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Home » Attualità » Solidarietà e musica classica si incontrano alla mensa della Caritas di Firenze

Solidarietà e musica classica si incontrano alla mensa della Caritas di Firenze

L'Orchestra della Toscana vince il bando “Autunno fiorentino” con una nuova rassegna di concerti che si svolgono in luoghi non convenzionali

Maurizio Costanzo
6 Ottobre 2022
Cultura e solidarietà insieme: musica nelle mense per i più bisognosi e tanti altri eventi

Cultura e solidarietà insieme: musica nelle mense per i più bisognosi e tanti altri eventi

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A Firenze la musica incontra la solidarietà, coi musicisti che suonano per le mense dei più bisognosi. L’innovativa proposta di “Musica diffusa” è stata così apprezzata che Fondazione Ort è riuscita ad aggiudicarsi uno dei contributi più rilevanti del bando “Autunno fiorentino”. Il progetto che unisce cultura e solidarietà è un viaggio artistico che si sviluppa in luoghi alternativi attraverso vari momenti culturali – 7 diverse produzioni per un totale di 11 appuntamenti da ottobre a dicembre – che al tempo stesso è una preziosa occasione per fare del bene.

Un momento della presentazione di "Musica diffusa", viaggio artistico con momenti culturali proposti in luoghi alternativi che è al tempo stesso occasione per fare del bene
Un momento della presentazione di “Musica diffusa”, viaggio artistico con momenti culturali proposti in luoghi alternativi che è al tempo stesso occasione per fare del bene

L’obiettivo di “Autunno fiorentino” – promosso dal Comune di Firenze e realizzato grazie a finanziamenti del “Fondo periferie” del Ministero della Cultura – ha come obiettivo quello di favorire la ripresa della cultura e dello spettacolo in tutti i quartieri del comune che non rientrano nel sito Patrimonio Mondiale dell’Unesco. “Musica diffusa” ha un doppio merito, quello di cercare non solo a un reale decentramento includendo tutte le zone poste fuori dal centro, ma anche quello di aver intercettato dei partner – Fondazione Solidarietà Caritas onlus e Cesvot – che potessero legare le proposte artistiche a un tessuto sociale quanto mai bisognoso di momenti di aggregazione e di scambio socio-culturale. L’Ort ha così immaginato questo progetto come una grande opportunità, da sviluppare con queste due importanti realtà che ogni giorno sul territorio offrono un aiuto concreto alle persone e agli enti del terzo settore. I luoghi scelti per “Musica diffusa” sono in parte deputati alla musica e allo spettacolo, come il Mandela Forum, il Teatro Affratellamento o la Manifattura Tabacchi, mentre altri sono stati volutamente ricavati dentro strutture che ospitano le normali attività di Fondazione Solidarietà Caritas. Servirà a far conoscere queste realtà al pubblico e al tempo stesso permetterà agli ospiti delle di partecipare a momenti culturali. Inoltre durante tutte le manifestazioni verranno incentivate donazioni finalizzate a sostenere Caritas nell’offerta di pasti caldi nelle loro mense.

A Firenze sempre più over 65 mangiano alle mense gestite dalla Caritas
A Firenze sempre più over 65 mangiano alle mense gestite dalla Caritas

A Firenze, sempre più over 65 mangiano alle mense gestite dalla Caritas. Quella di via Baracca, uno dei luoghi di “Musica diffusa”, è un punto di riferimento per i fragili della città, il cui identikit è il seguente: uomo, italiano, tra i 35 e i 54 anni, spesso di passaggio. Ma ci sono anche minorenni (erano 10 nel 2019, sono stati 11 nel 2021 e 10 nel 2022) e sempre più anziani, soprattutto stranieri. È la mensa più grande di Firenze, di proprietà comunale, gestita dalla Caritas e sostenuta interamente grazie alle donazioni. È prevalentemente rivolta a persone senza dimora e in stato di grave emarginazione, che possono accedervi direttamente. Esistono poi le mense diffuse di quartiere che hanno utenze diverse ovvero persone adulte ed autosufficienti, in stato di povertà, marginalità e fragilità sociale. “Siamo entusiasti di questa importante collaborazione con l’Orchestra della Toscana e con Fondazione Solidarietà Caritas – dice il presidente di Cesvot Luigi Paccosi – rappresenta un esempio virtuoso di progettazione condivisa. L’iniziativa ‘Musica Diffusa’ ha un doppio grande pregio, quello di portare la bellezza della musica nelle aree periferiche di Firenze e quello di sostenere tramite le donazioni la fondamentale rete delle mense Caritas sul territorio”.

Uomo, italiano, tra i 35 e i 54 anni, spesso di passaggio: ecco l'identikit di chi va a mangiare alla mensa della Caritas
Uomo, italiano, tra i 35 e i 54 anni, spesso di passaggio: ecco l’identikit di chi va a mangiare alla mensa della Caritas

“L’incontro tra la solidarietà e la cultura – aggiunge il presidente della Fondazione Solidarietà Caritas Onlus Vincenzo Lucchetti – è il grande valore aggiunto di questa iniziativa. Cura delle persone e bellezza possono e devono stare insieme. Ringraziamo un’istituzione prestigiosa come l’Ort per l’attenzione dimostrata verso gli ospiti delle nostre mense, allietando i pranzi con i loro concerti”. “Il pregio del nostro progetto – secondo il presidente Ort Maurizio Fritteli – è di essere totalmente inedito, costruito apposta per “Autunno fiorentino”. Tocca tutti i quartieri, compreso l’1 fuori dal centro storico, e ha il valore aggiunto dato da due partner importanti con i quali realizzeremo aiuti concreti per chi ne ha bisogno”.

I concerti iniziano il 6 ottobre alle 12 con un flash mob fuori dalla mensa Caritas di via Baracca. Sono tutti ad ingresso gratuito su prenotazione. I volontari della Fondazione Solidarietà Caritas raccoglieranno le donazioni. Nella realizzazione del programma sono stati scelti titoli di grande fascino, facili da ascoltare, accattivanti nelle opere e nei nomi dei compositori, concerti per tutti, proprio perché realizzati fuori dagli spazi convenzionali del teatro, in luoghi speciali, vicini alle case delle persone.

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  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
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