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Home » Attualità » “Stand Up For Victims Rights”, la giornata europea per le vittime di discriminazione fisiche e verbali

“Stand Up For Victims Rights”, la giornata europea per le vittime di discriminazione fisiche e verbali

L’organizzazione no profit COSPE ha lanciato la campagna per sostenere le vittime di aggressioni, fisiche e verbali, motivate da pregiudizi basati su nazionalità, colore della pelle, religione, orientamento sessuale e identità di genere. Oggi verrà presentata al pubblico al festival promosso da Amnesty International Italia

Francesco Lommi
22 Luglio 2021
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Il 2020 sarà ricordato da tutti come l’anno in cui il mondo si è fermato. Le vite di tutti sono state sconvolte dalla pandemia che, purtroppo, non ci ha resi migliori come si diceva, ma ha portato in superficie e esacerbato l’intolleranza nei confronti di minoranze etniche, religiose oltre alla comunità Lgbtqia+. Infatti, le sensazioni lasciate dalle storie di violenze di stampo razziale o discriminatoria, ormai all’ordine del giorno, sono supportate dai dati raccolti dal Ministero degli Interni: negli ultimi dieci anni, i crimini d’odio registrati in Italia sono letteralmente esplosi, passando da 134 a 1119 nel 2019, dei quali oltre il 70% di matrice razziale e religiosa. Quasi 300 i casi segnalati invece dalle associazioni della società civile. E in tempi di distanziamento sociale, complice l’anonimato garantito da internet, in rete sono proliferati i discorsi d’odio, spesso alimentando teorie cospirazioniste e di disinformazione circa le origini del virus.


Ed è proprio per queste ragioni che l’organizzazione no profit COSPE ha lanciato la campagna “Stand Up For Victims Rights” per sostenere le vittime di aggressioni, fisiche e verbali, motivate da pregiudizi basati su nazionalità, colore della pelle, religione, orientamento sessuale e identità di genere. La no profit ha accompagnato il lancio di questa campagna con un video che potesse racchiudere le pene sofferte da queste minoranze discriminate: nel filmato gli insulti virtuali (e non) fanno letteralmente sanguinare i volti dei protagonisti, a sostegno dello slogan: “L’odio lascia sempre il segno, non restare indifferente”.

Se l’informazione è la prima arma contro l’odio, è essenziale che le vittime siano consapevoli dei propri diritti. Per questo COSPE ha curato anche la realizzazione di opuscoli (“Conosci i tuoi diritti”) capaci di spiegare con semplicità cosa si intende quando si parla di crimini d’odio e cosa sono in particolare razzismo, omotransfobia, islamismo, e antisemitismo. Oltreché sui canali social le brochure verranno diffuse, in formato cartaceo, attraverso una rete capillare di associazioni che difendono i diritti umani.

Ogni opuscolo include una mappa dei servizi sul territorio ai quali rivolgersi per chiedere supporto: sportelli, consulenze legali, sostegno psicologico, helpline, associazioni e istituzioni: “Se sei vittima di un’aggressione, recati subito al pronto soccorso e assicurati che il referto certifichi i danni subiti” oppure “se vuoi presentare una denuncia ma non puoi permetterti un avvocato, rivolgiti ad uno sportello legale per accedere al patrocinio gratuito”. Queste sono solo alcune delle indicazioni contenute nel vademecum delle azioni da intraprendere se si subisce o si assiste a un crimine d’odio. Stand Up For Victims Rights verrà presentata oggi al pubblico, nel contesto del festival promosso da Amnesty International Italia, uno dei partner di quest’iniziativa.

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Il protagonista di questa vicenda è Leonardo Lotto, studente aostano, che la mattina del 23 febbraio è rimasto vittima di un incidente in mare. Il ragazzo era a Melbourne con un gruppo di amici quando dopo un tuffo tra le onde sul bagnasciuga ha picchiato violentemente la testa contro il fondale di sabbia. In quel momento è iniziato l’incubo: prima gli amici lo hanno aiutato a uscire dall’acqua, poi la corsa disperata in ospedale. Dopo l’intervento d’urgenza, è arrivato il duro responso: “Frattura delle vertebre C3 e C5, spina dorsale danneggiata". Leonardo Lotto è paralizzato dalla testa in giù e non potrà più camminare.

"Continuerò a lottare e farò tutto il necessario. A volte cadrò, ma alla fine mi rialzerò, vivendo sempre giorno per giorno, superando i momenti più bui”.

Dopo il ricovero all’Alfred Hospital di Melbourne, in Australia, “le sue condizioni sono stabili, e ora è pronto per iniziare il suo lungo percorso riabilitativo a Milano con tutte le energie e la positività che hanno sempre caratterizzato la sua personalità”. E gli amici, proprio per sostenere le cure, hanno organizzato una raccolta fondi online.

✍ Barbara Berti 

#lucenews #lucelanazione #australia #leonardolotto
  • È quanto emerge da uno studio su 1.700 ragazzi toscani realizzato dal Meyer center for health and happiness, di cui è responsabile Manila Bonciani, insieme all’Università di Firenze, e presentato in occasione della Giornata internazionale della felicità nel corso di un evento organizzato al Meyer health campus di Firenze.

Cosa gli adolescenti pensano della felicità? Come la definiscono? Cosa li rende felici? Queste alcune domande dello studio. Dai risultati emerge che i ragazzi spesso non riescono a dare neanche una definizione della felicità. Tuttavia ne sottolineano la rilevanza e la transitorietà. 

Dalla ricerca emerge così che la manifestazione della felicità si declina in sei dimensioni:
➡ La più rilevante che emerge è quella dell’interesse sociale, data dall’importanza che viene attribuita dai ragazzi alle relazioni interpersonali.
➡ La seconda è l’espressione della soddisfazione verso la propria vita, del fare le cose che piacciono loro.
➡ La terza è vivere emozioni positive, rilevanza che si riscontra anche nelle parole dei ragazzi che esprimono in maniera importante l’idea di essere felici quando sono senza preoccupazioni o pressioni che avvertono frequentemente, come anche quella scolastica.
➡ La quarta è il senso di autorealizzazione insieme a quello di padronanza delle varie situazioni che si trovano ad affrontare.
➡ Infine in misura minore la loro felicità è legata all’ottimismo, cui gli stessi adolescenti non attribuiscono grande rilevanza, sebbene rappresenti la sesta dimensione della felicità identificata.

Gli adolescenti che risultano più felici si caratterizzano per essere più empatici, esprimere un atteggiamento cooperativo, avere maggiore autoconsapevolezza, saper gestire meglio le emozioni e risolvere le situazioni problematiche, avere una buona immagine di sé. 

Ancora i maschi risultano essere più felici delle femmine a eccezione della dimensione relazionale e sociale della felicità che non si differenzia in maniera significativa tra i due gruppi, e le fasce di età più piccole, fino ai 15 anni, esprimono maggiormente di essere felici rispetto ai ragazzi di 16-17 o maggiorenni.

#felicità #ospedalemeyer #adolescenza
Il 2020 sarà ricordato da tutti come l’anno in cui il mondo si è fermato. Le vite di tutti sono state sconvolte dalla pandemia che, purtroppo, non ci ha resi migliori come si diceva, ma ha portato in superficie e esacerbato l’intolleranza nei confronti di minoranze etniche, religiose oltre alla comunità Lgbtqia+. Infatti, le sensazioni lasciate dalle storie di violenze di stampo razziale o discriminatoria, ormai all’ordine del giorno, sono supportate dai dati raccolti dal Ministero degli Interni: negli ultimi dieci anni, i crimini d’odio registrati in Italia sono letteralmente esplosi, passando da 134 a 1119 nel 2019, dei quali oltre il 70% di matrice razziale e religiosa. Quasi 300 i casi segnalati invece dalle associazioni della società civile. E in tempi di distanziamento sociale, complice l’anonimato garantito da internet, in rete sono proliferati i discorsi d’odio, spesso alimentando teorie cospirazioniste e di disinformazione circa le origini del virus. Ed è proprio per queste ragioni che l’organizzazione no profit COSPE ha lanciato la campagna "Stand Up For Victims Rights" per sostenere le vittime di aggressioni, fisiche e verbali, motivate da pregiudizi basati su nazionalità, colore della pelle, religione, orientamento sessuale e identità di genere. La no profit ha accompagnato il lancio di questa campagna con un video che potesse racchiudere le pene sofferte da queste minoranze discriminate: nel filmato gli insulti virtuali (e non) fanno letteralmente sanguinare i volti dei protagonisti, a sostegno dello slogan: "L’odio lascia sempre il segno, non restare indifferente". Se l’informazione è la prima arma contro l’odio, è essenziale che le vittime siano consapevoli dei propri diritti. Per questo COSPE ha curato anche la realizzazione di opuscoli ("Conosci i tuoi diritti") capaci di spiegare con semplicità cosa si intende quando si parla di crimini d’odio e cosa sono in particolare razzismo, omotransfobia, islamismo, e antisemitismo. Oltreché sui canali social le brochure verranno diffuse, in formato cartaceo, attraverso una rete capillare di associazioni che difendono i diritti umani. Ogni opuscolo include una mappa dei servizi sul territorio ai quali rivolgersi per chiedere supporto: sportelli, consulenze legali, sostegno psicologico, helpline, associazioni e istituzioni: “Se sei vittima di un’aggressione, recati subito al pronto soccorso e assicurati che il referto certifichi i danni subiti” oppure “se vuoi presentare una denuncia ma non puoi permetterti un avvocato, rivolgiti ad uno sportello legale per accedere al patrocinio gratuito”. Queste sono solo alcune delle indicazioni contenute nel vademecum delle azioni da intraprendere se si subisce o si assiste a un crimine d’odio. Stand Up For Victims Rights verrà presentata oggi al pubblico, nel contesto del festival promosso da Amnesty International Italia, uno dei partner di quest'iniziativa.
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