Slovacchia sulle orme dell’Ungheria sui diritti Lgbtq+. I parlamentari del Paese sono infatti alle prese con le crescenti pressioni internazionali affinché respingano un disegno di legge che porterebbe questo Stato a seguire l’esempio ungherese nel porre fine a decenni di riconoscimento legale del genere per le persone transgender.
Nella Repubblica, come riporta il Guardian, entro venerdì 19 maggio è previsto un voto in parlamento sulla proposta, avanzata dai partiti conservatori e di estrema destra, che prevede che una persona debba avere l’insieme “corretto” di cromosomi per corrispondere al proprio sesso legale.
Amnesty International si è quindi unita al Consiglio d’Europa nell’appellarsi ai legislatori slovacchi affinché non appoggino l’approvazione della legge che, secondo loro, si pone in aperto conflitto con gli obblighi assunti dalla nazione guidata dalla presidente Zuzana Čaputová nell’ambito della Convenzione europea sui diritti umani.
Il “Numero di nascita”
Ogni cittadino slovacco ha “numero di nascita” ufficiale, una sorta di identificativo che indica la data di nascita e il sesso biologico. Questo numero è riportato sui documenti ufficiali, come il passaporto e la carta d’identità.
Secondo la nuova misura, che ha ottenuto l’appoggio della maggioranza dei deputati in prima lettura, lo scorso marzo, non sarebbe più possibile cambiare questo codice per identificarsi in un sesso diverso senza un test cromosomico di conferma. Pensare che la modifica del numero di nascita è possibile da quando il Paese era comunista e faceva parte della Cecoslovacchia, quindi più di 30 anni fa.
La protesta
Le organizzazioni sanitarie locali e gli attivisti per i diritti Lgbtq+ hanno condannato la proposta di legge come un attacco ai diritti delle persone trans. Il direttore di Amnesty Slovacchia, Rado Sloboda, ha dichiarato che la norma, se approvata, avrà grosse ripercussioni sulla loro vita quotidiana.
“Le persone transgender hanno potuto accedere al riconoscimento legale del genere in Slovacchia per più di 40 anni, ma il parlamento slovacco sta ora proponendo di cambiare la legislazione e di eliminare questo diritto. Amnesty International chiede ai membri del parlamento locale di respingere questa proposta di legge che mette a repentaglio i diritti delle persone trans e pone la Repubblica slovacca in violazione dei suoi obblighi in materia di diritti umani internazionali.
Questa legge avrà un grave impatto sui diritti di queste cittadine e cittadini, costringendole a rivelare il loro genere assegnato alla nascita in circostanze di tutti i giorni, come firmare per ritirare pacchi. Aumenterà inoltre il rischio di bullismo, discriminazione o violenza e inciderà sul loro diritto alla privacy. Questa legge non dovrebbe passare”, conclude.
La nuova legge viola la Cedu
Dunja Mijatovic, commissario per i diritti umani presso il Consiglio d’Europa, ha scritto ai parlamentari slovacchi il mese scorso avvertendoli che la legge è in conflitto con gli obblighi del Paese ai sensi della Cedu. Il commissario ha sollevato la questione nell’ambito di una crescente intolleranza, in alcuni ambienti dello Stato, nei confronti dei diritti delle persone della comunità Lgbtq+, evidenziata anche dalla sparatoria avvenuta nel 2022 al Tepláreň cafè di Bratislava, noto locale gay in cui due persone sono state uccise e un’altra è rimasta ferita.
La svolta progressista in materia di transizione
L’emendamento alla legge è visto dagli attivisti come un tentativo delle forze conservatrici di modificare le linee guida emanate dal Ministero della Salute slovacco nel marzo dello scorso anno, in base alle quali le persone potevano cambiare legalmente il proprio sesso senza dover ricorrere alla chirurgia.
La riforma era stata celebrata all’epoca da Lucia Plaváková, vicepresidente del partito Slovacchia Progressista, come “la fine della sterilizzazione forzata delle persone trans”. Ma allo stesso tempo era stata pesantemente osteggiata dai politici di destra, tra cui la presidente dell’Unione cristiana Anna Záborská, che ora cercano di impedire alle persone di cambiare il proprio numero di nascita.
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La cosa che più teme Alexandra Demetrianova, dell’organizzazione slovacca per i diritti umani Saplinq, è che effettivamente ci possa essere una maggioranza a favore della modifica della legge, con l’estrema destra che cerca di fomentare il risentimento contro la comunità Lgbtq+ in vista delle elezioni nazionali di settembre. “C’è stata una forte pressione da parte delle istituzioni internazionali e del settore sanitario, che si sono espresse in modo molto deciso contro la norma”, dichiara l’attivista.
“Si tratta di capire se questo basterà a convincere i parlamentari. Essendo in pieno periodo elettorale, è molto probabile che molti deputati votino a favore. C’è stata una campagna di odio molto forte nei confronti delle persone transgender, in cui si è detto che sono una minaccia per la famiglia tradizionale. Secondo noi fa parte di un imput globale di loro”. La proposta sarà votata nella la sessione di maggio del Parlamento slovacco, che si concluderà venerdì.