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Home » Attualità » Sicilia, una natura da tutelare. Il Castagno dei Cento Cavalli ha 2200 anni

Sicilia, una natura da tutelare. Il Castagno dei Cento Cavalli ha 2200 anni

La sua età è stata misurata attraverso una tecnica innovativa chiamata Kasp basata sull'analisi del Dna. Oltre al record di età il castagno possiede altri primati imbattibili

Maurizio Costanzo
6 Agosto 2022
Il Castagno dei Cento Cavalli

Il Castagno dei Cento Cavalli

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Il monumentale albero si trova in Sicilia, alle pendici dell’Etna, e si è risalito con esattezza alla sua età grazie a un’innovativa tecnica del Dna estratto dalle foglie. Ha un nome leggendario legato a una regina, è stato visitato anche da Goethe, è tra i più antichi al mondo e fa parte di un patrimonio che va sempre più tutelato e protetto. Più che un semplice albero, è un inestimabile libro di storia a cielo aperto il Castagno dei Cento Cavalli. L’età di quello che è uno dei monumenti della natura più antichi e grandi al mondo, è stata ricalcolata e ora si sa con certezza quanti anni ha: ben 2.200. 

Il Castagno dei Cento Cavalli ha raggiunto i 2200 anni d’età

La tecnica per misurare i suoi ‘compleanni’

Si trova in Sicilia e la sua casa è a Sant’Alfio, in provincia di Catania. È qui che sorge, alle pendici dell’Etna, ed è qui che affondano le sue mastodontiche radici che sembrano esse stesse dei tronchi. Che abbia oltre due millenni di vita lo ha dimostrato uno studio del Crea basato sull’impronta genetica, che è stato pubblicato sull’ultimo numero della rivista internazionale di ricerca forestale ‘Forestry’.

Per misurare con esattezza i ‘compleanni’ di questo che è un vero e proprio monumento vivente, il Crea si è servito di una tecnica innovativa denominata Kasp, che si basa in pratica sull’analisi del Dna estratto dalle foglie della pianta. E proprio questa analisi ha permesso di mettere a punto una sorta di codice a barre capace di risalire indietro nel tempo, e individuare con precisione oltre all’età dell’albero, anche le cultivar di castagno, dimostrandone così un’impronta genetica uniforme.

Lo studio apre di fatto la strada dell’ente alla creazione di una banca dati vera e propria, interattiva, delle impronte genetiche delle cultivar di castagno, che può essere utilizzata anche per quanto riguarda il miglioramento genetico, cioè per ottenere varietà resistenti agli eventi climatici estremi, quali possono essere gli stress idrici, ma anche resistenti alle malattie più diffuse, quale appunto il cinipide del castagno.

Il nome al castagno fu dato quando la regina Giovanna I d’Angiò fu costretta a ripararsi sotto i suoi rami a causa di un temporale 

I record imbattibili del castagno siciliano

Nel 2021 il Castagno dei Cento Cavalli vinse la sfida e venne eletto albero italiano dell’anno, non poteva essere altrimenti visto la sua età e la sua stazza formidabile. È alto infatti 28 metri, il diametro medio del tronco misura ben 18 metri, la circonferenza del tronco è pari a 52 metri e il diametro della chioma fa segnare un altro record, essendo di ben 68 metri arrivando a coprire un’area di circa mille metri quadrati. Composto da tre grandi fusti, che secondo gli esperti condividerebbero lo stesso apparato radicale, dalla sua ha molti primati: sarebbe il più grande albero del mondo, oltre che in assoluto il più vecchio albero da frutto.

Leggenda vuole che il suo nome gli fu dato quando la regina Giovanna I d’Angiò, nel XIII secolo, si fermò sotto i suoi rami per ripararsi da un temporale. Non solo lei: sotto le sue fronde trovarono rifugio anche tutti e 100 i cavalieri che aveva al seguito. Da quell’episodio ricevette il nome che lo contraddistingue, e che lo ha reso famoso come una delle bellezze monumentali naturalistiche della nostra penisola, assoluto e prezioso patrimonio naturale e culturale non solo della Sicilia e d’Italia, ma di tutta Europa e del mondo intero.

Il plurimillenario castagno fa parte di un patrimonio arboreo inestimabile, legato a un territorio che va sempre più protetto e tutelato. Se questo enorme albero potesse parlare racconterebbe storie eccezionali, anche dei tanti artisti e letterati che nel corso dei secoli sono andati a visitarlo per ammirarlo stupefatti con i propri occhi. Tra cui lo stesso Goethe.

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Dopo la preoccupazione, ha postato una nuova storia in cui ha rassicurato tutti, annunciando la buona riuscita dell’operazione.

#lucenews #lucelanazione #biancabalti
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Il monumentale albero si trova in Sicilia, alle pendici dell'Etna, e si è risalito con esattezza alla sua età grazie a un'innovativa tecnica del Dna estratto dalle foglie. Ha un nome leggendario legato a una regina, è stato visitato anche da Goethe, è tra i più antichi al mondo e fa parte di un patrimonio che va sempre più tutelato e protetto. Più che un semplice albero, è un inestimabile libro di storia a cielo aperto il Castagno dei Cento Cavalli. L'età di quello che è uno dei monumenti della natura più antichi e grandi al mondo, è stata ricalcolata e ora si sa con certezza quanti anni ha: ben 2.200. 

Il Castagno dei Cento Cavalli ha raggiunto i 2200 anni d'età

La tecnica per misurare i suoi 'compleanni'

Si trova in Sicilia e la sua casa è a Sant'Alfio, in provincia di Catania. È qui che sorge, alle pendici dell'Etna, ed è qui che affondano le sue mastodontiche radici che sembrano esse stesse dei tronchi. Che abbia oltre due millenni di vita lo ha dimostrato uno studio del Crea basato sull'impronta genetica, che è stato pubblicato sull'ultimo numero della rivista internazionale di ricerca forestale ‘Forestry’.

Per misurare con esattezza i 'compleanni' di questo che è un vero e proprio monumento vivente, il Crea si è servito di una tecnica innovativa denominata Kasp, che si basa in pratica sull'analisi del Dna estratto dalle foglie della pianta. E proprio questa analisi ha permesso di mettere a punto una sorta di codice a barre capace di risalire indietro nel tempo, e individuare con precisione oltre all'età dell'albero, anche le cultivar di castagno, dimostrandone così un'impronta genetica uniforme.

Lo studio apre di fatto la strada dell'ente alla creazione di una banca dati vera e propria, interattiva, delle impronte genetiche delle cultivar di castagno, che può essere utilizzata anche per quanto riguarda il miglioramento genetico, cioè per ottenere varietà resistenti agli eventi climatici estremi, quali possono essere gli stress idrici, ma anche resistenti alle malattie più diffuse, quale appunto il cinipide del castagno.

Il nome al castagno fu dato quando la regina Giovanna I d'Angiò fu costretta a ripararsi sotto i suoi rami a causa di un temporale 

I record imbattibili del castagno siciliano

Nel 2021 il Castagno dei Cento Cavalli vinse la sfida e venne eletto albero italiano dell'anno, non poteva essere altrimenti visto la sua età e la sua stazza formidabile. È alto infatti 28 metri, il diametro medio del tronco misura ben 18 metri, la circonferenza del tronco è pari a 52 metri e il diametro della chioma fa segnare un altro record, essendo di ben 68 metri arrivando a coprire un'area di circa mille metri quadrati. Composto da tre grandi fusti, che secondo gli esperti condividerebbero lo stesso apparato radicale, dalla sua ha molti primati: sarebbe il più grande albero del mondo, oltre che in assoluto il più vecchio albero da frutto.

Leggenda vuole che il suo nome gli fu dato quando la regina Giovanna I d'Angiò, nel XIII secolo, si fermò sotto i suoi rami per ripararsi da un temporale. Non solo lei: sotto le sue fronde trovarono rifugio anche tutti e 100 i cavalieri che aveva al seguito. Da quell'episodio ricevette il nome che lo contraddistingue, e che lo ha reso famoso come una delle bellezze monumentali naturalistiche della nostra penisola, assoluto e prezioso patrimonio naturale e culturale non solo della Sicilia e d'Italia, ma di tutta Europa e del mondo intero.

Il plurimillenario castagno fa parte di un patrimonio arboreo inestimabile, legato a un territorio che va sempre più protetto e tutelato. Se questo enorme albero potesse parlare racconterebbe storie eccezionali, anche dei tanti artisti e letterati che nel corso dei secoli sono andati a visitarlo per ammirarlo stupefatti con i propri occhi. Tra cui lo stesso Goethe.

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