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Home » Attualità » Torino, avvocatesse influencer: l’Ordine le convoca. E ora spunta un video con frasi hot

Torino, avvocatesse influencer: l’Ordine le convoca. E ora spunta un video con frasi hot

Abiti firmati e toghe su Instagram, lo studio ‘cancella’ due colleghe. Il filmato (rubato) sarebbe uscito dalla chat di un’amica. Alessandra Demichelis, la professionista che ha lanciato la pagina social 'LegalShow', pronta ad azioni legali

Camilla Prato
23 Gennaio 2022
Alessandra Demichelis e Federica Cau (foto tratta dal profilo Instagram dc_legalshow)

Alessandra Demichelis e Federica Cau (foto tratta dal profilo Instagram dc_legalshow)

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Tacchi a spillo, abiti firmati e location di lusso: la pagina Instagram DC LegalShow di Alessandra Demichelis e Federica Cau scatena la polemica. “Doveva essere un’iniziativa innovativa, ma ha preso una piega che non mi piace e che ha dato adito a polemiche e maldicenze“. Rischia di finire a carte bollate l’iniziativa social di due avvocatesse torinesi, Federica Cau e Alessandra Demichelis. La loro pagina Instagram DC LegalShow, una sorta di ‘Sex and the city’ in salsa legale, ha conquistato in pochi giorni oltre 8mila follower. Tutti ne parlano, non sempre in modo positivo, tanto che le due professioniste, 33 e 36 anni, sono già state convocate dall’Ordine.

Alessandra Demichelis e Federica Cau (foto tratta dal profilo Instagram dc_legalshow)
Alessandra Demichelis e Federica Cau (foto tratta dal profilo Instagram dc_legalshow)

E nelle ultime ore il loro nome è stato cancellato dal sito internet dello studio con cui collaboravano. “Mi sono consultata con un collega e ora farò le mie valutazioni”, afferma Federica Cau, che non ha preso bene i tanti commenti e i pettegolezzi sull’iniziativa social – resa nota per primo dal Corriere della Sera, che mostra le foto delle due professioniste tra aperitivi glamour in abiti alla moda, in accappatoio alle terme o a cena con le amiche. Nulla di sconveniente, né di volgare.

La pagina Instagram “DC LegalShow” di Alessandra Demichelis e Federica Cau scatena la polemica (foto tratte dal profilo Instagram dc_legalshow)
La pagina Instagram “DC LegalShow” di Alessandra Demichelis e Federica Cau scatena la polemica (foto tratte dal profilo Instagram dc_legalshow)

Per il momento l’Ordine, dopo averle convocate, non ha preso provvedimenti nei loro confronti, ma il dibattito sul web è aperto. “Tutta la mia stima verso l’avvocato Francini — scrive un legale su Facebook — che ha saputo prendere le distanze dalle sue due colleghe di studio dall’inqualificabile condotta”. Soltanto “un po’ di frivolezza su Instagram, che se andate a visitare, nulla toglie o offende alla professione”, dice ancora su Facebook una avvocatessa.

Il video hot

Ma c’è di più: “In queste ore gira sulle chat e sui social un video con frasi hot dell’avvocato Alessandra Demichelis, girato un paio di anni fa in vacanza tra amici – riporta il Quotidiani Piemontese .

Tacchi a spillo, abiti firmati e location di lusso: la pagina Instagram “DC LegalShow” di Alessandra Demichelis e Federica Cau scatena la polemica (foto tratte dal profilo Instagram dc_legalshow)
Tacchi a spillo, abiti firmati e location di lusso: la pagina Instagram “DC LegalShow” di Alessandra Demichelis e Federica Cau scatena la polemica (foto tratte dal profilo Instagram dc_legalshow)

Demichelis, che insieme alla collega Federica Cau ha fondato “DC Legalshow”, un account Instagram che mostra il mondo glamour degli avvocati, ha già annunciato la denuncia alla polizia postale”. “Le nostre foto non ledono l’immagine della categoria – sostiene Alessandra Demichelis – Altri professionisti ci han chiesto di comparire sulla nostra pagina, un mix il nostro lavoro e la vita privata, e presto ci saranno altri contenuti giuridici”.

La replica

La pagina Instagram “DC LegalShow” di Alessandra Demichelis e Federica Cau scatena la polemica (foto tratte dal profilo Instagram dc_legalshow)
La pagina Instagram “DC LegalShow” di Alessandra Demichelis e Federica Cau scatena la polemica (foto tratte dal profilo Instagram dc_legalshow)

Mi auguro vivamente che il Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Torino ritorni sui propri passi e che non si attivi alcun procedimento disciplinare a carico delle colleghe Cau e Demichelis, alle quali esprimiamo vicinanza e solidarietà. Purtroppo, l’Italia vive uno dei momenti più pericolosi della sua storia: il sistema ha varcato il perimetro della democrazia”. A dirlo è Alexandro Maria Tirelli, presidente delle Camere penali del diritto europeo e internazionale, a proposito della segnalazione all’Ordine degli avvocati di Torino a carico delle avvocatesse Federica Cau e Alessandra Demichelis, titolari di un profilo social. “Bisogna mettere fine all’attuale sistema di giudizio delle condotte professionali in capo a collegi di colleghi privi di ogni terzietà.

La maggior parte delle procedure disciplinari è frutto di lotte intestine tra professionisti, chi ha la peggio sono i colleghi senza santi in paradiso. Molte volte gli esposti disciplinari dei clienti sono fomentati da colleghi che non vedono l’ora di strappare un nuovo caso, in un clima di concorrenza spietata”, denuncia. “I principi di lealtà, colleganza, probità sono di amplissima interpretazione, per cui si finisce spesso a mettere in pratica la vecchia regola per cui la legge si applica per i nemici e si interpreta per gli amici. La nostra associazione è per l’abolizione dei Consigli di disciplina, l’avvocato risponda del proprio operato davanti al Giudice civile o penale come tutti”. “Le colleghe hanno tutto il diritto di esprimere la loro personalità, la loro femminilità e la loro visione professionale senza che questo intacchi la professionalità e la serietà. Un Ordine non può comprimere la libertà di un individuo”, ammonisce Tirelli. “Voglio ricordare che l’avvocato non è il sacerdote di una liturgia mistica ma un soggetto che svolge una mera funzione tecnica nell’interesse del suo cliente”.

Il ripensamento

A differenza di Demichelis, l’avvocatessa Cau, dopo che lo studio con cui collaborava l’ha cancellata dal sito, si è tirata indietro. “Poiché questa pagina, aperta prima che fossero pronti i contenuti giuridici che l’avrebbero dovuta completare, ha riscosso un’attenzione e un un seguito del tutto inaspettati e, nella sua versione attuale, presta il fianco a fraintendimenti, oltre a risultare fortemente divisiva, ritengo personalmente di dover fare un passo indietro, per riproporre in futuro, nuovi e rimodulati materiali e argomenti”,  scrive Federica  Cau su Instagram.

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Instagram

  • Era il 1° febbraio 1945, quando la lotta per la conquista di questo diritto, partita tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, sulla scorta dei movimenti degli altri Paesi europei, raggiunse il suo obiettivo. Con un decreto legislativo, il Consiglio dei Ministri presieduto da Ivanoe Bonomi riconobbe il voto alle donne, su proposta di Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi. 

Durante la prima guerra mondiale le donne avevano sostituito al lavoro gli uomini che erano al fronte. La consapevolezza di aver assunto un ruolo ancora più centrale all’interno società oltre che della famiglia, crebbe e con essa la volontà di rivendicare i propri diritti. Già nel 1922 un deputato socialista, Emanuele Modigliani aveva presentato una proposta di legge per il diritto di voto femminile, che però non arrivò a essere discussa, per la Marcia su Roma. Mussolini ammise le donne al voto amministrativo nel 1924, ma per pura propaganda, poiché in seguito all’emanazione delle cosiddette “leggi fascistissime” tra il 1925 ed il 1926, le elezioni comunali vennero, di fatto, soppresse. Bisognerà aspettare la fine della guerra perché l’Italia affronti concretamente la questione.

Costituito il governo di liberazione nazionale, le donne si attivarono per entrare a far parte del corpo elettorale: la prima richiesta dell’ottobre 1944, venne avanzata dalla Commissione per il voto alle donne dell’Unione Donne Italiane (Udi), che si mobilitò per ottenere anche il diritto di eleggibilità (sancito da un successivo decreto datato 10 marzo 1946). Si arrivò così, dopo anni di battaglie per il suffragio universale, al primo febbraio 1945, data storica per l’Italia. Il decreto prevedeva la compilazione di liste elettorali femminili distinte da quelle maschili, ed escludeva però dal diritto le prostitute schedate che esercitavano “il meretricio fuori dei locali autorizzati”.

Le elezioni dell’esordio furono le amministrative tra marzo e aprile del 1946 e l’affluenza femminile superò l’89%. 

#lucenews #lucelanazione #dirittodivoto #womenrights #1febbraio1945
  • La regina del pulito Marie Kondo ha dichiarato di aver “un po’ rinunciato” a riordinare casa dopo la nascita del suo terzo figlio. La 38enne giapponese, considerata una "Dea dell’ordine", con i suoi best seller sull’economia domestica negli ultimi anni ha incitato e sostenuto gli sforzi dei comuni mortali di rimettere in sesto case e armadi all’insegna del cosa “provoca dentro una scintilla di gioia”. Ma l’esperta di decluttering, famosa in tutto il mondo, ha ammesso che con tre figli da accudire, la sua casa è oggi “disordinata”, ma ora il riordino non è più una priorità. 

Da quando è diventata madre di tre bambini, ha dichiarato che il suo stile di vita è cambiato e che la sua attenzione si è spostata dall’organizzazione alla ricerca di modi semplici per rendere felici le abitudini di tutti i giorni: "Fino a oggi sono stata una organizzatrice di professione e ho dunque fatto il mio meglio per tenere in ordine la mia casa tutto il tempo”, e anche se adesso “ci ho rinunciato, il modo in cui trascorro il mio tempo è quello giusto per me in questo momento, in questa fase della mia vita”.

✍ Marianna Grazi 

#lucenews #lucelanazione #mariekondo
  • La second hand, ossia l’oggetto di seconda mano, è una moda che negli ultimi anni sta diventando sempre più un’abitudine dei consumatori. Accumulare roba negli armadi, nei cassetti, in cantina, non è più un disagio che riguarda soltanto chi soffre di disposofobia, ossia di chi è affetto da sindrome dell’accumulatore compulsivo. Se l’acquisto è l’unica azione che rende felice l’uomo moderno, non riuscire a liberarsene è la condanna di molti.

Secondo quanto emerge dall’Osservatorio Second-hand Economy 2021, realizzato da BVA Doxa per Subito.it, sono 23 milioni gli italiani che, nel 2021, hanno fatto ricorso alla compravendita di oggetti usati grazie alle piattaforme online. Il 52% degli italiani ha comprato e/o venduto oggetti usati, tra questi il 15% lo ha fatto per la prima volta. L’esperienza di compravendita online di second hand è quella preferita, quasi il 50% degli affari si conclude online anche perché il sistema di vendita è simile a un comune eCommerce: internet è il canale più veloce per quasi la metà dei rispondenti (49%), inoltre offre una scelta più ampia (43%) e si può gestire comodamente da casa (41%). Comprare second hand diventa una sana abitudine che attrae ogni anno nuove persone, è al terzo posto tra i comportamenti sostenibili più messi in atto dagli italiani (52%) – preceduto sempre dalla raccolta differenziata (94%) e l’acquisto di lampadine a LED (71%) –, con picchi ancora più alti di adozione nel 2021 da parte dei laureati (68%), di chi appartiene alla generazione Z (66%), di chi ha 35-44 anni (70%) e delle famiglie con bambini (68%). 

Ma perché concretamente si acquista l’usato? Nel 2021 le prime tre motivazioni che inducono a comprare beni usati sono: il risparmio (56%, in crescita di 6 punti percentuali rispetto al 2020), l’essere contrari agli sprechi e credere nel riuso (49%) e la convinzione che la second hand sia un modo intelligente di fare economia e che rende molti oggetti più accessibili (43%). 

✍E tu? Hai mai comprato accessori oppure oggetti di seconda mano? Cosa ne pensi?

#lucenews #lucelanazione #secondhand #vintage
  • È iniziata come una sorta di sfida personale, come spesso accade tra i ragazzi della sua età, per testare le proprie capacità e resistenza in modo divertente. Poi però, per Isaac Ortman, adolescente del Minnesota, dormire nel cortile della sua casa è diventata una missione. 

“Non credo che la cosa finisca presto, potrei anche continuare fino all’università – ha detto il 14enne di Duluth -. È molto divertente e non sono pronto a smettere”. 

Tanto che ormai ha trascorso oltre 1.000 notti sotto le stelle. Il giovane, che fa il boy scout, come una specie di moderno Barone Rampante ha scoperto per caso il piacere di trascorrere le ore di sonno fuori dalle mura di casa, persino quando la temperatura è scesa a quadi 40 gradi sotto lo zero. Tutto è iniziato circa tre anni fa, nella baita della sua famiglia a 30 miglia da casa, diventando ben presto una routine notturna. Il giovane Ortman ricorda bene il giorno in cui ha abbandonato la sua camera da letto per un’amaca e un sacco a pelo, il 17 aprile 2020, quando era appena in prima media: “Stavo dormendo fuori dalla nostra baita e ho pensato: ‘Wow, potrei provare a dormire all’aperto per una settimana’. Così ho fatto e ho deciso di continuare”. 

“Non si stanca mai: ogni notte è una nuova avventura“, ha detto il padre Andrew Ortman, 48 anni e capo del suo gruppo scout. 

Sua mamma Melissa era un po’ preoccupata quella notte, lei e il padre gli hanno permesso di continuare la sua routine. “Sa che deve entrare in casa se qualcosa non va bene. Dopo 1.000 notti, ha la nostra fiducia. Da quando ha iniziato a farlo, è cresciuto sotto molti aspetti, e non solo in termini di statura”, dice orgogliosa. 

“Non lo sto facendo per nessun record o per una causa, mi sto solo divertendo. Ma con il ragazzo che dorme in Inghilterra, credo si possa dire che si tratta di una gara non ufficiale”, ha detto Isaac riferendosi all’adolescente inglese Max Woosey, che ha iniziato la sua maratona di sonno all’aperto il 29 marzo 2020, con l’obiettivo di raccogliere fondi per un ospedale che cura un suo anziano amico.

#lucenews #isaacortman #minnesota #boyscout
Tacchi a spillo, abiti firmati e location di lusso: la pagina Instagram DC LegalShow di Alessandra Demichelis e Federica Cau scatena la polemica. “Doveva essere un’iniziativa innovativa, ma ha preso una piega che non mi piace e che ha dato adito a polemiche e maldicenze“. Rischia di finire a carte bollate l’iniziativa social di due avvocatesse torinesi, Federica Cau e Alessandra Demichelis. La loro pagina Instagram DC LegalShow, una sorta di ‘Sex and the city’ in salsa legale, ha conquistato in pochi giorni oltre 8mila follower. Tutti ne parlano, non sempre in modo positivo, tanto che le due professioniste, 33 e 36 anni, sono già state convocate dall’Ordine.
Alessandra Demichelis e Federica Cau (foto tratta dal profilo Instagram dc_legalshow)
Alessandra Demichelis e Federica Cau (foto tratta dal profilo Instagram dc_legalshow)
E nelle ultime ore il loro nome è stato cancellato dal sito internet dello studio con cui collaboravano. “Mi sono consultata con un collega e ora farò le mie valutazioni", afferma Federica Cau, che non ha preso bene i tanti commenti e i pettegolezzi sull’iniziativa social - resa nota per primo dal Corriere della Sera, che mostra le foto delle due professioniste tra aperitivi glamour in abiti alla moda, in accappatoio alle terme o a cena con le amiche. Nulla di sconveniente, né di volgare.
La pagina Instagram “DC LegalShow” di Alessandra Demichelis e Federica Cau scatena la polemica (foto tratte dal profilo Instagram dc_legalshow)
La pagina Instagram “DC LegalShow” di Alessandra Demichelis e Federica Cau scatena la polemica (foto tratte dal profilo Instagram dc_legalshow)
Per il momento l’Ordine, dopo averle convocate, non ha preso provvedimenti nei loro confronti, ma il dibattito sul web è aperto. “Tutta la mia stima verso l’avvocato Francini — scrive un legale su Facebook — che ha saputo prendere le distanze dalle sue due colleghe di studio dall’inqualificabile condotta". Soltanto "un po’ di frivolezza su Instagram, che se andate a visitare, nulla toglie o offende alla professione", dice ancora su Facebook una avvocatessa.

Il video hot

Ma c’è di più: “In queste ore gira sulle chat e sui social un video con frasi hot dell’avvocato Alessandra Demichelis, girato un paio di anni fa in vacanza tra amici - riporta il Quotidiani Piemontese .
Tacchi a spillo, abiti firmati e location di lusso: la pagina Instagram “DC LegalShow” di Alessandra Demichelis e Federica Cau scatena la polemica (foto tratte dal profilo Instagram dc_legalshow)
Tacchi a spillo, abiti firmati e location di lusso: la pagina Instagram “DC LegalShow” di Alessandra Demichelis e Federica Cau scatena la polemica (foto tratte dal profilo Instagram dc_legalshow)
Demichelis, che insieme alla collega Federica Cau ha fondato “DC Legalshow”, un account Instagram che mostra il mondo glamour degli avvocati, ha già annunciato la denuncia alla polizia postale". “Le nostre foto non ledono l’immagine della categoria - sostiene Alessandra Demichelis - Altri professionisti ci han chiesto di comparire sulla nostra pagina, un mix il nostro lavoro e la vita privata, e presto ci saranno altri contenuti giuridici".

La replica

La pagina Instagram “DC LegalShow” di Alessandra Demichelis e Federica Cau scatena la polemica (foto tratte dal profilo Instagram dc_legalshow)
La pagina Instagram “DC LegalShow” di Alessandra Demichelis e Federica Cau scatena la polemica (foto tratte dal profilo Instagram dc_legalshow)
Mi auguro vivamente che il Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Torino ritorni sui propri passi e che non si attivi alcun procedimento disciplinare a carico delle colleghe Cau e Demichelis, alle quali esprimiamo vicinanza e solidarietà. Purtroppo, l’Italia vive uno dei momenti più pericolosi della sua storia: il sistema ha varcato il perimetro della democrazia”. A dirlo è Alexandro Maria Tirelli, presidente delle Camere penali del diritto europeo e internazionale, a proposito della segnalazione all’Ordine degli avvocati di Torino a carico delle avvocatesse Federica Cau e Alessandra Demichelis, titolari di un profilo social. “Bisogna mettere fine all’attuale sistema di giudizio delle condotte professionali in capo a collegi di colleghi privi di ogni terzietà. La maggior parte delle procedure disciplinari è frutto di lotte intestine tra professionisti, chi ha la peggio sono i colleghi senza santi in paradiso. Molte volte gli esposti disciplinari dei clienti sono fomentati da colleghi che non vedono l’ora di strappare un nuovo caso, in un clima di concorrenza spietata”, denuncia. “I principi di lealtà, colleganza, probità sono di amplissima interpretazione, per cui si finisce spesso a mettere in pratica la vecchia regola per cui la legge si applica per i nemici e si interpreta per gli amici. La nostra associazione è per l’abolizione dei Consigli di disciplina, l’avvocato risponda del proprio operato davanti al Giudice civile o penale come tutti”. “Le colleghe hanno tutto il diritto di esprimere la loro personalità, la loro femminilità e la loro visione professionale senza che questo intacchi la professionalità e la serietà. Un Ordine non può comprimere la libertà di un individuo”, ammonisce Tirelli. “Voglio ricordare che l’avvocato non è il sacerdote di una liturgia mistica ma un soggetto che svolge una mera funzione tecnica nell’interesse del suo cliente”.

Il ripensamento

A differenza di Demichelis, l'avvocatessa Cau, dopo che lo studio con cui collaborava l’ha cancellata dal sito, si è tirata indietro. “Poiché questa pagina, aperta prima che fossero pronti i contenuti giuridici che l’avrebbero dovuta completare, ha riscosso un’attenzione e un un seguito del tutto inaspettati e, nella sua versione attuale, presta il fianco a fraintendimenti, oltre a risultare fortemente divisiva, ritengo personalmente di dover fare un passo indietro, per riproporre in futuro, nuovi e rimodulati materiali e argomenti”,  scrive Federica  Cau su Instagram.
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