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Sesso sicuro, ma non troppo: in Italia 140mila infezioni in 30 anni. Casi in aumento fra i giovani

di LUCIA LAPI -
3 gennaio 2022
sesso malattie

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Sono stati 140.874 le infezioni sessualmente trasmesse in Italia tra il 1991 e il 2019. Le patologie più frequenti, nel complesso, sono state i condilomi ano- genitali (60.583 casi, 43% del totale), la sifilide latente (11.490 casi, 8,2%) e l’herpes genitale (10.140 casi, 7,2%). Il bilancio arriva dall’Istituto Superiore di Sanità, che ha reso noti i dati raccolti in quasi 30 anni dal Sistema di sorveglianza delle Infezioni sessualmente trasmesse (Ist). Tra i dati emerge che il 68,6% delle persone con infezione a trasmissione sessuale ha effettuato un test anti-Hiv al momento della diagnosi di Ist, scoprendo nell’8% dei casi (7.728) di essere positivi. In particolare, dopo il 2008 si è assistito a un incremento costante della prevalenza di Hiv tra le persone con malattia sessualmente trasmissibile, fino a un massimo dell’11,7% nel 2016. “Il sistema - spiega l’Iss - non ha una copertura nazionale e quindi non segnala la totalità delle persone con infezione a trasmissione sessuale presenti in Italia, ma assicura stabilità e costanza nell’invio dei dati, permettendo di misurare nel tempo la frequenza relativa e gli andamenti temporali delle singole Ist, nonché di valutare i fattori di rischio associati“. Le infezioni sessualmente trasmesse sono in aumento tra i giovani, soprattutto tra le donne.

Le patologie

Non esiste soltanto l’Hiv ma ci sono tante altre patologie: clamidia, gonorrea, sifilide, condilomi anogenitali e herpes genitale. Malattie il cui trend continua a crescere interessando in particolare i giovanissimi tra i 15 e i 24 anni e le donne. I casi di Chlamydia trachomatis nel 2019 hanno evidenziato un incremento del 33% in particolare nelle donne (+65%) e i giovani tra i 15 e i 24 anni mostrano una prevalenza di casi di infezione quadrupla rispetto agli over 24. Ed è più che raddoppiato, negli ultimi quindici anni, il numero di donne con herpes genitale E se nell’immaginario comune si pensa siano appannaggio solo di stranieri, prostitute e omosessuali così non è: infatti queste patologie colpiscono tutte le persone sessualmente attive, soprattutto sempre più crescono tra i giovanissimi, in particolare tra le donne. Infezioni subdole che mettono a rischio la loro capacità riproduttiva. A scattare la fotografia delle Infezioni sessualmente trasmesse è l’Istituto superiore di sanità che ha aggiornato i dati dei due sistemi di sorveglianza sentinella attivi in Italia nel 2019.
Sesso, in Italia oltre 140mila infezioni in 30 anni

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“Nell’ambito delle IST non esiste soltanto l’Hiv, per il quale peraltro abbiamo registrato nel 2020 un calo importate delle nuove diagnosi - spiega Barbara Suligoi, direttore del Centro operativo aids del dipartimento di malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità - , ma ci sono tante altre patologie, tra le molte la clamidia, la gonorrea, la sifilide, i condilomi anogenitali e l’herpes genitale. Infezioni di cui si parla troppo poco ma il cui trend negli anni non è mai calato, al contrario continua a crescere interessando in particolare i giovanissimi tra i 15 e i 24 anni e le donne”.

I dati

Se dal 2016 diminuisce lievemente il numero delle persone con una IST confermata e si riduce di circa il 29% il numero dei maschi che fanno sesso con maschi (Msm) con una IST in atto, al contrario dal 2000 al 2019 è aumentato del 23% circa il numero di donne colpite. Soprattutto i casi di Chlamydia trachomatis nel 2019 hanno evidenziato un incremento del 33% rispetto al 2017 in particolare nelle donne (+65%) e i giovani tra i 15 e i 24 anni mostrano una prevalenza di casi di infezione quadrupla rispetto agli over 24. Non solo, i casi di gonorrea sono raddoppiati negli ultimi cinque anni analizzati. È più che raddoppiato, negli ultimi quindici anni, il numero di donne con herpes genitale. Di contro, in quattro anni (dal 2016 al 2019) il numero di casi di condilomi ano-genitali si è ridotto, molto probabilmente grazie alle campagne vaccinali anti-HPV in femmine e maschi.

Clamidia in crescita

Emblematico è il caso della clamidia che mostra un trend in crescita dal 2008, con un incremento di quasi quattro volte tra il 2008 e il 2019, in particolare nelle donne tra i 20 e i 25 anni.
Sesso, in Italia oltre 140mila infezioni in 30 anni

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“Un dato preoccupante – prosegue Suligoi – perché tre donne su quattro non si accorgono di aver contratto l’infezione da clamidia in quanto il sintomo del dolore viene spesso confuso con quello dell’ovulazione o attribuito erroneamente a generici dolori intestinali. La mancata diagnosi porta ad una mancata assunzione della terapia antibiotica e alla progressione dell’infezione che ha come conseguenza un’occlusione delle tube, compromettendo la capacità di procreazione”. Insomma, un’infezione subdola e misconosciuta difficilmente rintracciabile a distanza di anni, con il risultato che molti dei casi di infertilità tra le donne potrebbero essere attribuiti a pregresse infezioni da clamidia. Quali sono quindi le contromisure da mettere in campo per arginare il trend delle IST? Per l’Iss le azioni possibili sono: favorire la diagnosi e il trattamento precoce delle IST facilitando l’accesso ai servizi sanitari attraverso un Percorso Integrato di Cura (PIC) della persona a rischio di o con IST; favorire la diagnosi precoce di Chlamydia trachomatis attraverso l’offerta del test in donne giovani, anche se asintomatiche, in particolare se pluripartner. Il numero verde E ancora, migliorare il contact tracing delle persone con IST e promuovere la terapia del partner; sostenere la prevenzione primaria favorendo la vaccinazione anti-HPV, anti-epatite B, anti-epatite A. Soprattutto accrescere le attività di informazione sulle IST (far conoscere sintomi, segni e complicanze), e "su questo fronte - conclude Barbara Suligoi - è attivo il numero verde Aids e Ist dell’Istituto Superiore di Sanità (800 861061) estremamente utile soprattutto per i più giovani”.