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Tampon Tax, nella manovra di bilancio taglio Iva dal 22 al 10%. "Non è più un tema imbarazzante"

di MARIANNA GRAZI -
20 ottobre 2021
Clean Tampons Forming the Word TAX on a Red Background

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Dal 22 al 10%. Sarebbe questa la proposta ufficiale di taglio dell'Iva sui prodotti igienici femminili inserita dal governo Draghi nel Documento programmatico di bilancio (Dpb), che contiene lo schema della prossima legge di bilancio da 23 miliardi. La manovra per il 2022 non ha ancora una forma definitiva ma la sostanza c'è anche se, per vederne tutti i dettagli, bisognerà aspettare il suo varo in Consiglio dei ministri tra qualche giorno, dopo l'ok da parte dell'Unione Europea. Il Dpb, il documento che fissa la spesa complessiva fissata dal governo, è infatti pronto per essere inviato a Bruxelles. E tra le misure contenute ci sarebbe, finalmente, anche quella che riguarda la "Tampon Tax". Inoltre dovrebbe diventare strutturale il piano antiviolenza e sulla parità di genere. Avere il ciclo, in Italia, è infatti un lusso. Con l'Iva al 22% sugli assorbenti le donne arrivano a spendere oltre 120 euro all'anno per dei prodotti essenziali, considerando che una confezione viene a costare circa 4/5 euro e ogni mese, in media, ne vengono usate due. Una vera e propria tassa iniqua sul ciclo mestruale, di cui è impossibile fare a meno. Ma dopo anni di tentativi falliti e promesse mancate, con le richieste di un ritocco al ribasso dell'aliquota avanzate a più riprese e sempre deluse dalle maggioranze di governo, da sempre trincerate dietro ai costi eccessivi per coprire la misura, l'esecutivo guidato da Mario Draghi sembra intenzionato a fare un passo avanti concreto. Non sarà una riduzione al 4 o al 5% - con cui vengono tassati i beni di prima necessità e tutto un altro gruppo di prodotti, tra cui generi alimentari ma anche libri e quotidiani -, ma il taglio dell’Iva è di oltre il 50% (da 22 a 10), con un risparmio medio di circa 10 euro. A darne conferma, nella tarda serata di martedì 19 ottobre, è stato il comunicato finale di Palazzo Chigi, al termine del Consiglio dei Ministri che ha approvato il documento programmatico, dove appunto spicca, "il taglio dal 22% al 10% dell’Iva su prodotti assorbenti per l’igiene femminile". Soddisfatti - anche se non del tutto - i movimenti femministi (ma non solo loro), che da tempo chiedevano a gran voce la riduzione dell'imposta. Una vittoria culturale prima che economica, una misura che normalizza un aspetto dell'essere donna ancora oggi considerato 'sconveniente', un tabù. "Non ce l'aspettavamo, siamo molto felici perché cinque anni fa questa era considerata dalla politica una questione imbarazzante - dice infatti Silvia Dea, tra le fondatrici di "Onda Rosa", un'associazione che è riuscita a raccogliere 650mila firme per la rimozione della tassa -. Nel 2021 non è più così e oggi addirittura più partiti cercano di intestarsi la vittoria. Vuol dire che è diventata una battaglia pubblica e parlare di mestruazioni non è più una vergogna". Oggi "Onda Rosa", insieme a una delegazione di Pd, Conferenza delle Democratiche e associazione Tocca a Noi, incontreranno la sottosegretaria all'Economia Alessandra Sartore per consegnarle appunto la petizione e le moltissime istanze raccolte negli anni. Perché di ciclo si parla, si è sempre parlato, tra le donne, ma ora potrà essere un argomento di discussione per tutti, al bar, tra amici, perfino nelle istituzioni. Perché non ci si debba più vergognare di essere donne e come tali avere delle esigenze.