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Home » Attualità » Spagna, il sesso senza consenso è stupro. Approvata la legge “Solo sì è sì”

Spagna, il sesso senza consenso è stupro. Approvata la legge “Solo sì è sì”

Con 205 voti a favore, 141 contrari e 3 astensioni, giovedì la Camera ha approvato in via definitiva il disegno di legge proposto dal governo di centrosinistra

Marianna Grazi
26 Agosto 2022
Legge stupro Spagna
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Il Parlamento spagnolo approva la cosiddetta legge del “solo sì è sì”, che prevede una stretta contro le violenze sessuali reclamata a gran voce da molte donne. La norma, come si capisce dal nome stesso, prevede che venga considerato (e punito come) stupro qualsiasi atto sessuale in cui una delle persone coinvolte non abbia dato il proprio consenso.

“Una vittoria dopo anni di lotta”

Spagna Irene Montero
In Spagna approvata la legge che considera stupro il sesso senza consenso. La ministra delle Pari Opportunità Irene Montero: “Vittoria dopo anni di lotta”

La proposta, avanzata un anno fa dal governo di centrosinistra e promossa in particolare dalla ministra delle Pari Opportunità Irene Montero, era già stata approvata dal Congresso a fine maggio. L’ultima votazione sul testo, appoggiato dal premier socialista Pedro Sanchez, si è tenuta alla Camera dei deputati e qui ha ottenuto 205 sì, 141 no e 3 astensioni. Contrari solo il partito di estrema destra Vox e il Partito Popolare, di centrodestra e conservatore. Hanno scelto invece di non votare i parlamentari di Candidatura di Unità Popolare, partito di estrema sinistra catalano. “Oggi è una giornata di vittoria, dopo molti anni di lotta”, ha commentato la ministra Montero in Aula. “Finalmente il nostro Paese riconosce per legge che il consenso dev’essere al centro di tutte le relazioni sessuali”, ha aggiunto. La norma – a cui viene associato lo slogan gridato nelle piazze spagnole durante manifestazioni di protesta per un caso giudiziario riguardante uno stupro di gruppo del 2016 che suscitò forti polemiche – contempla importanti modifiche del codice penale: in particolare viene abolita la distinzione tra il reato di abuso sessuale (più lieve) e quello di aggressione sessuale (più grave), lasciando in vigore solo quest’ultimo.

Il caso di abuso del 2016 

Le proteste per il caso di stupro di gruppo denominato “La Manada”

La legge, quindi, fa rientrare nel reato di stupro qualsiasi rapporto sessuale in cui una persona non ha dato il proprio consenso. Finora invece rientravano in questa categoria solo i rapporti in cui fossero dimostrabili minacce, violenze o costrizioni; adesso il silenzio o l’atteggiamento passivo della persona che subiscela violenza non potranno essere interpretati come consenso. Come detto, il disegno è conosciuto come la “ley del solo sì es sì”, slogan urlato e rivendicato nelle manifestazioni popolari dopo il caso dello stupro di gruppo noto come “La Manada“. Questo è il nome del gruppo WhatsApp creato da cinque uomini – José Ángel Prenda, Alfonso Cabezuelo, Antonio Manuel Guerrero, Jesús Escudero e Ángel Boza – accusati di avere stuprato una donna di 18 anni a Pamplona il 7 luglio 2016. Il caso aveva sollevato un ampio polverone mediatico, soprattutto perché durante il processo i legali degli imputati affermarono che la vittima era consenziente, che le immagini (poco più di un minuto e mezzo) che mostravano la ragazza immobile e con gli occhi chiusi durante lo stupro erano la prova del suo consenso. Dopo che il tribunale di Pamplona stabilì, in primo grado, che non ci fossero state violenza o intimidazione, e le successive proteste, il Tribunale supremo spagnolo ha ribaltato la sentenza, stabilendo che si era trattato invece di stupro di gruppo. Inoltre vennero riconosciute due aggravanti: il trattamento umiliante ai danni della donna e “il vanto che espressero” i 5 uomini nei video registrati con i cellulari riguardo alla violenza. Gli aggressori sono stati condannati in via definitiva a 15 di anni di carcere, contro i 9 stabiliti dal tribunale di Pamplona.

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Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
Il Parlamento spagnolo approva la cosiddetta legge del "solo sì è sì", che prevede una stretta contro le violenze sessuali reclamata a gran voce da molte donne. La norma, come si capisce dal nome stesso, prevede che venga considerato (e punito come) stupro qualsiasi atto sessuale in cui una delle persone coinvolte non abbia dato il proprio consenso.

"Una vittoria dopo anni di lotta"

Spagna Irene Montero
In Spagna approvata la legge che considera stupro il sesso senza consenso. La ministra delle Pari Opportunità Irene Montero: "Vittoria dopo anni di lotta"
La proposta, avanzata un anno fa dal governo di centrosinistra e promossa in particolare dalla ministra delle Pari Opportunità Irene Montero, era già stata approvata dal Congresso a fine maggio. L'ultima votazione sul testo, appoggiato dal premier socialista Pedro Sanchez, si è tenuta alla Camera dei deputati e qui ha ottenuto 205 sì, 141 no e 3 astensioni. Contrari solo il partito di estrema destra Vox e il Partito Popolare, di centrodestra e conservatore. Hanno scelto invece di non votare i parlamentari di Candidatura di Unità Popolare, partito di estrema sinistra catalano. "Oggi è una giornata di vittoria, dopo molti anni di lotta", ha commentato la ministra Montero in Aula. "Finalmente il nostro Paese riconosce per legge che il consenso dev'essere al centro di tutte le relazioni sessuali", ha aggiunto. La norma – a cui viene associato lo slogan gridato nelle piazze spagnole durante manifestazioni di protesta per un caso giudiziario riguardante uno stupro di gruppo del 2016 che suscitò forti polemiche – contempla importanti modifiche del codice penale: in particolare viene abolita la distinzione tra il reato di abuso sessuale (più lieve) e quello di aggressione sessuale (più grave), lasciando in vigore solo quest'ultimo.

Il caso di abuso del 2016 

Le proteste per il caso di stupro di gruppo denominato "La Manada"
La legge, quindi, fa rientrare nel reato di stupro qualsiasi rapporto sessuale in cui una persona non ha dato il proprio consenso. Finora invece rientravano in questa categoria solo i rapporti in cui fossero dimostrabili minacce, violenze o costrizioni; adesso il silenzio o l’atteggiamento passivo della persona che subiscela violenza non potranno essere interpretati come consenso. Come detto, il disegno è conosciuto come la "ley del solo sì es sì", slogan urlato e rivendicato nelle manifestazioni popolari dopo il caso dello stupro di gruppo noto come "La Manada". Questo è il nome del gruppo WhatsApp creato da cinque uomini – José Ángel Prenda, Alfonso Cabezuelo, Antonio Manuel Guerrero, Jesús Escudero e Ángel Boza – accusati di avere stuprato una donna di 18 anni a Pamplona il 7 luglio 2016. Il caso aveva sollevato un ampio polverone mediatico, soprattutto perché durante il processo i legali degli imputati affermarono che la vittima era consenziente, che le immagini (poco più di un minuto e mezzo) che mostravano la ragazza immobile e con gli occhi chiusi durante lo stupro erano la prova del suo consenso. Dopo che il tribunale di Pamplona stabilì, in primo grado, che non ci fossero state violenza o intimidazione, e le successive proteste, il Tribunale supremo spagnolo ha ribaltato la sentenza, stabilendo che si era trattato invece di stupro di gruppo. Inoltre vennero riconosciute due aggravanti: il trattamento umiliante ai danni della donna e "il vanto che espressero" i 5 uomini nei video registrati con i cellulari riguardo alla violenza. Gli aggressori sono stati condannati in via definitiva a 15 di anni di carcere, contro i 9 stabiliti dal tribunale di Pamplona.
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