Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Attualità » Ucraina, il nuovo volto dei profughi. Ecco come aiutare i rifugiati dall’Italia

Ucraina, il nuovo volto dei profughi. Ecco come aiutare i rifugiati dall’Italia

Secondo l'Unchr sono 500mila i cittadini ucraini in fuga dal loro Paese. Ma il numero è destinato ad aumentare. In Italia sono arrivati i primi pullman, ecco cosa possiamo fare per aiutare gli ucraini

Remy Morandi
28 Febbraio 2022
Rifugiati Ucraina

Rifugiati Ucraina

Share on FacebookShare on Twitter

Dall’inizio della guerra sono oltre 500mila i rifugiati ucraini, secondo l’Unhcr. Un dato provvisorio, inevitabilmente destinato a crescere. Per la stessa Unhcr, l’agenzia Onu per i rifugiati, le persone che scapperanno dall’Ucraina saranno in totale quattro milioni, mentre secondo le stime dell’Unione europea i profughi saranno sette milioni. Numeri, cifre, stime che servono solo a rendersi conto della gravità di questo esodo dall’Ucraina, ma che non bastano per raccontare la drammatica situazione che ogni singola persona che sta scappando dalla guerra, sta vivendo in questi giorni. Dietro a ogni numero, dietro a ogni stima ci sono le persone. Bambini, ragazzi, adulti, donne, uomini, anziani, famiglie, amici, amori. Tutte storie di persone, di ucraini, di europei (non lo sono di fatto, ma tutti li consideriamo tali), che dal vivere una vita normale, una mattina si sono svegliati in guerra. Questo è il nuovo volto dei profughi.

Una bambina ucraina scappata con la famiglia in Moldavia (Foto Unicef)

In fuga dalla guerra in Ucraina, dove stanno andando i rifugiati

Il grafico che segue, preparato da AFP su dati Unhcr, non è aggiornato. Parla infatti di 367.893 profughi in totale, ma oggi la stessa agenzia Onu per i rifugiati ha comunicato che il numero si aggira oltre i 500.000. Comunque, è utile per capire le principali rotte seguite dai civili ucraini, in fuga dalla guerra.

In quali Paesi europei stanno andando i rifugiati ucraini (Grafico di AFP su dati UNHCR)

Polonia. Come si nota dal grafico, la principale meta raggiunta dagli ucraini è la Polonia. Attualmente secondo altre stime dell’Unhcr, più di 280mila persone si sono rifugiate in Polonia. Molti hanno raggiunto il confine a piedi, camminando di giorno e di notte. Altri hanno raggiunto il confine in auto, in autobus e in treno. Tanti i chilometri di coda che si sono formati al confine. C’è chi parla di 15 chilometri, chi invece di 70 chilometri. Ad arrivare sono stati principalmente donne, bambini e anziani dopo che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva vietato agli uomini tra i 18 e i 60 anni di lasciare il Paese. La Polonia ha dichiarato di aver aperto i suoi confini a tutti, anche a chi è sprovvisto di documenti. A Medyka, nel sud-est della Polonia, sono stati allestiti nove campi lungo la frontiera. Ai rifugiati ucraini in arrivo vengono offerti acqua, cibo, assistenza sanitaria. Il ministro delle Infrastrutture polacco Andrzej Adamczyk ha annunciato che per i prossimi giorni i cittadini ucraini in fuga potranno salire gratuitamente a bordo di treni della Polish Rail Service (Pkp) e che un treno ambulanza è stato allestito nella città di confine di Przemysl, 30 km di auto dall’Ucraina.

Max, 4 anni, e sua madre Alona sono riusciti a raggiungere la Romania (Foto Unicef)

Romania. Secondo l’Unhcr, sono entrati in Romania almeno 32.500 ucraini. Secondo il governo di Bucarest invece il numero si aggira intorno ai 47mila. La maggior parte degli ucraini che arrivano in Romania passa da Siret, nel nord del Paese, dove è stato anche allestito un campo di accoglienza. Un secondo campo invece è stato allestito vicino a Marmatiei. Lunghissime code di auto sono state registrate alla frontiera di Porubne-Sire. Media locali parlano di tanti uomini che accompagnano alla frontiera moglie e figli per poi tornare indietro in Ucraina.

Ungheria. Quasi 85mila persone sono entrate in Ungheria, secondo l’Unhcr. Diverse città di confine come Zahony hanno allestito centri di accoglienza in edifici pubblici e cittadini comuni stanno accorrendo alla frontiera per donare cibo, vestiti e beni di prima necessità. Le autorità ungheresi hanno reso noto di aver aperto un corridoio umanitario per gli ucraini in fuga dal loro Paese.

Moldavia. Almeno 70mila gli ucraini entrati in Moldavia. Natalia Gavrilița, primo ministro della Moldavia, ha visitato sabato il valico di frontiera di Palanca dove sono stati allestiti una tendopoli e strutture medice. Anche per arrivare alla frontiera moldava sono stati registrati chilometri di coda di auto. Molte persone hanno abbandonato l’auto e si sono incamminate a piedi per raggiungere la frontiera.

Slovacchia. Secondo l’Unhcr, oltre 30mila persone sono fuggite dall’Ucraina in Slovacchia. Il ministero dell’Interno slovacco ha riferito che 6.514 persone hanno attraversato il confine tra la mezzanotte e le 6 del mattino di domenica 27 febbraio. A causa di questo flusso intenso, la Slovacchia ha dichiarato di trovarsi in una “situazione straordinaria”, di emergenza per l’esodo degli ucraini. Il ministro della Difesa slovacco, Jaroslav Nad, ha confermato che Bratislava donerà all’Ucraina aiuti, in termini di cibo e beni di prima necessità, per un valore di 8,4 milioni di euro.

Una bambina ucraina abbraccia la guardia di frontiera al confine con la Polonia

Mark piange: “Abbiamo lasciato papà a Kiev”

‘We left our dad in #Kyiv‘: young Ukrainian boy in tears after fleeing the capital.
Via The Guardian#StandForUkraine #Ukraine pic.twitter.com/m83gidzaCG

— 𝕄𝕠𝕤𝕥𝕒𝕗𝕒.𝕄 (@MostafaMe4) February 28, 2022

In un video de The Guardian, un bambino di nome Mark viene intervistato in auto mentre lascia Kiev. Visibilmente stanco scoppia a piangere mentre racconta al giornalista: “Abbiamo lasciato papà a Kiev”. Dopo alcuni secondi Mark riprende il discorso: “Papà ora venderà alcune cose e aiuterà i nostri eroi, il nostro esercito. Potrebbe anche combattere”. E poi racconta la fuga dalla città: “Abbiamo camminato per tre ore e tu (si rivolge al giornalista, ndr) ci hai salvato. Pensavo che avremmo camminato per due o tre giorni. Pensavo che avremmo camminato per tutto il giorno, ma tu ci hai tratto in salvo”.

I primi profughi arrivati in Italia

In Italia il piano di accoglienza dei profughi ucraini è ancora in fase di elaborazione. Ma intanto sono già decine, se non centinaia i rifugiati arrivati nel nostro Paese. Soprattutto, donne, anziani, bambini. Le regioni e le città si sono già messe autonomamente in moto per organizzare l’accoglienza dei profughi. Stamani a Trieste è arrivato un autobus con circa cinquanta persone, tutte donne e bambini. Solo due uomini, uno dei quali era l’autista. Gli ucraini arrivati a Trieste erano tutti diretti a casa di amici o parenti, prevalentemente al nord tra Brescia, Vicenza e Milano, ma anche a Roma e altre località. Un altro pullman con quaranta persone è arrivato nella notte a Piacenza dopo un viaggio estenuante in cui avevano impiegato dieci ore solo per superare la frontiera con la Polonia: tra i profughi c’era anche una bambina di nove mesi. Altri 300-400 profughi ucraini sono attesi a Genova.

Il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ha assicurato: “Per me la solidarietà è sempre stato un punto fermo della nostra agenda europea e a maggior ragione ora daremo la massima solidarietà a un popolo che sta soffrendo. L’Italia sarà tra i Paesi” ad applicare questo principio “anche con redistribuzione sui nostri territori”, ha detto la titolare del Viminale a margine del Consiglio Affari Interni a Bruxelles.

Come aiutare gli ucraini dall’Italia

I rifugiati ucraini hanno bisogno di cibo, acqua e beni di prima necessità. La Croce Rossa Italiana, l’Unhcr e l’Unicef hanno lanciato insieme una raccolta fondi straordinaria, al numero di telefono 45525. Si può chiamare da rete fissa o inviando un SMS per fare la donazione. I fondi raccolti con questa campagna saranno utilizzati per garantire alle famiglie e ai bambini dell’Ucraina protezione, rifugi, coperte, cure mediche, acqua potabile, kit per l’igiene personale e supporto psicologico. La raccolta fondi sarà attiva fino al 6 marzo. L’associazione Soleterre ha avviato poi una raccolta fondi per garantire medicine agli ospedali ucraini. Progetto Arca ha fatto partire alcuni furgoni verso il confine con l’Ucraina per portare aiuti ai profughi.

Nel frattempo in tutta Italia sono stati organizzati tanti centri di raccolta di beni primari e aiuti destinati ai rifugiati ucraini. Il Consolato generale d’Ucraina a Milano ha pubblicato su Facebook un elenco di indirizzi e di numeri di telefono da contattare per le donazioni: “Se hai la possibilità di fornire beni di prima necessità da inviare a militari e civili ucraini, puoi metterti in contatto con uno dei rappresentanti dei tanti centri di raccolta del Nord Italia elencati sotto”, scrive il Consolato. Ecco il post:

Tra le tante iniziative, a Firenze l’Istituto degli Innocenti  si è messo a disposizione per accogliere bambini e ragazzi ucraini in fuga dalla guerra. In particolare offrirà alcuni posti nelle proprie comunità di accoglienza per bambini e per nuclei madre-figlio. “La nostra storia – dice la presidente dell’Istituto Maria Grazia Giuffrida – è una storia di accoglienza lunga sei secoli, e anche in questo caso diamo il nostro supporto per ospitare bambini e bambine in fuga dalla guerra, con le madri, per poter dare loro non solo la salvezza ma anche la possibilità di immaginarsi e di costruire un futuro”.

Potrebbe interessarti anche

Intelligenza artificiale
Scienze e culture

Google, l’ingegnere sospeso per aver detto che l’intelligenza artificiale ha una coscienza

13 Giugno 2022
studenti transgender
Attualità

Stati Uniti, tutele contro la discriminazione sessuale per studenti transgender

25 Giugno 2022
Attualità

Ilenia, presa a pugni per aver difeso il ragazzo: “Troviamoli, ma ‘no’ alla caccia alle streghe”

14 Giugno 2022

Instagram

  • Un’onda multiforme, dalle mille voci diverse. 🌈

Il Pride Month, il mese dell’orgoglio Lgbtqia+ che tradizionalmente si celebra a giugno, porta ogni anno una vera e propria marea multicolore in tutto il mondo. 

Migliaia di persone che manifestano identità di genere, espressioni di genere o orientamenti sessuali diversi scendono in strada, nelle piazze, portando avanti le istanze della comunità, rivendicando tra cui, forse il più importante, quello di essere e amare chi si vuole. 
Tutti, tutte e tutt* riunit* convenzionalmente sotto un’unica bandiera, quella arcobaleno, simbolo di riconoscimento anche politico per le persone Lgbtqia+. 

Ma se anche la Pride Flag cambia colore, diventando sempre più inclusiva, ogni soggettività ha adottato col tempo dei simboli per potersi identificare e dimostrare unità, orgoglio e i propri valori, oltre che riconoscersi. 

Scorri la gallery per scoprire tutte (o quasi) le bandire del Pride ✨

E tu? In quale ti riconosci? 🏳️‍🌈

#lucenews #lucelanazione #pridemonth #lgbtqiaplus #prideflag #proudtobepride
  • La notizia del matrimonio, giovedì 30 giugno, ha destato scalpore, diventando immediatamente virale, rimbalzando sui siti web e sui social, fino ai quotidiani.

Paola Turci e Francesca Pascale si sposeranno domani, sabato 2 luglio, nella splendida cornice di Montalcino. Ma se i bagliori dello scoop non si sono ancora spenti, quello che si è acceso dopo che l’informazione è diventata di dominio pubblico è anche il fuoco dell’omofobia. Ancora e ancora.
E meno male che il mese del Pride, dell’orgoglio e delle rivendicazioni della comunità Lgbtq+ si è appena concluso (anche se manca ancora Milano tra gli eventi in calendario).

La cantautrice ha infatti ricevuto e denunciato insulti omofobi che le sono stati rivoluti dopo l’annuncio del matrimonio. Stanotte, nella sue storie di Instagram, l’artista ha pubblicato un messaggio ricevuto da un profilo di una guest house piemontese: “Lesbicona che schifo!!“, recita lo squallido post, che la cantante ha mostrato, commentando: “Ignoranza, omofobia, cattiveria e infelicità in una sola frase“.

Immediati i commenti di condanna per il gesto che hanno sommerso il profilo social da cui risulta partito l’insulto. L’indignazione generale non basta però a cancellare il fatto: due donne, anche famose, che scelgono l’amore non sono ancora tollerate. Assurdo? Certo.

È inammissibile che l’odio prevalga ancora sulla gioia, che una persona, un gruppo di individui, una comunità perfino non accettino che due donne celebrino la loro felicità. Cosa, queste nozze, toglierebbero loro?

Per fortuna sul web si moltiplicano invece i messaggi di felicitazioni per la coppia, che avrebbe voluto tenere riservata la notizia dell’unione civile, mantenendo sull’evento la stessa privacy con cui finora ha protetto la relazione, rivelata nell’estate del 2020 dal settimanale “Oggi" che pubblicò lo scatto di un bacio tra le due donne durante una vacanza in barca.

Perché l’amore, in effetti, andrebbe sempre celebrato e non insultato. Che sia quello tra un uomo e una donna, due donne, due uomini, due persone…
L’amore è amore, chiama felicità, non odio.

Di Marianna Grazi ✍

#lucenews #lucelanazione #paolaturci #pridemonth #matrimonio #unionecivile
  • È la storia di Carson Pickett che non è solo una favola sportiva, ma un esempio di forza volontà e voglia di superare limiti fisici e pregiudizi. ⚽️

Nell’amichevole contro la Colombia, la Nazionale femminile degli Stati Uniti ha dimostrato ancora una volta quanto è all’avanguardia e ha fatto esordire Carson Pickett, giocatrice nata senza una parte del braccio sinistro. 

"La sensazione di essere diverso e l’ansia di non adattarsi è qualcosa che ho passato. Spero di incoraggiare altri a non vergognarsi di quello che sono.”

Questa volta la Nazionale statunitense ha mostrato, ancora una volta, quanto sia avanti nell’inclusione sociale e nelle pari opportunità. I diritti umani e sociali sono sempre in primo piano nella testa delle ragazze e della Federazione, che non di rado si sono esposte su tematiche importanti come il razzismo, l’omofobia e più in generale su questioni spinose.

Dopo il raggiungimento dell’obiettivo della parità salariale con i colleghi uomini, lo sdoganamento dell’omosessualità e altro ancora, ora i riflettori si puntano verso la disabilità e come nonostante essa si possa diventare giocatrici professioniste.

Di Edoardo Martini ✍

#lucenews #lucelanazione #carsonpickett #football #colombie #womensoccer #uswomensoccer #inspiretheworld
  • Il suo desiderio, più che legittimo, è semplicemente quello di partecipare al Jova Beach party di Viareggio, a settembre, insieme ai suoi amici. Eppure Enrico, classe 1965, padre di due meravigliosi figli adottivi e costretto su una sedia a rotelle dal 1988, non è riuscito a fare quello che tutto il resto della sua comitiva ha fatto con pochi semplici click sul sito di Ticketone: acquistare il suo biglietto. 

“Per noi disabili cose come questa sarebbero troppo semplici. Forse non tutti sanno che la realtà è che, se una persona nelle mie condizioni desidera partecipare a un qualsiasi evento, solitamente gli viene richiesto di individuare per conto proprio gli organizzatori, cercare sul rispettivo sito le indicazioni sulla modalità di richiesta dei biglietti (che variano da organizzatore ad organizzatore) e in fine allegare alla domanda di partecipazione il certificato di invalidità e un documento d’identità. Mai ci è permesso di usare le piattaforme online ad acquisto diretto come Ticketone.

Mi sono sentito ulteriormente discriminato: oltre ai miei limiti fisici mi sono dovuto scontrare con ulteriori ostacoli rappresentati da procedure imposte da persone che non hanno la minima idea di cosa significhi la parola ‘inclusione‘. E quello che più mi ha sorpreso è che questi limiti siano arrivati in abbinamento ad un evento di Jovanotti, che ritengo un paladino dell’inclusione. Mi chiedo se lui sia a conoscenza di tutto questo e cosa ne pensi in tal caso”.

Il racconto di Enrico nell’intervista a cura di Caterina Ceccuti ✍

#lucenews #lucelanazione #enrico #jovabeachparty #disabilityinclusion
Dall'inizio della guerra sono oltre 500mila i rifugiati ucraini, secondo l'Unhcr. Un dato provvisorio, inevitabilmente destinato a crescere. Per la stessa Unhcr, l'agenzia Onu per i rifugiati, le persone che scapperanno dall'Ucraina saranno in totale quattro milioni, mentre secondo le stime dell'Unione europea i profughi saranno sette milioni. Numeri, cifre, stime che servono solo a rendersi conto della gravità di questo esodo dall'Ucraina, ma che non bastano per raccontare la drammatica situazione che ogni singola persona che sta scappando dalla guerra, sta vivendo in questi giorni. Dietro a ogni numero, dietro a ogni stima ci sono le persone. Bambini, ragazzi, adulti, donne, uomini, anziani, famiglie, amici, amori. Tutte storie di persone, di ucraini, di europei (non lo sono di fatto, ma tutti li consideriamo tali), che dal vivere una vita normale, una mattina si sono svegliati in guerra. Questo è il nuovo volto dei profughi.
Una bambina ucraina scappata con la famiglia in Moldavia (Foto Unicef)

In fuga dalla guerra in Ucraina, dove stanno andando i rifugiati

Il grafico che segue, preparato da AFP su dati Unhcr, non è aggiornato. Parla infatti di 367.893 profughi in totale, ma oggi la stessa agenzia Onu per i rifugiati ha comunicato che il numero si aggira oltre i 500.000. Comunque, è utile per capire le principali rotte seguite dai civili ucraini, in fuga dalla guerra.
In quali Paesi europei stanno andando i rifugiati ucraini (Grafico di AFP su dati UNHCR)
Polonia. Come si nota dal grafico, la principale meta raggiunta dagli ucraini è la Polonia. Attualmente secondo altre stime dell'Unhcr, più di 280mila persone si sono rifugiate in Polonia. Molti hanno raggiunto il confine a piedi, camminando di giorno e di notte. Altri hanno raggiunto il confine in auto, in autobus e in treno. Tanti i chilometri di coda che si sono formati al confine. C'è chi parla di 15 chilometri, chi invece di 70 chilometri. Ad arrivare sono stati principalmente donne, bambini e anziani dopo che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva vietato agli uomini tra i 18 e i 60 anni di lasciare il Paese. La Polonia ha dichiarato di aver aperto i suoi confini a tutti, anche a chi è sprovvisto di documenti. A Medyka, nel sud-est della Polonia, sono stati allestiti nove campi lungo la frontiera. Ai rifugiati ucraini in arrivo vengono offerti acqua, cibo, assistenza sanitaria. Il ministro delle Infrastrutture polacco Andrzej Adamczyk ha annunciato che per i prossimi giorni i cittadini ucraini in fuga potranno salire gratuitamente a bordo di treni della Polish Rail Service (Pkp) e che un treno ambulanza è stato allestito nella città di confine di Przemysl, 30 km di auto dall’Ucraina.
Max, 4 anni, e sua madre Alona sono riusciti a raggiungere la Romania (Foto Unicef)
Romania. Secondo l'Unhcr, sono entrati in Romania almeno 32.500 ucraini. Secondo il governo di Bucarest invece il numero si aggira intorno ai 47mila. La maggior parte degli ucraini che arrivano in Romania passa da Siret, nel nord del Paese, dove è stato anche allestito un campo di accoglienza. Un secondo campo invece è stato allestito vicino a Marmatiei. Lunghissime code di auto sono state registrate alla frontiera di Porubne-Sire. Media locali parlano di tanti uomini che accompagnano alla frontiera moglie e figli per poi tornare indietro in Ucraina. Ungheria. Quasi 85mila persone sono entrate in Ungheria, secondo l'Unhcr. Diverse città di confine come Zahony hanno allestito centri di accoglienza in edifici pubblici e cittadini comuni stanno accorrendo alla frontiera per donare cibo, vestiti e beni di prima necessità. Le autorità ungheresi hanno reso noto di aver aperto un corridoio umanitario per gli ucraini in fuga dal loro Paese. Moldavia. Almeno 70mila gli ucraini entrati in Moldavia. Natalia Gavrilița, primo ministro della Moldavia, ha visitato sabato il valico di frontiera di Palanca dove sono stati allestiti una tendopoli e strutture medice. Anche per arrivare alla frontiera moldava sono stati registrati chilometri di coda di auto. Molte persone hanno abbandonato l'auto e si sono incamminate a piedi per raggiungere la frontiera. Slovacchia. Secondo l'Unhcr, oltre 30mila persone sono fuggite dall'Ucraina in Slovacchia. Il ministero dell'Interno slovacco ha riferito che 6.514 persone hanno attraversato il confine tra la mezzanotte e le 6 del mattino di domenica 27 febbraio. A causa di questo flusso intenso, la Slovacchia ha dichiarato di trovarsi in una "situazione straordinaria", di emergenza per l'esodo degli ucraini. Il ministro della Difesa slovacco, Jaroslav Nad, ha confermato che Bratislava donerà all'Ucraina aiuti, in termini di cibo e beni di prima necessità, per un valore di 8,4 milioni di euro.
Una bambina ucraina abbraccia la guardia di frontiera al confine con la Polonia

Mark piange: "Abbiamo lasciato papà a Kiev"

'We left our dad in #Kyiv': young Ukrainian boy in tears after fleeing the capital. Via The Guardian#StandForUkraine #Ukraine pic.twitter.com/m83gidzaCG

— 𝕄𝕠𝕤𝕥𝕒𝕗𝕒.𝕄 (@MostafaMe4) February 28, 2022
In un video de The Guardian, un bambino di nome Mark viene intervistato in auto mentre lascia Kiev. Visibilmente stanco scoppia a piangere mentre racconta al giornalista: "Abbiamo lasciato papà a Kiev". Dopo alcuni secondi Mark riprende il discorso: "Papà ora venderà alcune cose e aiuterà i nostri eroi, il nostro esercito. Potrebbe anche combattere". E poi racconta la fuga dalla città: "Abbiamo camminato per tre ore e tu (si rivolge al giornalista, ndr) ci hai salvato. Pensavo che avremmo camminato per due o tre giorni. Pensavo che avremmo camminato per tutto il giorno, ma tu ci hai tratto in salvo".

I primi profughi arrivati in Italia

In Italia il piano di accoglienza dei profughi ucraini è ancora in fase di elaborazione. Ma intanto sono già decine, se non centinaia i rifugiati arrivati nel nostro Paese. Soprattutto, donne, anziani, bambini. Le regioni e le città si sono già messe autonomamente in moto per organizzare l'accoglienza dei profughi. Stamani a Trieste è arrivato un autobus con circa cinquanta persone, tutte donne e bambini. Solo due uomini, uno dei quali era l'autista. Gli ucraini arrivati a Trieste erano tutti diretti a casa di amici o parenti, prevalentemente al nord tra Brescia, Vicenza e Milano, ma anche a Roma e altre località. Un altro pullman con quaranta persone è arrivato nella notte a Piacenza dopo un viaggio estenuante in cui avevano impiegato dieci ore solo per superare la frontiera con la Polonia: tra i profughi c'era anche una bambina di nove mesi. Altri 300-400 profughi ucraini sono attesi a Genova. Il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese ha assicurato: "Per me la solidarietà è sempre stato un punto fermo della nostra agenda europea e a maggior ragione ora daremo la massima solidarietà a un popolo che sta soffrendo. L'Italia sarà tra i Paesi" ad applicare questo principio "anche con redistribuzione sui nostri territori", ha detto la titolare del Viminale a margine del Consiglio Affari Interni a Bruxelles.

Come aiutare gli ucraini dall'Italia

I rifugiati ucraini hanno bisogno di cibo, acqua e beni di prima necessità. La Croce Rossa Italiana, l'Unhcr e l'Unicef hanno lanciato insieme una raccolta fondi straordinaria, al numero di telefono 45525. Si può chiamare da rete fissa o inviando un SMS per fare la donazione. I fondi raccolti con questa campagna saranno utilizzati per garantire alle famiglie e ai bambini dell'Ucraina protezione, rifugi, coperte, cure mediche, acqua potabile, kit per l'igiene personale e supporto psicologico. La raccolta fondi sarà attiva fino al 6 marzo. L'associazione Soleterre ha avviato poi una raccolta fondi per garantire medicine agli ospedali ucraini. Progetto Arca ha fatto partire alcuni furgoni verso il confine con l'Ucraina per portare aiuti ai profughi. Nel frattempo in tutta Italia sono stati organizzati tanti centri di raccolta di beni primari e aiuti destinati ai rifugiati ucraini. Il Consolato generale d'Ucraina a Milano ha pubblicato su Facebook un elenco di indirizzi e di numeri di telefono da contattare per le donazioni: "Se hai la possibilità di fornire beni di prima necessità da inviare a militari e civili ucraini, puoi metterti in contatto con uno dei rappresentanti dei tanti centri di raccolta del Nord Italia elencati sotto", scrive il Consolato. Ecco il post: Tra le tante iniziative, a Firenze l'Istituto degli Innocenti  si è messo a disposizione per accogliere bambini e ragazzi ucraini in fuga dalla guerra. In particolare offrirà alcuni posti nelle proprie comunità di accoglienza per bambini e per nuclei madre-figlio. “La nostra storia – dice la presidente dell'Istituto Maria Grazia Giuffrida – è una storia di accoglienza lunga sei secoli, e anche in questo caso diamo il nostro supporto per ospitare bambini e bambine in fuga dalla guerra, con le madri, per poter dare loro non solo la salvezza ma anche la possibilità di immaginarsi e di costruire un futuro”.
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2021 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto