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Home » Attualità » Stupri in Ucraina, Kiev denuncia: “Le nostre donne violentate e uccise dall’esercito russo”

Stupri in Ucraina, Kiev denuncia: “Le nostre donne violentate e uccise dall’esercito russo”

L'orrore della guerra. Dal sindaco di Brovary Ihor Sapozhko alla vicepremier Olha Stefanishyna, sono tante le testimonianze degli stupri e delle violenze che i russi starebbero compiendo in Ucraina. Le deputata combattente Lesia Vasylenko: "Molte donne uccise dopo essere state violentate. Le famiglie non hanno la forza di farsi avanti"

Remy Morandi
21 Marzo 2022
Kiev denuncia che i russi stanno stuprando le donne ucraine (Foto Emilio Morenatti/AP)

Kiev denuncia che i russi stanno stuprando le donne ucraine (Foto Emilio Morenatti/AP)

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Un orrore che si ripete in ogni guerra. Politici e parlamentari di Kiev denunciano che in Ucraina l’esercito russo sta compiendo stupri e violenze. Sono tante le testimonianze. “I soldati russi violentano le donne ucraine”, sostiene il sindaco di Brovary, Ihor Sapozhko. I militari dell’esercito di Mosca “stanno aggredendo, stuprando e anche impiccando donne che non riescono a fuggire dalla loro brutale invasione. Alcune, per disperazione, vengono spinte al suicidio”, riporta Lesia Vasylenko, la deputata ucraina che ha portato i suoi tre figli fuori dal Paese, decidendo di rimanere a combattere. La conferma di quanto sta accadendo in Ucraina arriva anche dalla stessa vicepremier di Kiev per l’integrazione europea ed euro-atlantica Olha Stefanishyna, che intervistata da Sky News ha dichiarato: “Le donne ucraine vengono violentate e uccise” da parte dell’esercito russo.

Il sindaco di Brovary: “I soldati russi violentano le donne ucraine”

Il sindaco di Brovary, Ihor Sapozhko, denuncia: “I soldati russi violentano le donne ucraine”

“Lui era il segretario del consiglio comunale: è stato assassinato. Lei è stata violentata, in casa, dai russi. L’hanno trovata accanto al figlio”. Così racconta, come riportato da Corsera, il sindaco di Brovary, una città vicino Kiev, Ihor Sapozhko. “I soldati russi violentano le donne ucraine – dichiara il primo cittadino -. Sappiamo che avviene, lo raccontano sottovoce tanti tra coloro che scappano dalle zone occupate. È un problema grave, ancora non capiamo quanto sia diffuso. Ma siamo già a conoscenza di casi specifici”, ha raccontato il sindaco di Brovary, specificando poi come verrebbero commesse queste violenze ai danni delle donne ucraine: “Dai racconti dei testimoni risulta che alcuni comandanti russi aizzano i loro soldati ad aggredire le mogli e le figlie dei nostri militari o dei volontari civili combattenti che trovano nelle case. In altri frangenti sappiamo però che hanno punito i violentatori. Ci hanno detto da più fonti che almeno in una circostanza hanno violato le nostre soldatesse catturate durante la battaglia all’aeroporto di Hostomel, nei primi giorni della guerra. Non sappiamo il loro numero, laggiù si continua a combattere. Ma le vittime non possono testimoniarlo. Dopo la violenza le hanno uccise, forse impiccate o tagliate a pezzi per nascondere le prove”.

Il sindaco di Brovary ha quindi raccontato cosa è successo all’amico Oleskiy Zdorovts, 36 anni, e alla giovane moglie, Maryna. Lo scorso 10 marzo i soldati russi entrarono nel villaggio dove abitava la coppia e uccisero Oleskiy. “I vicini di casa – ha raccontato il primo cittadino – mi hanno telefonato per poi raccontare dello stupro di Maryna. L’hanno trovata nuda e confusa vicino al figlio piccolo. Ma ancora non siamo riusciti a portarla in salvo”. Così racconta il sindaco Sapozhko, denunciando anche lo stupro di un’altra donna: “I soldati hanno trovato sul suo cellulare le foto del marito volontario con il fucile in mano. Pare sia stata attaccata da una ventina di uomini. Una storia terribile”.

La vicepremier ucraina: “Chi commette questo crimine ne risponderà”

La vicepremier ucraina per l’integrazione europea ed euro-atlantica Olha Stefanishyna si è appellata alla donne ucraine: “Rimarremo unite e prevarremo”

Intervistata da Sky News, anche la vicepremier ucraina per l’integrazione europea ed euro-atlantica Olha Stefanishyna ha confermato quanto sta accadendo nel suo Paese: “Le donne ucraine vengono violentate e uccise”, ha riferito la vicepremier aggiungendo che “ogni singolo soldato che abbia commesso questo crimine di guerra verrà chiamato a risponderne. Donne ucraine – si è appellata così Olha Stefanishyna -, noi rimarremo unite e prevarremo“. A Sky Tg24 la vicepremier ha poi dichiarato: “Dobbiamo individuare crimini come gli omicidi e gli stupri, identificarli. Le persone devono aiutarci comunicandoci questi crimini”.

La deputata combattente: “Raccogliamo prove sui crimini di guerra”

La deputata ucraina Lesia Vasylenko, 34 anni, mentre lavora al computer con a fianco un Kalashnikov (Foto: Lesia Vasylenko / Twitter)

Ricevuta a Londra alla Camera dei Comuni, la deputata ucraina Lesia Vasylenko ha riferito che: “Molte donne sono state uccise dopo essere state violentate. O si sono suicidate – ha riferito la parlamentare di Kiev -. Il problema è che le famiglie delle vittime non hanno la forza di farsi avanti. Alcune, tra le donne violentate, sono state impiccate”, ha denunciato Lesia Vasylenko alla Camera dei Comuni inglese, sottolineando che “stiamo raccogliendo gli elementi di prova sui crimini di guerra per portarli” a L’Aja.

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  • «Era terribile durante il fascismo essere transessuale. Mi picchiavano e mi facevano fare delle cose schifose. Mi imbrattavano con il catrame e mi hanno rasato. Ho preso le botte dai fascisti perché mi ero atteggiato a donna e per loro questo era inconcepibile».

È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l’unica persona trans italiana sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti.

#lucenews #lucysalani #dachau
  • È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l
  • Elaheh Tavakolian, l’iraniana diventata uno dei simboli della lotta nel suo Paese, è arrivata in Italia. Nella puntata del 21 marzo de “Le Iene”, tra i servizi del programma di Italia 1, c’è anche la storia della giovane donna, ferita a un occhio dalla polizia durante le proteste in Iran. Nella puntata andata in onda la scorsa settimana, l’inviata de “Le Iene” aveva incontrato la donna in Turchia, durante la sua fuga disperata dall’Iran, dove ormai era troppo pericoloso vivere. 

“Ho molta paura. Vi prego, qui potrebbero uccidermi” raccontava l’attivista a Roberta Rei. Già in quell’occasione, Elaheh Tavakolian era apparsa con una benda sull’occhio, a causa di una grave ferita causatale da un proiettile sparato dalle forze dell’ordine iraniane durante le manifestazioni a cui ha preso parte dopo la morte di Mahsa Amini.

Elaheh Tavakolian fa parte di quelle centinaia di iraniani che hanno subito gravi ferite agli occhi dopo essere stati colpiti da pallottole, lacrimogeni, proiettili di gomma o altri proiettili usati dalle forze di sicurezza durante le dure repressioni che vanno avanti ormai da oltre sei mesi. La ragazza, che ha conseguito un master in commercio internazionale e ora lavora come contabile, ha usato la sua pagina Instagram per rivelare che le forze di sicurezza della Repubblica islamica stavano deliberatamente prendendo di mira gli occhi dei manifestanti. 

✍ Barbara Berti

#lucenews #lucelanazione #ElahehTavakolian #iran #leiene
  • Ha 19 anni e vorrebbe solo sostenere la Maturità. Eppure alla richiesta della ragazza la scuola dice di no. Nina Rosa Sorrentino è nata con la sindrome di Down, e quel diritto che per tutte le altre studentesse e studenti è inviolabile per lei è invece un’utopia.

Il liceo a indirizzo Scienze Umane di Bologna non le darà la possibilità di diplomarsi con i suoi compagni e compagne, svolgendo le prove che inizieranno il prossimo 21 giugno. La giustificazione – o la scusa ridicola, come quelle denunciate da CoorDown nella giornata mondiale sulla sindrome di Down – dell’istituto per negarle questa possibilità è stata che “per lei sarebbe troppo stressante“.

Così Nina si è ritirata da scuola a meno di tre mesi dalla fine della quinta. Malgrado la sua famiglia, fin dall’inizio del triennio, avesse chiesto agli insegnanti di cambiare il Pei (piano educativo individualizzato) della figlia, passando dal programma differenziato per gli alunni certificati a quello personalizzato per obiettivi minimi o equipollenti, che prevede l’ammissione al vero e proprio esame di Maturità. Ma il liceo Sabin non ha assecondato la loro richiesta.

Francesca e Alessandro Sorrentino avevano trovato una sponda di supporto nel Ceps di Bologna (Centro emiliano problemi sociali per la Trisomia 21), in CoorDown e nei docenti di Scienze della Formazione dell’Alma Mater, che si sono detti tutti disponibili per realizzare un progetto-pilota per la giovane studentessa e la sua classe. Poi, all’inizio di marzo, la doccia fredda: è arrivato il no definitivo da parte del consiglio di classe, preoccupato che per la ragazza la Maturità fosse un obiettivo troppo impegnativo e stressante, tanto da generare “senso di frustrazione“, come ha scritto la dirigente del liceo nella lettera che sancisce l’epilogo di questa storia tutt’altro che inclusiva.

“Il perché è quello che ci tormenta – aggiungono i genitori –. Anche la neuropsichiatra concordava: Nina poteva e voleva provarci a fare l’esame. Non abbiamo mai chiesto le venisse regalato il diploma, ma che le fosse data la possibilità di provarci”.

#lucenews #lucelanazione #disabilityinclusion #giornatamondialedellasindromedidown
Un orrore che si ripete in ogni guerra. Politici e parlamentari di Kiev denunciano che in Ucraina l'esercito russo sta compiendo stupri e violenze. Sono tante le testimonianze. "I soldati russi violentano le donne ucraine", sostiene il sindaco di Brovary, Ihor Sapozhko. I militari dell'esercito di Mosca "stanno aggredendo, stuprando e anche impiccando donne che non riescono a fuggire dalla loro brutale invasione. Alcune, per disperazione, vengono spinte al suicidio", riporta Lesia Vasylenko, la deputata ucraina che ha portato i suoi tre figli fuori dal Paese, decidendo di rimanere a combattere. La conferma di quanto sta accadendo in Ucraina arriva anche dalla stessa vicepremier di Kiev per l'integrazione europea ed euro-atlantica Olha Stefanishyna, che intervistata da Sky News ha dichiarato: "Le donne ucraine vengono violentate e uccise" da parte dell'esercito russo.

Il sindaco di Brovary: "I soldati russi violentano le donne ucraine"

Il sindaco di Brovary, Ihor Sapozhko, denuncia: "I soldati russi violentano le donne ucraine"
"Lui era il segretario del consiglio comunale: è stato assassinato. Lei è stata violentata, in casa, dai russi. L'hanno trovata accanto al figlio". Così racconta, come riportato da Corsera, il sindaco di Brovary, una città vicino Kiev, Ihor Sapozhko. "I soldati russi violentano le donne ucraine - dichiara il primo cittadino -. Sappiamo che avviene, lo raccontano sottovoce tanti tra coloro che scappano dalle zone occupate. È un problema grave, ancora non capiamo quanto sia diffuso. Ma siamo già a conoscenza di casi specifici", ha raccontato il sindaco di Brovary, specificando poi come verrebbero commesse queste violenze ai danni delle donne ucraine: "Dai racconti dei testimoni risulta che alcuni comandanti russi aizzano i loro soldati ad aggredire le mogli e le figlie dei nostri militari o dei volontari civili combattenti che trovano nelle case. In altri frangenti sappiamo però che hanno punito i violentatori. Ci hanno detto da più fonti che almeno in una circostanza hanno violato le nostre soldatesse catturate durante la battaglia all'aeroporto di Hostomel, nei primi giorni della guerra. Non sappiamo il loro numero, laggiù si continua a combattere. Ma le vittime non possono testimoniarlo. Dopo la violenza le hanno uccise, forse impiccate o tagliate a pezzi per nascondere le prove". Il sindaco di Brovary ha quindi raccontato cosa è successo all'amico Oleskiy Zdorovts, 36 anni, e alla giovane moglie, Maryna. Lo scorso 10 marzo i soldati russi entrarono nel villaggio dove abitava la coppia e uccisero Oleskiy. "I vicini di casa - ha raccontato il primo cittadino - mi hanno telefonato per poi raccontare dello stupro di Maryna. L'hanno trovata nuda e confusa vicino al figlio piccolo. Ma ancora non siamo riusciti a portarla in salvo". Così racconta il sindaco Sapozhko, denunciando anche lo stupro di un'altra donna: "I soldati hanno trovato sul suo cellulare le foto del marito volontario con il fucile in mano. Pare sia stata attaccata da una ventina di uomini. Una storia terribile".

La vicepremier ucraina: "Chi commette questo crimine ne risponderà"

La vicepremier ucraina per l'integrazione europea ed euro-atlantica Olha Stefanishyna si è appellata alla donne ucraine: "Rimarremo unite e prevarremo"
Intervistata da Sky News, anche la vicepremier ucraina per l'integrazione europea ed euro-atlantica Olha Stefanishyna ha confermato quanto sta accadendo nel suo Paese: "Le donne ucraine vengono violentate e uccise", ha riferito la vicepremier aggiungendo che "ogni singolo soldato che abbia commesso questo crimine di guerra verrà chiamato a risponderne. Donne ucraine - si è appellata così Olha Stefanishyna -, noi rimarremo unite e prevarremo". A Sky Tg24 la vicepremier ha poi dichiarato: "Dobbiamo individuare crimini come gli omicidi e gli stupri, identificarli. Le persone devono aiutarci comunicandoci questi crimini".

La deputata combattente: "Raccogliamo prove sui crimini di guerra"

La deputata ucraina Lesia Vasylenko, 34 anni, mentre lavora al computer con a fianco un Kalashnikov (Foto: Lesia Vasylenko / Twitter)
Ricevuta a Londra alla Camera dei Comuni, la deputata ucraina Lesia Vasylenko ha riferito che: "Molte donne sono state uccise dopo essere state violentate. O si sono suicidate - ha riferito la parlamentare di Kiev -. Il problema è che le famiglie delle vittime non hanno la forza di farsi avanti. Alcune, tra le donne violentate, sono state impiccate", ha denunciato Lesia Vasylenko alla Camera dei Comuni inglese, sottolineando che "stiamo raccogliendo gli elementi di prova sui crimini di guerra per portarli" a L'Aja.
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