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Home » Attualità » Susanna Ceccardi: “Troppe difficoltà per i lavoratori disabili del Parlamento europeo”

Susanna Ceccardi: “Troppe difficoltà per i lavoratori disabili del Parlamento europeo”

L'Eurodeputata ha presentato un'interrogazione sulla mancata traduzione simultanea nella Lis, lingua dei segni, delle riunioni ufficiali e pubbliche

Sandra Nistri
13 Dicembre 2022
Clerfayt-bruxelles-lavoro-donne

L'Eurodeputata Susanna Ceccardi (Facebook)

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Una “casa di vetro” che, però, non è totalmente accessibile per i disabili e potrebbe essere resa ulteriormente fruibile. Anche le sedi del Parlamento europeo e della Commissione europea che, sulla carta, dovrebbero essere totalmente accessibili, in realtà non lo sono e le barriere architettoniche da abbattere non sono solo quelle ‘fisiche’. La dimostrazione lampante è l’interrogazione alla Commissione Europea presentata dall’Eurodeputata della Lega Susanna Ceccardi sulla mancata traduzione simultanea nella Lis, lingua dei segni (o almeno sottotitolazione dei video) delle riunioni ufficiali e pubbliche.

Onorevole Ceccardi ci spiega come è nata questa interrogazione?

“Lo spunto è stato concreto ed è derivato dal mio rapporto con Michela Monaco, giovane consigliera comunale a Firenze costretta su una sedia a rotelle, che ho preso con me come stagista. Da quando lei è arrivata mi ha fatto notare una serie di cose, innanzitutto sugli accessi e sulle barriere architettoniche che trova ogni giorno per venire al lavoro. Anche il Parlamento europeo, sede piuttosto nuova che dovrebbe essere accessibile in tutto, però presenta diverse criticità. Da qui è nata una riflessione: purtroppo se non si ha qualcuno di vicino o una persona di famiglia che vive questi problemi non è scontato aprire gli occhi su questo mondo che esiste e che è inaccessibile per chi ha delle disabilità. Fra l’altro avere delle disabilità non significa averle a vita: può capitare a tutti di rompersi una gamba o comunque di non potersi muovere per un periodo limitato e trovarsi a vivere le difficoltà che, ogni giorno, sono vissute da milioni di persone in Italia. Quindi su questo ci sono piccole accortezze, piccoli passi che possono essere fatti anche a costi limitati e uno riguarda proprio l’accessibilità per le persone sorde“.

L'Europarlamentare Susanna Ceccardi insieme a Michela Monaco (Facebook)
L’Europarlamentare Susanna Ceccardi insieme a Michela Monaco (Facebook)

Problema che lei ha trattato nella sua interrogazione…

“Al Parlamento europeo né le sedute né le commissioni sono tradotte nella lingua dei segni ma, al di là di questo, che imporrebbe la presenza di uno specifico traduttore, neppure i video sono sottotitolati. Per le persone non udenti basterebbe, dunque, sottotitolare le riunioni, a un costo irrisorio, per renderle accessibili e fruibili. Per questo ho voluto presentare la mia interrogazione alla Commissione europea, chiedendo, semplicemente, come mai non si sia pensato, in particolare, di sottotitolare le riunioni pubbliche e cosa si abbia intenzione di fare in questo senso. Fra l’altro l’operazione potrebbe essere effettuata automaticamente mediante l’ausilio di apparecchiature di avanguardia che traducono le parole orali in vocaboli scritti. È un piccolo passo ma, visto che si parla sempre di trasparenza e di fruibilità di atti della Commissione e del Parlamento, questo può essere un atto da intraprendere in tempi brevi, fra l’altro senza grandi oneri economici”.

Susanna Ceccardi (35 anni) è Europarlamentare per la Lega dal 2019 (Facebook)
Susanna Ceccardi (35 anni) è Europarlamentare per la Lega dal 2019 (Facebook)

Lei porterà questa richiesta anche direttamente alla presidente del Parlamento europeo, è vero?

“Sì, ho chiesto un incontro alla presidente Roberta Metsola per parlare di questa richiesta ma anche delle tante difficoltà e ostacoli che debbono affrontare i lavoratori disabili perfino all’interno delle istituzioni europee che, invece, dovrebbero rappresentare un modello. Penso anche a cose che per chi ha un handicap possono creare enormi difficoltà come, ad esempio, le scelte tecniche utilizzate per i bagni: i bagni per i disabili, all’interno delle sedi europee, ci sono e nel numero adeguato ma purtroppo non sono pensati per accogliere adeguatamente tutti i disabili, ad esempio perché i lavandini sono troppo alti o perché altre scelte non sono state fatte con la giusta accortezza. La presidente Metsola ha già risposto dicendosi disponibile a un confronto e speriamo che l’incontro possa avvenire a breve”.

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Una "casa di vetro" che, però, non è totalmente accessibile per i disabili e potrebbe essere resa ulteriormente fruibile. Anche le sedi del Parlamento europeo e della Commissione europea che, sulla carta, dovrebbero essere totalmente accessibili, in realtà non lo sono e le barriere architettoniche da abbattere non sono solo quelle ‘fisiche’. La dimostrazione lampante è l’interrogazione alla Commissione Europea presentata dall’Eurodeputata della Lega Susanna Ceccardi sulla mancata traduzione simultanea nella Lis, lingua dei segni (o almeno sottotitolazione dei video) delle riunioni ufficiali e pubbliche. Onorevole Ceccardi ci spiega come è nata questa interrogazione? "Lo spunto è stato concreto ed è derivato dal mio rapporto con Michela Monaco, giovane consigliera comunale a Firenze costretta su una sedia a rotelle, che ho preso con me come stagista. Da quando lei è arrivata mi ha fatto notare una serie di cose, innanzitutto sugli accessi e sulle barriere architettoniche che trova ogni giorno per venire al lavoro. Anche il Parlamento europeo, sede piuttosto nuova che dovrebbe essere accessibile in tutto, però presenta diverse criticità. Da qui è nata una riflessione: purtroppo se non si ha qualcuno di vicino o una persona di famiglia che vive questi problemi non è scontato aprire gli occhi su questo mondo che esiste e che è inaccessibile per chi ha delle disabilità. Fra l’altro avere delle disabilità non significa averle a vita: può capitare a tutti di rompersi una gamba o comunque di non potersi muovere per un periodo limitato e trovarsi a vivere le difficoltà che, ogni giorno, sono vissute da milioni di persone in Italia. Quindi su questo ci sono piccole accortezze, piccoli passi che possono essere fatti anche a costi limitati e uno riguarda proprio l’accessibilità per le persone sorde".
L'Europarlamentare Susanna Ceccardi insieme a Michela Monaco (Facebook)
L'Europarlamentare Susanna Ceccardi insieme a Michela Monaco (Facebook)
Problema che lei ha trattato nella sua interrogazione… "Al Parlamento europeo né le sedute né le commissioni sono tradotte nella lingua dei segni ma, al di là di questo, che imporrebbe la presenza di uno specifico traduttore, neppure i video sono sottotitolati. Per le persone non udenti basterebbe, dunque, sottotitolare le riunioni, a un costo irrisorio, per renderle accessibili e fruibili. Per questo ho voluto presentare la mia interrogazione alla Commissione europea, chiedendo, semplicemente, come mai non si sia pensato, in particolare, di sottotitolare le riunioni pubbliche e cosa si abbia intenzione di fare in questo senso. Fra l’altro l’operazione potrebbe essere effettuata automaticamente mediante l’ausilio di apparecchiature di avanguardia che traducono le parole orali in vocaboli scritti. È un piccolo passo ma, visto che si parla sempre di trasparenza e di fruibilità di atti della Commissione e del Parlamento, questo può essere un atto da intraprendere in tempi brevi, fra l’altro senza grandi oneri economici".
Susanna Ceccardi (35 anni) è Europarlamentare per la Lega dal 2019 (Facebook)
Susanna Ceccardi (35 anni) è Europarlamentare per la Lega dal 2019 (Facebook)
Lei porterà questa richiesta anche direttamente alla presidente del Parlamento europeo, è vero? "Sì, ho chiesto un incontro alla presidente Roberta Metsola per parlare di questa richiesta ma anche delle tante difficoltà e ostacoli che debbono affrontare i lavoratori disabili perfino all’interno delle istituzioni europee che, invece, dovrebbero rappresentare un modello. Penso anche a cose che per chi ha un handicap possono creare enormi difficoltà come, ad esempio, le scelte tecniche utilizzate per i bagni: i bagni per i disabili, all’interno delle sedi europee, ci sono e nel numero adeguato ma purtroppo non sono pensati per accogliere adeguatamente tutti i disabili, ad esempio perché i lavandini sono troppo alti o perché altre scelte non sono state fatte con la giusta accortezza. La presidente Metsola ha già risposto dicendosi disponibile a un confronto e speriamo che l’incontro possa avvenire a breve".
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