Dietro i combattimenti, dietro le armi (e spesso con un’arma in mano), c’erano loro. Partigiane, staffette e combattenti. Che fossero in prima linea o dietro le quinte, le donne hanno dato un contributo fondamentale alla Resistenza.
A Benedetta Tobagi il premio Campiello 2023
“Questo libro mette al centro la Resistenza della Costituzione e con essa quella delle donne“. Parola della scrittrice e storica Benedetta Tobagi, fresca vincitrice del Premio Campiello con il libro “La Resistenza delle donne” (Einaudi), che stasera (ore 21) sarà al Museo Novecento di Firenze, ospite del gran finale di “Intemporanea”, rassegna letteraria ideata e diretta da Pinangelo Marino, che accende i riflettori sulle novità in libreria e sui temi di grande attualità.
La letteratura è sempre più donna: “Un giorno non farà più notizia”
Un premio prestigioso che arriva nell’anno in cui il Nobel per la Letteratura è andato a una donna, lo Strega a una donna…
“Arriverà il giorno che questo non farà più notizia. D’altronde il numero delle lettrici, delle studiose, delle scrittrici è sempre più alto e arriveranno a essere ascoltate, selezionate e premiate sempre più spesso. Quest’anno è stata una buona ’vendemmia’ che conferma anche come il ’daltonismo di genere’ stia diminuendo e si inizia a vedere meglio”.
Come nasce il libro?
“È stato un lavoro lungo, frutto di un’occasione e di una causa profonda. L’occasione è stata entrare in contatto, casualmente, con il materiale fotografico che mi ha profondamente colpito. Inizialmente avevo un po’ di timore ad avventurarmi in un campo che non conoscevo così approfonditamente, mi sono sempre occupata delle stragi degli anni Settanta.
Però, questo libro ha un legame con ’Una stella incoronata di buio. Storia di una strage impunita che ho scritto dieci anni fa sulla strage di piazza della Loggia a Brescia. Già lì raccontavo la storie di alcune vittime donne. Ecco, adesso ho fatto un passo ancora indietro nel tempo”.
Storie di coraggio: da Teresa Mattei a Carla Capponi
Le partigiane hanno avuto un peso diverso agli uomini?
“No, semmai ruoli diversi. Il combattimento armato è stato fatto prevalentemente da uomini ma ci sono state anche tante, e con ruoli importanti, a imbracciare le armi: penso a Teresa Mattei, Carla Capponi, tanto per fare un paio di esempi. Poi dietro a un combattimento c’è sempre una logistica e questa è stata fatta tutta da loro. A tenere in piedi la Resistenza civile sono state le donne”.
La declinazione al femminile di questo pezzo di storia è un argomento di cui si parla ancora poco?
“Diciamo che il tema è studiato ma poco divulgato. Io con questo libro ho cercato di fare un lavoro che potesse arrivare anche a chi non legge i saggi storici. Ricordare queste figure che entrano nella lotta, facendo in primo luogo una scelta etica, perché rifiutano alla radice la dittatura fascista, la sua eredità e la violenza feroce dei nazifascisti.
Chiaramente il primo elemento fortemente politico è quello di riscoprire il valore dell’antifascismo attraverso le loro voci”.
“Dedico il premio a chi non ha voce”
E poi?
“Parlare della Resistenza al femminile serve anche per rompere gli stereotipi di genere. Come ho detto durante la Cerimonia del Campiello, il premio è dedicato alle donne che resistono, che non hanno voce e che spero possano trovarla nei libri ma anche a tutte quelle persone che non si girano dall’altra parte e trovano una risposta alle situazioni di disperazione, accolgono e si occupano di contrastare la ferocia delle disuguaglianze”.
Per partecipare alla serata, a ingresso libero, occorre prenotare scrivendo a [email protected] oppure tramite il sito di Intemporanea.