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Home » Attualità » Swim for Parkinson, la staffetta a nuoto nello Stretto di Messina per la ricerca sulla malattia

Swim for Parkinson, la staffetta a nuoto nello Stretto di Messina per la ricerca sulla malattia

Il 6 settembre 2022 si terrà la terza edizione dell'iniziativa, a cui partecipano 30 persone con l'obiettivo di raccogliere fondi e rafforzare il rapporto tra medico, paziente e caregivers

Edoardo Martini
31 Agosto 2022
Swim for Parkinson 2021

Swim for Parkinson 2021

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Una squadra composta da persone col Parkinson, familiari e neurologi tornerà con entusiasmo a sfidare di nuovo le acque dello Stretto di Messina, nel tratto che va da Capo Peloro a Cannitello il 6 Settembre 2022. La manifestazione giunta alla sua terza edizione e organizzata da Fondazione LIMPE per il Parkinson Onlus vedrà in azione un gruppo di 30 persone impegnate in una staffetta a nuoto, che costuisce un momento unico di condivisione tra medico, paziente e caregivers.

La staffetta dell’edizione 2021 della ‘Swim for Parkinson’

Prendersi cura gli uni degli altri: il messaggio della Swim for Parkinson

Nuotare fianco a fianco, prendendosi cura gli uni degli altri è il messaggio più importante che la Swim possa lanciare. Il Parkinson, infatti, si combatte insieme attraverso l’unione molto forte che il neurologo ha con il paziente e il suo nucleo familiare. E attraverso la ricerca costante e continua di cure efficaci ed adeguate.

Ma per fare ricerca servono fondi … Per questo la Fondazione LIMPE per il Parkinson Onlus, in occasione della Swim for Parkinson, sta raccogliendo fondi attraverso la piattaforma GO FUND ME (https://www.gofundme.com/f/swim-for-parkinson). Con le donazioni attraverso questo link si sosterrà il progetto di ricerca italiano multicentrico sulle terapie avanzate per il Parkinson, una raccolta dati clinici che fornirà importanti informazioni sulla stimolazione cerebrale profonda, l’infusione sottocutanea di apomorifina e infusione duodenale di levodopa/carbidopa.

E’ innegabile, inoltre, che l’attività fisica porti un beneficio significativo a tutti, ma per le persone affette da Parkinson rappresenta una vera e propria terapia complementare. Il Parkinson è infatti un disturbo del movimento che si combatte soprattutto con il movimento, associato ovviamente alle terapie farmacologiche e riabilitative. L’attività fisica potrebbe avere un ruolo anche nella prevenzione e nella velocità di progressione della malattia attraverso la sintesi a livello cerebrale di fattori neutrofici.

Il professore Leonardo Lopiano, Presidente di Fondazione LIMPE per il Parkinson Onlus

“L’esercizio fisico è efficace nelle persone con malattia di Parkinson”

“Negli ultimi anni numerosi studi hanno dimostrato che l’esercizio fisico è efficace nelle persone con malattia di Parkinson – afferma il Prof. Leonardo Lopiano, Presidente di Fondazione LIMPE per il Parkinson Onlus – poiché può migliorare e ritardare la progressione dei sintomi correlati alle capacità motorie. Inoltre, prima si interviene più è probabile agire sulla progressione della malattia. Una adeguata terapia farmacologica e lo stile di vita, principalmente alimentazione, sport e relazioni sociali, riescono a mantenere attivi i pazienti e possono ritardare l’insorgenza e il peggioramento dei sintomi. Tutti gli studi scientifici concordano quindi sul miglioramento e sul rallentamento della progressione dei sintomi motori e soprattutto sul miglioramento della qualità di vita”, conclude Lopiano.

Perché il nuoto?

Tutto ruota, quindi, intorno al concetto di miglioramento. La pratica e l’apprendimento di una disciplina sportiva portano all’acquisizione di abilità motorie le quali, se ripetute regolarmente, migliorano le capacità motorie. Tale miglioramento, inoltre, consente di recuperare automatismi motori che la malattia tende a ridurre. Si tratta di un efficace circolo virtuoso che lavorando sulle abilità residue è in grado non solo di mantenerle ma di svilupparle. Inoltre, non è trascurabile l’aspetto che riguarda il rilassamento e il divertimento che solo lo sport è in grado di fornire. Questo abbinato al concetto di socialità e condivisione potrebbe migliorare le relazioni sociali tra persone affette dalla stessa malattia ed in generale nella vita di tutti i giorni.

Come nasce la Swim For Parkinson?

Era il 18 luglio del 2018 quando Cecilia Ferrari attraversò per la prima volta a nuoto lo Stretto di Messina per dimostrare che la malattia non l’avrebbe mai fermata. “Le emozioni della traversata del 2018 – ricorda la Prof.ssa Francesca Morgante neurologo della Fondazione LIMPE per il Parkinson Onlus – e il grande impatto positivo dell’impresa di Cecilia su altre persone con il Parkinson, ha spinto me e Cecilia a fondare la Swim for Parkinson la cui prima edizione si è tenuta il 29 Luglio 2019. Ora siamo un vero e proprio team e il nostro obiettivo è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla malattia di Parkinson; ispirare altre persone con il Parkinson a mettersi alla prova e raccogliere fondi per la Ricerca.”

Fondazione LIMPE per il Parkinson Onlus patrocina numerosi progetti condotti da ricercatori italiani impegnati nel migliorare il trattamento e la qualità di vita delle persone con Parkinson. Questa staffetta attraverso i 4 km delle acque dello Stretto rappresenta idealmente il legame stretto di condivisione e fiducia tra medico e paziente e ha come scopo la raccolta di fondi per finanziare ricerca scientifica su questa malattia.

 

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Il protagonista di questa vicenda è Leonardo Lotto, studente aostano, che la mattina del 23 febbraio è rimasto vittima di un incidente in mare. Il ragazzo era a Melbourne con un gruppo di amici quando dopo un tuffo tra le onde sul bagnasciuga ha picchiato violentemente la testa contro il fondale di sabbia. In quel momento è iniziato l’incubo: prima gli amici lo hanno aiutato a uscire dall’acqua, poi la corsa disperata in ospedale. Dopo l’intervento d’urgenza, è arrivato il duro responso: “Frattura delle vertebre C3 e C5, spina dorsale danneggiata". Leonardo Lotto è paralizzato dalla testa in giù e non potrà più camminare.

"Continuerò a lottare e farò tutto il necessario. A volte cadrò, ma alla fine mi rialzerò, vivendo sempre giorno per giorno, superando i momenti più bui”.

Dopo il ricovero all’Alfred Hospital di Melbourne, in Australia, “le sue condizioni sono stabili, e ora è pronto per iniziare il suo lungo percorso riabilitativo a Milano con tutte le energie e la positività che hanno sempre caratterizzato la sua personalità”. E gli amici, proprio per sostenere le cure, hanno organizzato una raccolta fondi online.

✍ Barbara Berti 

#lucenews #lucelanazione #australia #leonardolotto
  • È quanto emerge da uno studio su 1.700 ragazzi toscani realizzato dal Meyer center for health and happiness, di cui è responsabile Manila Bonciani, insieme all’Università di Firenze, e presentato in occasione della Giornata internazionale della felicità nel corso di un evento organizzato al Meyer health campus di Firenze.

Cosa gli adolescenti pensano della felicità? Come la definiscono? Cosa li rende felici? Queste alcune domande dello studio. Dai risultati emerge che i ragazzi spesso non riescono a dare neanche una definizione della felicità. Tuttavia ne sottolineano la rilevanza e la transitorietà. 

Dalla ricerca emerge così che la manifestazione della felicità si declina in sei dimensioni:
➡ La più rilevante che emerge è quella dell’interesse sociale, data dall’importanza che viene attribuita dai ragazzi alle relazioni interpersonali.
➡ La seconda è l’espressione della soddisfazione verso la propria vita, del fare le cose che piacciono loro.
➡ La terza è vivere emozioni positive, rilevanza che si riscontra anche nelle parole dei ragazzi che esprimono in maniera importante l’idea di essere felici quando sono senza preoccupazioni o pressioni che avvertono frequentemente, come anche quella scolastica.
➡ La quarta è il senso di autorealizzazione insieme a quello di padronanza delle varie situazioni che si trovano ad affrontare.
➡ Infine in misura minore la loro felicità è legata all’ottimismo, cui gli stessi adolescenti non attribuiscono grande rilevanza, sebbene rappresenti la sesta dimensione della felicità identificata.

Gli adolescenti che risultano più felici si caratterizzano per essere più empatici, esprimere un atteggiamento cooperativo, avere maggiore autoconsapevolezza, saper gestire meglio le emozioni e risolvere le situazioni problematiche, avere una buona immagine di sé. 

Ancora i maschi risultano essere più felici delle femmine a eccezione della dimensione relazionale e sociale della felicità che non si differenzia in maniera significativa tra i due gruppi, e le fasce di età più piccole, fino ai 15 anni, esprimono maggiormente di essere felici rispetto ai ragazzi di 16-17 o maggiorenni.

#felicità #ospedalemeyer #adolescenza
Una squadra composta da persone col Parkinson, familiari e neurologi tornerà con entusiasmo a sfidare di nuovo le acque dello Stretto di Messina, nel tratto che va da Capo Peloro a Cannitello il 6 Settembre 2022. La manifestazione giunta alla sua terza edizione e organizzata da Fondazione LIMPE per il Parkinson Onlus vedrà in azione un gruppo di 30 persone impegnate in una staffetta a nuoto, che costuisce un momento unico di condivisione tra medico, paziente e caregivers.
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Nuotare fianco a fianco, prendendosi cura gli uni degli altri è il messaggio più importante che la Swim possa lanciare. Il Parkinson, infatti, si combatte insieme attraverso l’unione molto forte che il neurologo ha con il paziente e il suo nucleo familiare. E attraverso la ricerca costante e continua di cure efficaci ed adeguate. Ma per fare ricerca servono fondi ... Per questo la Fondazione LIMPE per il Parkinson Onlus, in occasione della Swim for Parkinson, sta raccogliendo fondi attraverso la piattaforma GO FUND ME (https://www.gofundme.com/f/swim-for-parkinson). Con le donazioni attraverso questo link si sosterrà il progetto di ricerca italiano multicentrico sulle terapie avanzate per il Parkinson, una raccolta dati clinici che fornirà importanti informazioni sulla stimolazione cerebrale profonda, l’infusione sottocutanea di apomorifina e infusione duodenale di levodopa/carbidopa.
E’ innegabile, inoltre, che l’attività fisica porti un beneficio significativo a tutti, ma per le persone affette da Parkinson rappresenta una vera e propria terapia complementare. Il Parkinson è infatti un disturbo del movimento che si combatte soprattutto con il movimento, associato ovviamente alle terapie farmacologiche e riabilitative. L’attività fisica potrebbe avere un ruolo anche nella prevenzione e nella velocità di progressione della malattia attraverso la sintesi a livello cerebrale di fattori neutrofici.
Il professore Leonardo Lopiano, Presidente di Fondazione LIMPE per il Parkinson Onlus

"L'esercizio fisico è efficace nelle persone con malattia di Parkinson"

“Negli ultimi anni numerosi studi hanno dimostrato che l’esercizio fisico è efficace nelle persone con malattia di Parkinson – afferma il Prof. Leonardo Lopiano, Presidente di Fondazione LIMPE per il Parkinson Onlus - poiché può migliorare e ritardare la progressione dei sintomi correlati alle capacità motorie. Inoltre, prima si interviene più è probabile agire sulla progressione della malattia. Una adeguata terapia farmacologica e lo stile di vita, principalmente alimentazione, sport e relazioni sociali, riescono a mantenere attivi i pazienti e possono ritardare l’insorgenza e il peggioramento dei sintomi. Tutti gli studi scientifici concordano quindi sul miglioramento e sul rallentamento della progressione dei sintomi motori e soprattutto sul miglioramento della qualità di vita”, conclude Lopiano.
Perché il nuoto? Tutto ruota, quindi, intorno al concetto di miglioramento. La pratica e l’apprendimento di una disciplina sportiva portano all’acquisizione di abilità motorie le quali, se ripetute regolarmente, migliorano le capacità motorie. Tale miglioramento, inoltre, consente di recuperare automatismi motori che la malattia tende a ridurre. Si tratta di un efficace circolo virtuoso che lavorando sulle abilità residue è in grado non solo di mantenerle ma di svilupparle. Inoltre, non è trascurabile l’aspetto che riguarda il rilassamento e il divertimento che solo lo sport è in grado di fornire. Questo abbinato al concetto di socialità e condivisione potrebbe migliorare le relazioni sociali tra persone affette dalla stessa malattia ed in generale nella vita di tutti i giorni. Come nasce la Swim For Parkinson? Era il 18 luglio del 2018 quando Cecilia Ferrari attraversò per la prima volta a nuoto lo Stretto di Messina per dimostrare che la malattia non l’avrebbe mai fermata. “Le emozioni della traversata del 2018 - ricorda la Prof.ssa Francesca Morgante neurologo della Fondazione LIMPE per il Parkinson Onlus - e il grande impatto positivo dell’impresa di Cecilia su altre persone con il Parkinson, ha spinto me e Cecilia a fondare la Swim for Parkinson la cui prima edizione si è tenuta il 29 Luglio 2019. Ora siamo un vero e proprio team e il nostro obiettivo è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla malattia di Parkinson; ispirare altre persone con il Parkinson a mettersi alla prova e raccogliere fondi per la Ricerca.”
Fondazione LIMPE per il Parkinson Onlus patrocina numerosi progetti condotti da ricercatori italiani impegnati nel migliorare il trattamento e la qualità di vita delle persone con Parkinson. Questa staffetta attraverso i 4 km delle acque dello Stretto rappresenta idealmente il legame stretto di condivisione e fiducia tra medico e paziente e ha come scopo la raccolta di fondi per finanziare ricerca scientifica su questa malattia.
 
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