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Home » Attualità » Trentino, “Il ragazzo disabile disturba i clienti”, hotel chiede alla famiglia di spostarsi

Trentino, “Il ragazzo disabile disturba i clienti”, hotel chiede alla famiglia di spostarsi

Cecilia Bonaccorsi, madre di Tommaso, 24 anni, affetto da una grave invalidità, denuncia il trattamento riservato alla sua famiglia da una struttura a San Martino di Castrozza: "Ci siamo sentiti umiliati"

Marianna Grazi
9 Marzo 2023
Tommaso Pimpinelli con la mamma Cecilia Bonaccorsi

Tommaso Pimpinelli con la mamma Cecilia Bonaccorsi

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Pensate di essere in vacanza, finalmente, con la vostra famiglia e soprattutto con vostro figlio, che ha una grave disabilità. Pensate a quante ore spese a programmare tutto, nei minimi dettagli, per far sì che quei giorni trascorsi fuori dalle mura di casa, lontani dalla solita e faticosa routine, fossero davvero di relax per voi e un momento di gioia per quel ragazzo che di gioie, nella sua vita di tutti i giorni, ne ha ben poche. Perché Tommaso ama la montagna, ama quell’aria frizzante che lo accarezza mentre percorre a piedi le vallate con mamma e papà. Non vede i paesaggi intorno a sé, non vede i fiori o la neve che lo circondano, ma è felice. Poi, la doccia fredda. “Un hotel in Trentino voleva farci spostare di tavolo perché mio figlio è disabile“.

La vacanza in montagna

Tommaso Pimpinelli, 24 anni, affetto dalla malattia di Norrie (Facebook/Cecilia Bonaccorsi)

Quel sogno di avere finalmente una tregua dalla difficile quotidianità si infrange contro un muro di insensibilità e maleducazione. A raccontare a la Repubblica il perché quella vacanza in montagna sia finita dopo appena tre giorni è Cecilia Bonaccorsi, la mamma di Tommaso, 24enne affetto dalla sindrome di Norrie. Lei e il marito, Remo Pimpinelli, come da tradizione, volevano portare il figlio in montagna, luogo che ama nonostante sia “un disabile grave”, come loro stessi ammettono. Da 19 anni, quindi, la famiglia romana si sposta, San Martino di Castrozza (Trentino), ma questa volta nel loro albergo di fiducia non c’erano stanze disponibili. Poco male, basta trovare un’altra struttura. Bonaccorsi trova quindi disponibilità al Colbricon Beauty & Relax, e prima di prenotare una stanza in mezza pensione decide di inviare una mail all’hotel, avvertendoli che il terzogenito è affetto da disabilità. “Per evitare sorprese”, spiega al quotidiano. Che purtroppo, invece, ci sono state, e non sono state belle. “Lo abbiamo portato in tutto il mondo – dicono i genitori di Tommaso – e nessuno ci ha mai riservato un simile trattamento”.

L’episodio al Colbricon Beauty & Relax

“Alcuni ospiti si sono lamentati di suo figlio a cena, vi va se vi sistemo in una saletta un po’ in disparte?” si sono sentiti chiedere i coniugi Pimpinelli da un addetto dell’hotel. Che, facendosi carico di qualche lamentala di altri ospiti scortesi, ha invitato la famiglia a pranzare in una saletta con vetri oscurati. Lontani, isolati da chi non gradiva la vista o i rumori di Tommaso, col bavaglino al collo e con la mamma che ogni tanto lo aiuta a mangiare imboccandolo. Perché definirsi attenti e sensibili alla disabilità a parole è molto facile, finché però non ce la si trova davanti, o a pochi metri. Allora diventa sgradita. “Ci siamo sentiti umiliati, offesi, e siamo andati via”. Non era posto per loro, quell’hotel a 4 stelle, dove la mancanza di tatto dei clienti – ma anche degli operatori della struttura stessa – ha prevalso sulla voglia della famiglia romana di trascorrere del tempo insieme come una famiglia normale. L’hotel ha poi inviato delle scuse per il disagio arrecato via mail, ma Cecilia è stata inflessibile: “Non le accetto, mi dispiace”.

L’associazione “Con i miei occhi”

Mamma Cecilia e Tommaso in montagna qualche anno fa (Facebook/Cecilia Bonaccorsi)

La loro vacanza è finita male e prima del tempo, ma Bonaccorsi e suo marito non rinunciano alla loro “battaglia culturale“. La madre di Tommaso, che è il loro terzogenito, è presidente dell’associazione “Con i miei occhi” che segue le persone con disabilità visive. Come, ad esempio, la sindrome di Norrie che ha colpito suo figlio, non permettendogli di vedere e provocandogli una disabilità cognitiva importante. Il non vedere, magari il non riuscire a comprendere a pieno ciò che lo circonda, non ha però impedito a Tommaso di rimanere incantato dalla montagna, dove i suoi genitori lo hanno portato fin da bambino, che è diventata il suo luogo del cuore, dove sentirsi felice e magari libero per un po’ da quei commenti e da quelle credenze che, in città e nella sua vita quotidiana, lo circondano. Almeno fino ad oggi: perché i pregiudizi non conoscono barriere. I disabili si.

Cos’è la sindrome di Norrie

La malattia di Norrie, di cui è affetto Tommaso Pimpinelli, è una rara patologia genetica vitreoretinica, caratterizzata da anomalie dello sviluppo della retina. In genere colpisce solo i maschi, viene identificata nelle prime settimane di vita e provoca cecità totale bilaterale, spesso associata a condizioni come glaucoma e cataratta, che si sviluppa nel corso degli anni. Tra gli altri effetti provocati da questa sindrome ci sono sordità, ritardo nello sviluppo psicomotorio, ritardo neurologico (pluriminorazione psicosensoriale), quindi disabilità cognitiva e disturbi comportamentali. Non si conosce ancora l’incidenza di questa sindrome, ma al momento nel mondo ci sono circa 400 casi noti, mentre si ipotizza che possano essere in tutto alcune migliaia. 

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  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
Pensate di essere in vacanza, finalmente, con la vostra famiglia e soprattutto con vostro figlio, che ha una grave disabilità. Pensate a quante ore spese a programmare tutto, nei minimi dettagli, per far sì che quei giorni trascorsi fuori dalle mura di casa, lontani dalla solita e faticosa routine, fossero davvero di relax per voi e un momento di gioia per quel ragazzo che di gioie, nella sua vita di tutti i giorni, ne ha ben poche. Perché Tommaso ama la montagna, ama quell'aria frizzante che lo accarezza mentre percorre a piedi le vallate con mamma e papà. Non vede i paesaggi intorno a sé, non vede i fiori o la neve che lo circondano, ma è felice. Poi, la doccia fredda. "Un hotel in Trentino voleva farci spostare di tavolo perché mio figlio è disabile".

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Quel sogno di avere finalmente una tregua dalla difficile quotidianità si infrange contro un muro di insensibilità e maleducazione. A raccontare a la Repubblica il perché quella vacanza in montagna sia finita dopo appena tre giorni è Cecilia Bonaccorsi, la mamma di Tommaso, 24enne affetto dalla sindrome di Norrie. Lei e il marito, Remo Pimpinelli, come da tradizione, volevano portare il figlio in montagna, luogo che ama nonostante sia "un disabile grave", come loro stessi ammettono. Da 19 anni, quindi, la famiglia romana si sposta, San Martino di Castrozza (Trentino), ma questa volta nel loro albergo di fiducia non c'erano stanze disponibili. Poco male, basta trovare un'altra struttura. Bonaccorsi trova quindi disponibilità al Colbricon Beauty & Relax, e prima di prenotare una stanza in mezza pensione decide di inviare una mail all'hotel, avvertendoli che il terzogenito è affetto da disabilità. "Per evitare sorprese", spiega al quotidiano. Che purtroppo, invece, ci sono state, e non sono state belle. "Lo abbiamo portato in tutto il mondo – dicono i genitori di Tommaso – e nessuno ci ha mai riservato un simile trattamento".

L'episodio al Colbricon Beauty & Relax

"Alcuni ospiti si sono lamentati di suo figlio a cena, vi va se vi sistemo in una saletta un po’ in disparte?" si sono sentiti chiedere i coniugi Pimpinelli da un addetto dell'hotel. Che, facendosi carico di qualche lamentala di altri ospiti scortesi, ha invitato la famiglia a pranzare in una saletta con vetri oscurati. Lontani, isolati da chi non gradiva la vista o i rumori di Tommaso, col bavaglino al collo e con la mamma che ogni tanto lo aiuta a mangiare imboccandolo. Perché definirsi attenti e sensibili alla disabilità a parole è molto facile, finché però non ce la si trova davanti, o a pochi metri. Allora diventa sgradita. "Ci siamo sentiti umiliati, offesi, e siamo andati via". Non era posto per loro, quell'hotel a 4 stelle, dove la mancanza di tatto dei clienti – ma anche degli operatori della struttura stessa – ha prevalso sulla voglia della famiglia romana di trascorrere del tempo insieme come una famiglia normale. L'hotel ha poi inviato delle scuse per il disagio arrecato via mail, ma Cecilia è stata inflessibile: "Non le accetto, mi dispiace".

L'associazione "Con i miei occhi"

Mamma Cecilia e Tommaso in montagna qualche anno fa (Facebook/Cecilia Bonaccorsi)
La loro vacanza è finita male e prima del tempo, ma Bonaccorsi e suo marito non rinunciano alla loro "battaglia culturale". La madre di Tommaso, che è il loro terzogenito, è presidente dell'associazione "Con i miei occhi" che segue le persone con disabilità visive. Come, ad esempio, la sindrome di Norrie che ha colpito suo figlio, non permettendogli di vedere e provocandogli una disabilità cognitiva importante. Il non vedere, magari il non riuscire a comprendere a pieno ciò che lo circonda, non ha però impedito a Tommaso di rimanere incantato dalla montagna, dove i suoi genitori lo hanno portato fin da bambino, che è diventata il suo luogo del cuore, dove sentirsi felice e magari libero per un po' da quei commenti e da quelle credenze che, in città e nella sua vita quotidiana, lo circondano. Almeno fino ad oggi: perché i pregiudizi non conoscono barriere. I disabili si.

Cos'è la sindrome di Norrie

La malattia di Norrie, di cui è affetto Tommaso Pimpinelli, è una rara patologia genetica vitreoretinica, caratterizzata da anomalie dello sviluppo della retina. In genere colpisce solo i maschi, viene identificata nelle prime settimane di vita e provoca cecità totale bilaterale, spesso associata a condizioni come glaucoma e cataratta, che si sviluppa nel corso degli anni. Tra gli altri effetti provocati da questa sindrome ci sono sordità, ritardo nello sviluppo psicomotorio, ritardo neurologico (pluriminorazione psicosensoriale), quindi disabilità cognitiva e disturbi comportamentali. Non si conosce ancora l’incidenza di questa sindrome, ma al momento nel mondo ci sono circa 400 casi noti, mentre si ipotizza che possano essere in tutto alcune migliaia. 
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