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Home » Attualità » Eleonora, il suo tema consegnato a mamma Sabrina: “In quelle righe ho ritrovato mia figlia”

Eleonora, il suo tema consegnato a mamma Sabrina: “In quelle righe ho ritrovato mia figlia”

Parla di un'amica che ammirava molto il componimento della tredicenne bolognese morta nel 2018 per un tumore alle ossa: dopo due anni la madre è riuscita a leggere il suo scritto

Letizia Cini
7 Giugno 2022
Sabrina Bergonzoni, madre di Eleonora, morta a 13 anni per un osteosarcoma, con il tema della figlia

Sabrina Bergonzoni, madre di Eleonora, morta a 13 anni per un osteosarcoma, con il tema della figlia

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“Ho aspettato due anni, ma ne valeva la pena”. Sono lacrime di gioia quelle di Sabrina Bergonzoni, madre di Eleonora, morta a 13 anni per un osteosarcoma: «Tumore rarissimo, 125 casi l’anno, in Italia e il 60% di loro hanno fra i 10 e i 20 anni», sospira mamma Sabrina stringendo quei fogli che le sono costati tanta fatica». «Questa mattina (ieri per chi legge, ndr) la dirigente scolastica mi ha consegnato il tema di mia figlia, il suo ultimo componimento, quasi un’eredità spirituale, che finalmente ho potuto leggere”.

Sabrina Bergonzoni, madre di Eleonora, morta a 13 anni per un osteosarcoma, con il tema della figlia
Sabrina Bergonzoni, madre di Eleonora, morta a 13 anni per un osteosarcoma, con il tema della figlia

Pochi mesi prima della sua scomparsa, Eleonora aveva infatti svolto da privatista una delle prove di idoneità per accedere alla terza media, a Bologna. Le richieste della madre per poterlo avere, inizialmente non avevano ricevuto risposta, poi… la svolta: Sabrina Bergonzoni ha ricevuto la notizia della scuola della tredicenne e ieri ha potuto stringere quel tema. Qui la videointervista rilasciata a Il Resto del Carlino:

L’abbiamo intervistata anche noi di Luce! e ci ha raccontato la grande gioia per aver finalmente potuto leggere le parole della sua bambina.

Che emozione è stata?

“Immensa, si tratta di un ultimo messaggio, molto bello e carico di significato”.

Di che cosa parlava, Eleonora, nel suo componimento?

“Le avevano chiesto di descrivere una persona che ammirava, e lei ha scelto la moglie di un caro amico, tratteggiando la peculiarità che, in lei, amava di più”.

Che sarebbe?

“La capacità di saper ascoltare, ma saper ascoltare per davvero. Aveva scelto la traccia descrittiva: “C’è una persona per cui provo grande ammirazione, ve ne parlo” e aveva deciso di raccontare di questa amica, psicologa di professione, alla quale si era molto legata. Una persona sensibile: Ele parlava tanto, come una macchinetta e lei, che aveva da poco avuto una figlia, era felicissima di starla a sentire. Inoltre…”

Inoltre, Sabrina?

“Ha tracciato un elenco delle qualità che caratterizzano le presone da ammirare, persone belle, che hanno un’anima pura. Eleonora aveva concluso il suo elaborato con una definizione del concetto di ammirazione: ‘Ammirare vuol dire guardare anche con il cuore, ammirare vuol dire stimare, per me l’ammirazione è per persone buone, brave, coraggiose, forti e decise verso il bene, piene d’amore, di giustizia, di misericordia’. Parole importanti, a 13 anni…”.

In queste righe ha ritrovato la sua bambina?

“Assolutamente sì, come immaginavo. Grazie alle gentilezza della dirigente scolastica ho potuto leggere parole che vengono dal cuore, spensierate, anche se fanno riflettere. Un tema senza rabbia, nel quale Ele non fa cenno alla malattia”.

Sabrina Bergonzoni e sua figlia Eleonora (foto tratta dal profilo Facebook)

Che cosa ha fatto del tema quando lo ha potuto ritirare, dopo due anni di battaglie, lettere, email e appelli su Facebook?

“L’ho messo in borsa, è stato come sentire nuovamente Eleonora, che ho ritrovato in quelle righe scritte con la stilografica: un’adolescente saggia, idealista, profonda, quella che conosco molto bene. Poter leggere le sue parole e aver scoperto questa valanga di solidarietà e partecipazione è ora una spinta in più per proseguire nell’impegno con l’associazione Agito (genitori tumori ossei) e lavorare per superare piccoli e grandi muri di gomma, al fianco delle famiglie che devono affrontare una malattia grave del figlio”.

Eleonora ha una sorella più piccola di due anni e mezzo, Margherita, che ora ha 14 anni: anche lei ha letto il tema?

“No, ha scelto di autoproteggersi: ‘Quello è di tua figlia, mi ha detto indicando il foglio protocollo, io mia sorella ce l’ho nei miei ricordi e questo mi basta’. Per lei la morte di Eleonora è stato un trauma, erano unitissime, anche troppo, quasi chiuse nel loro mondo. Elaborare questo lutto non è stato e non è facile, soprattutto per Margherita».

Eleonora 13 anni tumore osseo
La 13enne Eleonora è scomparsa a causa di un cancro osseo nell’estate del 2018

Il tema di Eleonora scritto con la penna stilografica e un bell’8 vergato sull’ultima pagina, è stato ritrovato venerdì pomeriggio negli archivi dell’istituto: ci sperava?

“Tanto, lo cercavo dal 2020 e nonostante le lungaggini burocratiche non mi sono persa d’animo: forse qualcuno inizialmente non ha ascoltato la storia e non ha capito il perché della mia richiesta. La richiesta di una mamma che ha perso la figlia nel settembre del 2018 a causa di un cancro, a soli 13 anni. A maggio di quello stesso anno, pochi mesi prima della sua morte, aveva svolto, da privatista a causa delle sue condizioni di salute, il tema come prova di idoneità alla terza media. Un’ultima testimonianza di vita che ora ho finalmente potuto leggere e terrò con me, con noi, in memoria della nostra bambina”.

Nel vostro immenso dolore può esserci spazio per un piccolo lieto fine.

“Sì. Il viaggio era importante quanto la meta. L’ascolto delle famiglie è il tema centrale di questo polverone. Speriamo ci sia un briciolo di attenzione e di umanità in più in futuro e che ci siano sempre meno burocrati. Con l’ufficio scolastico di Bologna lavoreremo per progetti di sensibilizzazione sulla malattia e la disabilità a scuola”.

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Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
"Ho aspettato due anni, ma ne valeva la pena". Sono lacrime di gioia quelle di Sabrina Bergonzoni, madre di Eleonora, morta a 13 anni per un osteosarcoma: «Tumore rarissimo, 125 casi l’anno, in Italia e il 60% di loro hanno fra i 10 e i 20 anni», sospira mamma Sabrina stringendo quei fogli che le sono costati tanta fatica». «Questa mattina (ieri per chi legge, ndr) la dirigente scolastica mi ha consegnato il tema di mia figlia, il suo ultimo componimento, quasi un’eredità spirituale, che finalmente ho potuto leggere".
Sabrina Bergonzoni, madre di Eleonora, morta a 13 anni per un osteosarcoma, con il tema della figlia
Sabrina Bergonzoni, madre di Eleonora, morta a 13 anni per un osteosarcoma, con il tema della figlia
Pochi mesi prima della sua scomparsa, Eleonora aveva infatti svolto da privatista una delle prove di idoneità per accedere alla terza media, a Bologna. Le richieste della madre per poterlo avere, inizialmente non avevano ricevuto risposta, poi… la svolta: Sabrina Bergonzoni ha ricevuto la notizia della scuola della tredicenne e ieri ha potuto stringere quel tema. Qui la videointervista rilasciata a Il Resto del Carlino: L'abbiamo intervistata anche noi di Luce! e ci ha raccontato la grande gioia per aver finalmente potuto leggere le parole della sua bambina. Che emozione è stata? "Immensa, si tratta di un ultimo messaggio, molto bello e carico di significato". Di che cosa parlava, Eleonora, nel suo componimento? "Le avevano chiesto di descrivere una persona che ammirava, e lei ha scelto la moglie di un caro amico, tratteggiando la peculiarità che, in lei, amava di più". Che sarebbe? "La capacità di saper ascoltare, ma saper ascoltare per davvero. Aveva scelto la traccia descrittiva: “C’è una persona per cui provo grande ammirazione, ve ne parlo” e aveva deciso di raccontare di questa amica, psicologa di professione, alla quale si era molto legata. Una persona sensibile: Ele parlava tanto, come una macchinetta e lei, che aveva da poco avuto una figlia, era felicissima di starla a sentire. Inoltre..." Inoltre, Sabrina? "Ha tracciato un elenco delle qualità che caratterizzano le presone da ammirare, persone belle, che hanno un’anima pura. Eleonora aveva concluso il suo elaborato con una definizione del concetto di ammirazione: 'Ammirare vuol dire guardare anche con il cuore, ammirare vuol dire stimare, per me l’ammirazione è per persone buone, brave, coraggiose, forti e decise verso il bene, piene d’amore, di giustizia, di misericordia'. Parole importanti, a 13 anni...". In queste righe ha ritrovato la sua bambina? "Assolutamente sì, come immaginavo. Grazie alle gentilezza della dirigente scolastica ho potuto leggere parole che vengono dal cuore, spensierate, anche se fanno riflettere. Un tema senza rabbia, nel quale Ele non fa cenno alla malattia".
Sabrina Bergonzoni e sua figlia Eleonora (foto tratta dal profilo Facebook)
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