Sessualità e benessere: quattro miti falsi e tossici sul sesso da sfatare

LELO e la sessuologa Valentina Cosmi smontano quattro falsi miti sul sesso e combattono alcuni dei più radicati pregiudizi: “Altrimenti a pagare il conto è la salute mentale"

di CATERINA CECCUTI
17 aprile 2025
Immagine della campagna

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Che l’eros sia un potente motore di felicità è cosa nota fin dai tempi del “Kama Sutra”, ma oggi la scienza conferma che fare (e vivere) sesso in modo consapevole è un vero elisir per corpo e psiche. Lo ricorda l’ultima campagna di LELO – brand svedese che dal 2003 disegna oggetti di piacere degni di un museo del design – tirando le orecchie a quattro convinzioni dure a morire che ancora imprigionano la nostra intimità.

L’idea di una sessualità “normale”

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Il primo tabù è l’idea di una sessualità “normale”, un concetto che la sessuologa Valentina Cosmi definisce "una camicia di forza culturale”. Pretendere che l’unico rapporto “da manuale” sia la penetrazione pene vagina, spiega, finisce per alimentare frustrazioni e disturbi sessuali. La ricerca, invece, dice che qualunque pratica condivisa e appagante è già di per sé salutare: rilascia endorfine, abbassa lo stress e favorisce un sano equilibrio ormonale.

Il mito degli uomini sempre accesi

Al secondo posto troviamo il mito degli “uomini sempre accesi” contrapposti alle donne “sempre in stand by”. La realtà è più sfumata: il desiderio maschile segue un percorso lineare, quello femminile è circolare e legato – anche – ai cicli ormonali, ma nessuno dei due è “più forte” per natura. Ridurre la libido a una questione di genere significa ignorare fattori chiave come il benessere psicologico, la qualità del sonno, l’alimentazione e persino il contesto socio culturale.

La donna o santa o di facili costumi

Resiste poi il vetusto complesso “santa - donna di facili costumi”, la dicotomia che vorrebbe una donna angelicata oppure “da red carpet del peccato”. A pagare il conto è la salute mentale: chi interiorizza questa etichetta rischia sensi di colpa, ansia da prestazione e un pericoloso silenzio sui propri bisogni. L’autostima sessuale, invece, è amica di un sistema immunitario più forte e di relazioni affettive più stabili.

Il piacere, un lusso superfluo

Ultimo, non per importanza, il cliché del piacere come lusso superfluo. Nulla di più sbagliato: numerosi studi internazionali dimostrano che l’attività sessuale soddisfacente riduce la pressione sanguigna, migliora l’umore e perfino la qualità del sonno. Persino l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel documento “Sexual Health for the Millennium”, lo riconosce come diritto umano fondamentale.

Liberarsi da questi quattro totem significa, in pratica, investire nella propria salute globale. Non occorrono pillole magiche né routine acrobatiche: bastano comunicazione sincera, curiosità condivisa e la consapevolezza che il corpo non è un campo di battaglia ma un giardino da coltivare con intelligenza, ma sempre in sicurezza.