mashal ha chiuso definitivamente la sua scuola, affermando che “l’istruzione o si offre a tutti o a nessuno“.

“L’unico potere che ho è la mia penna, anche se mi uccidono, anche se mi fanno a pezzi, non resterò in silenzio“, ha dichiarato il mese scorso il professore. Ha anche affermato che un maggior numero di uomini deve insorgere per protestare contro le restrizioni imposte alle donne. Durante il loro incontro a Kabul, Mahsal, padre di due figli, ha precisato che non temeva di essere arrestato o ucciso. Si è detto invece certo che alla fine i Talebani avrebbero cercato di metterlo a tacere, ma è rimasto convinto che fosse un prezzo onesto da pagare.

#lucenews #kabul
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