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Sparatoria Texas, è strage di bambini. "Cosa stiamo facendo? Basta alla violenza delle armi"

di MARIANNA GRAZI -
25 maggio 2022
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Senatore Murphy: "Cosa stiamo facendo?"

 
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"Cosa stiamo facendo?" Il senatore democratico Chris Murphy ha lanciato un emozionante appello all'azione in Senato dopo la sparatoria alla scuola elementare Robb, nel sud del Texas, che ha causato la morte di 19 studenti e due adulti (nel video si fa riferimento a 14 bambini uccisi, quanti erano stati accertati nella serata di martedì, ndr). "Cosa stiamo facendo?" si chiede più volte commosso. "Pochi giorni dopo che un killer è entrato in un negozio di alimentari per uccidere i clienti afroamericani abbiamo tra le mani un'altra Sandy Hook", afferma riferendosi lui alla sparatoria del 2012 alla Sandy Hook Elementary, avvenuta in Connecticut, lo Stato natale di Murphy. "Cosa stiamo facendo? Ci sono più sparatorie di massa che giorni nell'anno. I nostri bambini vivono nella paura ogni volta che mettono piede in classe, perché pensano di essere i prossimi" prosegue il senatore rivolgendosi all'aula: "Cosa stiamo facendo? Perché siete qui se non per risolvere un problema esistenziale come questo. Tutto questo non è inevitabile, questi bambini non sono stati sfortunati. Questo accade solo in questo Paese e da nessun'altra parte. Da nessun'altra parte i piccoli vanno a scuola pensando che potrebbero essere colpiti da un proiettile quel giorno [...]. Questa è una scelta – aggiunge sull'orlo delle lacrime Murphy – è una nostra scelta che tutto ciò continui ad accadere".
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I familiari delle vittime in lacrime davanti alla scuola elementare Robb, a Ulvade, Texas. Un 18enne martedì mattina ha aperto il fuoco uccidendo almeno 21 persone di cui 19 bambini

Biden: "Quanti massacri ancora prima di opporci alla lobby delle armi?"

"Ai genitori che non potranno più vedere i loro figli, non potranno più vederli saltare sul letto, non potranno più coccolarli. Ai genitori che non saranno più gli stessi. Perdere un figlio è come vedersi strappare un pezzo della propria anima". Sono queste le prime parole pronunciate dal presidente degli Stati Uniti commentando la sparatoria avvenuta in una scuola elementare a Uvalde, in Texas, ad opera di un 18enne, che ha portato alla morte di almeno 19 bambini e due adulti. Visibilmente colpito dalla vicenda (ricordiamo che lo stesso Joe Biden ha perso due figli in passato: Naomi, morta con la madre in un incidente stradale nel 1972, e Beau, scomparso per un cancro al cervello nel 2015) martedì sera il Presidente americano ha esortato il Congresso a porre fine alla "carneficina" provocata dalle armi da fuoco: "Come nazione dobbiamo chiederci: quando, in nome di Dio, ci opporremo alla lobby delle armi? Quando, per l'amor del cielo, faremo ciò che tutti noi sappiamo nel nostro intimo che deve essere fatto?", ha detto in un discorso alla nazione, ricordando poi un episodio risalente a 10 anni prima, quando era vicepresidente "quando mi sono recato in una scuola elementare del Connecticut dove un altro uomo armato aveva massacrato 26 persone, tra cui 20 bambini di prima elementare, nella scuola elementare Sandy Hook". Allora aveva definito quel periodo uno dei più bui degli otto anni di presidenza Obama. "Da allora sono stati segnalati oltre 900 episodi di sparatorie in ambito scolastico – sottolinea –. Sono stufo di tutto questo. Dobbiamo agire. E non ditemi che non possiamo avere un impatto su questa carneficina". "L'idea che un 18enne possa entrare in un negozio e acquistare un fucile è sbagliata", aggiunge Biden con a fianco la First Lady Jill Biden. "Perché queste sparatorie non accadono in altre parti del mondo? Perché – si interroga il presidente Usa – vogliamo vivere con queste carneficine? È il momento di trasformare il dolore in azione e agire sulle armi".
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Il presidente Biden e altre personalità della politica e non solo invocano lo stop alla vendita indiscriminata di armi da fuoco negli Stati Uniti

L'allenatore di basket: "Metterete la vostra brama di potere davanti alle vite dei nostri bambini?"

Arrivato in conferenza stampa prima della partita contro i Dallas Mavericks, Steve Kerr, allenatore dei Golden State Warriors, si è rifiutato di parlare di basket pronunciando invece un appassionato discorso di condanna della violenza delle armi negli Stati Uniti. Martedì sera infatti, la gara 4 della finale della Western Conference NBA, si è giocata proprio in Texas, dove la stessa mattina almeno 21 persone, tra cui 19 bambini, sono state uccise nella sparatoria alla scuola elementare Robb. Kerr è un sostenitore di lunga data del controllo sulle armi da fuoco, anche perché suo padre è stato ucciso in un attacco terroristico a Beirut nel 1984. "Quando faremo qualcosa?", ha scandito il tecnico davanti ai giornalisti. "Sono stanco. Sono stanco di venire qui a fare le condoglianze alle famiglie devastate che sono là fuori. Sono stanco degli 'scusateci', 'mi dispiace', sono stanco dei minuti di silenzio. Basta!". Kerr ha ripetutamente appoggiato una proposta di legge che richiederebbe controlli più severi sui precedenti penali delle persone che acquistano armi. La legge è passata alla Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti nel 2021, ma non è mai arrivata al Senato. L'allenatore si è quindi rivolto al leader della minoranza del Senato, Mitch McConnell. "Chiedo a te, Mitch McConnell, chiedo a tutti voi senatori che vi rifiutate di fare qualcosa contro la violenza, le sparatorie nelle scuole e nei supermercati. Vi chiedo: metterete la vostra brama di potere davanti alle vite dei nostri bambini, dei nostri anziani e dei nostri fedeli? Perché è questo che sembra. È quello che accade ogni settimana". Prima di lasciare la conferenza stampa, Steve Kerr ha sbattuto i pugni contro il tavolo e ha lanciato un ultimo messaggio. "È patetico. Ne ho abbastanza", ha detto.