Meno emissioni e meno rumore sottomarino: perché l’accordo sul trasporto marittimo fa bene al pianeta

Un accordo che, secondo gli osservatori, dovrebbe segnare un'inversione di tendenza per i gas serra prodotti dal trasporto marittimo globale. L’obiettivo è lo zero netto entro il 2050

di DOMENICO GUARINO
18 aprile 2025
Il trasporto marittimo contribuisce al 3% delle emissioni globali.

Il trasporto marittimo contribuisce al 3% delle emissioni globali.

Il trasporto marittimo contribuisce al 3% delle emissioni globali. Può sembrare in assoluto un dato trascurabile. Ma se lo parametriamo a quello dei singoli stati, scopriamo che navi, cargo, battelli e transatlantici inquinano nel complesso molto più della massima parte dei Paesi. Si capisce dunque perché ci sia tanta attenzione nel trovare soluzioni e strumenti anche normativi che possano abbattere le emissioni del trasporto navale. E perché l'accordo siglato al termine dei negoziati dell'Organizzazione marittima internazionale (IMO), conclusisi nelle scorse ore, il primo nel suo genere, è stato valutato molto positivamente dalle associazioni che si occupano di ambiente e di salvaguardia della natura.

Un accordo che, secondo gli osservatori, dovrebbe segnare un'inversione di tendenza per i gas serra prodotti dal trasporto marittimo globale, e che lancia in ogni caso un segnale storico, indicando la strada della riduzione obbligatoria delle emissioni verso l'obiettivo dello zero netto entro il 2050. I Paesi hanno anche apportato nuove conoscenze sulla lotta al rumore sottomarino prodotto dalle navi, tra cui un documento presentato congiuntamente da Canada e WWF. E si sono impegnati ad affrontare i rischi posti dai sistemi di depurazione dei gas di scarico, o “scrubber”.

Nuove prove presentate la scorsa settimana hanno infatti evidenziato gli impatti nocivi degli scarichi dei depuratori sulla salute umana e sugli ecosistemi marini, aumentando le preoccupazioni per il loro uso diffuso. Non è tutto oro quel che luccica, però. Secondo il WWF l'accordo sull'efficienza delle navi è infatti “al di sotto di quanto necessario per affrontare la doppia crisi del clima e della biodiversità”. È un duro colpo per le comunità e le specie vulnerabili al clima, anche nell'Artico, che non possono sopportare ulteriori ritardi.

"Navi più efficienti bruciano meno carburante, producono meno rumore sottomarino e possono ridurre il rischio di attacchi alle balene” prosegue il WWF in un comunicato. Sostenendo che “sebbene gli obiettivi concordati questa settimana (quella passata, ndr) avranno un impatto positivo sulla protezione dell'ambiente marino, rimangono comunque troppo modesti e il tempo sta per scadere”. Secondo l'associazione ambientalista infatti il risultato sull'efficienza energetica è debole e mette ancora più sotto pressione le misure a medio termine dell'IMO per ottenere le riduzioni delle emissioni necessarie a raggiungere lo zero netto entro il 2050. Senza contare che i negoziati sull'indicatore di intensità di carbonio sono stati inferiori alle aspettative. I prossimi anni saranno decisivi: “I Paesi e l'industria del trasporto marittimo dovranno sfruttare appieno gli incentivi e i segnali contenuti nell'accordo – conclude il WWF –  per ridurre davvero rapidamente le emissioni e indirizzare i finanziamenti necessari verso combustibili e fonti energetiche sostenibili a emissioni zero o quasi zero”.